Ciapa no… (Jacksonville Jaguars vs Minnesota Vikings 24-27)

Ciapa no, versione americana. Minnesota Vikings e Jacksonville Jaguars hanno dato vita alla versione footballistica del gioco di carte nella settimana numero 13.
La spuntano con un field goal in over time i Vikings, che salgono a 6-6 e per la prima volta in stagione sono nel novero delle formazioni che se la stagione finisse oggi sarebbero ai playoff. Considerando l’1-5 con cui erano partiti i ragazzi di coach Mike Zimmer il risultato è comunque apprezzabile.
Tolta la doppia wu resta davvero poco di cui gioire in casa vichinga. Tanti, tantissimi gli errori nella sfida contro una formazione che dopo la vittoria nella gara d’esordio è stata capace, con il ko allo Us Bank Stadium, di infilare undici sconfitte consecutive.

Il primo tempo è di quelli che si provano a dimenticare ancora prima che finisca la partita. Jacksonville dal canto suo parte forte, con un drive in cui tutto fila liscio. Con i Vikings che accusano il colpo di non avere in campo Eric Kendricks, infortunatosi a un polpaccio nel riscaldamento.
Drive tanto liscio quello del team allenato da Doug Marrone che il touchdown pass di Mike Glennon per Laviska Shenault arriva miracolosamente nelle mani del ricevitore in end zone dopo essere stato lanciato parecchio corto. Ad alzarlo provvidenzialmente quel tanto che basta per prolungarne la corsa un tocco del cornerback Kris Boyd. Il tutto sotto gli occhi della safety Harrison Smith, che si vede l’ovale schizzargli sotto il naso. Chase McLaughlin sbaglia l’addizionale in una domenica che più no è difficile per entrambi gli special team.

L’attacco dei padroni di casa infila tre drive osceni, per un totale di 11 soli giochi e tre punt. I Jaguars nel mentre allungano con un field goal. Quando sono di nuovo nei pressi della red zone vichinga il rookie cornerback Cameron Dantzler indovina una delle rare gemme del primo tempo gialloviola. L’intercetto ai danni di Glennon è superbo. Toglie letteralmente la palla dalla pancia e dalle mani del tight end Eric Saubert.
E anche l’attacco di Minnesota si desta. A capitalizzare è il solito Adam Thielen, dodicesimo touchdown stagionale. Traguardo che in maglia Vikings lo vede raggiungere i suoi idoli da bambino Cris Carter e Randy Moss. Unici a ricevere tanti td pass in una singola annata (loro due più volte). Bailey per non essere da meno del collega sbaglia pure lui l’extra point.

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All’intervallo il punteggio dice 9-6. Chi si aspetta un rientro con il coltello tra i denti dei vichinghi, delusi dalla prima frazione, resta subito deluso. Logan Cooke prova a servire un assist ai Vikings calciando fuori il kickoff e facendoli partire dalle 40. Grazie mille, non possiamo accettare. Il primo passaggio della ripresa di Kirk Cousins finisce nelle mani di Joe Schobert che lo riporta fin dove si aggiungono sei punti al tabellone. Il padre del blackout però non è Cousins bensì Dalvin Cook, che nell’huddle ha capito un gioco diverso da quello realmente chiamato. E infatti il pallone era indirizzato nella sua direzione mentre era ancora girato di schiena.

Il passo falso è subito cancellato. CJ Ham porta l’ovale in end zone pescato da Cousins. Protagonista del drive Justin Jefferson con una ricezione da 40 yard. Anche Cook comincia a galoppare dopo un primo tempo anonimo. Primo vantaggio gialloviola.
Un sack di Harrison Smith e Hercules Mata’afa lascia Jacksonville all’inseguimento. E la rincorsa si fa più difficile dopo il touchdown di Justin Jefferson. La sua traccia è corsa divinamente e il difensore rimane sul posto. Dan Bailey sbaglia ancora il PAT aprendo il prime time della sagra degli errori.
Glennon nella serie seguente di giochi parte per andare a chiudere il down, ma Jordan Brailford gli strappa la palla e se la prende. Per il defensive end solo 11 snap ma tutti conditi da giocate significative.
Minnesota può chiudere i giochi, invece sulla yard Cousins e Cook pasticciano l’handoff consegnando il possesso ai Jaguars. Dura poco. Una safety ad opera di Ifeadi Odenigbo fa 21-16.

Raffica di punt cui segue un altro fumble, stavolta opera di Dantzler. Che toglie la palla dalle mani di Conley dopo la ricezione e se ne appropria.
Bailey azzecca un calcio. I Jaguars un drive, con cui arrivano a segnare con James Robinson, non nella sua giornata migliore ma comunque solido. Sulla trasformazione da due per il pareggio Dantzler commette il suo errore più evidente della gara perdendosi Johnson sul retro della end zone. Parità.

E via un’altra serie di errori. Bailey fallisce da 51. McLaughlin non arriva ai pali dalle 62.

