Uno sguardo al 2019: Pittsburgh Steelers

A stagione conclusa, vi proponiamo la review del 2019 delle trentadue squadre NFL. Oggi è il turno dei Pittsburgh Steelers.

COME DOVEVA ANDARE…

Dopo il 9-6-1 del 2018 che ha visto la squadra di coach Mike Tomlin attraversare una burrascosa annata, condita dai problemi nello spogliatoio parzialmente causati dalla questione Le’Veon Bell, e dopo aver perso un altro turbolento fenomeno in ricezione (Antonio Brown), il team della Pennsylvania nel 2019 ha fatto un piccolo passo indietro. Senza andare troppo lontano, dobbiamo ricordare che questa squadra aveva raggiunto un encomiabile 13-3 solo 2 anni prima, e la regressione da quel punto è stata piuttosto chiara, anche se evitando di portare il record in negativo. Detto questo, possiamo dire con serenità che per la scorsa stagione nessuno si aspettasse molto di più rispetto a quanto detto dai numeri: 8-8.

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… E COME E’ ANDATA

Per l’offensive coordinator Randy Fichtner, del quale gli anni in sideline con gli uomini di acciaio non si contano più, sopperire alle assenze di un RB come Bell che nel suo ultimo anno aveva collezionato 321 corse per 1.291 yard e 9 TD, oltre a 85 ricezioni per 655 yard e altri 2 TD, e non poter contare su un Pro Bowler altrettanto rilevante come Brown, è lavoro arduo. Aggiungi gli infortuni di Big Ben e di Conner, e la faccenda si complica ulteriormente.

Tuttavia, senza il super navigato QB titolare che nel 2018 aveva lanciato per oltre 5mila yard, la gestione dell’attacco ha prodotto risultati accettabili; Mason Rudolph però, ha faticato non poco nel connettersi coi suoi ricevitori, JuJu Smith-Schuster su tutti, altro elemento che ha visto dimezzare i numeri personali, anzi, più che dimezzarsi direi ridursi ad un terzo, che è più corretto…

La selezione di Mason Rudolph al 3rd round del draft 2018, con la scelta n° 76, e la permanenza del rookie da Oklahoma St. in panchina ad imparare dai più grandi, ha tutto sommato pagato i dividendi a tempo debito (fin qui); è presto per giudicarlo, ma per come si è comportato, escludendo la zuffa con Myles Garrett dove probabilmente il QB è più parte lesa che altro, bisogna riconoscere che sostenere il peso delle aspettative nel football di una piazza pesante come Pittsburgh sia cosa più che difficile, perchè la città vive per il football.

La squadra aveva una potente selezione di difensori a disposizione, la maggior parte degli starter di Pittsburgh infatti, esce dai primi round dei draft più, o meno, recenti; bene, mooolto bene T.J Watt, Pro Bowl a mani basse con 8 fumble forzati, 4 recuperati, e 14.5 sack. Della serie buon sangue non mente! Chi scrive è prima di tutto un amante delle difese, e vedere un giovane come Watt dominare il campo è un grande piacere. Godetevelo.

Il calendario ha visto gli Steelers partire col piede sbagliato, 1-3 a settembre, con la prima vittoria in stagione giunta contro i derelitti Bengals in week 4 dopo averle prese da Patriots, Seahawks e Niners. Tre team che avrebbero poi raggiunto i playoff. Segue altra mazzata (nel vero senso della parola) con la sconfitta all’overtime casalingo contro i Ravens. I 4 successi consecutivi nel proseguo di ottobre hanno ridato quella grinta che appartiene agli Steelers; i Browns fanno lo sgambetto, ma i ragazzi di Tomlin infilano altre 3 vittorie arrivando al 15 di dicembre con tre appuntamenti cruciali sul calendario per poter entrare nei playoffs. La speranza c’era, la squadra, improvvisamente, no. Blackout totale e tripla mazzata contro Bills, Jets (!), e Ravens.

Fine della corsa.

