La leggenda di Johnny Manziel

Circa due settimane fa, in un’intervista con il “Lubbock Avalanche-Journal”, Johnny Manziel ha velatamente annunciato il suo ritiro dal football, sottolineando che quel mondo fa ormai parte del suo passato. Su Manziel si è scritto molto nel corso degli anni, ponendo il focus principalmente sui suoi problemi fuori dal campo e sul suo fallimento nella NFL. All’interno di questo articolo però non sarà presente niente di tutto questo, poiché a soli sette anni di distanza dal suo addio al college, ciò che Manziel è significato per il college football e Texas A&M sta cominciando a cadere nel dimenticatoio.

Johnny Manziel negli anni trascorsi a Texas A&M è riuscito a costruirsi attorno a lui un’aura quasi mistica, riuscendo a stupire una nazione intera per due anni ed annichilendo record e barriere in NCAA grazie ad un sistema offensivo pensato per valorizzare ogni singolo aspetto del suo gioco, in un percorso unico che lo ha portato a diventare la più grande celebrità nella storia del college football.

“Nel corso di un anno la mia vita è cambiata in modo irreversibile, sono passato dall’essere uno dei numerosi giocatori di football che il campus di Texas A&M vede ogni anno, ad avere oltre cento persone che mi aspettavano fuori dalla classe ogni giorno”

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Nonostante Johnny Manziel sia entrato a Texas A&M nella stagione 2011, la sua prima vera stagione in squadra fu quella del 2012. Nel 2011 infatti l’allora head coach Mike Sherman decise di applicare a Manziel la “redshirt”, ovvero una clausola che permette al giocatore di allenarsi, senza poter disputare le partite ufficiali, al fine di preservare un anno di eleggibilità nella sua prima stagione al college. Nel 2011 infatti Ryan Tannehill era prossimo a disputare la sua ultima stagione a College Station prima di approdare al Draft del 2012, dunque, visto che in quel ruolo era già presente un titolare di livello, l’head coach decise di attuare questa strategia. Tra la stagione 2011 e 2012 avvennero però due grandi cambiamenti per Texas A&M, accaduti nel momento cruciale della lotta che Johnny Manziel stava disputando al fine di ottenere il posto da titolare per la stagione 2012. Dopo 16 anni nella conference “BIG 12” infatti, gli Aggies passarono alla Western Division della Conference “SEC”, contesto nel quale competono super potenze del college football del calibro di Alabama ed LSU. Inoltre, dopo la mediocre stagione 2011, Texas A&M non confermò l’head coach Mike Sherman, optando invece per Kevin Sumlin ed il coordinatore offensivo Kliff Kinsgbury, reduci entrambi da una buona stagione all’Università di Houston. In particolare il punto di forza dei due nuovi coach era rappresentato dalla spumeggiante ed innovativa filosofia offensiva proposta, costruita attorno ai concetti di “Air Raid” e “no-huddle”.

Con la stagione 2012 ormai alle porte, Johnny Manziel vinse il posto di quarterback titolare soltanto nel corso degli allenamenti estivi, a circa due settimane dall’inizio della stagione. Dunque nel giorno del suo esordio, Manziel si trovò catapultato in una nuova conference ed in un nuovo sistema offensivo, diventando il primo freshman quarterback ad essere titolare per Texas A&M dal 1944, il tutto in una partita trasmessa dalla televisione nazionale contro i Florida Gators. Tuttavia, il vero esordio stagionale di Texas A&M si sarebbe dovuto giocare circa una settimana prima contro Louisiana Tech, ma a causa dell’avvento dell’Uragano Isaac che si palesò proprio in quel territorio, la partita venne posticipata.

Nonostante la sconfitta contro Florida e qualche difficoltà iniziale nel passing game, la prima lampante caratteristica di Johnny Manziel fu la sua tremenda capacità di spaziare fuori dalla tasca ed estendere le giocate grazie alle sue gambe, fattori che dimostrarono sin da subito che Manziel incarnava alla perfezione l’essenza del “dual-threat” quarterback. Con il passare delle settimane Johnny Manziel cominciò anche a sviluppare un’ottima chimica con il suo pacchetto ricevitori, composto principalmente dai walk-on Ryan Swope e Travis Labhart ma soprattutto dall’attuale stella dei Buccaneers Mike Evans.

