Parola all’insider: Minnesota Vikings – Cristiano Sacco

Benvenuti a questa rubrica che abbiamo rispolverato per dare spazio ai tifosi della chat Telegram di Huddle Magazine. Abbiamo scelto di intervistare veri fan di alcune squadre NFL, indipendentemente dal loro livello di competenza, prendendo in considerazione solo la loro passione.

Ci interessa infatti un punto di vista diverso da quello dei tanti analisti del gioco, noi vogliamo la prospettiva del tifoso che soffre ogni maledetta domenica per la sua squadra. Non ci resta che iniziare con l’ospite di oggi: Cristiano Sacco, tifoso dei Minnesota Vikings.

Carlo & Giorgio: Benvenuto! Rompi il ghiaccio presentandoti ai nostri lettori e raccontandoci qualcosa di te in generale, da quanto segui il football e soprattutto come sei diventato tifoso della tua squadra del cuore.

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Cristiano: Ciao! Mi chiamo Cristiano, ho 34 anni, sono della provincia di Roma e, per militanza, mi posso considerare un tifoso Vikings ormai maggiorenne. Ricordo come se fosse ieri la prima volta: 6 gennaio 2001, Minnesota-New Orleans, Divisional game… un po’ per curiosità e un po’ per passione sportiva avevo già visto qualche partita in tv della NFL ma le avevo trovate noiose, invece quella sera facendo zapping su telepiù rimasi folgorato e colpito da quell’attacco esplosivo che agli occhi di un 14enne sembrava un videogioco. Dopo neanche 3 minuti di gioco bomba da metà campo di Culpepper, ricezione di Moss e touchdown. In pochi secondi ebbi gli occhi a cuoricino per quella maglia, per quel logo, per l’atmosfera del vecchio Metrodome con il corno vichingo a suonare ad ogni giocata della squadra di casa e soprattutto per quel fenomeno di Randy Moss che ancora oggi resta il mio giocatore preferito. I primi anni era difficile seguire, mi affidavo ai risultati sul televideo del lunedì a pranzo e agli HL di programmi come USA Sport prima e Coast to Coast dopo. Successivamente con l’avvento dei social e del game pass è diventata una piacevole malattia, con buona pace di fidanzata e amici vari.

Come valuti la Free Agency? Sei rimasto soddisfatto dell’operato del Front Office o avresti preferito delle mosse diverse?

Per rispondere a questa domanda va premesso che la situazione salariale era tra le più complicate della lega, quindi mi aspettavo già poco. Poi la realtà è stata anche peggiore delle attese perché è stata una free agency basata interamente sulle partenze. La difesa ha perso ben 5 titolari, tra cui il trio di CB, lasciando il reparto da rifondare completamente. Unica firma di nota è stato l’arrivo di Michael Pierce, NT ex Ravens che ci aiuterà a fermare le corse avversarie. C’è anche stata la trade di Diggs direzione Bills che ci ha consegnato un bel numero di picks come contropartita ma umanamente parlando dispiace: Diggs sarà per sempre associato al Minneapolis miracle, indubbiamente il momento più bello e piu alto della franchigia negli ultimi 10 anni.

Qualsiasi tifoso Vikings ricorderà per tutta la vita dove e con chi era in quel momento (io da solo zompettando per casa col serio rischio di svegliare parenti e vicini). Complessivamente si può dire che nella free agency è stato fatto un passo indietro per far due passi avanti dalla stagione 2021, ripartendo da un gruppo di giocatori giovani e con più spazio salariale di manovra e in quest’ottica rientra anche l’estensione per altre due stagioni di Cousins.

Si è concluso da poco il draft più incredibile della storia per il suo svolgimento, questa modalità virtuale è riuscita lo stesso ad emozionarti? In termini di scelte invece quali squadre pensi si siano mosse meglio e quali peggio?

Si, devo confessare che il virtual draft di quest’anno è riuscito ad appassionarmi tanto quanto le precedenti edizioni. Nei giorni antecedenti c’era stata una prova generale nella quale i gm dimenticavano di silenziare il microfono quando non era il loro turno che poteva presagire il caos totale e invece tutto è filato liscio. I classici commenti sugli outfit dei giocatori sono stati sostituiti dai pareri sugli arredi delle varie case, quindi per una volta anziché sentirci come Enzo Miccio siamo diventati Paola Marella. Chi ha fatto il draft migliore? Non lo so, anche perché non ho la presunzione di poter dire di conoscere i giocatori al di fuori dei primi 3-4 giri…sicuramente dico che Baltimore e Dallas sono due squadre che hanno preso tanti prospetti che mi sarebbe piaciuto finissero ai Vikings; di contro un po’ tutti, tifosi e addetti, hanno trovato “fantasioso” il draft dei Packers, ma per scaramanzia preferisco non aggiungere altro che qua è un attimo che Jordan Love, dopo Favre e Rodgers, diventi un altro Hall of Famer e volto dei formaggini per altri 15 anni.

