Leonard Fournette e la sua seconda vita NFL

Qualche giorno fa, l’Head Coach dei Jaguars Doug Marrone ha dichiarato che nessuno degli altri 31 team della NFL era interessato a Leonard Fournette, il running back che i Jags avevano tagliato nelle ore precedenti. «Abbiamo provato a tradarlo, ad ottenere in cambio qualcosa, qualunque cosa, anche un quinto o un sesto giro, ma niente, nessuno lo voleva». Con un cinismo quasi spietato, e che forse racconta più dei problemi di Jacksonville che di quelli di Fournette, Marrone ha liquidato così uno degli ultimi superstiti della stagione 2017, quella in cui Sacksonville era uno dei team più caldi della lega e sembrava destinata ad anni di dominio nella AFC. Fournette, che proprio nel 2017 i Jags avevano scelto con la quarta scelta assoluta, è stato solo l’ultima delle vittime del “fuoritutto” in corso a Jacksonville, una svendita che tra tagli, trade e scadenze di contratto a prosciugato il talento di quella che non troppo tempo fa era una squadra che aveva accarezzato la qualificazione al Super Bowl.

Al di là della caduta di stile, il coach dei Jags non mentiva sulla mancanza di interesse suscitata da Fournette, visto che nelle ore successive al rilascio l’ex RB di LSU ha passato la waiver senza che nessuna squadra lo prendesse. Inutile nascondersi, le quotazioni di Fournette erano in picchiata da tempo. Nonostante due stagioni su tre sopra le mille yard su corsa, il running back non ha prodotto quanto ci si aspettava (o almeno quanto i Jags si aspettavano) da una quarta scelta assoluta. Con l’inizio della stagione alle porte, era difficile immaginare per Fournette qualcosa di più che un ruolo da comprimario in una squadra di bassa lega. Se fosse andata così, non stareste leggendo queste righe. Invece, il taglio da parte dei Jags potrebbe essere stato una manna dal cielo per Fournette, che ha appena firmato un contratto di un anno a 3,5 milioni con i Tampa Bay Buccaneers.

https://twitter.com/_fournette/status/1301323746586877952?s=20

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Nel giro di un tweet di Adam Schefter Fournette è passato da scarto di una squadra disastrata a innesto a sorpresa della franchigia più intrigante della NFL. Fournette va ad aggiungersi ad un attacco che sembra arrivare dalla modalità Ultimate Team di un quattordicenne con accesso alla carda di credito dei genitori, dove i Pro Bowler (Tom Brady, Mike Evans, Chris Godwin, Gronk, OJ Howard tra gli altri) non si contano sulle dita di una mano. Il suo arrivo e la sua potenziale redenzione sportiva aggiungono un altro aspetto di interesse ad una squadra che era già piena zeppa di narrative intriganti.

Che running back è Leonard Fournette

C’è un’espressione americana che definisce alla perfezione lo stile di Fournette. Il nuovo RB dei Bucs è un battering ram, un ariete che abbassa la testa e prende a incornate la difesa per tutta la partita, facendo valere la forza dei suoi 105 kg. Fournette non è agile, anzi è piuttosto in imbarazzo a muoversi lateralmente  in spazi stretti, ma è parecchio veloce, quindi non chiedetegli di pazientare e cambiare direzione per farsi largo tra le linee. Se volete farlo produrre, meglio aprirgli un buco centrale nel minor tempo possibile e farglielo infilare a massima velocità, perché quando riesce a mettere in quinta Fournette è difficile da prendere da dietro e, soprattutto, da placcare da davanti. Fournette infatti ha uno stile di corsa abrasivo, da running back vecchia scuola. È violento, adora il contatto e vuole usare ogni colpo come un monito, un avviso ai difensori che il dolore che hanno provato nel placcarlo la prima volta non è che l’antipasto delle botte che stanno per arrivare. Fournette non vuole correrti attorno, vuole correrti addosso fino a farti passare la voglia di riprovare a placcarlo. Una delle sua giocate più iconiche è stata “The Wave”. Nella week 5 del 2017, Fournette scappa verso destra e ha un po’ di spazio davanti da mangiarsi. Qualche yard più in giù c’è Mike Mitchell degli Steelers. Fournette potrebbe accomodarsi verso la sideline e finire la corsa senza entrare in contatto con Mitchell, invece punta diretto verso la safety degli Steelers, mentre con la mano destra gli fa segno di venire (to waive in inglese) a prenderne ancora. Poi abbassa la testa e gli tira un’incornata memorabile.

