Saints di rimonta e Chargers spreconi (Los Angeles Chargers vs New Orleans Saints 27-30)

I Chargers partono forte con un drive vincente, in cui evidenziamo le 36 yds del runningback titolare Jackson (per assenza di Ekeler) su una draw play, chiamata perfetta contro la difesa di New Orleans che nell’occasione aveva lanciato un blitz, scavalcato dal runningback di LA dato che gli schemi “draw” prevedono che il quarterback dia la palla al runningback in ritardo, nella nostra situazione i pass rusher si erano già lanciati nel backfield lasciando libero il secondo livello su cui banchetta il numero 22 in bianco. Su 3rd & 7 dalle 17 avversarie, Herbert sembra spacciato ma evade la pressione uscendo verso destra dimostrando grande atletismo, e lancia per l’angolo della end zone dove il suo ricevitore numero uno, Keenan Allen, fa scudo con il proprio corpo ai danni dell’accorrente difensore ed esegue la presa da 6 punti, che rimarranno tali visto l’errore (infausto presagio) di Badgley sull’extra point. 6-0

Come spesso è avvenuto in questa prima parte di stagione, l’attacco di New Orleans fatica a carburare, accorciando solo con un field goal da 48 yds, il cui principale merito va al ritornatore Callaway che aveva portato la palla alle 48 avversarie sul ritorno di un punt. 6-3

La “offense” dei Chargers, al contrario degli omologhi della Louisiana, non ci pensa neanche lontanamente a rallentare, e trova una big play su una situazione simile a quella verificatasi nella scorsa week contro i Bucs: Guyton viene pescato da Herbert dopo aver corso oltre la difesa immobile dei Saints, nonostante ci fosse sono un’altra traccia sviluppatasi nel medio-lungo cui prestare attenzione, venendo placcato alle 4. Su una classica situazione da goal line, i Chargers si presentano con una formazione pesante, Herbert finge il consegnato al runningback mentre Mike Williams corre una crossing route, indifendibile nel corto, e riceve al margine sinistro della end zone un altro rimarchevole lancio del rookie quarterback. 13-3

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È ancora notte fonda per Brees che su 3rd & 4 dalle proprie 22 fa un passo in avanti nella tasca per evitare i rusher sull’esterno e forza un passaggio nell’efficace copertura a zona dei Chargers, dà troppa forza e levitazione al passaggio che viene accolto dalle braccia della safety Nasir Adderley per il suo primo intercetto in carriera, che quasi diventa un pick six, essendo Adderley tirato giù alla 1 di NO.

Da qui le cose si complicano per LA, con Herbert che subisce un sack da meno 8 yds ad opera di Rankins, ne recuperano una parte con una corsa di Kelley da 6, ma su terzo down trova il tight end Henry nel retro dell’area da sei punti, che ha corso una corner route in grado di tagliare fuori il linebacker Demario Davis. 20-3

Poco prima della fine del secondo quarto, Brees e Payton orchestrano un drive degno del loro nome: 14 yds per Kamara, altrettante per Callaway (a questo punto della gara sono i completi più lunghi trovati da Brees), Sanders ne prende 22 su tre ricezioni, l’ultima delle quali sembra l’abbia portato nella end zone, per essere poi però annullata tale chiamata, su 3rd & goal è Brees che si allunga sopra la propria linea per 6 punti. 20-10

Questo possesso è stato il “turning point”, il punto di svolta di questa partita, dopo il quale l’attacco di New Orleans ha inserito le marce alte.

Al ritorno dagli spogliatoi l’intesa tra Brees e Sanders dimostra di essere cresciuta esponenzialmente, quando il quarterback ex (per poco) San Diego Chargers, trova il ricevitore veterano nel mezzo del campo per 19 yds; Sanders ne conquisterà altre 12 prima che i Saints vengano fermati alle 35 avversarie da dove Lutz accorcia le distanze con un calcio. 20-13

I Chargers vanno al punt e i Saints ringraziano perché trovano un altro possesso che li porta nella end zone avversaria.

