Lo strano caso dei Carolina Panthers

Quando inizi la stagione con un roster non di prima qualità e dopo le prime due sconfitte il tuo giocatore migliore si infortuna, cadere nello sconforto sarebbe facile. Sono duri colpi dal quale rialzarsi e anche i più tosti a volte rimangono al tappeto. Nel momento peggiore però, è successo qualcosa. Per qualche ragione, che cercheremo di analizzare, queste disgrazie sono state il fattore di questo abbastanza clamoroso bounce-back dei Carolina Panthers, capaci di vincere due partite con squadre molto più attrezzate e contro tutti i pronostici.

Potrà essere una banale retorica, dato che non parliamo di Super Bowl o di scenari epici ma solo della week 4, ma non può non tornare alla mente quella iconica scena di “Any Given Sunday e alle parole di Coach D’Amato nel locker room a fine primo tempo:

“In questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro, perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire.

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[…]

Questo è essere una squadra signori miei. Perciò o noi risorgiamo adesso come collettivo, o saremo annientati individualmente”.

In un contesto proporzionalmente minore i Carolina Panthers stanno proprio facendo quello che Coach D’Amato chiese nello spogliatoio ai suoi Sharks, tirare fuori tutto e uscire come collettivo nonostante tutto e la vittoria di ieri e quella con i Chargers ne sono la prova migliore: vittorie di collettivo. Se guardiamo i numeri nessuno ha statistiche particolarmente importanti ma unendo tante buone prestazioni si è riusciti ad avere la meglio, imbrigliando gli attacchi avversari e colpendo chirurgici in attacco con un gioco solido e ben eseguito, il tutto ben orchestrato da un Coaching Staff che, stimolato e non demoralizzato dall’assenza di CMC, sta dimostrando di avere coraggio e le idee chiare.

Si possono notare alcuni fattori chiave che possono spiegare questo “strano caso”:

  1. L’assenza di CMC. Parafrasi del vecchio detto “fare di necessità virtù”. L’assenza di McCaffrey paradossalmente può portare a benefici se ben sfruttata. I Coach escono dalla confort zone osando di più e variando il gioco e soprattutto danno fiducia a giocatori ai quali normalmente non verrebbe data. Dall’altra parte i giocatori si stanno responsabilizzando, sapendo che non c’è più chi li toglie dai guai, sono più portati a un effort maggiore.
  2. Non aver nulla da perdere. Una mente libera dalle pressioni del risultato aiuta dal punto di vista psicologico, soprattutto una squadra con tanti giovani e rookie a quali non è addossata la responsabilità di un playoff mancato per una giocata sbagliata.
  3. L’entusiasmo della gioventù. Soprattutto in difesa i Carolina Panthers hanno tanti giovani che devono guadagnarsi il contratto, anche questo è uno stimolo non da poco.
  4. Scelte azzeccate. Alla faccia dei “tank for Trevor” Bridgewater sta ripagando la fiducia e azzittendo i detrattori, non strabilia come il Cam del 2015 ma appare solido e leader dell’attacco. Ottima la risposta anche di Robby Anderson. In difesa Jeremy Chinn si sta dimostrando lo steal del Draft, impressionando per la mole di gioco che riesce a produrre, così come Derrick Brown, che non si sta distinguendo in sack ma con molta sostanza contro il running game.

Ora, il Football è uno sport strano e imprevedibile, con cambi di tendenza così come cambia il vento e magari tra due week questo bel momento finisce per tornare dove è stato predetto da praticamente tutto a inizio stagione, però queste due partite sono a incontrovertibile dimostrazione che il Football non è mai uno sport per singoli fuoriclasse.

Detto questo chiudiamo ogni illazione del tipo “ah ma allora a che serve McCaffrey?” o tipo “con lui giochiamo meglio, tradiamolo”… ASSOLUTAMENTE NO! Anzi, prima torna e meglio è, un fuoriclasse non è mai un problema, il problema è l’uso che ne si fa e nel suo caso possiamo parlare di ab-uso.

Quindi cari amici tifosi nero-blu-argento godiamoci questo momento e non facciamoci illusioni, non siamo attrezzati per una post season, ma siamo attrezzati per rompere le scatole e divertirci, e per quest’anno va bene così, ma tutto fa sembrare che il futuro porterà soddisfazioni.

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Alessandro Calabrese

Appassionato di Football Americano e tifoso dei Carolina Panthers dal 2006. Ex giocatore, da 3 anni Coach in II Divisione FIDAF

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Un Commento

  1. Ero curioso di vedere i Panthers, dopo la scelta fatta dal proprietario di puntare tutto su Rhule. In effetti la scelta sta pagando e penso che i Panthers possano essere una delle sorprese di quest’anno. Giocano di squadra, se riescono ad eliminare qualche errore difensivo possono crescere.

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