Aaron Rodgers è sempre lui: i Packers affettano i Vikings

Eccole, le prime risposte che aspettavamo da mesi. A metterle sul piatto è bastata la prima giornata di campionato, e non poteva essere altrimenti nella stagione senza preseason.

I Green Bay Packers sono andati a vincere in uno US Bank Stadium deserto, strapazzando 43-34 i Minnesota Vikings.
Per la prima volta nella storia Vikings e Packers si trovano di fronte a Minneapolis nella prima giornata di campionato. Primizia in un’annata di primizie. Non ci sono tifosi a sostenere i gialloviola. Le limitazioni anti-Covid-19 hanno indotto i padroni di casa a non aprire il loro stadio al pubblico. Buon per Aaron Rodgers e soci, che non devono fare i conti con il rumorosissimo tifo locale.

In silenzio, per la prima volta dal 2007, quando è stata introdotta la “tradizione”, anche il Gjallarhorn, di fronte a cui nel pre partita si dispone la famiglia di George Floyd, l’afroamericano ucciso brutalmente dalla polizia di Minneapolis il cui omicidio ha dato vita alla ripresa della lotta per i diritti civili delle minoranze.

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Il primo periodo si esaurisce in due lunghissimi drive. Uno per parte. Ed è l’unico quarto in cui la contesa resta davvero aperta. I Packers partono coperti, sfruttando Aaron Jones e passaggi corti. Eric Kendricks e Jalyn Holmes impongono a Jamaal Williams e Jones una perdita di terreno su due completi brevi e il successivo incompleto spinge coach Matt LaFleur ad accontentarsi di tre punti.
Se ne sono andati 7 minuti e 33 secondi. Segnatevi questo dato.

La replica di Kirk Cousins però fa ben sperare i tifosi vichinghi. Il suo secondo passaggio ad Adam Thielen vale 23 yard ed apre la via alle galoppate di Dalvin Cook e Alex Mattison che si concludono con il touchdown del numero 33, fresco di estensione contrattuale. Le gioie del pomeriggio di coach Mike Zimmer si esauriscono sostanzialmente qui.
Il quarto, invece, riserva ancora qualche giocata per Rodgers che riprende a macinare campo e tempo con corse e passaggi brevi. 

Si è già nei secondi 15 minuti quando Aaron Jones segna. Il touchdown però torna indietro. La palla portata dal running back non ha varcato il piano orizzontale della end zone. Anthony Harris è arrivato a placcare in tempo.
Green Bay si gioca tutti i quattro down e lascia la palla ai rivali sulla yard vichinga.
Una penalità. Una corsa come vuole il manuale. Il librone con le leggi del football ne vorrebbe un’altra, ma Minnesota tenta una playaction che finisce con Jaire Alexander che atterra Cousins in end zone. Due punti e palla ai gialloverdi.
Rodgers ringrazia, torna in ufficio, ma ancora una volta deve accontentarsi di tre punti. Poco male, sul fronte opposto i Vikings entrano ed escono dopo tre tentativi che fruttano in totale -5 yard.

Green Bay continua nel suo martellare incessante. Rodgers avanza gradualmente, sta ancora prendendo le misure. Quando mancano 39 secondi all’intervallo però eccolo pescare Davante Adams per il primo TD, da 24 yard. Il vantaggio di Green Bay prende corpo.

Minnesota decide allora che non si può più aspettare. Cousins comincia a liberare il braccione. Ci sono ancora 39 ottimi secondi. Incompleto, il primo tentativo. Nelle mani di Alexander il secondo. Rodgers ringrazia, di nuovo. Spara un tracciante da 45 yard per Marquez Valdes-Scantling e i Vikings in men che non si dica si ritrovano in una fossa. 22-7. Sul gioco dell’intercetto si infortuna Kenny Clark, brutto colpo per Green Bay, non tanto per la gara quanto per il campionato.
Il field goal di Dan Bailey messo in piedi con Mattison e Kyle Rudolph in 14 secondi non tange particolarmente i Packs, che in questo quarto hanno capito di avere le mani saldamente sul volante.

La prima serie del secondo tempo serve solo per capire che al campo è arrivato anche il promettente rookie scelto al primo giro da Minnesota. Cousins prova due volte a servire Justin Jefferson dopo una serie di corse e ne cava 9 yard. La giornata del quarterback numero 8 è sin qui di quelle acerbe.
Nulla di fatto nemmeno dai gialloverdi. Valdes-Scantling lascia cadere un pallone di Rodgers che grida vendetta. Risposta numero 1: AR12 gioca da fenomeno qual è e avrebbe meritato qualche ricevitore soprattutto dall’ultimo ricchissimo draft.
Ad azzardare nel possesso successivo è Minnesota, dopo che Cousins si è fatto valere più con le gambe che con le braccia. Ma sul 4 e 3 la connessione con Tajae Sharpe non si concretizza.

