I Saints passano a Chicago (New Orleans Saints vs Chicago Bears 26-23)

Domenica di football che si lascia dietro parecchi feriti, quella di week 8. In particolar modo nella corsa ai playoffs NFC.

Dopo la convincente prova di settimana scorsa, i Los Angeles Rams crollano clamorosamente contro i Miani Dolphins di Tua. I Green Bay Packers, nel pomeriggio, si devono inchinare alle corse di Delvin Cook e dei Vikings in ripresa. Più tardi, la sconfitta dei Chicago Bears fa da eco alle altre della Conference, mentre tutto questo giova enormemente a Saints e Seahawks.

Proprio i Saints di Brees si presentano al Soldier Field, forti di quattro vittorie in stagione, e con fatica riescono ad espugnare la casa dei Bears. Al team di Sean Payton servirà un overtime per centrare il risultato. Una sfida concitata che passa principalmente dai piedi dei kicker: Wilson Lutz 4/5 compreso il field goal della vittoria a meno di 2 minuti dalla fine del supplementare, e Cairo Santos 3/3, perfetto anche in occasione del calcio dalle 51 yard che forza l’overtime. Calcio che tra l’altro deve essere ripetuto per il classico timout avversario che cerca di creare apprensione nelle gambe del kicker.

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Vento a raffiche che soffiano forte, gli upright addirittura si muovono nel campo della Windy City. Per i quarterback delle due squadre diventa molto difficile lanciare il pallone, e anche poco sicuro. La strategia del gioco va affidata alle corse, meglio lanciare quando il vento concede tregua, serve pazienza. Corse appunto, dove i New Orleans Saints sono forti e preparati con un Alvin Kamara al quale, specie all’inizio, la difesa di Chuck Pagano fatica a prendere le misure. Per il running back dei Saints 12 portate con 67 rushing yard, alle quali aggiungere altre 96 yard su ricezione guadagnate nei 9 target. Drew Brees chiude dei passaggi corti per Kamara che lavora gli avversari in modo elusivo e sfuggente. Chicago risponde con David Montgomery, per lui 89 yard su corsa e 16 in ricezione. Montgomery però deve appoggiarsi ad una linea offensiva che spesso gli rema contro e nella sola occasione in cui si apre un varco, il running back dei Bears buca la difesa Saints con una corsa da 38 yard. La più lunga in stagione e alla fine di questa si gira sorridendo come per dire: “Vedete che se la linea mi concede spazio le faccio anch’io le Big Play!”

La linea offensiva, già. Il tallone d’Achille di una squadra solida, concreta, che alla fine della giornata perde ma lo fa lottando su ogni pallone fino al termine della gara. I Bears perdono sì, ma a differenza di Rams e Packers lo fanno combattendo e senza risparmiarsi. Purtroppo Chicago non riesce a superare l’ostacolo di una Offensive Line molle, debole, lenta e prevedibile. Manca il talento, manca la forza fisica, manca la volontà. Ai protettori di Nick Foles mancano tutte le caratteristiche per fare il loro lavoro. Inutile girarci intorno. La linea offensiva di Chicago è la peggiore del campionato e questo aspetto basilare del gioco costa ai Bears la terza sconfitta, la seconda nel giro di sei giorni.

Basti pensare che il povero Montgomery, sia il leader dei running back NFL per breaking tackle. Abbandonato alla sua sorte, il prodotto di Iowa State deve affrontare le difese avversarie praticamente da solo. Ogni maledetta domenica…

I Bears poi sono sempre più enigmatici, difficili da leggere. Impossibili da comprendere. Una serie di eventi si susseguono ad ogni partita, uno più pazzesco dell’altro: vantaggi accumulati e poi sprecati, rimonte al limite della sanità mentale, un pò come nella sfida contro New Orleans. Sfida nella quale si aggiunge pure la follia di Javon Wims che prende a pugni un avversario in campo facendosi espellere e costando 15 yard di penalità ad un Foles già pesantemente penalizzato da Coward, Leno Jr. e dal resto dei polpettoni ambulanti che militano nella linea d’attacco.

Foles sbaglia, certo. Con mezzo secondo per lanciare cosa potrebbe fare di diverso? Eppure trova il modo di aggiustarsi e dopo aver fatto segnare un Allen Robinson II da cineteca in apertura, riporta in vita gli orsi con il passaggio buono per Darnell Mooney. Poi Cairo Santos salva la sfida e si va al supplementare.

