Trubisky, rimonta folle! (Chicago Bears vs Detroit Lions 27-23)

1:54 da giocare, Trubisky (20/35, 242 Yds, 3 TD, 0 Int) lancia un passaggio per Anthony Miller che trova l’angolo destro della end-zone. Touchdown Bears!

27 yard, agognate, che permettono a Chicago di rimontare e vincere una sfida ormai data per persa. L’ultimo quarto di Bears-Lions passa agli annali come uno dei comeback più folli dell’ultima decade di football nel Midwest navy and orange.

Il quarto d’ora decisivo di Week 1 sentenzia un verdetto pesante al Ford Field. Detroit, decimata dagli infortuni, aveva imposto un gioco determinato e deciso per una metà abbondante dell’incontro. Favorita dall’inconsistenza della manovra offensiva Bears, inchiodata e macchinosa nonostante il coordinatore offensivo Bill Lazor abbia convinto coach Nagy che le corse possono muovere la catena favorendo i drive. Il QB Bears fatica troppo, non converte i terzi down neanche per sbaglio, il film è di quelli già visti: rincorsa col cuore in gola negli ultimi minuti che nel 2019 era stata una costante. Chicago però trova 21 punti consecutivi con 3 touchdown di Trubisky che sente la lama della ghigliottina sempre più vicina al collo.

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Tutto nasce da una deviazione provocata da Jaylon Johnson, cornerback 2nd rounder 2020, sulle 40 yard dei Lions; il lancio di Stafford è un suicidio perchè forse, mettere la palla nelle mani di Adrian Peterson in versione vintage (93 yds su 14 corse), sarebbe stato più sensato in quella fase. Il passaggio sporcato si alza a campanile e finisce nelle braccia di Kyle Fuller. I Bears ci credono e Mitchell, rinvigorito, firma il sorpasso per 27-23.

Una partita che era iniziata a colpi di field goal, botta e risposta Matt Prater-Cairo Santos. Fin quando, a meno di un minuto dall’intervallo, Trubisky gioca d’azzardo dimenticandosi il manuale negli spogliatoi. Cede il possesso e i Lions ne approfittano per segnare il primo TD di giornata con D’Andre Swift.

Nella ripresa Detroit dilaga allungando con un altro touchdown del giovane Hockenson (gran giocatore) e del terzo FG calciato da Prater. Danny Amendola ha la forza di cambiare la partita ad ogni ricezione, pulito e preciso, campione. Il punteggio di 23-6 per i padroni di casa la dice lunga sulle dinamiche offensive di Chicago, ma non risparmia nemmeno la difesa che risulta molle fino al sack di Akiem Hicks. Il nose tackle suona la carica.

Poi, mentre i tifosi Bears invocano il nome di Nick Foles, Mitchell Trubisky cambia l’abito e sceglie di indossare i panni di quello che non vuole chiudere qui la sua esperienza in NFL.

Jimmy Graham, Javon Wims e Anthony Miller rispondono alle chiamate del QB Bears con tre ricezioni che violano la zona rossa dei Lions. Il sorpasso è da cardiopalma, il finale di partita da infarto! Chi però si fa carico del lavoro sporco porta il numero 12 sulle spalle, Allen Robinson II (5 valide per 74 yard) compie miracoli della fisica in un paio di ricezioni, al solito funamboliche. Il campione Bears allunga il campo spesso e garantisce qualità, pareggiando in tutti i sensi la prova di Amendola.

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Il drop di D’Andre Swift a 4 secondi dalla fine è clamoroso, difficile da credere riguardando il passaggio perfetto di Stafford. Manca la concentrazione nel momento cruciale dell’incontro in cui, forse, Swift stava pensando prematuramente a come festeggiare senza aver completato il catch.

Chicago rimonta una partita pazzesca, ma non deve sedersi sulla vittoria perchè quanto visto sul campo non va molto lontano dalle dinamiche dello scorso anno che hanno provocato più frustrazione che risultati. Dal lato opposto, Detroit deve fare i conti con delle assenze importanti, come quella della terza scelta assoluta al draft 2020 Jeff Okudah, CB da Ohio State che avrebbe potuto aiutare in maniera determinante sulla copertura contro i ricevitori Bears. Fattore imprescindibile (col senno di poi).

Sorvoliamo sull’idiozia di Jamie Collins Sr., il quale si concede lussi che non può minimamente permettersi nei confronti degli arbitri. Espulso, penalizza il suo team in modo grave.

Detroit merita comunque i complimenti perchè, nonostante tutto, mostra carattere: il team di Patricia ha svoltato offensivamente. Ricordiamo che i Lions erano ultimi o penultimi nella maggior parte delle statistiche d’attacco del 2019 e contro una difesa consolidata tra le top della lega ha segnato 23 punti sfiorando i 30 per pochissimo.

Difesa Bears sottotono. Mack in ombra, Quinn fuori per infortunio, Trevathan distratto, Skrine irrequieto. Tanti punti interrogativi, che si trasformano però in certezze quando il livello si alza e viene chiesto di vincere o morire.

Chicago vince l’opener dopo quasi una decade di delusioni arrivate puntuali in week 1. Il mix di sentimenti è indescrivibile: entusiasmo, frustrazione, depressione, ira, negazione, orgoglio, cuore, energia, follia.

Una miscela esplosiva, che paradossalmente riflette l’attualità dei giorni che la città del vento sta vivendo, non solo sul gridiron. Tifare Bears significa soffrire perchè a Chicago non esiste nulla di semplice. E ieri, ne abbiamo avuto l’ennesima prova.

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#BearDown

alex cavatton firma area 54

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