Trevor Lawrence, the next big thing

“Trevor Lawrence è un robot inviato sulla Terra per giocare nel ruolo di quarterback”

Con queste parole, Mike Renner, uno degli analisti più affidabili in materia di Draft NFL, si è espresso per descrivere quanto sia unico il profilo di Trevor Lawrence, quarterback classe 1999 dei Clemson Tigers. Nonostante a molti questa considerazione possa sembrare troppo generosa per un giocatore che non ha ancora fatto il suo esordio tra i professionisti, il paragone fatto da Renner illustra in modo eccellente la figura di Trevor Lawrence.

Il 21enne rappresenta in questo momento l’oggetto del desiderio di tutte le franchigie che stanno attraversando una stagione fallimentare, perchè negli ultimi dieci anni, nessun giocatore si è approcciato alla NFL con l’aura quasi divina che possiede attualmente il quarterback di Clemson. L’hype che aleggia attorno al nome di Trevor Lawrence è facilmente paragonabile a quello che circondava Zion Williamson, giocatore per il quale numerose organizzazioni NBA diedero vita ad un dichiarato tanking al fine di aggiudicarselo.

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La vittoria nel DNA

Nello stato della Georgia, nel quale Lawrence e la sua famiglia si trasferirono dal Tennessee, l’attuale stella dei Tigers è una leggenda vivente. Con 52 vittorie collezionate in 54 partite e due titoli statali, Trevor Lawrence dominò nel corso dei suoi quattro anni alla Cartersville High School, ricevendo lo scettro di miglior quarterback liceale degli interi Stati Uniti. Le sue prestazioni gli valsero le attenzioni di tutti i migliori college d’America, che fecero partire una vera e propria competizione per attirare il talento nato a Knoxville. Negli Stati Uniti, i migliori giocatori liceali ricevono avances molto importanti da parte degli atenei, i quali si giocano ogni carta a loro disposizione per convincere i giovani prospetti, da visite private alle università a colloqui con allenatori ed ex giocatori delle rispettive squadre di football. Nel caso di Trevor Lawrence, il processo di recruitment da parte dei college superò decisamente le aspettative. Come ammesso di recente dalla madre del quarterback, a suo figlio venivano recapitate oltre 150 lettere al giorno da parte degli atenei, un numero talmente elevato da riempire l’intero garage di famiglia.

Il potente e preciso braccio di Trevor Lawrence, sommato al suo fisico prestante e statuario (un metro e novanta per oltre ottanta chili già a 17 anni) lasciò di stucco allenatori e scout delle squadre di college, in una competizione che si concluse con la vittoria dei Clemson Tigers. Il quarterback decise infatti di approdare alla corte del coach Dabo Swinney in Carolina del Sud, un programma di football già ben rodato e reduce da una finale nazionale grazie alle prestazioni di Deshaun Watson, attualmente in forza agli Houston Texans. Clemson fu il primo college ad approcciarsi a Lawrence con insistenza ed il giocatore ricambiò l’interesse, causando un enorme delusione ai suoi concittadini, sicuri di vederlo giocare per i Georgia Bulldogs, nel suo stato natale.

Nel sistema del college football, tranne in alcuni casi eccezionali, gli allenatori non sono propensi a far scendere in campo i quarterback nel corso del loro primo anno, applicandogli la cosiddetta redshirt, che gli permette soltanto di allenarsi, senza poter disputare partite ufficiali. Ciò avviene per lasciare tempo ai giocatori di adattarsi al difficile salto dal liceo al college, senza rischiare di “bruciare” il loro talento accorciando i tempi. Per Trevor Lawrence però il copione fu diverso.

The Perfect Freshman

Nel suo primo anno a Clemson, Trevor Lawrence non solo scese in campo, ma si guadagnò anche il posto da titolare dopo sole tre partite, viste le scarse prestazioni del suo pari ruolo Kelly Bryant. Ottenere un posto da titolare nella stagione d’esordio senza mai sostare in panchina è un avvenimento piuttosto insolito per il mondo del college football, ma lo è ancor di più per un programma che verge all’eccellenza come quello di Clemson.

I riconoscimenti nel suo anno da freshman si spinsero però ben oltre il già difficile status di quarterback titolare, perché il giocatore della Georgia condusse la sua squadra ai playoff con un sorprendente bilancio di tredici vittorie e zero sconfitte, che valsero ai Clemson Tigers la semifinale nazionale contro il college di Notre Dame. Dopo una prestazione divina che valse a Lawrence il premio di MVP della partita, il quarterback guidò Clemson alla vittoria del titolo nazionale contro una corazzata del calibro di Alabama. Al suo primo anno, Lawrence fu il simbolo della stagione da 15-0 dei Tigers, diventando il secondo quarterback nella centennale storia del college football a vincere il titolo nel suo anno da freshman (Jamelle Holieway fu il primo a riuscirci nel 1985 con Oklahoma, ma in circostanze totalmente diverse).

