Cercasi nuovo allenatore a Vanderbilt

Nella giornata di domenica è arrivato il secondo licenziamento tra le squadre delle Power 5 (ed anche il secondo nella SEC): Derek Mason è stato licenziato da Vanderbilt.

Vi potrebbe sembrare strano che questo tipo di decisioni vengano prese a stagione, per quanto “azzoppata”, ancora pienamente in corsa, ma è necessario evidenziare che siamo a meno di 20 giorni dall’early signing period, ovvero la prima finestra temporale in cui sarà possibile per la maggior parte delle reclute mettere nero su bianco il proprio commitment. Pertanto, le amministrazioni che già hanno l’intenzione di prendere un’altra strada a fine anno, preferiscono muoversi ora al fine di presentare un piano chiaro a quelli che saranno i giocatori del domani evitando, per quanto possibile, che qualcuno di loro cambi idea poco prima della firma.

Torniamo a Vanderbilt. Derek Mason è stato sollevato dall’incarico dopo poco più di 6 stagioni ed un record di 27 vittorie e 54 sconfitte ma ciò che ha probabilmente segnato il destino di Mason sono state le 0 vittorie, a fronte di 8 sconfitte, rimediate nel 2020. L’ultima, sabato, contro Missouri per 41 a 0. Le sorti dei Commodores sono state affidate all’ OC Todd Fitch che sarà l’interim head coach fino al termine della stagione.

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Mason ha avuto anche dei buoni momenti: due partecipazioni ai Bowl (e quindi almeno 6 vittorie in due stagioni), ben tre vittorie consecutive contro i rivali di Tennessee dal 2016 al 2018 ed un approccio al lavoro generale che gli è valso la stima e l’affetto di tutto l’ambiente. Stima e affetto che non sono comunque servite a salvarlo dopo due pessime stagioni.

Che tipo di lavoro è?

Vanderbilt è forse il lavoro più complicato in tutta la Southeastern Conference. Infatti, nonostante l’università si trovi a Nashville e faccia parte della conference più blasonata, ci sono molti ostacoli che impediscono ai Commodores di sedersi al tavolo di Georgia, Florida, Alabama ed anche, per rimanere nello stesso stato, di Tennessee. Il primo fra questi sono senza dubbio i requisiti accademici: Vanderbilt è una delle università private più prestigiose al sud degli Stati Uniti e quindi il rendimento scolastico non è una questione negoziabile, neanche per gli atleti e questo, molto spesso, cozza con i risultati sportivi. A tal proposito è famosa la citazione di Art Guepe, allenatore di Vandy dal 1953 al 1962: There is no way you can be Harvard Monday through Friday, and try to be Alabama on Saturday.” Piuttosto esplicativo.

Un altro aspetto che frena i Commodores è la totale mancanza di risorse ed investimenti relativi alle infrastrutture, che stanno diventando vitali per competere ad alti livelli (è sufficiente osservare la gara attualmente diffusa in tutti gli US a chi ha la facility più nuova e costosa). Nell’ultima partita tra Florida e Vanderbilt, gli ospiti si sono rifiutati di entrare negli spogliatoi a fine primo tempo a causa delle condizioni degli stessi, considerate inaccettabili e inadeguate rispetto al protocollo anti COVID-19. E’ probabile che il nuovo allenatore, se sarà un nome di “grido”, pretenderà un coinvolgimento economico maggiore da parte dell’università.

Le aspettative a Vandy però non sono altissime e questo, insieme ad un contratto multimilionario e la possibilità di vivere in una grande città, potrebbe attirare diversi allenatori in cerca o attualmente sotto contratto con altre università. Per fare bene è necessario qualificarsi ai Bowl e quindi raggiungere almeno 6 vittorie in una schedule che preveda anche 3 o 4 partite extra-conference.

I possibili candidati

 Clark Lea (DC – Notre Dame) – Lea è il primo nome che è uscito come possibile nuovo allenatore non appena la notizia di Mason è stata ufficializzata. Si farebbe onestamente fatica a trovare un allenatore più qualificato per questo lavoro: Lea è nativo di Nashville e alumn di Vanderbilt per la quale ha giocato come fullback dal 2002 al 2004. Sotto di lui la difesa degli Irish è diventata una delle migliori della nazione ed è considerato uno degli assistenti più influenti da almeno un paio di anni. La cavalcata di Notre Dame potrebbe, però, rappresentare un ostacolo alla sua candidatura in quanto Lea sarà presumibilmente impegnato nella corsa al titolo fino ai primi di gennaio e  Vanderbilt vorrà scegliere il nuovo allenatore nel giro dei prossimi 10/15 giorni.

