Il giorno in cui Harvard battè Yale

23 Novembre 1968, sono passati 52 anni da quella partita giocata in Massachussetts tra i Bulldogs di Yale ed i Crimson di Harvard.

La rivalità tra le due università è cosa nota, prende origine da molto più indietro nel tempo rispetto a questa data, tanto che questo incontro è uno dei più “ripetuti” a livello di football collegiale meritandosi l’appellativo di “The Game” ma quel giorno ad affrontarsi, al di là della rivalità stessa, ci sono due team che all’ultima giornata di campionato arrivano entrambi da imbattuti, la prima volta in cui queste due università si sfidavano con questa condizione. In tutto questo, sullo sfondo, c’è in palio il titolo di campioni della Ivy League.

All’epoca la NFL che conosciamo oggi era appena nata; il secondo Super Bowl della storia era stato giocato pochi mesi prima. Nelle università americane fanno capolino molti disordini sociali, da cui ovviamente non sono esenti i giocatori, per le proteste per la guerra in Vietnam; il senatore democratico Robert Kennedy, fratello dell’ex presidente JFK, era stato assassinato durante la campagna elettorale che l’avrebbe portato probabilmente ad essere il nuovo leader degli USA, prima di lui, qualche mese prima a Memphis, la stessa sorte toccò a Martin Luther King. Quell’anno, inoltre, Yale annunciò l’ammissione delle donne nel college provocando molte contestazioni per tale decisione presa all’epoca.

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Studenti e tifosi tuttavia sentivano perfettamente la tradizione di questo match e nessun contesto sociale particolarmente acceso avrebbe potuto rovinare il momento che stava per crearsi. Nell’area di Boston il match è sentitissimo, Harvard non è abituata a certe situazioni mentre Yale è storicamente molto forte ai tempi; i New England Patriots, all’epoca Boston Patriots, esistevano già ma non erano minimamente vicini ad essere quella macchina da vittorie che sono oggi pertanto le partite dei Crimson erano uno spettacolo molto più importante di una partita NFL.

harvard yale 3

Il divario tecnico tra le due squadre era ampio e quando nel primo tempo Yale si ritrovò avanti 22-0 non c’era assolutamente nulla da sorprendersi. Coach Carmen Cozza poteva contare su Brian Dowling, QB che masticherà senza grande successo i campi NFL per molti anni in seguito, mentre coach Yovicsin di Harvard era privo del proprio QB titolare e dovette schierare il proprio backup Frank Champi, che la NFL non la vedrà nemmeno di striscio. Nella linea offensiva di Yale, curiosità, c’era un giovane Tommy Lee Jones vincitore di un oscar per “Il Fuggitivo” nel 1994 e conosciuto dai più per aver interpretato l’Agente K nella serie di film “Man in Black”

Nel quarto quarto il distacco nel punteggio era sceso a 16 punti per un punteggio di 29-13 ma questo non sembrava creare particolari grattacapi alla sideline dei Bulldogs dato che Yale continuava comunque a mantenere il pallino del gioco. Almeno fino a 3:34 dal termine quando un fumble sulle quattordici di Harvard ridiede di nuovo in mano l’ovale ai Crimson.

Da quel momento succede l’impensabile. Gli underdog, nonostante la momentanea imbattibilità stagionale, di Harvard guidati da Champi macinano terreno mangiandosi il cronometro e arrivano in touchdown connettendo con una conversione da 2 quando il tempo rimanente è di 42 secondi: 29-21…

La scelta successiva è obbligatoria: Onside Kick. Calcio che viene catturato dallo special team di Harvard regalando un ultimo, estremo, tentativo per i Crimson. Palla ancora a Champi che riprende a macinare terreno e che sullo scadere trova il passaggio di 8 yards per Gatto: 29-29.

harvard yale

(Un tentativo di Bruce Freeman di Harvard di arrivare in endzone negli ultimi, concitati, 42 secondi)

Supplementari? No. All’epoca nel football collegiale non era ancora previsto ed il match finì effettivamente in pareggio con il titolo di Ivy League che fu assegnato in coabitazione ad entrambe le università che finirono dunque entrambe la stagione da imbattute.

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A fine partita a Cambridge scoppiò l’apoteosi. Avevano fermato una corazzata come Yale con una rimonta tanto pazzesca quanto inaspettata. Una rimonta tale che il giorno successivo, sul “The Harvard Crimson”, il giornale studentesco del college, campava in prima pagina la scritta “Harvard Beats Yale, 29-29″. Harvard Batte Yale 29-29.

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Eugenio Casadei

Appassionato di calcio (Bologna) e trekking, segue il football assiduamente dal momento in cui vide giocare Peyton Manning con la maglia orange di Denver, divenire tifoso Broncos una naturale conseguenza. Scrive la rubrica settimanale "Indiscrezioni di mercato NFL" in offseason e la "Top Ten" in regular season con grande divertimento e passione.

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