I rookie che avranno il maggior impatto offensivo nel 2020

La prima partita della stagione si è rivelata un palcoscenico perfetto per la performance di Clyde Edwards-Helaire, running back che non ha deluso le alte aspettative in occasione del suo esordio. Oltre alla nuova pedina a disposizione di Andy Reid, la classe offensiva del Draft 2020 contiene numerosi talenti in grado di avere un impatto significativo già a partire dal primo anno. Escluso l’ovvio Joe Burrow, che sarà l’unico quarterback rookie a partire titolare in week 1, ecco i rookie che secondo noi saranno più incisivi nella stagione 2020.

Clyde Edwards-Helaire, running back, Kansas City Chiefs

Edwards-Helaire è l’unico giocatore di questa lista ad aver già disputato l’esordio da professionista. Nel Thursday Night contro i Texans infatti, l’ex stella di LSU non ha deluso le aspettative, riuscendo a produrre ben 138 yard su corsa con un workload di addirittura 25 portate. Il carico di tocchi affidatogli da Andy Reid è stato decisamente insolito, in quanto vista l’assenza di partite di preseason, molti report facevano pensare ad una committee molto più equa tra il rookie e Darrell Williams. Se Williams nei primi due quarti ha ricevuto la fiducia del capo allenatore venendo schierato in situazioni di terzo e quarto down e giocando il 40% degli snap (contro il 60% di Edwards-Helaire), nella seconda metà di gara il rookie è stato “liberato”, arrivando a giocare il 75% degli snap. Oltre alle mere statistiche, Edwards-Helaire ha dimostrato ottime capacità di lettura della difesa e grande efficacia nel rompere i tackle (andando a pareggiare il record di tackle rotti per un running back all’esordio con 7), fomentando ancora di più le aspettative legate al suo nome. Le problematiche maggiori, per quello che resta un esordio sensazionale, sono arrivate intorno alla goal line, a ridosso della quale il running back ha corso ben sei volte, senza mai riuscire a segnare un touchdown (che è arrivato invece su una corsa da 27 yard).

Nel suo primo touchdown da professionista, Clyde Edwards-Helaire ha messo in mostra alcune delle sue migliori caratteristiche. In uscita dalla “shotgun formation”, il running back ha effettuato un taglio verso sinistra per sfruttare il buon blocco di Osemele, ed una volta uscito dal blocco, l’ex stella di LSU ha messo in ginocchio due difensori grazie a due ottime finte di corpo, per poi terminare la sua corsa della end zone.

Tuttavia in quelle situazioni Edwards-Helaire ha avuto ben poco da fare, in quanto la linea offensiva dei Chiefs è stata travolta a ripetizione dal solido schieramento alla goal line dei Texans. Un altro fattore importante da considerare è quello del passing game: Edwards-Helaire infatti, nonostante possegga abilità da route runner che potrebbero già collocarlo tra i migliori della lega nel suo ruolo, ha concluso al sua prima partita senza neanche una ricezione, con soli due target all’attivo. Il suo coinvolgimento però non è stato necessario, in quanto il dominio offensivo architettato dai Chiefs ha permesso alla squadra di congelare presto il risultato per poi “ammazzare” il cronometro con il running game. La fiducia mostrata da Andy Reid nella prima partita nei confronti del suo nuovo running back, non può che confermare il grado di impatto che Edwards-Helaire avrà nella sua stagione da rookie. Nonostante la piccola stazza (1.70 cm per 94 kg), il prodotto di LSU ha già dato prova di poter lavorare benissimo con un carico da “workhorse”, proprio perché una volta entrato in ritmo, il running back è risultato una spina nel fianco per la difesa, dimostrandosi il profilo ideale per sostituire Damien Williams dopo il suo opt-out. Considerando anche l’efficacia del capo allenatore dei Chiefs nel disegnare gli screen pass, con il passare delle partite Edwards-Helaire arriverà ad essere decisivo anche nel passing game, poiché come detto in precedenza il suo pacchetto di tracce, sommato alla piccola stazza ed alla velocità, regalerebbe a Kansas City un accoppiamento sempre favorevole se il running back dovesse ritrovarsi allineato nella slot, posizione dalla quale trarrebbe enormi vantaggi con linebacker in marcatura. Al migliore attacco della lega, che ha già dimostrato di essere dominante in lungo e in largo, l’aggiunta di Edwards-Helaire dona ai Chiefs una dimensione di gioco vista l’ultima volta con Kareem Hunt. Tra le mani di Andy Reid, storicamente propenso a valorizzare al meglio i propri running back, Clyde Edwards-Helaire potrebbe fiorire proprio come Brian Westbrook, LeSean McCoy, Jamaal Charles e Kareem Hunt hanno fatto nei sistemi offensivi dell’attuale capo allenatore dei Chiefs.