Will Healy (HC – Charlotte) – Vandy potrebbe rivolgersi ad un altro tennessean. Nativo di Chattanooga (città famosa in Italia per lo spot pubblicitario di Dan Peterson per una nota marca di bevande a base di teina), Healy porterebbe in dote tanta energia e un curriculum con due rebuild di tutto rispetto: Austin Peay (a meno di un’ora di distanza da Nashville) e Charlotte. Il lavoro che sta facendo con i 49ers in particolare è tra le migliori storie del “sottobosco” collegiale, sia per il record (9-9 in due stagioni) che per il recruiting.

Jamey Chadwell (HC – Coastal Carolina) – Chadwell sta facendo un lavoro stellare con Coastal Carolina dimostrando di essere un vero e proprio program builder. Il background offensivo lo aiuta ad essere un nome intrigante per questa posizione che gli garantirebbe un salto economico non indifferente (il contratto di Mason con Vanderbilt è circa 10 volte quello che prende Chadwell a Coastal Carolina).

Charles Huff (Associate HC – Alabama) – Huff è già stato a Vandy nello staff di Franklin durante il miglior periodo della storia recente dei Commodores ed è plausibile che conosca molto bene quali tasti toccare per far tornare le cose a quei livelli. L’esperienza al fianco di Saban non può che aver migliorato la sua conoscenza relativa ai programmi sportivi di successo, inoltre è considerato uno degli ace recruiter nello staff dei Tide.

Rhett Lashlee (OC – Miami) – quello di Lashlee è un nome che va molto di moda in questo momento tant’è che lo vediamo spuntare spesso come possibile candidato. Oltre a rivitalizzare l’attacco di Miami quest’anno, è stato OC di Sonny Dykes ad SMU (uno dei migliori attacchi della stagione 2019) e in precedenza sotto Malzahn, suo vero mentore dai tempi della high school, ad Auburn. Essendo nato in Arkansas è possibile che prima o poi voglia ritornare ad allenare nella SEC, sarà Vandy l’occasione giusta?

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La Triple Option nella SEC?

Viste le difficoltà a raggiungere le altre squadre della SEC perché non affidarsi a qualcuno che lo faccia in modo “strano”? Perché non costringere ogni singolo allenatore avversario a preparare la partita contro di te anziché non vedere l’ora di affrontarti per poter gonfiare il petto? E’ chiaro che la triple option e i suoi simili, non sono il piatto per tutti e probabilmente una scelta in questo senso non avrebbe i favori del pubblico (per usare un eufemismo). Quello che ha, secondo me, è una certa logica in quanto permetterebbe ai Commodores di sopperire alla loro mancanza di talento e di portarsi a casa un paio di upset a stagione. I possibili nomi sarebbero: Ken Niumatalolo (HC- Navy), Jeff Monken (HC – Army) e Willie Fritz (HC – Tulane).

Gli “avanzi” della NFL

Due esempi recenti: Lovie Smith a Illinois nel 2016 e Herm Edwards a Arizona State un paio di stagioni fa. Se per Smith l’esperienza con i Fightin’ Illini è stata abbastanza mediocre finora, non si può dire lo stesso per Edwards: il suo approccio strutturale molto simile a quello delle personnel department in NFL ha dato ottimi risultati a Tempe ed i Sun Devils sembrano avere un futuro decente grazie alla scelta di un allenatore che all’epoca fece storcere la bocca a molti (“troppo vecchio”, “non allena al college dal 1989” ecc ecc). Una scelta di questo tipo oltre garantire, probabilmente, un’esposizione mediatica maggiore, significherebbe avere un allenatore che ha Vanderbilt come destinazione finale e non come steppin’ stone verso università sportivamente messe meglio: non ci sarebbe dunque la paura di perdere un allenatore perché ha fatto i miracoli (come avvenuto con Franklin alla fine della stagione 2013). Certo il ceiling sarebbe probabilmente più basso, ma le aspettative a Nashville sono quelle che sono come evidenziato qualche paragrafo più in alto. I candidati? Difficile dirlo ora, ma ad esempio Jeff Fisher, pur essendo californiano e privo di esperienze da allenatore al college, ha allenato per 15 anni i Tennessee Titans che hanno sede proprio a Nashville.

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Guido Semplici

College Football - Co-Host di Scusate il CFB, mi trovate anche su Podcast Verso il Draft e su Twitter.

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