Giocatori al secondo anno prossimi all’eccellenza

Dopo soltanto un anno, la classe offensiva del Draft 2019 ha già mostrato e confermato un’enorme potenziale. Escludendo i giocatori che già nella loro stagione da rookie hanno dimostrato di essere un gradino più maturi degli altri, come Kyler Murray, Josh Jacobs, DK Metcalf ed AJ Brown, ce ne sono altrettanti in linea per fare un’importante salto di qualità ed affermarsi come punti focali dei rispettivi sistemi offensivi già a partire dalla prossima stagione.

Daniel Jones

Quarterback, New York Giants
(13 partite, 284-459, 3027 yard, 24 TD, 87.7 rating, 12 INT, 284 rush yard, 2 TD, 11 fumble)

Quando i Giants decisero di investire la propria sesta scelta assoluta per selezionare Daniel Jones al Draft 2019, passando su talenti più quotati come Dwayne Haskins e Josh Allen, vennero criticati aspramente, ma l’ex giocatore di Duke, nonostante una campagna da rookie altalenante, ha mostrato a tratti caratteristiche da franchise quarterback.

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La versione 2019 dei New York Giants è stata però tutt’altro che positiva: la linea offensiva ha sicuramente incontrato miglioramenti rispetto al passato ma è comunque rimasta sotto la media NFL in fase di protezione ai passaggi, inoltre il sistema offensivo sviluppato da Pat Shurmur e Mike Shula non si è rivelato efficace (lo scarso utilizzo di giocate in play action è stato un aspetto che ha reso l’attacco newyorkese ancora più prevedibile), infine il reparto è stato anche tormentato dagli infortuni (Saquon Barkley, Evan Engram e Sterling Shepard), tutti fattori che hanno remato contro l’adattamento di un quarterback al primo anno nel panorama professionistico.

L’offseason però, oltre ad investimenti mirati al fine di proteggere Daniel Jones e Saquon Barkley, ha comportato anche una rivoluzione nel coaching staff, Pat Shurmur e Mike Shula sono stati infatti rimpiazzati da Joe Judge, che ricoprirà il ruolo di capo allenatore e Jason Garrett, al quale invece verranno affidate le redini della gestione offensiva. Garrett in particolare, dovrebbe rappresentare un profilo eccellente per lo sviluppo di Jones, visto il lavoro ed i risultati ottenuti dall’ex capo allenatore di Dallas con Tony Romo e Dak Prescott.

Il futuro attacco dei “Big Blue” sarà con ogni probabilità influenzato da quello dei Dallas Cowboys, sistema che per la franchigia texana ha funzionato per oltre un lustro. Ci si potrà aspettare dunque dai Giants il tentativo di imporre il running game nei primi down (piano spesso eseguito da Dallas con Ezekiel Elliott) ed un vasto utilizzo dell’11 personnel, in modo da concedere raramente alla difesa di schierare 7 o più difensori nella box per arginare Saquon Barkley, permettendo di conseguenza all’attacco di correre in modo più efficiente, allentando anche la pressione su Daniel Jones.

In questo touchdown lanciato da Daniel Jones contro gli Eagles, il quarterback dei Giants esegue alla perfezione la giocata risolvendo due nodi. In primis, con i difensori che si avvicinano, è perfetta la sua “scalata nella tasca” con piccoli passi e poi un breve scramble verso sinistra per guadagnare il tempo giusto prima di piazzare il lancio perfettamente tra le mani di Golden Tate, marcato in modo molto stretto dal cornerback Rasul Douglas.

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Jason Garrett inoltre è solito dare molta libertà al quarterback alla linea di scrimmage, in modo che egli possa fare le sue constatazioni in base a come è schierata la difesa, chiamando successivamente la giocata. Jones ha mostrato qualche problema in fase di lettura nel suo anno da rookie, ma lavorare con Garrett aiuterà senza ombra di dubbio il quarterback 23enne sotto questo aspetto. Nel corso della offseason, Daniel Jones ha anche lavorato nello specifico per risolvere il problema dei fumble avuto nel 2019 (11 persi nella sua stagione da rookie, primo nella lega), ma da questo punto di vista gioverà al quarterback anche l’aggiunta del tackle Andrew Thomas, profilo selezionato con la quarta scelta assoluta e che andrà immediatamente a ricoprire il ruolo di right tackle. Se gli infortuni dovessero essere clementi, Jones avrà a disposizione anche un ottimo pacchetto ricevitori, composto da Darius Slayton, Sterling Shepard, Golden Tate ed Evan Engram, oltre alla stella Saquon Barkley. Jason Garrett troverà dunque in Daniel Jones un campo molto fertile da coltivare, capace di creare giocate dalla tasca, cosi come con la tasca collassata, caratteristica che lo rende uno scrambler affidabile e sottovalutato.