Devlin Hodges steelers browns

… E COSA NON HA FUNZIONATO

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Credo che l’assenza di un giocatore come Ben Roethlisberger, per quanto discutibile, sia difficile da arginare perchè la malizia nel comprendere e prevedere, l’esperienza nel saper attendere e manovrare il gioco, e tutti i fattori che riempiono il cesto da oltre 16 anni (con 21 apparizioni ai playoff, 31 comeback, e 42 game-winning drive al seguito), vada presa in considerazione negli aspetti che hanno influito in modo negativo sulla stagione degli Steelers. Su cosa possa essersi inceppato, ci metto un parere personale che mi ha portato a valutare (da fuori) la serenità dello spogliatoio; penso che tutte le piccole (o grandi) distrazioni singolari, con annessi problemi salariali tra società e alcuni atleti, abbiano nel tempo tolto qualcosa di importante a livello di alchimia nella squadra, e se è vero che il mare è fatto di piccole gocce d’acqua, quello di Pittsburgh è uno degli esempi in cui proprio i piccoli, ma tanti problemi, si sono riflessi sul campo creando poi una disfunzione generale più ampia.

Coach Mike Tomlin ed il suo staff mi sono sempre piaciuti, però dopo il 2019 mi sono domandato se qualcuno all’interno dello spogliatoio, abbia incominciato a vivere il football con un pò più di superficialità. Attendo risposte dal 2020.

E ADESSO?

Ho paura che non ci saranno grossi cambiamenti, che il team giallo-nero continuerà a giocare tra una vittoria ed una sconfitta a seconda di come girerà il vento. Se con il probabile arrivo di Joe Burrow a Cincinnati il menù della division dovrebbe guadagnare in termini di piccantezza, ed il cambio di gestione sulla panchina di Cleveland potrebbe servire in tavola pietanze innovative (ma anche la stessa zuppa rancida), l’amaro che è rimasto in bocca alle cornacchie di Baltimora per la cocente eliminazione da parte dei Titans dopo quella favolosa cavalcata, dovrebbe coprire tutti i sapori senza troppi interventi. In tutto questo la cucina degli Steelers avrà l’occasione di inseguire la brigata degli chef nella post-season, o allo stesso tempo di uscire dal retro del ristorante che si apre sulla alley dove i locali buttano la spazzatura a fine giornata.

Tradotto dal culinario al gridiron, questo team ha il potenziale per un miglioramento che è tanto plausibile quanto il rischio di regredire in maniera frustrante per ritrovarsi domani a dover rifondare.

Per conoscere l’esito della stagione 2020 degli Steelers, chiudete gli occhi senza guardare la monetina, e scegliete testa o croce, o se preferite head or tail…

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Alex Cavatton

@AlexCavatton sport addicted dal 1986. Amministratore di Chicago Bears Italia. Penna di Huddle Magazine dal 2018. Fondatore di 108 baseball su Cutting Edge Radio. Autore dei progetti editoriali: Chicago Sunday, Winners Out, RaptorsMania, Siamo di Sesto San Giovanni, Prima dello snap. Disponibili su Amazon

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3 Commenti

  1. Finalmente i “miei” PITTSBURGH STEELERS!!!
    Mi è piaciuto tanto,sostanzialmente d’accordo. Anche a me piace tantissimo T.J WATT! Voglio credere in una stagione migliore,quando sarà…Grazie.Salut

  2. Nomi nuovi,di peso ne arriveranno, visto le perdite importanti?
    BIG BEN continua si prepara ad una carriera da coach? Grazie. Salut

  3. Grazie per il commento,
    gli Steelers non hanno prime scelte al draft, partiranno dal secondo round.
    Due nomi che ho visto associati a Pittsburgh che potrebbereo piacere a Tomlin per i primi round del draft sono:

    per il 2° round (49) Clyde Edwards-Helaire, RB di LSU, mentre per il 3° round (102) c’è un ricevitore che si chiama Antonio Gandy-Golden da Liberty

    Su Big Ben non credo che inizierà a breve con le mansioni di coach, ma magari tra qualche anno troverà uno spot come assistente QB.

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