Aria di playoff (Los Angeles Rams vs Arizona Cardinals 38-28)

Con la vittoria per 38-28 in Arizona contro i Cardinals e la contemporanea sconfitta casalinga dei Seahawks contro i Giants, i Los Angeles Rams si riprendono la vetta della NFC West e vedono i playoff ormai un po’ più vicini.

C’era molta attesa per questo scontro divisionale, perché i Cardinals di quest’anno sembravano finalmente essere in grado di impensierire i Rams, storicamente bestia nera di Arizona, ma la partita di domenica ha confermato che, almeno per il momento, la strada da percorrere per gli Arizona Cardinals è ancora discretamente lunga, per arrivare a competere con i Rams.

Pronti, via, i Cardinals capiscono immediatamente che sarà una lunga giornata. Al terzo down Leonard Floyd piazza un sack su Kyler Murray, ma una mano birichina finisce sulla parte laterale della face mask, regalando così ai Cardinals un primo tentativo e l’illusione di una partita favorevole. Infatti, sue azioni dopo Murray pesca un liberissimo Arnold che segna un facilissimo touchdown da 59 yard sfruttando un errore di copertura della secondaria losangelina. Sarà, questo, l’unico lancio completo di Murray per tutto il primo tempo, e l’unico momento in cui i Cardinals potranno pensare di avere qualche possibilità di vittoria.

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Ripresisi dal gancio sinistro, i Rams prendono in mano le redini della partita, ma faticano a condurla per tutto il primo quarto, come fossero intimoriti da qualcosa che li frena in attacco. McVay cerca di scuotere la squadra immediatamente, giocandosi un quarto e sei sulle 38 offensive, ma Goff e compagni restano legnosi ed impacciati.

Bisogna aspettare il secondo quarto per vedere finalmente l’attacco dei Rams andare su di giri ed impattare il punteggio con una corsa di Cam Akers da 9 yard. Non riesce il bis nel successivo drive offensivo, quando quattro portate consecutive del rookie con il numero 23 vengono fermate sulla 1 yard dalla difesa di Arizona.

I Rams, comunque, trovano ancora il tempo di piazzare un altro touchdown prima della fine del primo tempo con Goff che trova Higbee in end zone a 56 secondi dall’intervallo. Ed i Cardinals? Non pervenuti. Una serie impressionante di three and out ed un piccolo sforzo finale che termina, però, con un field goal sbagliato da Gonzalez dalle 48 yard. Le statistiche del primo tempo sono impietose: Total offense 223 a 82 per i Rams, Murray 3/12 per 73 yard, con due completi arrivati solo a pochi secondi dalla fine del tempo, e soprattutto tempo di possesso 22:42 contro 7:18 on favore di Los Angeles. Con questi numeri, e quello che si è visto in campo, il 14-7 sta addirittura stretto agli ospiti.

Nel secondo tempo i Rams conducono sempre le danze, accelerando subito con un field goal di Gay da 39 yard, ma i Cardinals rispondono con un touchdown pass di Murray per Hopkins, fino a quel momento assolutamente annullato da Ramsey ed il resto della secondaria in maglia bianca.

Senza perdersi d’animo, i Rams ristabiliscono i dieci punti di distacco grazie ad una sneak di Goff, e poi la difesa blocca il drive successivo di Arizona, dando l’impressione di mettere il chiodo sulla bara dei cardinals. Ci pensa però Nsimba Webster a mancare il chiodo con il martello allorquando, su ritorno di punt, commette un costosissimo fumble che restituisce la palla ad Arizona sulle 15 offensive. Due azioni e Kenyan Drake varca la goal line riportando i Cardinals a tre punti di distacco.

La risposta dei Rams è immediata. Dopo aver sbattuto contro un muro per tutta la partita, Darrell Henderson trova il varco giusto e va a segnare con una corsa da 38 yard, e sul drive successivo Greg Gaines recupera un fumble causato da James Hollins. Matt Gay, però, spreca l’occasione colpendo il palo con un calcio dalle 37. Ennesima possibilità per i Cardinals di rientrare in partita? Beh, ci pensa Troy Hill, che legge alla perfezione il lancio esterno di Murray, lo intercetta e lo riporta in touchdown per il pick six che mette definitivamente in ghiaccio l’incontro.

C’è ancora il tempo per il terzo tochdown pass di giornata per Kyler Murray, che pesca nuovamente Arnold in end zone, ma ormai è tardi. I Rams recuperano l’onside kick, consumano il tempo rimasto e si portano a casa una vittoria fondamentale per la graduatoria divisionale.