La prima stagione di Manziel a Texas A&M fu un susseguirsi continuo di sorprese, in quanto un giocatore completamente sconosciuto all’inizio della stagione, continuò settimana dopo settimana a mettere a referto prestazioni incredibilmente efficienti, finendo per realizzare una stagione storica e rivoluzionaria sotto ogni punto di vista.

I primi segnali importanti del potenziale di Johnny Manziel arrivarono rispettivamente nelle week 3 e 4. In week 3 contro South Carolina, il quarterback nativo di Kerrville terminò la sua prestazione con due sensazionali touchdown su corsa da 39 e 20 yard, ai quali andarono a sommarsi i tre su lancio per siglare la vittoria finale di A&M con il punteggio di 70-14. In week 4 invece contro Arkansas, Manziel superò con una facilità disarmante il record di yard totali guadagnate in una partita della SEC, primato che resisteva dal 1969 e stabilito da Archie Manning, padre di Eli e Peyton. Con 453 yard su lancio e 104 su corsa messe a referto nella vittoria degli Aggies, il giovane quarterback cominciò a scrivere una pagina di storia del college football, totalizzando 557 yard totali e dunque superando il primato di Manning di ben 17 yard, per un record che superò nuovamente dopo due settimane, grazie alle 576 yard collezionate contro Louisiana Tech.

L’attacco architettato da Sumlin e Kingsbury ed interpretato da Johnny Manziel, prese totalmente alla sprovvista l’intero college football. Alle innovative strategie offensive si aggiunse ovviamente il talento puro di Manziel, il quale rappresentava un incubo in uscita dalla tasca, grazie ad un baricentro molto basso e la capacità di eludere di difensori.

Dopo un brutto blackout contro LSU che valse la seconda sconfitta stagionale per gli Aggies, Johnny Manziel si riscattò contro Auburn, entrando addirittura nella classifica settimanale “Heisman Watch”, ranking che valuta i migliori prospetti in corsa per l’Heisman Trophy, premio conferito al miglior giocatore della stagione e che dalla sua istituzione nel 1935 non fu mai stato consegnato ad un giocatore al suo primo anno.

TURNING POINT 

Il vero e proprio punto focale della stagione di Texas A&M fu però la sfida di week 10 contro Alabama, nella quale gli Aggies, prossimi alla loro prima trasferta in quel di Tuscaloosa, arrivarono con un bilancio di 7-2 ed il 15esimo posto nel ranking NCAA. La corazzata dei Crimson Tide arrivò alla partita in una posizione totalmente diversa, in quanto campioni in carica, primi nel ranking NCAA, possessori della prima difesa della nazione ed imbattuti da 13 partite consecutive. Nel corso del match cominciò a nascere la leggenda di “Johnny Football”, soprannome conferito a Manziel che da quel punto in poi non lo abbandonò mai più nel corso della sua carriera. Texas A&M iniziò la partita infierendo ad Alabama un parziale di 20-0, riuscendo a resistere al tentativo di rimonta e dunque concludendo con un 29-24 finale che condannò i Crimson Tide alla loro prima sconfitta stagionale. Con la nazione sotto shock dopo la prestazione da due touchdown e zero turnover di Manziel, l’head coach Kevin Sumlin delineò la situazione nel migliore dei modi, affermando:

“Nessun momento è troppo grande per lui”.

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Nella partita in cui nacque la leggenda di “Johnny Football”, Manziel completò un passaggio da touchdown ai limiti del reale, dopo aver tentato uno scramble, rischiato di perdere la palla ed aver colto di sorpresa la difesa di Alabama. 

La partita contro Alabama cambiò per sempre la vita di Johnny Manziel, allo stesso modo in cui la celebre ricezione contro i Dallas Cowboys cambiò quella di Odell Beckham Jr. Come detto successivamente in diverse interviste ed in apertura di articolo, Manziel passò dall’essere uno dei tanti nel campus di Texas A&M, ad uscire con Drake (dal quale è stato citato nella sua canzone “Draft Day”) ed incontrare di persona LeBron James. In seguito a quella vittoria, Manziel passò anche al primo posto nella corsa ai favoriti per l’Heisman Trophy.

Texas A&M terminò la stagione regolare con un bilancio di 10-2 e la qualificazione per il Cotton Bowl contro gli Oklahoma Sooners.