Miles Sanders

Running back, Philadelphia Eagles
(16 partite, 179 portate x 818 yard e 3 TD, 50 ricezioni x 509 yard e 3 TD)

Già nella sua stagione da rookie, conclusa con 1327 yard totali e 6 touchdown, Miles Sanders si è messo in mostra come un running back estremamente duttile, capace di mettere in ginocchio la difesa sia su corsa che su ricezione. L’impatto avuto da Sanders nel suo primo anno tra i professionisti è stato molto positivo, dovuto anche alla buona linea offensiva di Philadelphia (14esima nel 2019 in run blocking) e la fantasia del capo allenatore Doug Pederson, il quale grazie al frequente utilizzo di run-pass options, rende il suo attacco decisamente più efficiente ed imprevedibile. Nel 2019 inoltre Miles Sanders è stato il nono running back che ha affrontato meno box composte da 8 o più giocatori, visto il grande utilizzo di set a tre ricevitori caratterizzati da elementi molto rapidi come DeSean Jackson ed in futuro Jalen Reagor, che aiutano a spostare l’attenzione della difesa sulle tracce lunghe.

https://twitter.com/brgridiron/status/1188528157676244992?s=20

Nel suo primo touchdown da professionista, Miles Sanders sfrutta alla perfezione il varco aperto dalla linea offensiva e lo spettacolare blocco eseguito da Jordan Howard sul linebacker dei Bills per lasciarsi tutta la difesa alle spalle e volare nella end zone.

Uno dei fattori che potrebbe spingere Miles Sanders a diventare in definitiva uno dei migliori interpreti nel suo ruolo la prossima stagione sarà il numero di opportunità. Nel suo anno da rookie infatti, con la presenza di Jordan Howard nei primi down e nelle corse corte, l’ex running back di Penn State ha collezionato solo 179 portate, ma ora, dopo gli addii dello stesso Howard e di Darren Sproles, sono rimaste vacanti ben 136 portate, che verranno ridistribuite tra Sanders e le riserve Boston Scott e Corey Clement. Se da una parte Doug Pederson non è mai stato propenso ad utilizzare running back come “workhorse”, ma bensi ha sempre optato per averne a disposizione due complementari al fine di formare una committee, dall’altra Miles Sanders lo scorso anno è diventato il primo running back a totalizzare oltre 200 tocchi in una stagione da quando Doug Pederson è diventato capo allenatore degli Eagles nel 2016.

Nonostante la qualità grafica non sia delle migliori, in questo touchdown su ricezione contro Washington, possiamo notare la wheel route percorsa da Sanders, inseguito da un linebacker, il quale verso la fine della giocata raddoppia la marcatura su Arcega-Whiteside, lasciando a Sanders lo spazio per compiere la ricezione decisiva.

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Miles Sanders molto probabilmente non si avvicinerà mai al numero di tocchi di workhorse del calibro di Christian McCaffrey, ma piuttosto, per rendere l’idea, potrebbe rientrare in un range che va dai 250 ai 280 tocchi come Alvin Kamara, seppur con meno ricezioni e più portate rispetto al running back dei Saints. In un attacco che può contare su ricevitori perfettamente funzionali al sistema come Jackson e Jeffery ed una coppia di tight end molto efficaci sia in fase di bloccaggio che nel passing game, Miles Sanders è nella posizione perfetta per rivelarsi la punta di diamante dell’attacco degli Eagles. La vera forza del giovane running back è la perfetta costruzione del suo fisico, infatti il suo baricentro basso sommato alla corporatura possente, lo rendono estremamente difficile da arginare sia in uscita dai blocchi, che dopo una ricezione.