LOS ANGELES RAMS

Difesa asfissiante – Nei primi tre quarti l’attacco di Arizona non ha trovato alcuno sbocco, se si esclude il touchdown di Arnold arrivato per un chiaro errore di copertura da parte della secondaria dei Rams che si è ritrovata a triplicare Hopkins per lasciare incustodito il tight end. L’inizio con una linea a due ha un po’ mandato in tilt l’assetto offensivo di Arizona, ma anche quando si è passati ad una più tradizionale linea a tre, l’offensive line dei Cardinals ha fatto molta fatica a contenere la rush interna e le incursioni esterne, con Murray costantemente costretto a muovere i suoi velocissimi piedi ed a lanciare in corsa da posizione svantaggiata. Il gioco di corsa non è andato molto meglio, soffocato sia all’interno da una linea difensiva attenta, che all’esterno da un contain disciplinato ed attento. Considerate le premesse stagionali e le assenze nei ruoli nevralgici di linebacker, Brandon Staley sta facendo un lavoro davvero mostruoso.

Finalmente McVay prende coraggio – Il playcall è sempre piuttosto conservativo, e la direttiva di prediligere il gioco corto è seguita fin troppo alla lettera da Jared Goff, ma finalmente abbiamo rivisto il McVay spavaldo che si gioca i quarti down. Se quello sulla una yard era scontato, il quarto e sei a metà campo lo era molto meno e, sebbene non sia andato a buon fine, è servito per dare spirito alla squadra, facendogli capire che la partita l’avrebbero dovuta indirizzare i Rams e non subirla. Tutto sommato, missione compiuta.

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Goff si riprende la scena – Un primo quarto giocato un po’ con il braccino, per la paura di sbagliare, ma dal secondo quarto in poi Goff si è sciolto ed ha giocato come sa. McVay lo ha nuovamente protetto con giocate corte, ad alta probabilità di riuscita, ma Jared si è preso la sua bella fetta di responsabilità, si è mosso bene nella tasca, è stato forse leggermente frettoloso in alcune scelte a, a conti fatti, ha portato a casa una partita senza grossi patemi e, viste le ultime uscite, è già un gran be risultato.

Sempre dubbiosi sull’affare Ramsey? – Non manca settimana in cui non si leggano opinioni negative sulla trade che ha portato Ramsey a Los Angeles, soprattutto per il costo dell’operazione e per il fatto che i Rams non sceglieranno al primo giro nemmeno l’anno prossimo. Beh, ieri è stata la volta di un altro fenomeno (perché Hopkins è a tutti gli effetti uno dei migliori ricevitori della lega) completamente tenuto a bada da Jalen Ramsey, che si è occupato di lui per 34 dei 40 snap in cui Hopkins era in campo. Il ricevitore dei Cardinals ha finito con 8 ricezioni per 52 yard, peraltro quasi tutte in garbage time, un totale ampiamente sopportabile. Se le prime scelte date in cambio di Ramsey saranno molto basse, una gran parte del merito va proprio al cornerback ed alle sue prestazioni, quindi sì, la trade per Ramsey (ed il suo contratto) sono ampiamente valsi la pena.

ARIZONA CARDINALS

Murray spuntato – con Hopkins fuori dai giochi, le armi a disposizione di Murray erano poche e spuntate, prova ne sia che in tutto il primo tempo sia riuscito a completare solo tre passaggi. La solida difesa dei Rams ha anche ben contenuto i suoi tentativi di corsa, per cui l’attacco dei Cardinals è immediatamente scomparso dal campo, a causa dell’impossibilità di Murray di costruire qualcosa di positivo. Il trend è il medesimo dello scorso anno, con i Rams, contro cui Murray non riesce a trovare soluzioni positive per muovere la palla. Tra qualche settimana ci sarà la rivincita, ed in questo poco tempo tocca a lui (ed a Klingsbury) cercare di trovare il bandolo della matassa per evitare di nuovo una prestazione negativa come quella di questa domenica.

Dietro il Budda niente – Come era ampiamente prevedibile, Budda Baker è stato una spina nel fianco dell’attacco dei Rams ma, non potendo fare tutto da solo, ovviamente non è stato abbastanza. Soprattutto, la difesa di Arizona non è praticamente mai riuscita a sfruttare il vantaggio che le incursioni di Baker nel backfield offensivo dei Rams gli procuravano, lasciando a Goff il tempo necessario a trovare un ricevitore libero o lasciando spalancati i varchi per i running back avversari. Fortuna ha voluto che i tre running backs dei Rams abbiano sfruttato al meglio solo una delle mille occasioni che il malposizionamento della difesa di Arizona gli ha lasciato.

Klingsbury incomprensibile – Il playcalling dell’head coach di Arizona è stato sicuramente rivedibile. Tanti, troppi passaggi dalla tasca, dove Murray ha il problema di essere troppo basso per poter vedere bene a fondo campo e dove le mani alzate dei difensori avversari hanno deflettato due passaggi. Pochissimi i giochi in rollput o scramble chiamati, per cercare di sfruttare almeno un po’ le doti di corsa del proprio quarterback. Per la rivincita di fine stagione sarà utile cercare di inventarsi qualcosa di meglio, per non fare la stessa fine di domenica (e delle due partite dello scorso anno).

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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