Uno sguardo al 2019: Arizona Cardinals

Vi proponiamo la review della stagione 2019 delle trentadue squadre NFL, aspettative, risultati, futuro. Oggi è il turno degli Arizona Cardinals.

COME DOVEVA ANDARE…

Dire che la stagione 2019 degli Arizona Cardinals si presentasse con un gigantesco punto interrogativo è un sottile eufemismo. La squadra era reduce da un 2018 terribile, con un attacco che era stato in parecchie categorie il peggiore dell’intera lega ed il nuovo head coach era noto per essere una brillante mente offensiva ma in NCAA i suoi risultati non erano stati esattamente indimenticabili. In più c’era un rookie come quarterback; promettente, ma sempre un esordiente nel ruolo più difficile del football, dietro ad una linea offensiva con parecchi buchi.

E la difesa non se la passava molto meglio con, oltre a tutto, uno dei pochissimi fuoriclasse, il cornerback Patrick Peterson, fuori per 6 partite per una squalifica a seguito di uso di sostanze proibite. Se a questo ci aggiungete una division agguerrita (che è poi diventata tremenda con la crescita esponenziale dei 49ers), è chiaro che l’obiettivo dei Cardinals era fare un pochino meglio del 2018, il che forse non era così difficile, e offrire qualche segnale di vita importante per il futuro, sperando inoltre di non aver sbagliato le scelte al draft di aprile, cosa accaduta troppo spesso nel recente passato.            

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…E COME È ANDATA

Confesso, ero fra quelli che avevano giudicato la scelta di prendere come prima scelta assoluta un quarterback, avendo già in casa un regista preso al giro inaugurale dei draft 2018, un errore. Ed invece la selezione di Kyler Murray si è rivelata decisamente azzeccata, ed il titolo di offensive rookie of the year è lì a dimostrarlo.

E anche Kliff Kingsbury, il cui ingaggio come nuovo head coach era stato parecchio criticato, ha zittito molti detrattori. Vero, il buon Kliff si è circondato di coach di grande esperienza in NFL, ma alla fine le decisioni finali erano sue e comunque la scelta denota un approccio giustamente umile ad un mondo per lui nuovo. Come commento al 2019 vale per tutti la frase del venerabile Larry Fitzgerald che ha detto “è stata una delle stagioni più divertenti della mia carriera”; non male per un team che ha vinto una media di una gara su tre. In ogni caso il commento di Larry Legend è un bell’attestato per un coach che non ha rinnegato la sua filosofia, basata sull’Air Raid offense, ma l’ha adattata al mondo dei Pro (tanto per darvi un’idea il rushing game dei Cards è stato il decimo in fatto di yards guadagnate, non male per un attacco che dovrebbe essere decisamente pass oriented).

E del resto, provenendo da una stagione terribile con appena 3 vittorie, ed essendo inseriti nella division più competitiva dell’intera NFL (la NFC West è l’unica che nel 2019 ha avuto 3 team con un record positivo) pensare di trasformarsi da utilitaria in una Ferrari era utopia (a onor del vero, i San Francisco 49ers ci sono riusciti ma onestamente partivano da basi decisamente più solide).

Arizona ha chiuso con un record di 5 vittorie 11 sconfitte ed un pareggio, quello in rimonta nella prima giornata contro Detroit, ma i ragazzi di coach Kingsbury hanno gettato al vento il successo contro Tampa Bay e per ben due volte hanno fatto soffrire terribilmente quei 49ers che sarebbero poi andati a giocarsi il Super Bowl a Miami.

COSA HA FUNZIONATO…

Murray ha commesso parecchi errori, soprattutto all’inizio, ma poi la solida gestione dell’attacco, la precisione nei lanci e la velocità nello sfuggire alla pass rush avversaria e nel guadagnare preziose yard di corsa, gli sono valsi un’ottima percentuale di completi, oltre il 64%, 3722 yard lanciate, record per un rookie in maglia Cardinals e appunto il titolo di offensive rookie of the year. Fra i receiver ancora una buona stagione per Larry Fitzgerald (75 ricezioni per 804 yard), arrivato però alle trentasei primavere, e, tutto sommato, pure Kirk non ha demeritato: con tre partite saltate l’ex Texas A&M è arrivato a quota 68 ricezioni, anche se come tipologia di receiver si è rivelato un po’ troppo simile a Fitzgerald.

Dopo Murray il miglior giocatore dell’attacco per coach Kingsbury è stato senz’altro Kenyan Drake: recuperato dai Dolphins con una mossa disperata quando Arizona si è ritrovata senza running back sani, Drake ha ripagato la fiducia del coaching staff con 123 corse per 643 yard, alla media notevolissima di 5,2 yard per portata, cui vanno aggiunte 28 ricezioni; non male per uno che nel “deserto” ha disputato appena 8 partite. Affermare che la linea offensiva abbia disputato una buona stagione è un tantino azzardato, ma dopo il disastro del 2018 il gruppo di coach Sean Kugler  ha dato qualche segnale incoraggiante grazie alle buone prestazioni della guardia Pugh e dei tackle Humphries e Justin Murray, con quest’ultimo che dopo essere stato tagliato da ben 5 team NFL in tre anni è stata una piacevole sorpresa  

