Il fallimento di Adam Gase

Con un record di 0-6 (unico team NFL winless) la stagione dei New York Jets sembra virtualmente conclusa. Al di là del record, a preoccupare è la direzione verso la quale la squadra sta andando. Infatti, quella che veniva considerata una stagione di transizione sta invece assomigliando sempre di più ad una situazione che lascerà soltanto macerie al prossimo coaching staff. Sì perché l’avventura di Adam Gase alla guida dei Jets è talmente prossima al capolinea che alcuni media americani già parlano di situazione week-to-week, cioè valutabile di settimana in settimana. Il che sta a significare che l’ex head coach dei Dolphins potrebbe fare la fine di Bill O’Brien e Dan Quinn, allontanati a stagione in corso da Houston e Atlanta. La faida recente con il defensive coordinator Gregg Williams, sommato alla partenza di Le’Veon Bell, danno l’idea di uno spogliatoio in frantumi.

Non una situazione ideale per un allenatore che il CEO della franchigia, Christopher Johnson, aveva definito, non più tardi di un mese fa, una ‹‹brillante mente offensiva››. In realtà, da quando Gase non ha più lavorato con Peyton Manning (Gase è stato prima quarterback coach e poi offensive coordinator di Manning ai Broncos fra il 2012 ed il 2014) le statistiche offensive prodotte dagli attacchi da lui diretti sono state alquanto mediocri. Nelle tre annate come HC dei Dolphins, Miami è risultata essere 24° in yards guadagnate e 17° in punti segnati nel 2016 (stagione nella quale vennero comunque centrati i playoff); 25° in yards e 28° in punti nel 2017; 31° e 26° nel 2018. Se guardiamo poi i dati QBR di ESPN, Ryan Tannehill risultava il 32° quarterback della NFL nel 2018. La situazione per Gase non è migliorata nel corso di questa stagione e mezza trascorsa a New York. Sotto di lui i Jets hanno finora un record di 7-15, con 12 sconfitte in doppia cifra e 7 subendo 20 o più punti. Il rapporto fra punti subiti e punti segnati quest’anno è attualmente di 114-29.

Sam Darnold non è migliorato e l’idea che alcuni analisti si sono fatti è che l’attacco di Adam Gase sia troppo prevedibile, privo di un consistente gioco sulle corse che possa supportare il quarterback e inadatto a sfruttare le qualità del prodotto di USC nel gioco sul corto.

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La mancanza di motion pre-snap (importanti per valutare se una difesa è schierata a uomo o a zona) e lo scarso ricorso alle quarterback sneaks in situazioni di corto yardaggio sono fra le altre accuse mosse alla offense del capo allenatore dei Jets. L’impressione è che Adam Gase, più che costruire una filosofia, cambi le chiamate in funzione della situazione. Il che sarebbe buono se queste chiamate fossero poi corrette. Non è questo il caso e Gase, con la squadra allineata per la maggior parte con una formazione 11 (un running back ed un tight end) e tre ricevitori (74% dei casi, col 43% di successo), tende spesso a chiamare screen pass o lanci lunghi (per recuperare i grossi svantaggi nel punteggio che la squadra si trova spesso a dover recuperare). Per di più, per coprire le mancanze della linea offensiva e proteggere Darnold, Gase usa molti elementi a bloccare, riducendo le opzioni di passaggio per il proprio quarterback. Quando poi si va alle statistiche dei terzi down vediamo come la formazione 11 sia stata utilizzata nell’84% dei casi, con una percentuale di successo di appena il 33%. Utilizzare maggiormente il running game poteva essere una valida alternativa. Anche qui però le chiamate hanno lasciato a desiderare, come si vedeva con le tante corse centrali chieste a Bell, running back che dà il meglio di sé oltre i tackle.

Risultato? I Jets sono 32° per punti segnati, 32° in yards su passaggio, 30° in yards totali e 28° in termini di DVOA in questo 2020. E, a meno di sorprese, la decisione di Gase di mantenere le chiamate offensive non dovrebbe cambiare il trend, anche se il rientro del wide receiver Breshad Perriman potrebbe alleggerire la situazione per un attacco che cerca spesso di isolare i propri ricevitori in situazioni di 1c1 e che, di conseguenza, ha bisogno di grande talento nella posizione.

L’eventualità di finire la stagione col peggior record della lega e, di conseguenza, la possibilità di scegliere al draft Trevor Lawrence con la prima scelta, potrebbero sconsigliare un licenziamento in corsa per Gase. In caso contrario, come coach ad interim potrebbe toccare al già citato Williams, Brant Boyer (coordinatore degli special teams), Frank Bush (assistente capo allenatore) o ad uno fra Dowell Loggains (OC e Qb coach) e Jim Bob Cooter (running backs coach), che potrebbero rivitalizzare la offense newyorkese. 

Di certo, un fallimento con i Jets potrebbe rendere difficile per Adam Gase un rientro immediato nella NFL 2021, a meno che non decida di ripartire più in basso come quarterback coach. Come capo allenatore ha dimostrato di non essere pronto. Le difficoltà a gestire forti personalità come con Bell e Jamal Adams ai Jets (o come Jarvis Landry a Miami) ne sono ulteriore testimonianza.

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