NFL Preview 2020: Miami Dolphins

Miami Dolphins … Uhm, vediamo un po’, Miami Dolphins… Miami Dolphins… dove eravamo rimasti?…  Ah sì, il cambio totale, via tutti… Brian Flores… Fitzpatrick in, Fitzpatrick out… #tankfortua… la NFL dovrebbe fare qualcosa per impedire una simile vergogna (cit.)… 3 vittorie nelle ultime 5…  i Patriots battuti in casa loro… 14 picks e un bilico pieno di soldi… Tua alla #5 e col #1… beh, dai, non è andata male… no?

No, non è andata male. Ma adesso viene il difficile: i Miami Dolphins e Brian Flores stanno per avere tutti gli occhi addosso. Perché non basta aver fatto bene un anno (anche se averlo fatto il primo anno è già qualcosa), adesso fateci vedere che riuscite farlo anche il secondo. Perché sì, certo, avete scelto Tua Tagovailoa e firmato i vari Byron Jones, Kyle Van Noy e compagnia, adesso fateci vedere che sapete metterli insieme e farci una squadra che funzioni. Perché, dai, son bravi tutti a vincere le partite con un calendario scrauso, adesso fateci vedere che riuscite a farlo anche col secondo calendario più difficile della lega.

Eh, certo… adesso arriva il difficile, dicevamo: riuscire a continuare la salita senza scivolare indietro. Perché è proprio lì che i Dolphins sono: in salita. Contrariamente a quello che pensa qualcuno, a Miami sanno di non aver ancora scollinato e di dover pedalare ancora duro per arrivare, forse, a farlo. E guarda un po’, tutto il capitale di scelte e soldi accumulato a prezzo di dolorosi addii, sacrifici e (anche) sconfitte è infatti stato impiegato in un modo inconsueto per i Dolphins: nessuna spesa fuori mercato (alla Suh, per capirci) solo per dimostrare che Stephen Ross ha le tasche parecchio profonde, l’unico colpo inatteso è stato quello di Jones e, alla fine, la vera stella è arrivata dalla pick #5 del draft, pur sapendo (e sperando) che ci vorrà un pochino di più per vederla brillare. Sia dalla free agency che dal draft sono arrivati giocatori tosti e di talento, con carattere e personalità, presi per rinforzare ulteriormente le fondamenta e i muri del progetto. Per gli skill players c’è tempo, adesso servivano altri mattoni per attrezzarsi alla nuova sfida che, come Brian Flores & Chris Grier sapevano già benissimo, non sarà per niente banale.

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Ladies and gentlemen, please welcome the 2020 Miami Dolphins.

OFFENSE

Miami Dolphins

Nello spazio di una offseason è cambiato quasi tutto, e sono proprio pochi i reduci dello scorso anno a poter essere ragionevolmente visti come probabili titolari. Forse giusto giusto Devante Parker e Mike Gesicki, guarda caso i due giocatori che nel 2019 hanno mostrato i miglioramenti più marcati e che dietro di loro hanno una buona serie di punti di domanda, fra giovani e rientri da infortuni. Ma, siccome con Flores nessuno è mai sicuro di nulla, non diamo per scontato neanche questo e rimaniamo sul “ragionevolmente sicuro”.

Il backfield è una cosa (“per fortuna” si può dire?) totalmente diversa dall’anno scorso. Jordan Howard e Matt Breida dovrebbero essere i primi due con dietro i “veterani” Patrick Laird, Myles Gaskin e Chandler Cox (tutti al 2° anno) a battagliare per i posti di rincalzo. Sì, non ho citato Kalen Ballage. No, non è una dimenticanza. Next…

Come il backfield, anche la linea offensiva aveva bisogno di essere piallata, ed è più o meno quello che è successo. Fra innesti in free agency e scelte al draft quest’anno si ricomincia quasi da zero; nel roster mancano le certezze (Tunsil… sic…) ma ci sono speranze e potenzialità. Visto il trend positivo dello scorso finale di stagione, si spera che il coaching staff riesca a sviluppare qualcosa attorno ai veterani Ereck Flowers, Ted Karras e Jesse Davis.

E’ tutto? Tranquilli, no che non è tutto… La domanda, ovvia, è “quando partirà titolare Tua?”. La risposta, altrettanto ovvia, è “quando Flores riterrà che sia arrivato il momento” e dipende da diverse cose: quando sarà a posto fisicamente, quando avrà conquistato la fiducia dell’allenatore e dei compagni, quando la linea offensiva avrà raggiunto uno stato tale da potersi fidare di metterci dietro il futuro della franchigia. Nel frattempo, Ryan Fitzpatrick farà il suo, come lo scorso anno, aiutando a costruire e a mettere a posto la casa che, prima o poi, sarà di Tua Tagovailoa.