In difesa onestamente non c’è molto da salvare: l’edge rusher Chandler Jones ha disputato l’ennesima stagione da fuoriclasse, con ben 19 sack messi a segno, peccato che l’ex Patriots abbia predicato nel deserto (perdonate l’uso della metafora) visto che praticamente metà dei placcaggi sul qb avversario messi a segno dai Cards sono suoi.  Non sono andati male neppure i due tackle Gunter e Peters, il cui rendimento è però positivo quasi esclusivamente nel rushing game. Il neoacquisto inside linebacker Jordan Hicks ha disputato una buona stagione, pure lui soprattutto contro la corsa, mentre nel secondario non sono spiaciute le due safety, Budda Baker ed il rookie Jalen Thompson. Un discorso a parte merita invece Patrick Peterson: considerato uno dei più forti cornerback della NFL, l’ex stella di LSU ha patito non poco la squalifica di 6 giornate inflittagli dalla Lega e solo nel finale di stagione il suo rendimento si è avvicinato a quello mostrato nelle annate passate.

Kenyan Drake Cardinals Browns

…E COSA NON HA FUNZIONATO

Onestamente il parco ricevitori: a parte Fitzgerald e Kirk (che comunque hanno una media per ricezione poco oltre le 10 yard) il resto dei receiver non ha, per motivi vari, certamente brillato, a partire dai rookie Isabella e KeeSean Johnson. Virtualmente invisibile anche un gruppo di tight end sicuramente più abile a bloccare che a ricevere.

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Fra le delusioni del 2019 non si può non annoverare anche David Johnson: l’ex runner di Northern Iowa  ha contribuito con 36 ricezioni e 90 portate ma la sua stagione è stata nuovamente piagata dai problemi fisici e, a parte qualche sporadica grande giocata, ha confermato di essere ben lontano dal giocatore che aveva fatto impazzire le difese avversarie nel 2016.

La difesa è stata invece fra le peggiori dell’intera NFL, risultando la ventisettesima sulla corsa e addirittura la trentunesima contro il passaggio. E’ completamente mancato un minimo di pass rush dagli interior linemen e l’edge rusher Chandler Jones ha vissuto un’altra grandissima stagione ma è inaccettabile che praticamente la metà dei sack totali siano arrivati da un solo giocatore. Fra gli inside linebacker Joe Walker  ha fallito nel fornire quell’atletismo che è fondamentale se giochi in mezzo alla difesa, mentre il resto degli outside linebacker hanno fatto poco per aiutare Jones e l’ingaggio del “figliol prodigo” Terrell Suggs (prodotto di Arizona State) si è rivelato un esperimento non certo riuscito, anche se l’ex Ravens ha comunque contribuito con 5 sack. Haason Reddick pure ha vissuto una stagione decisamente al di sotto delle aspettative anche se nel finale di stagione è stato spostato da inside ad outside linebacker e le cose sono andate un po’ meglio.

Il secondario dei Cardinals, fra infortuni e tagli vari, non ha fatto certo meglio: detto di Peterson, Tramaine Brock è stato tagliato dopo 10 partite in cui per altro non aveva demeritato, mentre la seconda scelta Byron Murphy ha patito tremendamente il salto nei Pro. E, a proposito di tagli, D.J.Swearinger pure è stato licenziato dopo un primo mese di campionato inguardabile e la safety rookie, Deionte Thompson non ha certo impressionato.

E ADESSO?

I Cardinals hanno scioccato il mondo della NFL con una trade che ha portato alla corte di coach Kingsbury quel DeAndre Hopkins che è uno dei 5 (ma forse 3) migliori receiver del campionato, cedendo in cambio David Johnson ed il suo oneroso contratto. Il football è e rimane uno sport di squadra ma certo l’arrivo di Hopkins, la presenza ancora per il 2020 di Fitzgerald ed un Murray con un anno di esperienza in più, fa dei Cardinals sicuramente una compagine ben più temibile. Oltre a Hopkins sono arrivati tre difensori, il tackle Jordan Phillips da Buffalo, che dovrebbe sostituire Gunter passato ai Jaguars, ed i linebacker Campbell e Kennard. Phillips, che ha strappato un contratto “pesante”, dovrà dimostrare che i 9 sack e mezzo del 2019 non sono stati un caso mentre Kennard dovrebbe aiutare Chandler Jones nel mettere pressione sul QB avversario. Campbell invece non ha mai pienamente convinto ad Atlanta e sarà spostato all’interno dove farà coppia con Hicks.

Poi naturalmente c’è grande attesa per il draft, con i Cardinals che avranno a disposizione lo spot numero 8.  Fra gli addetti ai lavori non c’è unanimità: alcuni prevedono un offensive tackle per proteggere meglio un Murray che non è esattamente un gigante, altri un difensore per aiutare un front seven non certo formidabile, altri ancora un wr che andrebbe a completare un reparto già ora temibile. In ogni caso nel 2020 il sole dovrebbe essere un po’ più luminoso nel deserto dell’Arizona. 

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