Protagonista ancora una volta è Emmanuel Sanders che ne prende 39 di yard, chi segna però è il tight end Cook con la sua prima ricezione di serata da 41 yds. I Chargers come hanno fatto per gran parte della partita giocano a zona, mandando in pass rush massimo quattro giocatori, in questo caso tre, i defensive back pressano i ricevitori e due difensori si posizionano sulla linea di chiusura del down per avere tutto di fronte a sé e se ci dovesse essere una ricezione prima di questa sarebbero pronti a volare per eseguire il tackle; peccato che uno di questi due difensori sulla linea di chiusura del down, il linebacker Kyzir White, non arretri in aiuto del compagno di reparto Murray, che era stato battuto nei primi passi della traccia dallo stesso Cook, a ciò si aggiunge la free safety profonda con gli occhi fissi sul lato destro dell’attacco e si capisce come Cook si sia trovato liberissimo dovendo fare pochi passi per la end zone. 20-20

I Chargers hanno subito un’altra rimonta come una settimana fa e in altre occasioni, viene da darli per abbattuti e remissivi, ma battono un colpo con l’ennesimo big play da parte del loro giovane quarterback: Mike Williams sul lato destro corre una semplice traccia verticale, incomprensibilmente il cornerback allineato di fronte a lui, Patrick Robinson, esita dando per scontato probabilmente un lancio per Hunter Henry all’altezza della linea di primo down, incomprensibile come decisione dato che il tight end era coperto a dovere dal linebacker Demario Davis, così che Mike Williams gli corre oltre ed entra comodamente in end zone. 27-20

I Saints riprendono il possesso a tre minuti e mezzo dalla fine: Kamara trova il primo ed unico acuto di serata con una ricezione prepotente e spettacolare sul defensive back Jenkins dopo aver corso una wheel route fuori dal backfield, il runningback è coperto a dovere ma Brees gli dà fiducia, Kamara tocca la palla che rimane sospesa in aria per venire assicurata in un secondo tempo alle mani dello stesso numero 41. Dalle 9 avversarie, su terzo down, con l’obbligo di segnare un touchdown voi direte: “Sean Payton mette la palla nelle mani del futuro hall of famer Drew Brees”, e invece no, quest’ultimo è fuori dal campo, a ricevere lo snap è Taysom Hill, linea offensiva e Kamara fingono una corsa verso sinistra e lo stesso quarterback “coltellino svizzero” dà l’incognita della consegna a Kamara, invece la tiene, cerca un compagno libero per un passaggio ma vedendo pochi difensori assicura lo sferoide al petto e corre nella end zone. 27-27

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I Chargers hanno 3 time-out e grazie a una “jump ball” per Mike Williams, su cui il ricevitore, uno dei migliori in questa situazione di gioco, vince contro il diretto marcatore Marshon Lattimore guadagnano 29 yds entrando in territorio nemico; l’attacco di LA consegna al proprio kicker un calcio relativamente fattibile per i nostri tempi, da 50 yds, ma sappiamo come sono i Chargers, il calcio di Badgley ha la potenza ma sbatte contro il palo destro per poi uscire. Over time.

New Orleans vince il lancio della monetina e ha il primo possesso dei supplementari. Brees si mantiene costante come è stato da metà tempo a questa parte, 11 yds per Callaway, altrettante per Cook, 13 yds per Murray, unite a qualche altro guadagno medio-corto, danno a Lutz un calcio da 36 yds difficilmente sbagliabile da uno con il suo pedigree, che di fatto lo realizza. 27-30

All’inizio del loro ultimo possesso i Chargers vengono aiutati da una penalità per “roughing the passer” contro Malcolm Brown valida 15 yds; su primo down allentano la pressione dalle spalle del giovane quarterback con una corsa da 6 yds ma ora tocca a lui e ai suoi ricevitori consegnare giocate. Dopo due incompleti su secondo e terzo down, si arriva a un decisivo 4th & 6, Mike Williams è ancora 1 on 1 sulla sinistra con Marshon Lattimore, lo batte con un rilascio all’interno per correre una traccia slant, Herbert lo trova ma il corner sopra menzionato, ex Ohio State, esegue un placcaggio da manuale, a 1 yard dagli “sticks”, turnover on downs e partita ai Saints.