Insomma, ci siamo capiti, Founette è un running back grosso veloce e cattivo. È stato scelto quarto al draft perché è grosso, veloce e cattivo. Ha dominato il college football e ancora prima il football liceale perché è grosso, veloce e cattivo. Il problema, per Forunette, è che nella NFL di oggi essere grosso, veloce e cattivo ha meno valore di un tempo per un running back, soprattutto se queste doti non sono accompagnate da altre due. La prima è l’agilità laterale, un fondamentale che un running back potente ma rigido come Fournette non possiede, la cui mancanza gli impedisce di giocare schemi di corsa che gli richiedano di cambiare direzione in spazi e tempi stretti, come le corse a zona. La seconda, ancora più importante, è la capacità di ricevere fuori dal backfield. Non si può essere considerati running back di alto livello se non si è una minaccia credibile nel passing game. L’unica eccezione a questo assioma è Derrick Henry, che però è talmente grosso e potente da poter dominare contando solo ed esclusivamente sul gioco via terra. Fournette è grosso e potente, ma non quanto Henry e quindi non può godere del lusso di non usare le mani. È anche vero che l’anno scorso il nuovo RB dei Bucs ha avuto la sua migliore stagione come ricevitore (76 ricezioni per 522 yard), ma si tratta di statistiche fuorvianti. Infatti si è trattato nella quasi totalità dei casi di checkdown sul corto con chilometri di spazio davanti, non di ricezioni correndo tracce più sofisticate come Wheel o Texas route.

Provate a contare il numero di checkdown corti, io ho perso il conto a metà video.

Quindi, Fournette non è il running back generazionale che può sperare di valere una scelta in top 10, ammesso che ce ne siano. I suoi limiti come corridore e pass catcher gli impediscono di reggere il paragone con Zeke Elliot e Saquon Barkley, per citare due running back scelti recentemente nella top 5. Tuttavia il rilascio di Fournette, più che con la sua produzione in campo, sembra avere a che fare con i pessimi rapporti con il front office e con il rebuilding aggressivo che la dirigenza di Jacksonville sta intraprendendo. In ogni caso, il fatto che nessuna squadra abbia accettato di sobbarcarsi i quattro milioni rimanenti sul suo contratto riflette una reputazione estremamente negativa che lo circonda, soprattutto presso la analytics community. Sono tante le statistiche che dipingono un quadro piuttosto cupo sul reale rendimento di Fournette. Una fra tutte, quella che nel 2019 lo ha visto registrare uno 0 tondo tondo alla casella “Yards above replacement”, la statistica di Football Outsiders che misura quante yard un running back ha guadagnato rispetto alla media del ruolo. Questo significa, come ha notato Michael David Smith, che «Fournette ha avuto esattamente la stessa produzione che ci si aspetterebbe da un qualunque running back che i Jags avrebbero potuto raccattare in free agency». Su Twitter c’è praticamente un genere letterario di cinguettii dedicati a deridere Fournette e i Jaguars per averlo scelto così in alto. Non solo perché è un running back (e i running back non si scelgono così alti), ma perché è un running back nella media.