Rodgers ritrovato l’ovale va subito per la giugulare. Ma Valdes-Scantling rimanda alla risposta numero 1. Serve pazienza. E con pazienza Rodgers riprova ancora per MVS poco dopo. Stavolta il numero 83 la prende e per i Packers si apre la strada verso il 29-10 firmato ancora da Davante Adams. Risposta numero 2: la difesa dei Minnesota Vikings non è pervenuta. I cornerback o sono troppo giovani come Cameron Dantzler, e commettono inevitabili errori di esperienza, o sono sospetti, come Mike Hughes. La linea difensiva senza Danielle Hunter, infortunato, non è un fattore. La partita è virtualmente chiusa. Anche perché siamo già arrivati negli ultimi 15 minuti.

Ecco gli ultimi 15 minuti, appunto. Migliorano le statistiche dell’attacco vichingo. Ma non cambiano la sostanza. Cousins azzecca un touchdown profondo per Thielen subito. E Cook da due fa sì che il punteggio diventi 29-18. Siamo entrati nella partita di flag football. Rodgers costruisce la segnatura di Aaron Jones con una rasoiata per Allen Lazard da 38 yard. Cousins per un drive coinvolge tutti, Jefferson, Olabisi Johnson, anche Irv Smith. E Cook segna con conversione da due. Ma è sempre -10: 36-26 e senza la sensazione che la rimonta stia davvero arrivando. Green Bay non intende spostarsi dal sedile del guidatore.
Otto giochi, 75 yard, 4 minuti e 36 secondi. Aaron Jones ancora dentro la end zone gialloviola: 43-26.
L’ultima segnatura di Thielen, anche questa infiocchettata da una conversione da due, fissa il tabellone: 43-34.

Green Bay comincia con una vittoria una stagione nata sotto auspici non proprio positivi. Aaron Rodgers gioca come chi ha tutta l’intenzione di dimostrare il suo valore fino in fondo, Jordan Love o non Jordan Love. Il quarteback rookie scelto dai Packers al primo giro, e sostituto designato del 12, è terzo della depth chart, per ora. Fare a fettine una secondaria inesperta come quella vichinga d’altronde è stata davvero una passeggiata per un futuro hall of famer. In gare più tirate però i drop di Valdes-Scantling (che il suo statisticamente l’ha poi portato a casa) peseranno eccome e non aver fornito mani più gentili ad AR tornerà ad essere una critica più che fondata da muovere alla dirigenza del Wisconsin. Questo nonostante Rodgers prima della gara abbia elogiato proprio MVS per il lavoro nell’ultima settimana di camp.

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Minnesota comincia, invece, come peggio non poteva e non deve trarre in inganno il quarto periodo iperproduttivo, quando la difesa di Green Bay, peraltro senza Clark, ha tirato i remi in barca. Così come la retroguardia ha bisogno di parecchio tempo per rodarsi, l’attacco deve essere più incisivo quando si indirizza la partita se Minnesota vuole togliersi qualche soddisfazione e non vuole impiccare una difesa che già ha un suo irto percorso da portare avanti.

Spicca, infatti, il tempo di possesso del pallone: i Vikings hanno stabilito un record negativo di soli 18 minuti e 44 secondi. Mai nessuno da quando è stato introdotto il tempo di possesso nel 1977 aveva tenuto l’ovale così poco. Se il reparto difensivo con le sue difficoltà congenite e pure obbligato a stare in campo in eterno per i Vikings sarà una lunga annata. Risposta numero 3: detto delle secondarie, penalizzate anche dalla poca pressione portata su Aaron Rodgers, è stato un problema anche contenere le corse. Senza Michael Pierce in mezzo c’è davvero il deserto. E in un contesto così la OL dei Packers ha contenuto agevolmente l’ultimo innesto Yannick Ngakoue. 

Nel silenzio dell’US Bank Stadium, infine, Rodgers ha lanciato per 4 touchdown. Nelle precedenti tre gare era riuscito a trovare i suoi ricevitori in end zone solo due volte. In tutto. E Rodgers non riusciva a pescare 4 volte i ricevitori in end zone nello stesso match dal 2017. Risposta numero 4: sì, in qualche modo anche l’assenza dei tifosi si fa sentire.

Un ultimo record segnato nella gara di domenica: Davante Adams con 14 ricezioni ha pareggiato il record dei Packers di ricezioni in una gara. Appartiene a Don Hutson da 78 anni.

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