Uno sguardo al 2019: Houston Texans
A stagione conclusa, vi proponiamo la review del 2019 delle trentadue squadre NFL. Oggi è il turno degli Houston Texans.
COME DOVEVA ANDARE…
Il diktat per i Texans durante l’estate 2019 è stato: rinforzare la linea d’attacco. Un comando inevitabile dati i numerosi rischi ai quali andava incontro Watson ogni partita, ma con l’arrivo di Tunsil e la scelta di due uomini di linea nei primi 2 round del draft, non si può certo dire che la dirigenza non si sia impegnata. Per “migliorare” la difesa, in particolare la copertura sui lanci, Gipson ha sostituito Mathieu portando Reid a giocare come jolly difensivo, ma la mossa più importante è stata la cessione di Clowney per poter ingaggiare Martin, Mingo e Conley.
Con questo roster, O’Brien, ha provato ad evitare ai tifosi un’altra stagione sulle montagne russe, cercando la continuità che gli avrebbe permesso la conquista dell’ennesimo titolo della division.
…E COME E’ ANDATA
Purtroppo un’altra stagione dei Texans è terminata con un finale ormai terribilmente abituale: una deludente sconfitta ai playoff e, non per la prima volta, con una batosta inflitta dai Chiefs.
Eppure era iniziata sotto i migliori auspici con addirittura due vittorie contro squadre più quotate come i Patriots e i Chiefs, va detto che Mahomes era ancora convalescente, che però hanno permesso alla squadra di chiudere con 10 vittorie e 6 sconfitte e la possibilità di far riposare i titolari durante l’ultima giornata.
A tratti sembrava che l’attacco guidato da Watson non potesse essere fermato, ma le prestazioni casalinghe contro i Panthers e i Broncos hanno riportato tutti con i piedi per terra. Dei playoff i tifosi faranno meglio a ricordarsi solo la wild card contro i Bills, partita non adatta ai cardiopatici e decisa solo all’overtime, che la dÈbacle di sette giorni dopo all’Arrowhead Stadium.
COSA HA FUNZIONATO…
Bisogna partire senza dubbio alcuno dalla stagione di Watson che oltre ai numeri, 3852 yard per 26 touchdown e 12 intercetti, verrà ricordata per due momenti chiave: contro i Raiders è stato colpito all’occhio da Key ma ha avuto la freddezza di uscire dal placcaggio e lanciare un touchdown, contro i Bills nella wild card è stato l’autore di una magnifica vittoria in rimonta all’overtime dove si è letteralmente trasformato in Houdini fuggendo da 3 placcaggi per servire Jones in zona per il field goal decisivo. Nella sconfitta con i Chiefs è riuscito comunque a lanciare 388 yard per 3 touchdown e nessun intercetto, numeri che gli valgono il triste primato di quarterback uscito sconfitto ai playoff con una prestazione del genere.
Il merito della buona annata di Watson va sicuramente condiviso con Tunsil perchè se il quarterback è riuscito a subire “solo” 44 sack, 18 in meno dell’anno precedente, deve ringraziare soprattutto il nuovo arrivato. Al 95% è stato impeccabile ma le penalità hanno macchiato la sua pagella, pur rimanendo uno dei top cinque del suo ruolo.
Capitolo Fueller: è semplice, con lui in campo o fuori cambia totalmente l’attacco dei Texans. La squadra ha tenuto una media di 27,2 punti a partita in sua presenza, al contrario 17,2; senza di lui Watson ha avuto una media migliore di completi ma quella di yard guadagnate crolla da 8,37 a 7,09 e inoltre andrebbero tolti 15 touchdown. Non avrebbe ribaltato il risultato ma i Chiefs hanno affrontato un Fueller assolutamente non a pieno regime.
Watt ha giocato solo 8 partite nella stagione regolare ma da solo ha tenuto in piedi la pass rush di tutta la squadra confermandosi il difensore più dominante della lega quando sano. Menzione d’onore anche al collega Reader che ha mostrato dati migliori in pass rush nelle prime 5 partite della stagione che in tutta la sua carriera: dove si nascondeva? Probabilmente la perdita di Watt è stata la molla che ha fatto scattare il tutto e ora due uomini di linea sono a malapena sufficienti per fermarlo.