Venendo alle pick effettuate dalla tua squadra puoi darci una tua valutazione delle vostre chiamate? Ci sono delle scelte che avresti fatto diversamente se fossi stato il GM?

Ma guarda, su twitter ho trovato una tabella che, basandosi sui voti aggregati dati da vari esperti di diversi siti, ci vede addirittura primi nel punteggio complessivo. Per quanto dare dei grades così presto non abbia alcun senso, posso però dire che le due scelte al primo giro (Justin Jefferson WR da LSU e Jeff Gladney CB da TCU) meritano entrambe un voto altissimo perché godono di quelle ball skills necessarie per incidere da subito. Nel day 2 abbiamo preso un OT (Ezra Cleveland di Boise State) e un altro CB (Cameron Dantzler ex Mississippi St.) che dovranno lavorare per affinare la tecnica il primo, e rafforzare il fisico il secondo, prima di essere pronti ma vanno considerati starter per il futuro; tra l’altro entrambi presi più in basso rispetto a quanto si vociferava e in ruoli di assoluta necessità, il che li rende delle chiamate positive. Probabilmente al terzo giorno mi sarei comportato in maniera diversa: non avrei aspettato il settimo round per ritoccare la linea offensiva interna e la depth chart nel ruolo di safety, quello sì. Altra cosa che poteva andare diversamente è che nonostante avessimo 13 scelte al sabato non abbiamo fatto neanche una trade up, risultando troppo passivi e dando l’idea di attendere piuttosto che salire per prendere un reale obiettivo sulla board.

Chi pensi sarà il rookie fra quelli da voi selezionati e/o il giovane già nel vostro roster che avrà il maggior impatto in termini di presenze e miglioramento di reperto?

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Il primo nome che mi viene in mente è facile… Justin Jefferson, chiamato a sostituire Diggs. E nonostante questa eredità non facile, sono convinto che abbia tutto per ben figurare fin da week 1: corre bene le tracce, sa creare separazione col cb avversario e ha mani solide, quindi le aspettative sul ragazzo sono alte, inutile negarlo.

Faccio anche un nome in difesa, e dico il DE Ifeadi Odenigbo. Non si tratta di un rookie (e a dire la verità non è neanche più così giovane) però dopo tanti anni a lavorare e ad affinare la tecnica nelle practice squad in giro per la lega, nel 2019 ha avuto la prima stagione completa in NFL, seppur da backup, e ha chiuso con ben 7 sack. Quest’anno con l’addio di Griffen è stato promosso titolare a tutti gli effetti e la speranza è che riesca a portare un contributo simile.

Analizzando il vostro roster quali sono i punti di forza e quali i punti di debolezza? Anche se è molto presto per sbilanciarsi, puoi farci una previsione di record e piazzamento per il prossimo anno?

Punti di forza direi assolutamente il running game. Per chiara concezione del coaching staff siamo una squadra che ama prima di tutto correre, imporre il proprio gioco e avere il controllo del cronometro il più possibile, e in questo un giocatore come Dalvin Cook quando è sano ha dimostrato di essere nell’elite del ruolo, devastante sia nelle corse che in ricezione fuori dal backfield. Invece dove dobbiamo ancora migliorare e tanto è sulla linea offensiva, specialmente all’interno. Ripeto quanto detto poco prima: penso che il lavoro fatto in sede di draft non sia stato sufficiente, vedo ancora troppi buchi e sinceramente faccio fatica a capirne il motivo. Se crei il tuo attacco intorno a Cousins, conosci i suoi pro e contro e quindi dovresti impegnarti nel creare una linea che lo protegga e gli dia il tempo di lanciare.

La schedule dell’anno prossimo non è facile, soprattutto perché ci incrociamo con la NFC South in cui è arrivato un certo Brady. Come detto precedentemente vedo questa stagione come un anno di transizione: l’età media della squadra si è abbassata, ci sono tanti giovani e per di più per colpa del covid potrebbero saltare gli allenamenti estivi, avendo così i rookie difficoltà a integrarsi. Però io di natura son sempre positivo, anche troppo, e penso che possiamo ambire anche a 9-10 vittorie. Sulla division la storia recente ci ha detto che finché c’è Rodgers, Green Bay parte sempre favorita, però l’allargamento dei playoff a sette squadre per conference potrebbe far sì che anche un record di 9 vittorie basti per un nuovo accesso in postseason.

Ti ringraziamo per il tempo che ci hai concesso e per l’approfondimento che ci hai regalato sulla tua squadra del cuore, mi raccomando continua in chat a regalarci spunti di riflessione da chi vede le cose dal punto di vista dell’insider.

Grazie mille a voi, è sempre un piacere parlare di Vikings e NFL in generale. Un saluto a tutti.

SKOL

Intervista a cura di Giorgio Prunotto e Carlo Giustozzi

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Redazione

Abbiamo iniziato nel 1999 a scrivere di football americano: NFL, NCAA, campionati italiani, coppe europee, tornei continentali, interviste, foto, disegni e chi più ne ha più ne metta.

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