Jonathan Taylor, running back, Indianapolis Colts

Con alle spalle due stagioni da workhorse puro tra le fila dei Wisconsin Badgers, Jonathan Taylor è approdato nel backfield degli Indianapolis Colts in un contesto che vedrà lui, Marlon Mack e Nyheim Hines formare una delle committee più intriganti della NFL, composta da tre giocatori complementari e di talento. Se da una parte il capo allenatore Frank Reich ha ammesso di vedere ancora Marlon Mack come running back primario, dall’altra le caratteristiche di Jonathan Taylor gli permetteranno di prendere il sopravvento a stagione in corso, con Hines che agirà invece come running back da terzo down viste le ottime doti in fase di ricezione. Un altro fattore che potrebbe incidere sull’utilizzo di Taylor è il contratto dello stesso Marlon Mack: per l’ex running back di South Florida infatti, il 2020 sarà l’ultimo anno di contratto con i Colts, e la franchigia, per evitare di dover investire cifre ingenti su Mack (che non fa della continuità la sua virtù migliore), cercherà sicuramente di ritagliare più spazio possibile al rookie. Jonathan Taylor incarna alla perfezione il concetto di “workhorse”, in quanto in ognuna delle tre stagioni disputate a Wisconsin ha superato le 2000 yard dalla linea di scrimmage, totalizzando circa 23 tocchi per partita. Con i Badgers l’attuale rookie dei Colts si è dimostrato a suo agio ed efficace sia con blocchi a zona che con blocchi a uomo, ma nonostante ciò il suo stile di corsa lo rende un “downhill runner”, capace dunque di farsi spazio e crearsi il gap in cui correre sfruttando la sua potenza fisica. Dunque grazie alla sua esperienza al college e la sua duttilità, il suo impatto dietro la magistrale linea offensiva di Indianapolis (una delle migliori cinque della NFL) sarà immediato.

In questa giocata effettuata contro Ohio State, si può notare il dominio fisico attuato da Jonathan Taylor contro la box da sei uomini schierata dai Buckeyes. Dopo aver ricevuto lo snap, Taylor si infila nella linea offensiva e forza ben tre broken tackle grazie a dei tagli decisi per poi terminare la sua opera con un guadagno di oltre 30 yard.

Un fattore del gioco sul quale il rookie dei Colts dovrà lavorare è certamente quello dei fumble (15 persi in 41 partite disputate al college), ma nel corso del training camp lo staff di Indianapolis si è impegnato a dedicargli drill specifici al fine di colmare questa lacuna. Nonostante molti dubbi circondino la figura di Taylor in quanto a durabilità nella NFL (i 968 tocchi totalizzati al college sono ampiamente sopra la media), il running back sarà un fattore offensivo significativo per dei Colts che puntano ad una profonda corsa ai playoff.

Cam Akers, running back, Los Angeles Rams

Dopo l’addio di Todd Gurley, running back che ha rappresentato il punto focale dell’attacco nei suoi cinque anni con i Rams, la franchigia di Los Angeles si prepara ad affrontare la stagione 2020 con un backfield molto interessante. Oltre a Darrell Henderson e Malcolm Brown, il nome di spicco è quello di Cam Akers, prodotto di Florida State che i Rams hanno selezionato nel secondo giro del Draft appena trascorso. Nonostante il capo allenatore Sean McVay abbia dichiarato che la sua intenzione sia quella di costruire il running game attorno ad una committee composta da tre giocatori, Cam Akers sarà molto probabilmente l’interprete al quale verrà affidata più spesso la palla. Visto che Henderson si è dimostrato molto grezzo e spesso quasi un pesce fuor d’acqua nel suo anno da rookie e Malcolm Brown rappresenta principalmente un running back da utilizzare in situazioni di “short yardage” ed intorno alla goal line, dall’altra Cam Akers è reduce da una campagna al college nella quale ha dimostrato di saper gestire una mole di lavoro da workhorse, grazie all’apporto che è in grado di fornire anche nel passing game.

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In questa giocata offensiva di Florida State emerge il talento di Cam Akers in uscita dal backfield: dopo aver aspettato il movimento del difensore, Akers esce dal backfield percorrendo una “shallow cross route” per poi ricevere la palla e fiondarsi nella end zone dopo aver creato la separazione necessaria dal suo marcatore.

L’incognita principale che circonda l’attacco dei Rams è la linea offensiva, ma nonostante questo Akers possiede tutte le caratteristiche per emergere dalla committee, caratteristiche che lo rendono decisamente più completo rispetto ai suoi pari ruolo. Seppur Akers debba migliorare in fase di bloccaggio, l’ex giocatore dei Seminoles può contare su delle ottime abilità di route running, una buona visione di gioco e grandi capacità nel conquistare yard dopo i contatti. Per un giocatore come Cam Akers, finire tra le mani di un guru offensivo del calibro di Sean McVay non può esser altro che un vantaggio. Con i Rams che cercheranno di migliorare la mediocre stagione disputata nel 2019, Akers ha tutte le carte in regola per emergere come uno dei migliori giocatori offensivi della franchigia californiana.