DEFENSE

dolphins defense

La difesa ha tratto beneficio più dalla free agency che dal draft. Molti dei soldi spendibili sono stati reinvestiti sul lato difensivo, dove di bisogno ce n’era eccome. Rifatta la pass rush con gli arrivi di Emmanuel Ogbah e Shaq Lawson, migliorati i linebackers con gli innesti di Kyle Van Noy e Kamu Grugier-Hill, potenziata la secondaria dove l’aggiunta di Byron Jones sul lato opposto a Xavien Howard dà ai Dolphins una delle coppie di cornerback più forti (e pagate) dell’intera NFL.

Dal draft sono comunque arrivati aggiustamenti interessanti, come Raekwon Davis in linea, Noah Igbinoghene e Brandon Jones in secondaria, Curtis Weaver e Jason Strowbridge in pass rush. Tanti cambiamenti, quindi, ma tutti dovuti: il reparto lo scorso anno ha mostrato tutti i suoi limiti, apparendo chiaramente come il punto debole di una squadra (ah-ehm…) già non fortissima di suo. Ci si aspettano miglioramenti, ovvio, e molto dipenderanno anche dalla nuova filosofia e dal nuovo coordinatore. Il che ci porta ad un altro capitolo…

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COACHING STAFF

L’impressione che in molti avevano alla fine della scorsa stagione è che Miami fosse stata una squadra molto bene allenata. Per questo ha destato un certo stupore la decisione di Brian Flores di cambiare entrambi i suoi coordinatori. Ma come, non era bene allenata? Sì, ma…

Il licenziamento di Chad O’Shea, che era con Flores ai Patriots e lo aveva seguito ai Miami Dolphins, è ancora un po’ nebuloso nelle circostanze, ma sembra motivato dalla volontà di voler rendere più efficiente l’attacco, semplificando il playbook e rendendolo più adatto allo sviluppo di un nuovo quarterback. Il nuovo OC Chan Gailey, vecchia volpe della sideline, è visto come l’innesto di esperienza che Flores aveva cercato anche lo scorso anno con Jim Caldwell, prima che quest’ultimo dovesse rinunciare per motivi di salute. Inoltre, è considerato uno dei più ferventi sostenitori fra i pro della spread offense, il che depone a favore di un cambio abbastanza radicale dall’attacco “modello-Patriots” che lo scorso anno i Dolphins avevano cercato di implementare. Ciò potrebbe sposarsi bene sia con Fitzpatrick, che ha già lavorato con Gailey sia a Buffalo che ai Jets, sia con Tagovailoa che, come tutti i quarterback in uscita dal college, non può che beneficiare nel suo inserimento da una filosofia più facile da apprendere. È una mossa non esente da rischi (ad esempio, Gailey era ritirato da due anni) ma non si può dire che a Flores manchi la capacità di prendere decisioni difficili.

Il cambio di Patrick Graham, invece, non è stato un licenziamento ma è stato lo stesso coach a lasciare per andare a ricoprire la stessa posizione ai New York Giants. Molto amico di Flores, Graham ha però supervisionato un reparto che nel 2019 è stato il 30esimo nella NFL, anche se a parziale scusante c’è quella di un roster davvero ridotto all’osso, con giocatori presi dalla strada e schierati due giorni dopo, sconosciuti perfino all’intera redazione di Cool Bueno. Il cambio in questo caso sarà però meno drastico, perché il successore è stato individuato in casa, nella persona dell’ex-coach della secondaria Josh Boyer: anche lui legato da una solida relazione a Flores, ha nel curriculum lo sviluppo di molti giocatori sconosciuti (da Malcom Butler a Nik Needham), ed è considerato un allenatore in ascesa e la persona più indicata per il posto. Con i bei rinforzi arrivati ed una certa continuità gestionale, ci sono i presupposti per migliorare.

Record previsto: 7-9

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I nostri voti

Offense
Defense
Coaching Staff

Sei diplomatico e speranzoso per i due reparti e per il coaching staff. Molti cambiamenti promettenti (la OL rifatta, i nuovi coordinatori, il fattore Tua) ma da verificare sul campo.  

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Mauro Rizzotto

Più vecchio di quello che sembra, continua a sentirsi più giovane di quello che è. Fra una partita della sua Juve e una dei suoi Miami Dolphins sceglie la seconda. Fra una partita dei Dolphins e la famiglia... sceglie sempre la seconda. Vabbè, quasi sempre. Sennò il tempo per scrivere su Huddle dove lo trova?

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