Reid ha giocato dappertutto, profondo nel mezzo, a uomo, contro i lanci corti e in extremis per fermare le corse. Ci sono tutte le basi per far si che diventi un All-Pro: bisogna ricordare che è stato uno dei pochi in grado di fermare l’attacco dei Titans nella redzone.
…E COSA NON HA FUNZIONATO
In qualsiasi statistica difensiva si voglia andare ad indagare, i Texans sono stati peggiori del 2018: per punti concessi sono scesi dal quarto al diciannovesimo posto, nelle yard concesse per ogni corsa sono passati dal primato al quintultimo posto.
Lasciando andare via Clowney, i Texans hanno perso la scialuppa di salvataggio nel caso in cui Watt, che possiede un discreto curriculum di infortuni, si facesse male e dopo l’ottava partita tutte le statistiche hanno ovviamente subito un crollo. La perdita di Clowney ha inevitabilmente peggiorato la situazione difensiva dei Texans e allo stesso tempo migliorato quella di Seattle.
Una brutta pass rush sommata ad una brutta copertura ha reso la difesa di Houston debolissima sui lanci: su 85 cornerback nella lega, Roby è quello di Houston che vanta le posizioni migliori nelle varie categorie, ma il suo apice è comunque il 38esimo posto. » un discreto giocatore ma non gli si può affidare la copertura sul ricevitore numero 1 e di certo non è il giocatore in grado di sostenere da solo la pass defense.
Questi sono solo alcuni spunti di cosa è andato storto quest’anno nei Texans, ma se fosse Tom Hanks a scrivere l’articolo direbbe che “a Houston abbiamo un problema”: Bill O’Brien. Tralasciando il limitato utilizzo di Tunsil e soprattutto Hopkins, che il coach ha trasformato in una brutta copia di Michael Thomas facendolo giocare nella slot e sprecando le sue enormi potenzialità per delle ricezioni al centro del campo, ha ricevuto si molti primi down in più ma ha annientato il suo killer instinct, O’Brien è insindacabilmente l’uomo partita dei Texans nella partita dei playoff contro i Chiefs: credo che le giocate senza senso ordinate dal capo allenatore in questione, rimarranno per sempre nel volume “Come NON si allena una squadra”; la puntata di “Scusate il disturbo” successiva alla partita è quasi interamente dedicata alla sua prestazione.
E ADESSO?
Dopo una sconfitta come quella contro i Chiefs, che ha chiuso la stagione dei Texans, è lecito aspettarsi un esonero dell’allenatore, ma a sorpresa non è successo ed inoltre è stato nominato anche GM e il suo biglietto da visita è stato terrificante: ai Cardinals vanno Hopkins e la scelta al quarto round del 2020 per David Johnson, la scelta al secondo giro del 2020 e la quarta del 2021. Questo scambio è senza dubbio un disastro per i Texans; O’Brien come può pensare che la cessione di Hopkins possa dare buoni frutti nel breve e lungo termine? L’acquisto di Johnson sarebbe stata già di per se una cattiva mossa con lo stipendio che si ritrova. Fare questo e, di fatto, regalare anche Hopkins ai Cardinals? Magari il compito del coach/GM è quello di peggiorare la squadra e noi non ne sappiamo nulla; bisogna comunque rimanere aggiornati perchÈ di questo passo mi aspetto che scambi Watson e Watt per un paio di fagioli magici.
Detto ciò, per riempire un centesimo del buco lasciato da Hopkins, i Texans hanno ingaggiato Randall Cobb che andrà a coprire il ruolo di slot receiver scavalcando Coutee e le sue prestazioni che sono calate vistosamente.
Per migliorare la difesa sui lanci è stata presa la safety Eric Murray che diventerà il terzo insieme a Reid e Gipson: il ragazzo è un difensore molto versatile che l’anno scorso ha collezionato 24 placcaggi, un passaggio “deviato” e un sack in 8 partite. 20,5 milioni per 3 anni, il rischio che diventino un fardello è ben presente.
Il “football-mercato” ha indiscutibilmente una squadra che ne è uscita con le ossa rotte: gli Houston Texans. Se queste sono le premesse e se si pensa che la prima scelta al draft arriverà solo al secondo giro, 57esima per precisione, il futuro per O’Brien e la sua squadra risulta tutt’altro che radioso. Fermi però, potrebbe andare peggio… potrebbe piovere…