Fiumi di touchdown (Indianapolis Colts vs Detroit Lions 41-21)

Vittoria meritata di Indianapolis sui Lions grazie a diversi errori di Detroit che i Colts hanno regolarmente capitalizzato a proprio vantaggio. In realtà, dopo un avvio abbastanza in sordina di entrambe le squadre, è lo special team di Detroit che, bloccando un punt di Sanchez, consegna la palla all’attacco sulle 32 yds di Indianapolis. Due giochi e TD pass di Stafford per Marvin Jones.

Il secondo periodo si apre con un bel drive offensivo di Philip Rivers che, con due bei passaggi di oltre 20 yard manda in end zone Nihem Hines. La svolta della partita arriva nel successivo drive dei Colts quando su un terzo e 4, Rivers viene atterrato da D. Shelton per una perdita di sette yard. Sarebbe un quarto e 11, ma lo stesso Shelton azzera l’impresa lasciandosi andare ad una “unnnecessary roughness” che regala a Rivers quindici yard e, soprattutto il first down che tiene vivo il drive che si concluderà con un TD pass per J.Doyle. Prima della chiusura del periodo Rivers manda in end zone Burton e il tempo si chiude sul 20-7 dopo un FG fallito da M Prater dalle 45 yds.

Al primo possesso del terzo periodo Detroit accorcia le distanze con un TD Pass per Keylor Johnson. Potrebbe essere il segnale di una rimonta, ma a cavallo tra il terzo e il quarto periodo Detroit incassa due TD , il primo a seguito di un fumble di Stafford su un sack di Leonard e il secondo per un intercetto di Kenny Moore riportato in TD. 35-14 e partita virtualmente finita, anche se avremo il tempo di vedere un TD a testa che porterà il punteggio finale sul 41-14.

Pubblicità

Commento

Cominciamo dai Lions, incappati in una giornata decisamente storta. L’attacco ha vissuto essenzialmente di alcuni sprazzi di Matthew Stafford che ha offerto alcuni big plays, uno dei quali con un pass di 73 yds per Marvin Hall, ma anche troppi errori, tra i quali l’intercetto di Moore che ha praticamente chiuso la partita.  Alla fine Stafford ha chiuso con tre TD all’attivo ma con una percentuale di completi di poco superiore al 50% e un intercetto riportato in TD. In buona parte la statistica del QB paga l’assoluta inconsistenza del gioco di corsa, che ha reso prevedibile il gioco aereo: il prodotto nel gioco di corse di Detroit è stato di sole 29 yds e Adrian Peterson è stato limitato a sette yard in cinque portate

Sul banco degli imputati la OL dei Lions che ha esposto Matthew Stafford a ben cinque sacks con perdite rovinose e un fumble che ha avuto conseguenze disastrose. Migliore il rendimento della difesa, apparsa reattiva, ma anche colpevole di una violenza non necessaria del Tackle Danny Shelton che ha regalato un primo down e quindici yard a Rivers vanificando il sack che avrebbe significato un “quarto e undici”

I Colts, da parte loro, hanno confermato di essere una squadra solida e ben equilibrata tra attacco e difesa. Philip Rivers, che non è mai stato un QB dai numeri esaltanti, ha dimostrato buone capacità di gestione della partita, correndo pochi rischi, dosando in modo equilibrato il gioco aereo e quello sulla terra. Chiude con un 22 su 33 per 262 yds e tre TD, ma la considerazione interessante è che ha coinvolto tutti i giocatori dell’attacco.

I passaggi sono stati distribuiti a undici target diversi, compresi i RB e i tre TE, uno dei quali, Trey Burton, è stato autore di un TD su corsa. La difesa ha fatto la parte del leone provocando i cinque sack subiti da Stafford ma anche una grande quantità di Tackes for loss che hanno di fatto azzerato il gioco a terra di Detroit.

Per concludere, Lions deludenti rispetto ad alcune partite precedenti. Sono clamorosamente mancati i protagonisti più attesi, Adrian Peterson e soprattutto Kenny Golladay (0 ricezioni su 4), in una squadra che conta molto sulle prestazioni dei suoi giocatori migliori.

Viceversa i Colts hanno dimostrato di essere un team che si affida molto al collettivo: nessuno dei singoli ha conseguito statistiche eccezionali, ma il risultato complessivo è stato eccellente. Indianapolis resta in scia ai Titans e si candida, con buone possibilità, ad un posto nella post season

Merchandising Merchandising

Francesco Di Taranto

Nato a Foggia, nel 1953, risiedo a Brescia dal 1987 e in precedenza ho abitato a Bologna, dove mi sono laureato in Ingegneria Elettronica. Ho cominciato a seguire il football dalla notte del Super Bowl 1982 vinto da san Francisco sui Cincinnati Bengals. Terminato il servizio militare, nell'aprile '82 ho cominciato a seguire assiduamente, a Bologna, alle partite dei Doves e dei Warriors. Per alcuni mesi, nel 1984, ho partecipato agli allenamenti di una squadra bolognese in formazione, gli Atoms, che sarebbero poi diventati Phoenix San Lazzaro, che ho poi dovuto lasciare a causa del trasferimento per motivi di lavoro. Da allora non ho più smesso di seguire il football, sia professionistico (NFL e poi USFL, AAF e quest'anno XFL), sia dilettantistico in Italia, ma anche in Germania, grazie ai video in streaming della GFL

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.