Devin Singletary

Running back, Buffalo Bills
(12 partite, 151 portate x 775 yard e 2 TD, 29 ricezioni x 194 yard, 2 TD)

Nel suo anno da rookie, trascorso come parte integrante della commitee formata con l’inscalfibile veterano Frank Gore, Devin Singletary si è dimostrato un diamante grezzo dopo esser stato selezionato al terzo giro. Grazie alla dinamicità di Josh Allen e la capacità del passing game di allungare la difesa, “The Motor” è il running back che ha visto il minor numero di box da 8 o più giocatori nella passata stagione, fattore che insieme alla sua innata esplosività (che gli ha fornito per l’appunto il soprannome di “motore”) lo ha aiutato a compilare ben 5.1 yard per portata e 7 corse da 20 o più yard (quinto miglior valore della lega). In un backfield corposo ma perfettamente costruito come quello dei Bills, nel quale il quarterback dual-threat Josh Allen e Frank Gore venivano spesso impiegati per guadagni corti, con TJ Yeldon che occupava il ruolo di running back da terzo down, Devin Singletary è riuscito a ritagliarsi solo 151 portate.

Ecco lo zoom di una portata effettuata da Singletary contro Washington, baricentro basso, “pancake block” eseguito alla perfezione da Dion Dawkins, ed elusione d’elitè.

Nella offseason la partenza di Frank Gore ha reso vacanti 166 portate, ma i Bills hanno prontamente risposto selezionando Zack Moss, running back di Utah, al terzo giro del Draft 2020, confermando la volontà di ricostruire il backfield seguendo l’assetto del 2019. Le portate di Singletary aumenteranno nel 2020, ma con ogni probabilità Zack Moss andrà a ricoprire lo stesso ruolo di Gore, andando dunque ad occuparsi di portate corte e lavoro nella end zone. Un’altra aggiunta importante per i Bills che andrà ad allentare ancora di più la pressione sul backfield è stata quella di Stefon Diggs, giocatore che rappresenterà l’obiettivo primario di Josh Allen nel passing game insieme a John Brown, reduce da una stagione molto positiva.

Nel corso di una recente intervista, al coordinatore offensivo Brian Daboll è stata posta una domanda riguardo il futuro utilizzo di Singletary nel passing game. Il running back ha concluso la sua stagione da rookie con 29 ricezioni, 194 yard su ricezione e due touchdown, numeri modesti che probabilmente incrementeranno, ma nonostante questo Singletary non sembra sulla strada per diventare una presenza costante in fase di ricezione, in quanto lo stile di gioco di Josh Allen vede raramente i running back coinvolti nel passing game.

https://twitter.com/PFF/status/1188530194073686017?s=20

In questo touchdown su ricezione contro gli Eagles, salta all’occhio ancora una volta l’elusione (questa volta con una finta di corpo molto efficace) e la capacità di fuggire dal tackle del difensore di “The Motor” dopo aver percorso una flat route.

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Le maggiori opportunità in termini di portate, la solida linea offensiva che nella passata stagione si è classificata 14esima in run blocking e la grande efficienza con cui corre, sono tutti fattori che fanno pensare ad un’annata potenzialmente molto positiva per Devin Singletary.

Marquise Brown

Wide receiver, Baltimore Ravens
(71 target, 46 ricezioni x 584 yard e 7 TD)

Nonostante le ottime premesse mostrate sul campo, la stagione da rookie di “Hollywood” Brown è stata caratterizzata dagli infortuni, in quanto l’ex ricevitore di Oklahoma nella offseason ha ammesso di non essere mai stato nemmeno vicino al 100% della sua condizione fisica durante la stagione. Proprio per questo Marquise Brown si è sottoposto ad un intervento al piede nel mese di Febbraio, dal quale ha anche già recuperato a pieno. I problemi fisici hanno limitato Brown a giocare solamente il 51% degli snap offensivi stagionali dei Ravens, ma nonostante i limiti si è dimostrato un ricevitore estremamente veloce ed affidabile, soprattutto sulle tracce lunghe: basti pensare che Lamar Jackson ha completato 9 passaggi su 18 con 334 yard e 4 touchdown indirizzando il lancio verso Brown per 20 o più yard, mentre ha concluso soltanto 18-50 per 495 yard quando i lanci sono stati indirizzati a qualsiasi altro membro della squadra per 20 o più yard.

Prima partita della stagione, Marquise Brown riceve da Lamar Jackson dopo aver percorso una slant route dalla slot e si lascia tutta la difesa alle spalle.