Il primo possesso va a Brees, ma la difesa regge, rimettendo la palla in mano a Foles. Ancora una volta. Difesa che soffre ma che non si piega davanti a nessuno. Roquan Smith è monumentale, Hicks si è dato una registrata rispetto alla sifda di Los Angeles, Mack… è sempre Mack (5 tackle, 1 sack e 1 fumble forzato). Bene anche Trevathan che si riscatta dopo le ultime prove in ombra. La secondaria svariona letteralmente sul touchdown di Jared Cook, ma ci può stare. Vedere questi ragazzi che tengono in partita ad ogni costo la loro squadra è un piacere, tanto quanto una frustrazione. Perchè con una difesa così, in attacco basterebbe davvero poco di più per vincere serenamente.

Attacco che ha la possibilità di portare a casa la vittoria della domenica. Ma Foles cade, un’altra volta, sotto i colpi della sua linea che permette ai difensori Saints di saltargli addosso mangiando terreno vitale. A quel punto un paio di giocate di Tyson Hill (altro che riesca a far male ai Bears) e Kamara, mettono il team di Sean Payton in condizione di calciare comodo. E vincere.

Nagy è meno “Nagy” del solito. Ma le sue chiamate restano alquanto discutibili. Addirittura il coach, vedendo l’alternanza dei QB Saints, Brees e Hill, decide di mandare in campo Mitchell Trubisky per una corsa da 3 yard. Tanto provocatoria nei confronti della sideline avversaria, quanto inutile allo sviluppo del gioco e ai Bears.

I Bears si trovano ora sul 5-3, sprecando l’occasione d’oro di riprendersi la testa della divisione e non approfittando delle cadute delle dirette concorrenti. Male dunque, ma anche in questa sconfitta si è vista quella resilienza fisico-mentale che può fare la differenza. I tifosi hanno però smesso di credere in Matt Nagy, quantomeno la grande maggioranza di questi. Le prossime partite contro Titans e Vikings ci sapranno dire di più.

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alex cavatton firma area 54

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3 Commenti

  1. Ciao!
    Ottimo articolo, come sempre!
    Prima del weekend di gare avrei detto: impossible @Titans (ma i Bengals…) e possibile vsVikings (ma a GB…)
    Adesso non saprei proprio 😀
    Vi chiedo: c’è il rischio che il gioco di corsa di Titans e Vikings metta in difficoltà la difesa (che come giustamente scritto e detto più volte resta il punto fermo di questo squadra)?
    Con una o-line così, quali prospettive offensive nelle prossime due sfide prima del bye? Nel drive di chiusura dei tempi regolamentari ho apprezzato il gioco di passaggi. Può essere quella una via percorribile?

  2. Ciao Nik, grazie per il commento.
    Il weekend ha riservato delle belle sorprese in generale direi!
    Il gioco dei Titans e dei Vikings potrà mettere la difesa dei Bears in difficoltà eccome, anche perchè queste due squadre hanno dalla loro dei running back molto, molto forti. Pagano dovrà imbrigliare il loro running game fin da subito e il problema è che i Bears, ultimamente, con la difesa ci mettono un pò a prendere le misure. Fattore che però va a favore di Chicago, sia Henry che Cook giocano un “pounding and grounding” game, testa bassa e sfondamenti verticali, per Hicks e gli altri difensori più facili da difendere rispetto ai giochi elusivi di Alvin Kamara che scompare e riceve poco dopo.
    Valutando la nostra ultima sconfitta direi che la prospettiva contro i Titans è buona, forse migliore rispetto a quella coi Vikes che sono in ripresa. Però affrontiamo una sfida per volta.
    Chicago ha dei buonissimi ricevitori, io sono convinto che il gioco sulle corse e quello in ricezione debbano interconnettersi ed essere funzionali l’uno all’altro per non concedere troppi riferimenti alle difese. Il problema è che quella OLine penalizza entrambe le fasi d’attacco quindi ci appelliamo alla forza di Montgomery e all’istinto di Foles.
    Se ti va, seguici in diretta sulla nostra pagina facebook di Chicago Bears Italia che discutiamo di tutto settimanalmente. Oggi appuntamento alle 21:30!

    1. Grazie per l’esaustiva risposta!
      Vi seguo, vi seguo (se non live, on demand).
      Alla prossima, ciaoooooo

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