Henry Ruggs, wide receiver, Las Vegas Raiders

Con sia Jerry Jeudy che CeeDee Lamb decisamente più quotati di lui in ottica Draft, la decisione presa dai Las Vegas Raiders di draftare Henry Ruggs con la 12esima scelta assoluta ha lasciato di stucco molti addetti ai lavori. L’ex ricevitore di Alabama però ha cominciato la stagione impressionando Jon Gruden ed il coaching staff dei Raiders già a partire dai primi giorni del training camp, grazie ad una velocità sensazionale (4.27 il suo tempo nel 40-yard dash) e le sue abilità da route runner. Con Tyrell Williams infortunato, i Raiders si presenteranno alla prima partita della stagione con un set di ricevitori che vedrà i due rookie Ruggs ed Edwards allineati sugli esterni ed il sophomore Hunter Renfrow nella slot. Se il fisico prorompente di Bryan Edwards (1.91 cm per 96 kg) ha portato Gruden a farlo agire nel ruolo di “X receiver” negli scrimmage, le caratteristiche fisiche di Henry Ruggs permetteranno al coaching staff di farlo lavorare come “Z receiver”, pronto ad essere spostato lungo tutta la linea (compresa la slot) al fine di creare abbinamenti vantaggiosi con i difensori. Con la scelta di Henry Ruggs, i Raiders hanno optato per un prospetto decisamente meno pronto e completo rispetto a Jeudy o Lamb, ma con un potenziale molto alto, grazie all’abilità di estendere le giocate (15.1 yard su ricezione lo scorso anno) e l’assurda velocità, caratteristiche che nel corso della sua carriera con i Crimson Tide gli sono valse il paragone con Tyreek Hill.

In questa RPO (run-pass option) nella quale l’handoff di Tua Tagovailoa a Najee Harris sembra molto credibile, Henry Ruggs corre alle spalle del quarterback prima di ricevere lo screen pass e liberare la sua velocità a campo aperto, realizzando un touchdown da 75 yard. Giocate di questo tipo evidenziano il perchè della scelta dei Raiders, avere infatti a roster un profilo con le caratteristiche di Ruggs, offre al coordinatore offensivo la possibilità di mettere in atto giocate imprevedibili ed efficaci di questo tipo.

In un pacchetto ricevitori di potenziale ma con poca esperienza, Henry Ruggs potrà contare su un numero di target notevole già dalla sua stagione da rookie, motivo per il quale è in linea per contribuire sin da subito in modo significativo. Alla fine del training camp Derek Carr ha dichiarato di aver sviluppato un buon feeling con Ruggs, nonostante il quarterback si sia classificato 38esimo su 39 in “intended air yard per tentativo”, dato che non si sposa bene con le caratteristiche di Ruggs. Un altro fattore da tenere in considerazione è la minaccia che Ruggs rappresenta con la sua velocità, sfaccettatura che costringerà le difese avversarie a prestare più attenzione a lui e Darren Waller, evitando ipoteticamente di schierare perennemente 7 o 8 uomini nella box per arginare Josh Jacobs, andando idealmente a rendere più efficiente anche il running game.

CeeDee Lamb, wide receiver, Dallas Cowboys

Con l’aggiunta del rookie CeeDee Lamb, i Dallas Cowboys hanno completato un pacchetto ricevitori che già comprendeva Amari Cooper e Michael Gallup (entrambi sopra le 1000 yard su ricezione nel 2019). In un anno nel quale Dak Prescott è destinato ad avere un exploit dal punto di vista della produzione ancora superiore rispetto a quello dello scorso anno (vista l’affinità al sistema guidato da Kellen Moore e Mike McCarthy), CeeDee Lamb andrà a contribuire immediatamente come slot receiver. Per un ricevitore con le sue caratteristiche e che ad Oklahoma ha sempre interpretato esplicitamente il ruolo di WR1, dall’essere allineato nella slot andrà a cogliere molti vantaggi, tra cui i possibili accoppiamenti di marcatura con linebacker che difficilmente riusciranno ad arginare il suo mix di stazza e velocità, oltre alla sua pericolosità dopo la ricezione.

In questo touchdown realizzato nel “Red River Showdown”, ovvero la partita annuale tra Oklahoma Sooners e Texas Longhorns, è evidente la capacità di CeeDee Lamb di estendere la giocata dopo la ricezione. In seguito ad un “flea flicker”, Jalen Hurts pesca indisturbato Lamb, il quale nonostante la presenza di addirittura cinque difensori riesce ad avere la meglio e terminare la giocata con un touchdown.

Con l’arsenale offensivo che schiereranno i Cowboys (Ezekiel Elliott e Blake Jarwin, oltre ai già citati Cooper e Gallup), le difese raramente si potranno permettere di raddoppiare le marcature, lasciando dunque più possibilità di uno contro uno, contesto nel quale Lamb ha dimostrato più volte di eccellere visto un livello di route running decisamente impressionante per un ricevitore in questo stadio della sua carriera. In quello che sarà con ogni probabilità uno degli attacchi più produttivi ed efficienti della NFL, CeeDee Lamb non potrà probabilmente contare su un elevato numero di target come ad esempio Henry Ruggs, ma l’ex stella dei Sooners è nel contesto perfetto per contribuire attivamente sin dalla week 1.

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