National Championship trevor lawrence

La sublime prova disputata da Trevor Lawrence portò addirittura Nick Saban, leggendario coach di Alabama, ad aprirsi ai media, ammettendo: “Trevor Lawrence possiede un talento speciale, è letteralmente uno dei migliori quarterback che abbia mai visto giocare”.

La sua maturità e la capacità di eccellere sotto pressione, virtù insolite per un giocatore di 19 anni, sono due delle caratteristiche che rendono Lawrence un talento raro. L’estrema calma con cui gestisce le manovre offensive e l’abilità di realizzare ogni tipo di lancio richiesto ad un quarterback professionista sono materiali con i quali ogni allenatore desidera lavorare.

L’inaspettata vittoria del titolo nazionale, spostò immediatamente i riflettori sulla figura di Trevor Lawrence, che dopo il suo anno da freshman divenne il giocatore collegiale più popolare degli Stati Uniti, in uno stretto testa a testa con Zion Williamson, che nel frattempo faceva riempire le tribune del Cameron Indoor Stadium con spettatori del calibro di Drake e Barack Obama. Ma se da una parte l’ala grande di Duke sembrava attratta dalle attenzioni, dall’altra il più riservato e profondamente cattolico Lawrence preferiva lasciar da parte le potenziali distrazioni portate dai media.

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Talento generazionale

Nella passata stagione, soltanto la migliore squadra di college football di tutti i tempi è riuscita ad arginare Trevor Lawrence ed i Clemson Tigers, in una finale nazionale disputata contro una storica versione di LSU guidata da Joe Burrow. LSU ha interrotto la striscia di 29 vittorie consecutive di Clemson, regalando a Trevor Lawrence la sua terza sconfitta in carriera su circa 90 partite disputate.

In questo touchdown su corsa realizzato contro Ohio State, saltano all’occhio la velocità e l’atletismo del quarterback di Clemson. Nonostante un fisico da 1.98m per oltre 100 kg, è notevole il modo in cui Lawrence riesce a mettere in ginocchio i difensori dei Buckeyes prima di involarsi nella end zone.

Nel corso della offseason, con il Draft 2021 ad un solo anno di distanza, i profili compilati dagli esperti in materia di Draft hanno cominciato a riportare lo stessa frase, quasi all’unanimità: “Trevor Lawrence è il miglior prospetto nel ruolo di quarterback che il college football abbia mai visto, al pari di John Elway, Peyton Manning ed Andrew Luck”.

Se nel passaggio dal college al professionismo anche i talenti più cristallini posseggono difetti ed incognite che potrebbero far nascere dubbi al momento della selezione, il gruppo elitario appena elencato è invece composto da prospetti generazionali, selezionati tutti indiscutibilmente con la prima scelta assoluta ai loro rispettivi Draft. Le previsioni sui primi tre membri di questo gruppo sono state impeccabili: John Elway approdò ai Denver Broncos dopo esser stato selezionato dagli Indianapolis Colts nel 1983, squadra dalla quale richiese una trade dopo esser stato selezionato poiché considerava la piazza di Indianapolis troppo piccola per un nome della sua portata. Ai Broncos, Elway conquistò due Super Bowl, un premio di MVP ed un posto nella Hall of Fame di Canton, concludendo la carriera come uno dei migliori quarterback di tutti i tempi. Molto simile è stato anche il percorso di Peyton Manning, cinque volte MVP, due volte vincitore del Super Bowl e capace di riscrivere totalmente la storia di Indianapolis, trasformando la franchigia sia dal punto di vista del marketing che dei risultati. L’eccellenza raggiunta da Manning spinse addirittura i Colts a costruire un nuovo stadio che permettesse all’innumerevole quantità di tifosi desiderosi di poter essere testimoni delle imprese di “The Sheriff” di avere a disposizione un impianto ampliato e rinnovato. L’ultimo di questi, Andrew Luck, è il giocatore che ha avuto meno fortuna, con i Colts che anno dopo anno hanno fallito nel circondare il quarterback con un organico degno di poter competere per un Super Bowl. Ma nonostante il mancato raggiungimento di un titolo, nelle sue sette stagioni in NFL l’ex giocatore di Stanford si è dimostrato uno dei migliori interpreti della NFL nel suo ruolo.

