I peggiori team della storia: Tampa Bay Buccaneers 1986

Qualche tempo fa abbiamo trattato i migliori team di sempre indicendo un torneo per proclamarne, “virtualmente”, il migliore ma c’è ovviamente anche l’altro lato della medaglia, cioè i peggiori team di sempre nella storia della NFL.

Se quest’anno i Bucs hanno ragionevolmente ottime speranze di centrare nuovamente la post season e sognano probabilmente anche un giro alla finale, i Tampa Bay Buccaneers del 1986 non erano proprio dello stesso avviso.
Nella off-season del 1985 si era deciso di puntare sull’ex head coach degli Atlanta Falcons Leeman Bennett come nuovo coach della franchigia per migliorare la situazione in cui stava ristagnando la squadra ma in quell’anno il record fu un misero 2-14, il peggiore di sempre al pari di quello del 1983.

Con la pick numero 1 del draft 1986 i Buccaneers selezionarono il RB Bo Jackson da Auburn, a detta di tutti gli esperti il RB più forte dai tempi di OJ Simpson molti anni prima. La querelle che ne scaturì fece probabilmente da preludio allo svolgersi della stagione: il giocatore si arrabbiò con i Buccaneers perché facendolo salire su un aereo per partecipare ad un allenamento gli fecero perdere l’idoneità sportiva per giocare a baseball. Jackson non firmò mai il contratto con Tampa Bay rendendo di fatto sprecata la pick 1 del draft in quanto il giocatore, non avendo firmato, ottenne la rinuncia da parte dei Bucs con questo che tornò disponibile per il draft dell’anno successivo dove fu scelto dai Raiders. Tampa Bay tra l’altro rifiuto offerte impressionanti tra cui quella di San Francisco che propose una pick al primo ed al secondo round più Ronnie Lott e Wendell Tyler.

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Passando al campo, Steve DeBerg era il QB titolare ma perse il suo posto dopo appena due partite dopo aver lanciato ben 7 intercetti. Dalla terza partita gli subentrò Steve Young, proprio il futuro hall of famer, che tuttavia non riuscì a far girare a dovere la squadra. I due, combinati, riuscirono ad ottenere un tasso di intercetti pari al 12,5%, record per una sola stagione dalla fusione AFL-NFL.
Il team non partiva con obiettivi troppo alti, bastava migliorare il record dell’anno precedente. Inizialmente la squadra sembra idonea a raggiungere tale obiettivo poiché nonostante una partenza di 2-7, due di queste sconfitte erano arrivate all’overtime e tre con una differenza punti inferiore a 14. Tuttavia la squadra cominciò a prendere una pessima piega con le esternazioni del NT Dave Logan, a cui fecero eco Steve Young e quasi tutti i giocatori, Tyrone Keys su tutti, provenienti da squadre solitamente vittoriose, in cui asseriva come a Tampa Bay fossero talmente abituati a perdere che ormai non faceva più alcuna differenza.

Steve Young Buccaneers 1986

A queste dichiarazioni fecero seguito, dopo una imbarazzante sconfitta contro i Saints, i tagli dei WR Jimmie Giles e Kevin House, i due top-receiver della squadra, insieme al FB Ron Springs sostituiti poi, a detta di molti, da giocatori nemmeno minimamente accostabili a quelli precedenti. Emblematica fu la dichiarazione di un executive di un altro team che disse a riguardo del sostituto di Giles “Calvin Magee corre le 40 yards in 5.2 e non sarebbe nemmeno invitato al nostro campo di allenamento”.
Da quel momento in poi la stagione prese una piega vertiginosa verso il basso con sconfitte che si assestavano tutte con distacchi di 20 o più ogni partita. Il record finale si consolidò nuovamente sul 2-14 con le uniche vittorie, risicatissime, che arrivarono a Detroit ed in casa contro Buffalo.

Finita qui? Magari perché al peggio non c’è mai fine. Dopo un anno dalla controversa scelta di Bo Jackson, i Buccaneers si ritrovano nuovamente con la pick numero 1 in mano. Da Miami è in un’uscita un QB di cui si parla un gran bene, Vinny Testaverde e, visti i problemi nella stagione appena passata nel ruolo, si decide di puntare su di questo. Risultato: il giocatore risulterà essere il più intercettato della lega in quattro dei cinque anni in cui resterà a Tampa Bay per poi iniziare un pellegrinaggio in tutta la NFL per vent’anni, Steve Young fu invece ceduto ai 49ers in cui si rivelò essere quel fenomeno per cui ora è nella hall of fame della NFL.

Per lo meno il record l’anno successivo fu 4-11…

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Eugenio Casadei

Appassionato di calcio (Bologna) e trekking, segue il football assiduamente dal momento in cui vide giocare Peyton Manning con la maglia orange di Denver, divenire tifoso Broncos una naturale conseguenza. Scrive la rubrica settimanale "Indiscrezioni di mercato NFL" in offseason e la "Top Ten" in regular season con grande divertimento e passione.

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