
Uno sguardo al 2019: Carolina Panthers
Vi proponiamo la review della stagione 2019 delle trentadue squadre NFL, aspettative, risultati, futuro. Oggi è il turno dei Carolina Panthers.
COME DOVEVA ANDARE…
Nel 2018 il passo indietro dei Panthers, rispetto al buon 11-5 dell’anno precedente con conseguente sconfitta contro i Saints nel Wild Card Game, era stato evidente. Quattro vittorie in meno e la sensazione che, se Cam Newton si fosse confermato a mezzo servizio causa infortuni, lo scenario sarebbe soltanto potuto peggiorare. Se Christian McCaffrey si è proposto tra le più scintillanti stelle della NFL, infatti, la difesa di Carolina non ha più dato la sensazione di poter essere quella macchina da guerra che ha trascinato la squadra al Super Bowl 50, perso contro i Broncos. Tutto o quasi tra le mani di Cam, dunque, tra rinascita e crollo in un abisso ancor più doloroso.
…E COME E’ ANDATA
La stagione di Newton è durata appena due partite, prima di un serio infortunio al piede destro, che lo ha costretto a guardare il resto della stagione dalla sideline. Eppure, almeno nel primo mese abbondante d’assenza, Kyle Allen sembrava poter guidare i Panthers a una nuova riscossa, aiutato da un McCaffrey formato MVP. Cinque vittorie nelle prime sei partite da starter, sconfitto soltanto dagli scatenati Niners. Poi, complice anche un calo nelle pur incredibili prestazioni di CMC, il quarterback ha mostrato tutti i propri limiti, finendo addirittura in panchina, in favore del rookie Will Grier. E il finale di stagione è stato infausto per Carolina: otto sconfitte consecutive dal 5-3 del 3 novembre e peggior record in assoluto dal 2011, l’anno in cui dal Draft era arrivato proprio Newton.
COSA HA FUNZIONATO…
Non si può non partire da un McCaffrey che, per lunghi tratti della regular season, ha trascinato i Panthers sulle proprie spalle. I numeri sono pazzeschi: 1.387 rushing yard in 287 portate (4.8 di media) e addirittura 15 touchdown su corsa, cui si aggiungono i 4 su ricezione, a corredo di altre 1.005 receiving yard. Più difficile apprezzare, nel complesso, quanto fatto da Allen al posto di Newton: 9 touchdown pass e un solo intercetto nelle cinque vittorie iniziali si trasformano in 8 lanci in end zone e ben 15 intercetti nelle restanti otto sconfitte. Per fortuna di Carolina la prima scelta dello scorso Draft, DJ Moore alla numero 24, ha confermato e anzi superato le attese della vigilia: il rookie ha collezionato 1.175 receiving yard e 4 touchdown, con ben 13 giocate da oltre 20 yard.
In difesa le note positive sono rappresentate in primis dalla linea, che con Mario Addison (9.5), Brian Burns (7.5), Bruce Irvin (8.5) e Gerald McCoy (5) ha collezionato 30 dei 53 sack di squadra, il secondo maggior numero in NFL nel complesso. Sempre fondamentale l’apporto di Luke Kuechly, nell’ultima stagione da lui giocata prima del traumatizzante ritiro: 144 tackle, 12 pass deflected e 2 intercetti. Bene ha fatto infine, la secondaria, che sembrava poter essere l’anello debole a roster ai blocchi di partenza. La grinta di Eric Reid, il talento di Tre Boston e il buon pacchetto di cornerback composto da James Bradberry, Ross Cockrell e Donte Jackson hanno spinto i Panthers nella metà positiva della NFL in termini di passing yard subite a partita (231) e di quarterback rating concesso agli avversari (88.0).
…E COSA NON HA FUNZIONATO
La stagione di Newton, atteso a un rientro con i fuochi d’artificio, è durata appena 89 lanci, dei quali nessuno trasformatosi in touchdown pass. L’esplosione iniziale di Allen sembrava poter complicare il suo futuro a Carolina, poi tutto è andato diversamente da quanto chiunque si sarebbe aspettato. Ha avuto pochissimo spazio il rookie Grier, che però ha avuto tutt’altro che un impatto positivo: 4 intercetti e nessun lancio in end zone nei suoi primi 52 tentativi in NFL. Difficile imputare colpe a McCaffrey, pur nella flessione della seconda metà di stagione, in cui non ha mai superato le 100 rushing yard dal 10 novembre in avanti. Alle sue spalle tra i runningback si è creato il vuoto assoluto: Curtis Samuel – di professione wide receiver – si è fermato alla miseria di 130 yard su corsa. Tra i ricevitori lo stesso Samuel potrebbe non bastare come sola alternativa a Moore, soprattutto ora che Greg Olsen, tornato su ottimi livelli, è volato ai Seahawks. Jarius Wright ha quasi dimezzato le pur discrete 447 yard del 2018, mentre il tight-end Ian Thomas non sembra all’altezza di sostituire uno come Olsen.
Ancor più difficile sarà colmare la voragine data dal ritiro di Kuechly e dalle altre recenti partenze, in un reparto già in grande difficoltà: Carolina, infatti, è stata la quarta peggior difesa contro le corse avversarie e ha concesso 143.5 yard a partita, con lo spropositato numero di 31 rushing touchdown, ben otto in più della seconda in questa classifica. Nel complesso, i Panthers hanno segnato molto poco, al numero 20 in NFL con 21.2 punti a partita, e hanno subito tantissimo, toccando il secondo posto nella Lega con i 29.4 punti subiti di media.
E ADESSO?
La deludente regular season ha portato a un nuovo cambio radicale ai posti di comando: addio a Ron Rivera, che ha guidato i Panthers per 147 partite (79-67), vincendo per due volte il titolo di Head Coach of the Year e portando Carolina al Super Bowl contro Denver. Al suo posto è arrivato Matt Rhule, alla prima esperienza da head coach in NFL dopo la gavetta al college tra Temple e Baylor. La scelta è certamente azzardata, ma potrebbe essere la via migliore per ricostruire la squadra dalle fondamenta con un progetto a lungo termine. In questo senso, Rhule ha deciso di non affidarsi né ad Allen né a Newton, in una free agency roccambolesca per i Panthers: l’uno è volato ai Redskins, l’altro è stato svincolato e al loro posto è approdato Teddy Bridgewater, ansioso di una seconda grande occasione da starter dopo quanto (ben) fatto da backup di Drew Brees ai Saints. Alle sue spalle, invece, ci sarà uno tra Grier e il nuovo arrivato P.J. Walker, stella della XFL.
A rinforzare l’attacco, in attesa del Draft, è arrivato su tutti Robby Anderson, che ai Jets ha mostrato talento e giocate importanti. Resta qualche dubbio di troppo in difesa: oltre ai già citati, i Panthers hanno salutato Addison, Bradberry, Butler, McCoy, Irving, Poe e Reid, confermando il solo Boston per il momento. Un reparto a dir poco decimato, che rischia di trascinare verso il basso le aspettative di una squadra che, al momento, rappresenta più che altro un’enorme incognita.