Le liste infortunati della NFL spiegate
Nel nostro format delle indiscrezioni NFL, così come in altri articoli, avrete letto a ripetizione i termini che indicano le liste infortunati presenti nella NFL: PUP List, Injured List ed altre. Per i neofiti, e non solo, non è chiara la definizione e la natura di queste diverse liste e cercheremo, in questo veloce riassunto, di fare un po’ di chiarezza.
Physically Unable to Perform (PUP) List
Questa è quella che si sente più spesso prima e durante il training camp. Un giocatore infortunato per motivi legati al football e non in grado di iniziare la stagione viene posto in Active PUP List. L’esempio più facile è l’Alex Smith del 2019: nel 2018 subì la frattura scomposta di tibia e perone durante Texans-Redskins ritrovandosi dunque, nel 2019, non idoneo alla pratia sportiva. In PUP List possono essere inseriti solo giocatori che non partecipano nemmeno ad un allenamento in pre-season.
Esempio: Qualora Smith fosse stato in grado di effettuare anche un solo allenamento sarebbe stato tolto dalla PUP List e, in caso di nuovo infortunio, non sarebbe potuto rientrare nella lista.
Al termine della preseason NFL, ma a volte anche prima se i team sono certi dei tempi di recupero, il giocatore che non ha preso parte a nessun allenamento può passare da Active a Reserve PUP List. In questo caso il giocatore posto in PUP List non occupa nessuno spot nell’elenco del roster a 53 uomini, cosa che invece succede nel roster a 90. Questa designazione è piuttosto importante perché non permetterà al giocatore di scendere in campo o di allenarsi nelle prime sei settimane di stagione. Al termine di questo periodo il team ha un lasso di tempo pari a cinque settimane in cui il giocatore può tornare ad allenarsi e, dal momento in cui questo avviene, altri 21 giorni per attivarlo nel roster dei 53 oppure rilasciarlo. Nel caso in cui non venga effettuata nessuna di queste scelte entro il termine ultimo, il giocatore rimane in PUP List tutta la stagione.
Injured Reserve (IR) List
Durante la preseason e soprattutto nella regular season è sicuramente la lista più utilizzata. Un giocatore che ha effettuato anche un solo allenamento in preseason con il team in caso di infortunio può essere inserito solo in questa lista. In questo caso il giocatore conta a livello di tetto salariale ma non di limite al roster. Nel momento in cui viene annunciato il roster definitivo a 53 uomini per week 1 questa designazione diventa importantissima: se un giocatore rimane sempre in IR non venendo inserito nel roster della week 1 NFL sarà automaticamente escluso dalla stagione in divenire con questo team mentre invece se questo viene inserito nel roster della week 1 venendo posto poi, in un secondo momento, in IR questo dovrà star fuori per 8 partite prima di poter essere attivato.
Esempio: se un giocatore si rompe il polso in preseason, dopo essersi allenato con il team, non può essere più posto in PUP List ma finisce in IR List. Se il team è a conoscenza del fatto che questo è un season-ending injury lascia sempre il giocatore in IR List e non può più essere attivato durante la stagione. Se invece l’infortunio è più leggero il giocatore viene messo in IR in attesa di essere attivato.
Attenzione però: fino al 2020 solo due giocatori potevano essere attivati dalla IR mentre da quest’anno il tetto è stato portato a tre. Cosa vuol dire questo? Che se in una squadra si infortunano quattro giocatori cardine in preseason solo tre di questi possono essere attivati. Fermo restando che c’è la possibilità di tenere, e sarebbe una cosa normale in caso di giocatori importanti, i giocatori comunque a roster senza inserirli in lista con il problema di avere un giocatore in meno a disposizione.
Injured Reserve with a Settlement (IR) List
Questa è una sottosezione dell’IR List. Un giocatore durante la stagione NFL può essere rilasciato venendo posto in IR List purchè l’infortunio non sia tanto grave da dover obbligare lo stesso a saltare l’intera stagione. Il giocatore designato in tale maniera viene liquidato dal team con lo stipendio pagato per il numero di settimane in cui perdurerà l’infortunio.
Esempio: Poniamo che un giocatore secondario si infortuni in pre-season e debba stare fuori per circa sei settimane. Il giocatore sarà rilasciato dal team ma percepirà da questo le sei settimane in cui l’infortunio, da programma, dovrebbe tenerlo fuori.
In questo caso il giocatore si ritroverà a doversi gestire riabilitazione e allenamento da solo. Un giocatore in regime di infortunio può firmare un contratto con un altro team che interessato può testare nuovamente lo stato fisico del giocatore. Qualora questo sia vicino al recupero, già perfettamente in grado di tornare a giocare oppure semplicemente l’allenatore è interessato a tale giocatore, il team può decidere comunque di tenerlo a roster in IR. In questo caso il giocatore dovrà restituire al precedente team il compenso per le settimane in cui sarà sotto contratto con la nuova squadra.
