Parola all’insider: Los Angeles Rams – Massimo Foglio

Benvenuti a questa rubrica che abbiamo rispolverato per dare spazio ai tifosi della chat Telegram di Huddle Magazine. Abbiamo scelto di intervistare veri fan di alcune squadre NFL, indipendentemente dal loro livello di competenza, prendendo in considerazione solo la loro passione.

Ci interessa infatti un punto di vista diverso da quello dei tanti analisti del gioco, noi vogliamo la prospettiva del tifoso che soffre ogni maledetta domenica per la sua squadra. Non ci resta che iniziare con l’ospite di oggi: Massimo Foglio, tifoso dei Los Angeles Rams.

Carlo & Giorgio: Benvenuto! Rompi il ghiaccio presentandoti ai nostri lettori e raccontandoci qualcosa di te in generale, da quanto segui il football e soprattutto come sei diventato tifoso della tua squadra del cuore.

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Massimo: Grazie! Mi chiamo Massimo Foglio, ho 56 anni e seguo il football dal 1980 e tifo, ovviamente, per i Rams (con un piccolo spazietto in fondo al cuore anche per i Green Bay Packers). Perché i Rams? Molto semplice. Ho iniziato a giocare a football nei Tori Torino, militanti nell’allora LIF di Bruno Beneck. C’erano quattro squadre (Gladiatori e Lupi Roma, Diavoli Milano e, appunto Tori Torino) ed ognuna di esse venne abbinata ad una squadra NFL in base ai colori della città. I colori di Torino sono il giallo ed il blu, quindi quando la NFL Properties inviò lo stock di attrezzature per le quattro squadre in accordo con la Lega, per i Tori vennero scelte le divise dei Los Angeles Rams. Giocai la mia prima partita da ricevitore con il numero 87, che in quegli anni era il numero di Drew Hill. Un’altra divisa così bella dove la trovavi? Fu naturale che iniziassi a seguire le gesta di Drew Hill e della sua squadra. Tra l’altro avevo visto proprio quelle divise nel film “Il Paradiso può attendere” con Warren Beatty che, assieme a “Quella sporca ultima meta” con Burt Reynolds, fu il film che mi fece conoscere il football e venire la voglia di provare a giocarci. Il casco con le corna, poi, era (ed è…) stupendo.

Come valuti la Free Agency? Sei rimasto soddisfatto dell’operato del Front Office o avresti preferito delle mosse diverse?

Beh, è stata una free agency piuttosto strana, per noi. Molte uscite e poche entrate, e le uscite anche abbastanza clamorose, come Gurley o Zuerlein. Fowler e Littleton era nell’aria che se ne andassero, ma speravo di riuscire a tenerne almeno uno. Apparentemente abbiamo smantellato la squadra, ma andando a vedere nel dettaglio non è poi così vero. Diciamo che sono in modalità “vediamo quale coniglio riesce a tirare fuori dal cappello McVay, questa volta”.

Si è concluso da poco il draft più incredibile della storia per il suo svolgimento, questa modalità virtuale è riuscita lo stesso ad emozionarti? In termini di scelte invece quali squadre pensi si siano mosse meglio e quali peggio?

Se devo essere sincero, draft e free agency sono due momenti dell’anno che mi interessano davvero poco. Non per nulla non partecipo praticamente mai a tutto il can can mediatico che accompagna la free agency (se non per commentare notizie di affari ufficialmente conclusi) ed il draft. Sono convinto che la bontà di un draft la si veda dopo un periodo di tre anni, in media. Prima di allora è tutta fuffa. Si parla di giocatori mediamente sconosciuti (a parte i giocatori TOP) di cui non si conosce la capacità di adattamento alla transizione NCAA/NFL e soprattutto si parla senza sapere quali siano in realtà le strategie dei vari GM/HC. È un esercizio nel quale non mi ritrovo. Per questo motivo mi riesce difficile dire chi abbia fatto meglio e chi abbia fatto peggio.

Venendo alle pick effettuate dalla tua squadra puoi darci una tua valutazione delle vostre chiamate? Ci sono delle scelte che avresti fatto diversamente se fossi stato il GM?

