Vittoria preziosa in vecchio stile (Houston Texans vs Cleveland Browns 7-10)

Browns-Texans finisce 10-7 per i padroni di casa. Baker Mayfield (12/20, 132 yard, 0 TD, 0 Int, 1 sack) affida il suo gioco alle corse di Chubb e Hunt. Il backfield di Cleveland lavora come un trattore sul terreno del FirstEnergy Stadium. Corrono i Browns, corrono i minuti.

Punteggio corto, difese testarde, una sfida che si addice perfettamente al football degli anni ’70 quella tra Browns e Texans. Fisica e dipinta da quel grounding and pounding grezzo che ormai non va più di moda.

Nick Chubb ritorna in campo a un mese e mezzo di distanza dalla vittoria sul campo di Dallas; è in forma e usa tutta la sua forza sfondando verticalmente. Bella anche la sua lettura sulla difesa in occasione della meta, movimento pulito e puro. Alla fine, per lui, 126 yard e 1 touchdown. Kareem Hunt gli fa eco, taglia la difesa dei Texans lateralmente, anche con qualche ricezione, ma quando è necessario usa i muscoli spingendo avanti e rompe i tackle. Scompare poi riappare, il suo gioco diventa sempre più funzionale a quello dei Browns.

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Dalla parte opposta, quella di Houston, c’è lo sforzo di una difesa resistente guidata sì dal colosso JJ Watt, ma ancorata saldamente sulle spalle di Zach Cunningham (spesso il migliore in campo quest’anno per i Texans) da 14 tackle. Sacrificio e dedizione del reparto difensivo Texano, una prova vanificata dall’inefficienza di un attacco che non trova risposte.

Oblio offensivo per Watson, il quale non ha mani sicure a cui affidare i propri lanci. Un sentimento di tristezza, per lui, nel vedere la ricezione imponente di DeAndre Hopkins che vince ad Arizona. Molto probabilmente, quella catch fa più male al buon Watson che non ai Buffalo Bills.

Nonostante la fatica per muovere il gioco, Watson risponde sotto pressione usando tutta la sua accuratezza nel lanciare e pesca Randall Cobb per 29 yard che rinvigoriscono i texani. Il QB ritrova Cobb per avanzare nuovamente e il drive si conclude col touchdown del -3 su ricezione di Pharaoh Brown.

Nick Chubb replica con una corsa potente da 59 yard che brucia la difesa del leggendario Romeo Crennel. Il running back, però, non segna scegliendo di uscire dal campo ad una yard dalla end-zone: decisione matura, da professionista che conosce il gioco e usa tutta la sua lucidità per rendersi conto che in quel contesto sarebbe stato meglio far correre il minuto a disposizione (i Texans non avevano più timeout) e vincere anziché segnare per la gloria personale. Avrebbero vinto lo stesso, i Browns, con due possessi di vantaggio. Ma a volte la natura della NFL può toccare la follia e tutto si può ribaltare in meno di un minuto. Meglio giocare conservativo qui.

Non certo una partita esaltante, le avversarie in campo non hanno appeal da prima pagina ed il gioco espresso sul campo lascia un pò a desiderare, in entrambi i casi. Curiosa l’involuzione offensiva di Cleveland, squadra che poteva contare su un attacco da 35-40 punti di media a partita e che nelle ultime due uscite ha sommato solo 16 punti in 120 minuti di football.

Manca OBJ, manca talento nel reparto dei wideout. Manca anche un pò di costanza da parte di Higgins e Landry. I Browns però la spuntano e si tengono stretto un risultato utile che vale tanto quanto gli altri nonostante la morbidezza dei Texans. La squadra di Kevin Stefanski sembra adattarsi molto all’avversario, la concentrazione di attacco e difesa produce risultati ampiamente alternanti: tradotto meglio, se l’attacco gira la difesa concede punti, se l’attacco è inchiodato la difesa si erge tirando fuori il petto. Più frequente la prima dinamica per ora.

Il team di Cleveland deve trovare un modo di amalgamare meglio le proprie formazioni perchè al momento, i reparti, non lavorano all’unisono. I Browns avranno tutto il tempo per sistemarsi e migliorare laddove necessario, il calendario riserva due sfide contro Philadelphia Eagles e Jacksonville Jaguars prima di chiudere il mese di novembre. Proiezione 8-3 limpida, salvo colpi di scena alla Browns. Due partite, quelle che attendono Mayfield, per poter rodare meglio i cambiamenti e testare (con meno oppressione) il potenziale di questo attacco mutato nelle settimane trascorse fino ad oggi.

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Alex Cavatton

@AlexCavatton sport addicted dal 1986. Amministratore di Chicago Bears Italia. Penna di Huddle Magazine dal 2018. Fondatore di 108 baseball su Cutting Edge Radio. Autore dei progetti editoriali: Chicago Sunday, Winners Out, RaptorsMania, Siamo di Sesto San Giovanni, Prima dello snap. Disponibili su Amazon

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