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In una domenica che continua ad ammiccare alla truppa di Zimmer, dice bene anche la monetina. Il sack immediato sembra indicare che i Vikings non ne vogliano sapere di accettare i doni offerti dagli dei del football. Così dopo una veniale pass interference di Justin Jefferson che gli cancella un guadagno che profumerebbe di vittoria, il drive dei Vikings evapora subito. Quello di Glennon dura ancora meno, visto che il numero 2 ospite al terzo tentativo manca nettamente DJ Chark. Ne approfitta Harrison Smith. Ampie dosi di Cook portano Bailey sulle 23. Da dove non può sbagliare.

Finisce una partita che offre davvero un buon prontuario degli errori in poco meno di una settantina di minuti. Minnesota si tiene stretta la vittoria pur non potendo esultare. Il bilancio delle tre partite casalinghe con avversari molto modesti si chiude sul 2-1. Se dopo le prime due gare avrebbe potuto sembrare stretto, dopo il successo sui Jaguars è davvero il massimo che i Vikings potessero meritare in questo trittico.

Partiamo la nostra analisi da Jacksonville. Difficile capire perché affidarsi ancora a Glennon. Non riesco a trovarci un senso. Schierare Gardner Minshew oltre a garantire a parer mio maggiori possibilità di vincere qualche altra partita da qui alla fine darebbe la possibilità di vedere che tipo di giocatore sia davvero. Più partite, più film, più il giudizio su di lui può essere accurato. Di certo da Glennon non si può spremere alcunché. La difesa ha fatto bene nel primo tempo poi ha accusato i colpi dei Vikings, che in attacco talento ne hanno. Per Jacksonville era sicuramente più vantaggioso perdere (non voglio credere che sia per questo che c’era Glennon, altrimenti non sarebbero arrivati a spingere fino al supplementare) e per poco se i Jets non fanno harakiri si ritrovano in corsa per Trevor Lawrence. Non che ne siano usciti ma con il calendario che resta ai biancoverdi è difficile immaginare possano abbandonare lo 0 nella casella delle sconfitte.

Torniamo ai Vikings. Altra ugly win, dopo quella di Carolina. Se il brutto anatroccolo vuole diventare cigno deve farlo in fretta. Quella in arrivo contro Tampa Bay domenica è una wild card anticipata. Al momento i Vikes sono nelle “magnifiche” 7. E nei 5 precedenti in cui sono riusciti ad accedere ai playoff dopo essere stati 6-6 sono sempre usciti al primo turno. Che riescano a partecipare in gennaio resta comunque molto complicato. Specie giocando come contro i Jaguars.

L’attacco ci ha messo mezz’ora a trovare una quadra e ancora una volta ha dovuto spremere Cook con 38 tocchi. Jefferson è stato coinvolto troppo tardi. Per il sensazionale rookie sono poi arrivate le mille yard in stagione: è il quinto a riuscirci in sole 12 partite da rookie, prima di lui Randy Moss, Anquan Boldin e Marques Colston. Il tutto senza alcuna partita con più di 13 target (gli altri già a mille yard ne hanno tutti almeno una). La coppia di seconde linee Olabisi Johnson-Chad Beebe è tornata invisibile. Anche Kyle Rudolph è stato poco incisivo (e si è pure infortunato, a Tampa non ci sarà). Cousins è stato meno brillante che nelle ultime uscite, limitato dalla pressione che ha subito da parte dei Jaguars. La linea non è stata entusiasmante. E si sente più di quanto ci si sarebbe potuti aspettare dopo le prime settimane l’assenza per infortunio del tight end al secondo anno Irv Smith.

La difesa una volta ripresasi dallo choc di non avere a disposizione Kendricks si è regolata. Non è stata perfetta, e non lo sarà mai quest’anno, ma il suo tutto sommato l’ha fatto.
Brilla Cameron Dantzler, che nelle ultime quattro gare ha dimostrato di poter diventare un signor cornerback: 14 target, 5 ricezioni, 51 yard concesse, QB rating di 17.3 quando lanciano contro di lui. Dall’inizio dell’anno è il secondo come grade di Pro Football Focus tra i rookie, dietro solo ad AJ Terrell. Di Brailford abbiamo detto. Merita qualche snap in più, almeno per valutarlo.
Ancora disastrosi gli special team. Bailey ha fallito due extra point e un field goal dalle 51, KJ Osborn ha nuovamente pasticciato su un ritorno.

Per vincere a casa Brady servirà che Zimmer riesca a resettare la sua squadra per farla esprimere con piglio diverso da quello visto con Cowboys, Panthers e Jaguars. Non possono esserci passaggi a vuoto o appisolamenti. Sarebbe curioso capire se l’assenza di pubblico allo Us Bank Stadium sia stata più un intralcio, privando i gialloviola di spinta e motivazioni, o un beneficio, togliendo pressione anche nei frangenti in cui il gioco stenta.

Completando la ricetta per giocarsela in Florida, servirà poi che Zimmer riesca a recuperare almeno Kendricks perché senza il suo linebacker superstar l’impresa diventa davvero impossibile e l’anatroccolo bruttino resterà tale.

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