X&Os – L’albero delle tracce dei ricevitori

La puntata di X&Os che state per leggere è una delle più utili e facili da digerire tra quelle che abbiamo pubblicato finora. Oltre ad essere un aspetto fondamentale del football, le tracce corse dai pass catcher (RB, TE, WR, FB, ogni tanto pure QB e OL) sono il più “facile” da rintracciare anche guardando una partita in diretta. Conoscerle e riconoscerle vi permetterà da subito di aumentare la vostra comprensione del gioco, oltre a darvi le basi per approfondire altri aspetti tattici.

Quello che andremo ad analizzare oggi è il route tree più basilare, l’albero delle 9 tracce che ogni wide receiver deve conoscere e saper correre.

Per questo motivo, quello che consideriamo è il route tree più spoglio. Tenete presente che tutte le altre posizioni hanno un loro route tree, con tracce che un normale wide receiver nella maggior parte dei casi non è chiamato a correre (qui trovate il route tree dei tight end e dei running back).

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Tracce ricevitori

Questo è il famigerato route tree, nel quale ogni ramo corrisponde ad una direzione presa dal ricevitore. Come avrete notato, le tracce che hanno uno sbocco interno (in-breaking routes) sono contrassegnate da un numero pari, mentre quelle dirette verso l’esterno (out-breaking routes) hanno un numero dispari. Inoltre, più la traccia è profonda, più il numero è alto.

0: Hitch – Antonio Brown

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Partiamo con la più “corta” delle nove tracce. Nel correre una Hitch il ricevitore avanza di qualche yard e poi si ferma di colpo, girandosi contemporaneamente verso il QB, pronto a farsi scudo con il corpo e offrire un bersaglio facile sul corto. È ottima quando il difensore concede un cuscino di parecchie yard o quando all’attacco basta un guadagno minimo per convertire un primo down. Come ci ha mostrato AB, però, anche una traccia breve può trasformarsi in big play se il pallone arriva nelle mani del giocatore giusto.

1: Flat/Quick Out – Julian Edelman

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Altra traccia corta, qui si avanza di 3-5 passi e poi si taglia a 90 gradi verso l’esterno. Ottima come la Hitch per “rubare” yard sul corto contro la off coverage o per fermare il cronometro uscendo dal campo.

2: Slant – Michael Thomas

Forse la traccia più riconoscibile in assoluto. Se tifate Saint potreste scriverci sopra un trattato, perché da tre anni assistete alle lezioni del professor Michael Thomas. Can’t Guard Mike è per distacco il miglior giocatore nel correre questa traccia che prevede un rilascio verticale per un numero limitato di passi (da 1 a 5), seguito da un taglio diagonale verso l’interno. Comunque la si corra, la Slant richiede al WR di guadagnare una posizione interna rispetto al marcatore. Un risultato che si può ottenere grazie al fisico (sgomitando fino a guadagnare una posizione interna rispetto al difensore) oppure con la tecnica e il route running, e questo è il caso di giocatori come Davante Adams.

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3: Comeback – Amari Cooper

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Come suggerisce il nome, nella “Comeback” il ricevitore “torna indietro” dopo aver minacciato di correre fino a fondo campo. È fondamentale che il WR rilasci violentemente verso il profondo per spaventare il cornerback e poi, al momento giusto, tagli bruscamente verso l’esterno risalendo il campo. È una traccia che, essendo basata sul tempismo, richiede al WR un ottimo footwork e un’ottima intesa con il QB. Un taglio fuori tempo del WR può portare ad un incompleto, un passaggio in ritardo del QB ad un intercetto.

4: Curl – Julio Jones

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Curl significa “ricciolo” ed è proprio quello il movimento che conclude la traccia numero 4. La Curl è la sorella maggiore della hitch, nel senso che il ricevitore farà lo stesso movimento verso l’interno, ma prima di girarsi verso il QB guadagnerà tra le 8 e le 12 yard verticalmente.

5: Out – Julio Jones

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Anche qui, possiamo aiutarci: la “deep” out è come una quick out/flat, con la differenza che il taglio a 90 gradi verso l’esterno arriva a 10-15 dalla linea di scrimmage anziché a 5. La deep out traccia dei pro per eccellenza. Spesso si dice che saper correre la deep out è l’aspetto che separa i WR che la sanno ricevere (e i QB che la sanno lanciare) da chi in NFL non ci può stare, e il motivo è che la deep out  è un’altra traccia che richiede tempismo e footwork d’élite.