PIONIERE

Prima dell’ultima partita stagionale però, venne assegnato l’Heisman Trophy. Sul palcoscenico di New York, Johnny Manziel distrusse una barriera presente da 77 anni diventando il primo freshman della storia ad essere incoronato miglior giocatore della stagione, dopo aver battuto la concorrenza di Manti Te’o di Notre Dame e Collin Klein di Kansas State. I numeri furono chiaramente dalla parte di “Johnny Football”, in quanto il quarterback produsse oltre 4600 yards totali in stagione, battendo i record della SEC appartenuti a Cam Newton e Tim Tebow e divenne il quinto giocatore della storia a totalizzare almeno 3000 yard su lancio e 1000 su corsa in una stagione. Johnny Manziel rilasciò la sua prima intervista ai media proprio dopo la cerimonia dell’Heisman Trophy, in quanto il codice comportamentale dettato da Kevin Sumlin non permetteva ai freshman di parlare ai giornalisti. Manziel cominciò la sua prima intervista dicendo: “Per tutta la stagione ho sentito persone dubitare di me, dire lui non può fare questo o quest’altro, ed ho usato tutto ciò come motivazione per arrivare a questo punto”. Dopo di lui, soltanto Jameis Winston riuscirà a vincere il premio nel suo anno da freshman, lasciando i due quarterback come uniche eccezioni negli 85 anni di storia del trofeo.

Johnny Football

La stagione 2012 si concluse alla perfezione per Texas A&M, in quanto gli Aggies misero alle corde anche Oklahoma per aggiudicarsi il Cotton Bowl, grazie ad un sontuoso Manziel da 516 yard e quattro touchdown. “Johnny Football” fece razzia di trofei, aggiudicandosi anche il “Davey O’Brien Award”, conferito al miglior quarterback della stagione.

Con il sipario calato sulla stagione 2012, tirare le somme sul resoconto di Johnny Manziel risultava quasi riduttivo: primo freshman a vincere l’Heisman, esultanza nella quale sfoggia le banconote emulata da tutta America, Texas A&M portata in una posizione mediatica nella quale non era mai stata, il tutto diventando la più grande celebrità nella storia del college football. A confermare questo status ci pensò anche l’iconico magazine “Time”, che decise di dedicare a Johnny Manziel la cover-story della rivista nel mese di Settembre 2013, seguita dal titolo: “E’ il momento di pagare gli atleti collegiali”.

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Time Manziel

Nella preparazione alla stagione 2013, il quesito più grande presente attorno al nome di Johnny Manziel era se egli fosse soltanto il boom di una stagione, oppure se il quarterback fosse riuscito a mantenere quel livello. Un’altra distrazione per Manziel fu l’accusa rivolta dall’NCAA nei suoi confronti sul fatto che avesse firmato autografi in cambio di denaro nel Gennaio precedente, ma l’accusa cadde presto senza avere particolari ripercussioni sulla stagione del giocatore texano.

La stagione 2013 cominciò nel migliore dei modi per gli Aggies, i quali confermarono l’estrema efficienza offensiva mostrata nel 2012, seppur con qualche lampante lacuna difensiva. In seguito a due vittorie nelle prime due partite, i riflettori si spostarono su Kyle Field per una nuova sfida contro la due volte campione in carica e detentrice del primo posto nel ranking, Alabama.

“BAMA VS A&M II”

Nel 2012 i Crimson Tide vennero messi alle corde dallo straripante attacco degli Aggies e nella seconda sfida tra le due compagini la situazione non cambiò, visto che la difesa di Alabama concesse ben 628 yard totali (record negativo di tutti i tempi per i Crimson Tide) agli Aggies, ma il risultato finale premiò l’astuzia di Nick Saban e l’ottima prestazione del quarterback AJ McCarron. A differenza del game plan stipulato l’anno precedente, Nick Saban non pensò a come arginare Johnny Manziel e gli Aggies, ma si concentrò sull’aggressività offensiva dei suoi sin dal primo drive, soprattutto sulle corse, sfaccettatura del gioco molto sofferta dalla difesa texana. Le 234 yard prodotte su corsa ed i quattro touchdown lanciati da McCarron furono sufficienti per mettere alle corde gli Aggies con il punteggio di 49-42. Dall’altra parte a spezzare i tentativi di rimonta di Texas A&M arrivarono due pesanti intercetti lanciati da Manziel, di cui il primo in seguito ad un’errata lettura difensiva nella endzone, mentre il secondo trasformato in una pick-six da oltre 70 yard. Nonostante i due intercetti decisivi in negativo, la prestazione di “Johnny Football” fu comunque sopra la media, con oltre 500 yard prodotte e cinque touchdown totali.