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Come altre scelte top 10 deludenti degli ultimi anni, primo fra tutti Mitch Trubisky, Fournette non ha nessuna colpa se la sua posizione al draft è stata più alta di quanto meritasse di essere, eppure nessuno sembra disposto a perdonargli di non aver rispettato le aspettative che c’erano su di lui, nonostante la colpa di quell’hype esagerato dovrebbe ricadere esclusivamente su chi lo ha scelto quarto overall. Chiaramente, Fournette non era un talento da primo round e non è un running back da top 10 nella lega, ma allo stesso tempo non è nemmeno il bidone dell’umido che tanti lo considerano. Persino nella NFL leggera e pass happy di oggi essere grosso, veloce e cattivo come Fournette ha un suo valore, sebbene non meritevole di una scelta così alta. E qui sta il problema, perché la percezione del valore di Fournette è condizionata da quel draft 2017. Per quando proviamo ad essere obiettivi, il giudizio che diamo dei giocatori giovani è sempre, inevitabilmente vincolato alle aspettative che avevamo su di loro in uscita dal draft. C’è poca tolleranza: o sei un pro bowler o sei un bust. Dopo il taglio da parte dei Jags, Fournette è a tutti gli effetti un draft bust, ma nonostante tutto non stiamo parlando di una catastrofe umana come Trent Richardson. Fournette è un giocatore limitato, questo è sicuro, ma non è disastroso. Disastroso semmai è stato sceglierlo in top 5. Al contrario, firmarlo per un anno ad un massimo di 3,5 milioni di dollari, come ha fatto Tampa, è una decisione saggia. A costi contenuti e a impatto tecnico contenuto, Fournette può assolutamente dare un contributo ad una squadra con ambizioni da playoff. Quanto sarà rilevante questo contributo dipenderà da tanti fattori, alcuni fuori dalla responsabilità di Fournette: la salute, i blocchi della linea, l’impiego che ne farà Arians.

Che ruolo può avere a Tampa?

Visto che ormai Fournette sembra un giocatore dai pregi e dai (molti) limiti ben definiti, a stabilire la bontà dell’investimento fatto da Tampa saranno essenzialmente quei tre fattori: salute, linea offensiva e impiego. Partiamo dal primo. Fournette ha una lista d’infortuni poco incoraggiante. Già ai tempi del college un infortunio alla caviglia lo aveva condizionato, nel 2018 si è infortunato lo stesso quadricipite nel giro di un mese, saltando sei partite. A questi due infortuni va aggiunto un problema alla cervicale che gli ha impedito di giocare l’ultima partita della scorsa stagione. Niente di disastroso, ma come si dice “availability is the most important ability”, essere disponibili è l’abilità più importante, e per giocarsi le sue carte Fournette dovrà essere al top della forma.

Passiamo al discorso offensive line. Il più grande alibi che possiamo dare a Fournette, soprattutto nelle ultime due stagioni, è l’aver corso dietro una linea terribile, spesso incapace di aprire varchi abbastanza grandi da scatenare la velocità in linea retta di un running back nord-sud come Fournette. Lo scorso anno i Jags sono stati terzultimi per success rate nel gioco di corse e ventisettesimi per adjusted line yards, ovvero per numero di yard su corsa generate dalla linea offensiva. Non che i Bucs abbiano fatto granché meglio lo scorso anno, ma gli innesti lungo la linea offensiva e la minaccia del gioco di passaggi dovrebbero far si che a) il run blocking sia migliore b) che i Bucs giochino contro fronti difensivi meno folti, appunto perché la priorità delle difese sarà difendere i passaggi. In questo contesto, uno stantuffo come Fournette potrebbe fare comodo, soprattutto quando ci sarà da chiudere le partite congelando il vantaggio grazie al gioco di corse. Anche perché, dal punto di vista tattico, il running game dei Bucs si addice alle caratteristiche di Fournette. Tampa ha chiamato un numero altissimo di Duo, un tipo di corsa molto fisica basata su blocchi di coppia tra i membri della linea per creare varchi centrali al running back. In questo schema, Fournette
potrebbe far valere a pieno le sue doti fisiche.