6: Dig – Keenan Allen

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Spesso corsa dall’X receiver (il ricevitore “principale” e per questo spesso isolato sul lato debole), la Dig è una traccia intermedia che prevede un rilascio verticale seguito da un taglio a 90 gradi verso l’interno una volta che il ricevitore ha percorso circa 15 yard.

7: Corner – Brandin Cooks

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Altra traccia molto riconoscibile, la Corner prevede un rilascio verticale seguito da un taglio esterno a circa 45 gradi verso la sideline. Viene spesso corsa dai ricevitori allineati all’interno dei numeri, che hanno più spazio per guadagnare separazione prima di arrivare alla sideline.

8: Post – DeSean Jackson

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Nella post il ricevitore ha per riferimenti i pali del field goal. Dopo aver percorso una distanza variabile correndo in linea retta, il ricevitore andrà a piegare verso l’interno con un angolo che dipenderà dalla disposizione della difesa: se la D è in split safety look (due safety profonde) l’angolo sarà più ampio e il taglio più dolce, come nel caso di Desean Jackson. Se invece il WR riconosce uno schieramento single high (una safety al centro del campo) allora taglierà ad un angolo quasi retto per evitare di “sbattere” contro la Safety.

9: Fly/Go – Mike Evans

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Nel correre una Fly il ricevitore punta direttamente al fondo del campo. Potremmo semplificarla con “Dritto pe’ Dritto”, ma la faccenda è un po’ più complicata. Certo, la Go route va effettivamente in direzione verticale, ma saper correre molto veloce in linea retta non è l’unico requisito per vincere costantemente questo tipo di tracce, che si possono correre puntando sulla tecnica, sul rilascio alla linea di scrimmage e/o sull’uso del fisico al catch point. Ce lo dimostra il fatto che Mike Evans riesce a vincere una ventina di go balls ogni anno nonostante un tempo sulle 40 spesso inferiore ai CB che devono marcarlo.

Visto così, l’albero delle tracce non sembra niente di complicato, ma non dimentichiamoci che si tratta di un’enorme semplificazione. Le routes che abbiamo visto infatti non si corrono tutte allo stesso modo in ogni occasione, anzi, possiamo dire che nessuna traccia è uguale ad un’altra, perché in ogni singola azione il ricevitore la correrà aggiustando il numero dei passi al cuscinetto lasciatogli dal cornerback, il tempismo nel suo cut in base alla leva del difensore (interna o esterna) e a un sacco di altri fattori che rendono il route running un’arte da coltivare anno dopo anno, un’arte estremamente varia, perché come abbiamo visto giocatori completamente diversi possono eccellere nel correre lo stesso tipo di traccia.

Insomma, dietro ogni traccia c’è un mondo di dettagli, e non c’è video migliorare per apprezzarli che questo break down di Doug Baldwin con Brian Baldinger.

Baldinger

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Ultimo aspetto, il successo di una traccia non è legato solo alla bravura di ricevitore e QB,  ma anche a come le tracce corse da chi non ha ricevuto il pallone hanno influenzato la difesa e aperto spazi per il target del passaggio. Legando le tracce di due o più ricevitori in campo si vanno a comporre i passing concepts, pensati per attaccare diverse coperture difensive.

Ad esempio, la cover 3 (qui trovate una spiegazione) è molto sensibile ai 3 level concepts, quelle combinazioni di tracce che attaccano un lato del campo su tre livelli: corto, intermedio e profondo. Qui sotto vediamo il Flood concept (3 level concept composto da una go, una out e una flat) giocato dai Bengals per battere la Cover 3 dei 49ers, isolando il flat defender contro due tracce che vanno a creare uno stress verticale irrisolvibile per Williams: se difende la flat spalanca la out alle sue spalle, se invece si abbassa per difendere la out finisce per regalare yard sul corto.

sails concept

 Ormai le saprete riconoscere: le tre tracce che compongono il Flood Concept sono una flat, una out e una go.

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Alberto Cantù

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3 Commenti

  1. Per quanto riguarda il discorso del flood concept, Williams non poteva semplicemente difendere la out mentre il linebacker difendeva la flat? Oppure, in alternativa, avrebbe potuto difendere la flat mentre la free safety o il linebacker centrale avrebbero marcato la out.

    1. Mi sono sbagliato, è una cover 3, quindi la free safety difende in profondità.

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