Esempio: se l’ipotetico giocatore precedente dopo quattro settimane di infortunio firma con un altro team dovrà andare a restituire alla precedente squadra le due settimane di stipendio versategli dato che si vedrà queste due erogate con il nuovo contratto.
Non Football Injury (NFI) List
Questa lista, come il nome fa intuire, riguarda tutti gli infortuni che avvengono al di fuori dei campi da gioco.
Esempio: un giocatore che si è infortunato alla guida di una motocicletta.
Tuttavia in questa lista rientrano anche tutti gli infortuni subiti nel periodo del college nel momento in cui ci si affaccia alla NFL, come ad esempio Bryce Love che, quando venne scelto al draft, era reduce da un infortunio al college e fu inserito subito in NFI List. L’inserimento in questa lista permette ai team di non dove pagare alcuna quota di stipendio ai giocatori in quanto si evidenzia come il motivo dell’infortunio non sia legato ad allenamenti o partite con la squadra e pertanto il team è esentato per una “negligenza” del giocatore.
Modifiche Covid-19
Solo per questa stagione una squadra rimuovere qualunque giocatore rimosso dal roster (senza limiti numerici) e inserirlo in una injury list per un periodo di tre settimane. Alla fine delle tre settimane il giocatore potrà tornare ad allenarsi e da quel momento la squadra ha 21 giorni di tempo per reintegrarlo nel roster.
Aggiornamento 2021: NFL e NFLPA hanno stipulato un protocollo COVID anche per qusta stagione, potete leggerlo QUI. Inoltre la NFL ha inviato un memo alle squadre con le conseguenze di una partita di regular season rinviata per positività, potete leggerlo QUI.
Waivers
Questa non è una lista vera e propria, possiamo definirla come fittizia e dura al massimo 24h. E’ forse uno dei meccanismi più interessanti soprattutto nel periodo della pre-season. Nel periodo che va dal Super Bowl all’inizio della stagione tutti i team “tagliano” (cut) una marea di giocatori dopo averli messi sotto contratto per poterli testare in ottica roster. Il termine cut rimane generico per le ventiquattro ore che fanno seguito a quell’annuncio perché solo alla fine di questo lasso di tempo il giocatore assume la nomea di rinuncia “waived” o rilascio “released”.
Esempio: Il QB ex Miami Dolphins Josh Rosen è stato tagliato e per 24 ore è rimasto disponibile nel meccanismo delle rinunce, passate queste è diventato automaticamente un free agent.
Il “cut” generico non ha però lo stesso significato per tutti i giocatori perché il limbo del waive riguarda solo chi ha quattro anni di esperienza o meno in NFL.
Esempio: l’ex RB dei Jaguars Leonard Fournette, essendo stato draftato nel 2017, è rientrato nella lista waivers e tutti gli altri 31 team nelle 24 ore successive al taglio avrebbero potuto farsi carico del suo contratto. Ovviamente questo era pesante ed i team hanno atteso che scadesse il termine e una volta passato il giocatore è diventato ufficialmente un free agent e si è accordato diversamente con i Buccaneers. Discorso diverso invece per il taglio del LB ex Denver Broncos Todd Davis: il giocatore è stato rilasciato ed essendo un veterano da più quattro stagioni è automaticamente diventato un free agent.
Gli esempi che abbiamo trattato sono di giocatori “importanti” della NFL, solitamente tra i waivers scelti rientrano giocatori secondari. Cosa succede se più squadre si interessano ad un “waivers”? Il giocatore viene assegnato alla squadra che nella stagione precedente è andata peggio.
Esempio: I Rams hanno reclamato il LB Justin Hollins dopo che i Denver Broncos hanno rinunciato al suo contratto in seguito al taglio definitivo del roster. Qualora oltre ai Rams a richiederlo ci fossero stati gli Arizona Cardinals, il giocatore sarebbe stato assegnato a questi ultimi perché lo scorso anno hanno avuto un record peggiore.
Ogni giocatore reclamato si vedrà corrisposto lo stesso contratto in essere con la precedente franchigia. Un’ultima postilla è data dal termine della tradeline che scade a metà della regular season. Qualsiasi giocatore, veterano o non, che viene tagliato oltre tale termine passa obbligatoriamente dalle rinunce.
Esempio: abbiamo trattato in precedente il caso del LB ex Denver Broncos Todd Davis che è stato rilasciato in pre-season ed è divenuto automaticamente free agent. Qualora questo taglio fosse avvenuto dopo il termine delle trade durante la regular season, il giocatore sarebbe automaticamente passato per 24h nel cerchio delle rinunce nonostante “l’anzianità” acquisita.