[W10] Tampa Bay Buccaneers vs Miami Dolphins

nflTampa Bay Buccaneers – Miami Dolphins 23-25

Il derby della Florida si è risolto in una partita bruttina ma combattuta, che i Buccaneers hanno giocato forse al massimo delle loro possibilità attuali e che i Dolphins hanno rischiato di perdere per 2 propri errori (uno all’inizio ed uno alla fine), ma che alla fine hanno vinto senza peraltro aver fatto nulla di grandioso.
I primi due drive della partita vedono già le due squadre segnare. I Bucs mettono un calcio alla fine di un drive di 6 giochi condotto solo con le corse, i Dolphins rispondono con un touchdown di Ronnie Brown dopo un solido drive di 9 giochi. Ma qui accade il primo errore dei delfini, perchè Carpenter sbaglia l’extra point ed il punteggio si ferma sul 6-3. E vi si ferma letteralmente: nel primo quarto non succede più nulla e per rivedere un primo down bisogna aspettare fino a 3 minuti dentro al secondo periodo; altri 5 minuti ed i Dolphins mettono il field goal che li porta avanti 9-3.
Quattro minuti dopo un calcio di Barth riporta sotto Tampa Bay e la partita sembra avviata a procedere senza scosse. Dopo il two minute warning, invece, arriva la fiammata, che inizia con un intercetto riportato in end zone di Jason Taylor su Freeman. Dopo aver riguardato l’azione l’arbitro lascia l’intercetto a Taylor ma non il ritorno, ma Miami rimedia subito e Henne lancia al TE rookie Kory Sperry il primo touchdown della carriera. I Bucs riprendono palla ma vanno 3/out in appena 15 secondi, e Miami può ripartire e piazzare un altro field goal, chiudendo il primo tempo 19-6, con 10 punti segnati nell’ultimo minuto e 40 secondi.
L’inizio della ripresa è una fotocopia di quanto già visto prima, con le due squadre che si alternano sul campo senza ottenere molto. Il terzo field goal di Barth che porta i Buccaneers a 10 punti di distanza è l’unica segnatura del periodo, ma appena iniziato l’ultimo quarto Josh Freeman pesca Stovall con un lancio da 33 yard e Tampa segna il suo primo touchdown portandosi a soli 3 punti di distanza. Improvvisamente la partita che Miami aveva comunque controllato prende nuova vita, soprattutto considerando che i Dolphins avevano appena perso per infortunio nientedimeno che Ronnie Brown.
Miami torna in attacco, mette in piedi un drive decente ma al di là di un passaggio su Bess non ottiene molto, e dopo un paio di penalità a sfavore dei Bucs deve calciare. Tampa però non fa meglio e i Dolphins riprendono palla: stavolta un buon drive da 8 giochi e quasi 5 minuti produce risultati e Dan Carpenter mette il suo terzo field goal. I Dolphins sono sopra solo di 6 punti, 22-16: grazie all’errore iniziale sull’extra point bloccato, ora i Buccaneers possono vincere la partita con un touchdown.
Tampa riprende palla con 6 minuti sul cronometro e sembra crederci, mentre la difesa di Miami dà la sensazione di afflosciarsi come al solito nei finali di partita. I Bucs partono dalle proprie 32 yards e affidandosi quasi totalmente a Cadillac Williams e Kellen Winslow (anche lui devastante per la difesa aqua-orange, come già molti TE prima di lui) riescono ad arrivare alle 22 yards di Miami. Ma lì si bloccano e un incompleto di Freeman sul 4° down ridà palla ai Dolphins giusto prima del two minute warning.
E al terzo gioco del drive, su un 3°/7, Chad Henne fa il secondo errore della giornata, sparando in bocca a Quincy Black il pallone che consegna ai Bucs le chiavi della partita. E infatti, dopo 4 giochi, Cadillac Williams segna il touchdown che pareggia la gara e Connor Barth, lo stesso kicker che in preseason era stato tagliato da Miami, mette l’extra point che porta in vantaggio i Buccaneers a 1’10” dalla fine.
L’ultima azione è per Chad Henne l’opportunità di redimersi, e il giovane qb la coglie in maniera impeccabile. Due passaggi precisi e laterali da 25 e 16 yards per Davone Bess, più una penalità su un altro ottimo passaggio per Haynos portano Miami in zona field goal e Ricky Williams si fa 27 yards arrivando a metter palla sulle 7 yards dei Bucs. Tocca a Dan Carpenter suggellare il successo, con il calcio del 25-23 finale.
Ai Busc la sconfitta lascia l’amaro in bocca per come è maturata, e per il modo in cui è sfumata nel finale. Ma lascia anche la consolazione di aver visto una buona prova della squadra: certo, l’annata è assolutamente ed irrimediabilmente andata, ed il lavoro da fare è molto, ma qualche segno di miglioramento c’è. Soprattutto, ci sono segni incoraggianti da parte di Josh Freeman: non ha ripetuto la prestazione del debutto contro Green Bay, e soprattutto non è arrivata la vittoria, ma il modo in cui il rookie ha retto il campo contro i Dolphins dà fondati motivi di ottimismo. Ha chiuso con 16/28, 198 yards, 1 touchdown e 1 intercetto, con un rating di 75,9 (comunque maggiore del 68,6 di Chad Henne), ha corso 7 volte ottenendo 36 yard, e soprattutto ha dimostrato in più di un’occasione una leadership in campo e sulla sideline degna di nota. Gli errori di gioventù che comunque si sono visti non ne hanno offuscato la buona prestazione, ed il fatto che sia la seconda in fila è una buona notizia per coach Morris.
D’altra parte, anche coach Sparano può essere contento di come il suo giovane quarterback ha chiuso la partita: Chad Henne ha reagito nel migliore dei modi all’errore che poteva costare la partita, prendendo in  mano la squadra nel momento cruciale e guidando il rapido drive della vittoria. Alla fine Henne è come sempre solido (17/31, 175 yards, 1 touchdown, 1 intercetto e pochi errori) anche se non spettacolare; la ragione di ciò sta in parte anche nei ricevitori che ha a disposizione, che continuano a droppare palloni: esemplare contro Tampa, ad esempio, è stato il il primo gioco dalla linea di scrimmage chiamato da Miami, cioè una bomba lunga per Ginn, ben lanciata da Henne, che il wr non ha saputo ricevere. Ma le carenze dei Dolphins in quanto a ricevitori sono ormai una cosa nota, con cui i fans devono convivere.
Ora per Miami ci sono solo tre giorni di riposo, perchè già giovedì sera è il turno dell’anticipo contro i Panthers, l’unica altra squadra che con la coppia Williams-Stewart può sfidare il duo Ronnie&Ricky come miglior paio di runner della lega. Peccato che Ronnie Brown difficilmente ci sarà, per l’infortunio al piede, e questo complica molto i piani di Sparano.
Coach Morris guarderà l’anticipo da spettatore interessato, essendo avversario di division di Carolina, ma avrà già iniziato a pensare ai suoi problemi, che si chiamano nell’ordine Saints, Falcons e Panthers. Nel giro di tre settimane il tour della NFC South sarà compiuto e, anche se è impossibile salvare la stagione, l’orgoglio delle sfide divisionali va salvato. Ad ogni costo.
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Mauro Rizzotto

Più vecchio di quello che sembra, continua a sentirsi più giovane di quello che è. Fra una partita della sua Juve e una dei suoi Miami Dolphins sceglie la seconda. Fra una partita dei Dolphins e la famiglia... sceglie sempre la seconda. Vabbè, quasi sempre. Sennò il tempo per scrivere su Huddle dove lo trova?

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