Trevor Lawrence sarà il prossimo ad addentrarsi nel mondo della NFL con le aspettative alle stelle, nel tentativo di rivoluzionare una franchigia esattamente come successo con i tre giocatori citati precedentemente. La meticolosità e l’etica del lavoro del quarterback di Clemson sono caratteri di ricerca fondamentali per le franchigie intente ad investire la loro prima scelta in un quarterback, giocatore dalla cui mente passa l’intera esecuzione dell’azione offensiva. A dimostrazione di questo tratto, nella recente vittoria di Clemson su Georgia Tech con il punteggio di 73-3, mentre i giornalisti attendevano qualche commento enfatico da parte di Lawrence dopo la schiacciante vittoria, il quarterback, con il suo classico stile, si è limitato a dire: “Ho sbagliato qualche lancio, avremmo potuto segnare almeno altri due touchdown, è necessario che mi metta al lavoro per evitare che questo accada in futuro” . Ed è proprio da episodi di questo genere che ci si può render conto della grandezza di Trevor Lawrence.

Anche in questa stagione 2020 Clemson si trova attualmente tra le favorite per il titolo e nonostante la positività al COVID-19 di Lawrence, che lo ha tenuto lontano dal campo per due partite, in NFL al corsa al giovane quarterback si è infiammata.

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Corsa all’oro

Analogamente a quanto accaduto in California a metà del diciannovesimo secolo, quando James Marshall trovò dell’oro nel canale adiacente alla sua segheria a Coloma, dando vita ad una frenetica corsa che attirò oltre trecentomila persone da tutti gli Stati Uniti, in NFL la corsa per accaparrarsi la lunga chioma dorata di Trevor Lawrence è più frenetica che mai.

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Il “ball placement” è uno dei caratteri più impressionanti di Trevor Lawrence. In questo caso il quarterback colloca alla perfezione un lancio da 50 yard tra le mani di Justyn Ross, marcato stretto da un cornerback di North Carolina State.

Gli indiziati numero uno per aggiudicarsi la prima scelta assoluta sono i New York Jets. La franchigia più disfunzionale della NFL, coordinata da un coaching staff che verrà molto probabilmente rimpiazzato a fine stagione, avrebbe l’occasione di ottenere un solido pilastro attorno al quale costruire un contesto vincente. I Jets non raggiungono il Super Bowl dal 1969 e nel corso degli anni si sono contraddistinti per la loro costante mediocrità. Aggiungere al proprio roster Trevor Lawrence, permetterebbe alla franchigia di New York di cambiare l’immagine dell’organizzazione, in un contesto che risulterebbe favorevole anche per la stessa NFL, che si ritroverebbe un prodotto mediatico eccellente in una piazza magnetica come quella della “Grande Mela”. Nelle ultime settimane molti analyst si sono espressi dicendo che se i New York Jets dovessero ottenere la prima scelta assoluta, allora Trevor Lawrence dovrebbe decidere di restare a Clemson per il suo ultimo anno di college, rinviando l’entrata nel professionismo al Draft del 2022. Oppure che lo stesso quarterback dovrebbe imporre la volontà di non voler far parte dell’organizzazione, richiedendo immediatamente una trade analoga a quella di John Elway, descritta in precedenza, o di Eli Manning, che nel 2004 si fece scambiare subito dai San Diego Chargers ai New York Giants. Ciò per paura che gli inetti Jets possano compromettere anche il roseo futuro del giocatore di punta del prossimo Draft.

Trevor Lawrence però non ha mai dato continuità a queste voci, confermando la sua maturità e ammettendo che la sua volontà è quella di rendersi eleggibile al prossimo Draft, visto che conseguirà la sua laurea a Clemson nel mese di Dicembre, anche se stando alle sue parole: “Nella vita può sempre succedere di tutto”.

Oltre ai Jets, le altre destinazioni papabili sarebbero i Jacksonville Jaguars o i New York Giants, ma con i New York Jets che affondano nelle sabbie mobili a quota zero vittorie ed otto sconfitte, e con il calendario più difficile dell’intera NFL, la possibile destinazione di Lawrence sembra già ben evidente.

Anche la NFL, oltre alla franchigia che si assicurerà la prima scelta assoluta, sfrutterà il profilo di Lawrence per costruire il proprio futuro. L’intonsa immagine del quarterback di Clemson, alla quale non è mai stata accostata neanche la minima controversia, potrebbe trasformarlo velocemente in uno dei volti di spicco della lega dal punto di vista del marketing.

Nel frattempo, la sua mente è focalizzata sul concludere al meglio la propria leggendaria carriera collegiale. Clemson è in piena corsa per i playoff, ed al momento “Sunshine”, soprannome derivato dalla somiglianza con il personaggio del film “Remember the Titans”, resta uno dei favoriti nella corsa all’Heisman Trophy.

Quando il prossimo 29 Aprile il commissioner Roger Goodell chiamerà il nome di Trevor Lawrence sul palco di Cleveland con la prima scelta assoluta, una franchigia avrà la consapevolezza di aver appena stravolto il proprio futuro.

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