Considerazioni

Sembra strano ma è solo la seconda partita che Drew Brees vince dopo essere stato sotto di almeno 17 punti, prima di questo Monday Night era 1-48 in frangenti simili. Certo, New Orleans ha ottenuto la vittoria, ma le mancanze e amnesie in attacco e difesa appaiono troppe per metterla tra le contendenti al Lombardi Trophy. Lasciando da parte l’assenza per motivi disciplinari di Michael Thomas (che avrebbe tirato un colpo al compagno Chauncey Gardner-Johnson in allenamento) e Deonte Harris, quest’attacco impiega troppo a carburare, cosa che non si può permettere con una difesa buona ma non fenomenale a sostenerlo, ma soprattutto in vista dei playoff, dove incontrerebbe avversari più cinici rispetto ai Chargers. Nota positiva la sintonia che sembra crescere tra Brees e Sanders, 12 ricezioni per 122 yds.

La difesa dei Saints, soprattutto all’inizio dominante contro la corsa (non concede un rusher da 100 o più yds da 47 partite), è apparsa fragile e traballante contro i passaggi, nonostante ai Chargers mancassero tre offensive linemen pro bowler: left tackle Okung, centro Pouncey e right tackle Bulaga, la pressione non ha condizionato Herbert che non esitava a tenere la palla sapendo sarebbe stato colpito, per far sviluppare le tracce dei compagni giù per il campo, o estendendo le azioni come sul touchdown di Allen.

I Chargers come al solito si sono presentati con una pletora di assenti, oltre ai tre o-linemen sopra citati, in difesa Derwin James fuori tutta la stagione, il corner CJ Harris, linebacker Drue Tranquill ed edge rusher Melvin Ingram, senza contare Joey Bosa che ha dichiarato di essere esausto e difatti è stato centellinato il suo impiego in campo, e Keenan Allen uscito dal gioco dopo il suo touchdown per un problema alla schiena. Nonostante ciò la difesa, in particolare nel primo tempo, ha contenuto l’attacco dei Saints, mandando in pressione pochi uomini e occupando intelligentemente lo spazio con varie coperture a zona all’altezza della linea di primo down per tenere lo sviluppo dell’attacco interamente davanti ai propri occhi; una volta però che l’attacco di New Orleans ha carburato, Drew Brees si è ricordato di essere uno dei migliori quarterback della storia in particolare contro copertura a zona, iniziando a bombardarla.

Herbert si conferma giovane dalle brillanti prospettive, coraggioso, atletico e con un ottimo braccio, forse da criticare la scelta conservativa del play calling offensivo che gli ha tolto la palla dalle mani nel secondo tempo, probabilmente per proteggerlo dalla pass rush di Nola che lo stava raggiungendo vista la precarietà della linea offensiva di Los Angeles; difatti a parte il touchdown di Mike Williams, merito più della difesa dei Saints che dell’attacco di Anthony Lynn, i Chargers hanno chiuso pochi down nella seconda metà, prevedibile vista la sterilità delle corse e il fatto che le cose migliori fossero successe quando la palla era nelle mani di Justin Herbert, il quale ha lanciato 4 touchdown, record per un rookie quarterback in un Monday Night.

Tra 2019 e 2020 i Chargers hanno perso quindici partite, tredici delle quali, incluse tutte e quattro le sconfitte di questa stagione, per 8 punti o meno, dunque un possesso, dato che si aggiunge alla storia di incompiuti dei Chargers, ogni anno menzionati tra i roster più talentuosi, ma che per infortuni, calci sbagliati o decisioni discutibili non riescono mai a rispettare le aspettative sul loro potenziale. Di buono c’è che il ragazzo scelto alla quinta assoluta lo scorso draft pare un vero playmaker, intorno i giocatori ci sono, infortuni a parte. Per questo Anthony Lynn si gioca molto in questa stagione, primo passo per mantenere il proprio lavoro era non sbagliare il quarterback e questo possiamo depennarlo, ora restano undici partite per perorare la propria causa.

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