Leggendo le dichiarazioni di Les Snead e Sean McVay direi che le chiamate sono state in linea con la strategia che vedeva il front office di Los Angeles orientato verso giocatori che possono avere un impatto immediato rispetto a dei prospetti da crescere nell’arco di due o tre anni. Mi aspetto, quindi, un buon numero di draftati subito operativi, soprattutto tra i quattro del giorno 2. Leggevo di tifosi scontenti perché è stato scelto solo un OL e solo all’ultimissima scelta, ma francamente non mi sembra che fosse un reparto in cui sarebbe stato opportuno spendere scelte alte. Mi è piaciuta la chiamata alta di un RB dalle movenze simili a Gurley, per quello che ho potuto vedere, anche perché sembra avere caratteristiche di ricezione superiori al trio Henderson/Brown/Kelly, così come mi piace la scelta di Jefferson, che si dice essere “NFL Ready” fin da subito, perché di Josh Reynolds come WR3 non è che mi fidi più di tanto (sarà che ho ancora davanti agli occhi i suoi sanguinosi drop nel Super Bowl LIII).

Chi pensi sarà il rookie fra quelli da voi selezionati e/o il giovane già nel vostro roster che avrà il maggior impatto in termini di presenze e miglioramento di reperto?

Tra i rookie direi Van Jefferson. Se mantiene le promesse che si sentono da più parti, non dovremmo rimpiangere più di tanto la partenza di Cook. Tra i giovani a roster, vedo un grande futuro davanti a Taylor Rapp. Ha già stupito molto nel suo anno da rookie, e quest’anno potrebbe essere quello della sua consacrazione.

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Analizzando il vostro roster quali sono i punti di forza e quali i punti di debolezza? Anche se è molto presto per sbilanciarsi, puoi farci una previsione di record e piazzamento per il prossimo anno?

L’attacco ha perso Gurley e Cooks, vero, ma lo scorso anno entrambi non sono stati un fattore, mentre la linea offensiva ha avuto grossi problemi prima di trovare una sua stabilità e permettere all’attacco di finire la stagione in maniera decente.
In difesa abbiamo l’annoso problema dei linebacker, quest’anno acuito dalla dipartita di Littleton e Matthews, ma in linea e backfield siamo piuttosto ben messi. Sono altresì certo che il nuovo defensive coordinator porterà una ventata di modernità alla preparazione delle partite. Wade Phillips ha fatto un buon lavoro, ma lo scorso anno la difesa dei Rams era così prevedibile che siamo andati in crisi non appena abbiamo affrontato avversari che andavano un po’ fuori dai soliti schemi (memorabile l’asfaltata subita dai “Baltimore Jacksons”).

Vedo molto pessimismo tra i tifosi Rams, e sinceramente non lo condivido. L’unico motivo per cui posso concordare con l’affermazione che “giocheremo per il quarto posto nella NFC West” è perché si tratta di una Division con quattro squadre molto ben attrezzate, e sarà una battaglia vera e propria, ora che anche i Cardinals hanno fatto un bel salto di livello. Per il resto vedo ancora una stagione positiva. Ricordiamoci che lo scorso anno, al netto di una indubbia regressione rispetto al 2019, abbiamo mancato i playoff sostanzialmente per due/tre episodi chiave in partite chiave (sarebbe bastato anche solo il field goal sbagliato da Zuerlein con Seattle a tempo scaduto per permetterci di scambiarci il posto con i Seahawks). Personalmente punto realisticamente ad un 10-6. Bisogna vedere se sarà abbastanza per superare la concorrenza agguerrita di Seattle, San Francisco ed Arizona.

Ti ringraziamo per il tempo che ci hai concesso e per l’approfondimento che ci hai regalato sulla tua squadra del cuore, mi raccomando continua in chat a regalarci spunti di riflessione da chi vede le cose dal punto di vista dell’insider.

Grazie a voi per avermi dato l’opportunità di parlare dei miei amati Rams. Purtroppo in chat mi sembra di essere l’unico simpatizzante dei “caproni”, ma cerco sempre di tenere alta la bandiera!

Intervista a cura di Giorgio Prunotto e Carlo Giustozzi

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Redazione

Abbiamo iniziato nel 1999 a scrivere di football americano: NFL, NCAA, campionati italiani, coppe europee, tornei continentali, interviste, foto, disegni e chi più ne ha più ne metta.

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