La stagione di Texas A&M continuò tra alti e bassi, con la squadra penalizzata dalla propria difesa. Nelle cinque partite successive alla sconfitta con Alabama arrivarono però quattro vittorie ed una sconfitta, prima delle due suggestive partite contro UTEP e Mississippi State, che incarnarono alla perfezione il Manziel giocatore e personaggio. Contro UTEP infatti, compagine di gran lunga meno quotata di Texas A&M, gli Aggies partirono male in attacco, dimostrando superficialità. Al termine del primo quarto, dopo aver ricevuto l’appoggio di Kevin Sumlin, Manziel prese da parte il reparto offensivo strigliandolo e motivandolo al fine di tornare in campo con la mentalità giusta. Manziel, che venne nel post-partita elogiato dai compagni di squadra, guidò gli Aggies alla vittoria con un punteggio di 57-7.

Il match di week 10 contro Mississippi State coincise con una serie di scenari molto particolari. Quella partita fu infatti l’ultima della stagione 2013 davanti ai tifosi di casa, evento che fece riempire lo stadio con circa 88.000 spettatori, tra cui l’ex Presidente degli Stati Uniti George H.W. Bush e l’allora Governatore del Texas Rick Perry. I tifosi di Texas A&M, sapendo che quella sarebbe stata probabilmente la loro ultima occasione di vedere giocare Johnny Manziel per la propria squadra, visto l’imminente Draft 2014 al quale il quarterback avrebbe potuto rendersi eleggibile, decisero comunque di provarci cantando a ripetizione “One more year”, nel tentativo di convincere Manziel a restare a College Station per un altro anno. Anche per Mississippi State quella partita fu molto particolare, in quanto il freshman quarterback Dak Prescott, attuale stella dei Cowboys, decise di scendere in campo a pochi giorni dalla morte della madre, raccogliendo enorme supporto da parte del pubblico di Texas A&M. Johnny Manziel chiuse la sua ultima partita casalinga con una vittoria e cinque touchdown su passaggio, mandando in visibilio i tifosi.

Questo corto video realizzato da ESPN è un flash di tutto ciò che Johnny Manziel ha rappresentato per il college football, dall’iconica esultanza, all’incredibile mobilità e clutchness del quarterback texano.

La stagione degli Aggies giunse al termine con due pesanti sconfitte contro LSU e Missouri che portarono A&M ad un bilancio di 8-4 in chiusura di stagione regolare, con un posto nel Chick-Fil-A Bowl contro Duke. Nel frattempo l’Heisman Trophy venne assegnato a Jameis Winston, che in seguito completò la sua stagione vincendo anche il titolo nazionale, Johnny Manziel invece concluse al quinto posto nella votazione.

Nel bowl game contro Duke, gli Aggies si ritrovarono sotto per 38-17 all’intervallo, ma in pieno stile-Manziel, il quarterback guidò i suoi alla rimonta prima di terminare il match vincendo per 52-48 e lanciarsi tra i propri tifosi, i quali furono testimoni della migliore cosa mai accaduta al college texano. Grazie a Johnny Manziel infatti, l’Università di Texas A&M nel 2013 ricevette circa 740 milioni di dollari di donazioni (oltre il doppio rispetto agli anni precedenti), stabilendo il record per ammontare di denaro donato ad un ateneo pubblico. A riguardo il Presidente della fondazione di Texas A&M disse: “Quando hai un quarterback che rappresenta una calamita per i media ed ottiene numerosi successi sul campo, l’euforia generata si palesa anche tramite queste donazioni da record”. 

Dopo aver collezionato un bilancio di 20-6 nelle sue due stagioni con gli Aggies, Manziel annunciò la sua candidatura al Draft nel gennaio 2014. Conclusa la stagione 2013, calò dunque il sipario su uno dei giocatori più iconici nella storia del college football. Con il passare del tempo gli enormi errori commessi da Manziel fuori dal campo non faranno altro che cancellare le sue strepitose imprese con gli Aggies. Ma tralasciando il triste modo in cui egli ha mandato a monte la sua carriera, è giusto ricordare Manziel come uno dei giocatori più elettrizzanti ad aver mai calcato un campo di college football.

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