Ormai vicino al pieno della sua salute, Marquise Brown ha tutte le carte in regola per diventare il target primario dell’MVP in carica Lamar Jackson in una campagna che potrebbe vedere i Ravens fronteggiare i Chiefs per un posto al Super Bowl. La sua estrema velocità (fece registrare un tempo di 4.32 secondi nel 40-yard dash) lo rende una pedina fondamentale per il coordinatore offensivo Greg Roman, il quale già nella stagione da rookie è stato solito spostarlo tra l’esterno e la slot numerose volte al fine di trovare matchup favorevoli contro i linebacker. Nonostante la bassa statura e dunque una presenza nella end zone ben diversa da quella del colosso Mark Andrews, Brown nel 2019 è stato anche il giocatore dei Ravens più cercato nella Red Zone.

Proprio in questa occasione contro i New York Jets, Marquise Brown si ritrova in marcatura il linebacker Neville Hewitt, che con i suoi 107 chili non può far altro che osservare “Hollywood”, al quale basta correre una go route, ricevere il touchdown.

“Hollywood” è ancora un route runner grezzo, che trae i suoi maggiori vantaggi dalle tracce lunghe e le yard dopo la ricezione, ma a soli 23 anni possiede ancora enormi margini di miglioramento. Nel 2019, ha concluso la sua stagione con il 42esimo miglior valore DYAR su 81 ricevitori qualificati alla statistica (valore che espone quanto un giocatore x sia migliore rispetto ad una riserva), mostrando già una grande efficienza in un sistema offensivo che resterà però prettamente basato sulle corse, soprattutto dopo l’aggiunta di J.K. Dobbins. Non ci sarebbe da stupirsi se nel corso delle prossime due stagioni Marquise Brown dovesse maturare ulteriormente ed avvicinarsi al livello di Tyreek Hill, ricevitore con il quale condivide molte caratteristiche.

Terry McLaurin

Wide receiver, Washington Football Team
(93 target, 58 ricezioni x 919 yard e 7 TD)

Con la selezione di Terry McLaurin al terzo giro del Draft 2019, Washington ha decisamente fatto jackpot. Nonostante una situazione decisamente instabile nel ruolo di quarterback tra Case Keenum ed il rookie Dwayne Haskins, “Scary Terry” si è classificato come 13esimo ricevitore per DYAR, un valore clamoroso soprattutto considerando la disfunzionalità del sistema offensivo di Washington. McLaurin è decisivo tanto sulle tracce corte quanto su quelle lunghe (15.8 yard per ricezione nel 2019), vista anche una velocità molto sottovalutata per la sua stazza (fece registrare un tempo di 4.35 nel 40-yard dash) ed è già un route runner di alto livello, con margini di miglioramento che potrebbero farlo arrivare tra i migliori cinque nel suo ruolo.

Ecco una selezione di tracce corse da McLaurin nella sua stagione da rookie, il ricevitore di Washington è già ampiamente uno dei migliori route runner della lega. In particolare salta all’occhio la sua capacità di far credere al difensore di correre una determinata traccia, prima di cambiare rapidamente direzione e ritrovarsi libero.

La presenza di McLaurin nel passing game di Washington è stata molto significativa, giocando oltre il 90% degli snap offensivi della squadra e concludendo anche come target primario nella Red Zone. La stagione dell’ex ricevitore di Ohio State era cominciata per il verso giusto con Case Keenum, quarterback d’esperienza che riconobbe immediatamente in lui il target primario, mentre invece una volta diventato titolare Dwayne Haskins (suo compagno alla corte di Urban Meyer), i due hanno incontrato difficoltà a stabilire una connessione con continuità, viste le difficoltà di lettura del giovane ed acerbo quarterback. Tuttavia l’avvento di un capo allenatore del calibro di Ron Rivera gioverà senza dubbio all’attacco di Washington, franchigia che trova in Haskins, Guice e McLaurin un trio con grande potenziale, infortuni permettendo. La figura di Ron Rivera sarà fondamentale per lo sviluppo di Dwayne Haskins, giocatore da molti già etichettato come un bust, ma che invece necessita di maturare con un capo allenatore stimolante in un sistema ben organizzato e non nel caotico contesto creato da Jay Gruden. Nell’anno in cui Washington sarà alla ricerca di una nuova identità con un roster costellato da prospetti promettenti, Terry McLaurin dominerà ancora una volta gli snap offensivi e la divisione dei target, sulla strada per diventare uno dei migliori interpreti della lega nel suo ruolo.

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