Un esempio di Duo corso dai Buca l’anno scorso

Non abbiamo mai visto il meglio di Fournette perché non lo abbiamo mai visto correre dietro una linea abbastanza forte da spalancargli corsie centrali per esplodere palla in mano. Non è detto che l’anno prossimo sarà quello giusto per vedere l’ex Jags giocare la stagione della vita, sia perché la tenuta della O Line dei Bucs è tutta da verificare, sia perché non è per niente detto che a Tampa Fournette avrà un volume d’impiego paragonabile a quello di Jacksonville, dove è sempre stato l’indiscusso cavallo da tiro.
Questo aspetto ci porta all’ultimo fattore, forse il più importante. C’è da capire quanto spazio avrà Fournette in un backfield non molto ricco di talento ma sicuramente affollato. Nel parco RB di Tampa ci sono il veterano Lesean McCoy, Dare Ogunbowale, i rookie Raymond Calais e Ke’Shawn Vaughn e Ronald Jones II, il leader di yard su corsa dello scorso anno. Per Fournette, che tra college e pro ha sempre giocato come running back titolare, farsi strada non sarà facile, anche perché nella testa di coach Bruce Arians le gerarchie sono piuttosto chiare: prima viene Ronald Jones, poi tutti gli altri. Nelle scorse settimane, prima dell’arrivo di Fournette, BA si era pronunciato così sul proprio backfield: «RoJo [Ronald Jones] è il nostro main guy [il più importante]. Sarà lui ad avere le portate principali. Gli altri dovranno competere per dei ruoli minori, come chi entra quando Jones è stanco, chi è il running back da terzo down».

Arians crede molto in Jones, al punto che nemmeno l’arrivo di un nome ingombrante come quello di Fournette sembra aver alterato le gerarchie. Ieri, tornando sull’argomento dopo l’arrivo di Fournette, ha detto che dal suo punto di vista la situazione è la stessa: Jones sarà l’’indiscusso starter e McCoy saprà ritagliarsi un ruolo importante. Quando gli è stato chiesto il perché della firma di Fournette, l’ex coach dei Bucs ha risposto: «Quella di running back è una posizione in cui non hai mai abbastanza buoni giocatori. Quando puoi firmare un giocatore come Fournette lo fai e basta». Se Fournette avrà un ruolo importante nei Bucs 2020, sarà un ruolo che si è guadagnato partendo dal fondo, sgomitando per ogni portata, lottando in allenamento per scalare il depth chart della sua posizione. Parliamoci chiaro, nella lista dei fattori che incideranno sulla stagione di Tampa, il numero di volte in cui Fournette toccherà il pallone è parecchio in basso. Non saranno le sue corse e i suoi touchdown a decidere il 2020 dei Bucs. E allora potreste chiedervi perché avete passato una decina di minuti a leggere di un giocatore che con ogni probabilità non sposterà gli equilibri. Vi risponderei che il football, oltre che di statistiche, produzione e risultati, è fatto di storie. Quella di Fournette è quella di un ragazzo abituato a sentirsi una superstar dal quando a sedici anni, che dopo aver toccato il fondo deve ripartire da gregario mentre è circondato da superstar che, al contrario di Fournette, hanno rispettato o superato le attese che c’erano su di loro. Non so voi, ma io voglio sapere come va a finire.

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Alberto Cantù

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3 Commenti

  1. ora con il superteam da xbox.. tampa deve solo pregare che la stagione si svolga fino in fondo.. altrimenti la superscomnessa… purtoppo sarà inutile.. e da super tifoso NFL Nn posso che godere nel vedere questa suoersquadra.. anche solo x curiosità

  2. Complimenti Sinceri al Sig. al Sig. Alberto Cantù, un articolo scorrevole completo e preciso.

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