XFL, il riassunto della quarta giornata

Mentre ci avviciniamo a metà stagione della XFL, emergono prepotentemente due candidate alla finale, mentre alle loro spalle si scatena la bagarre ed i valori cambiano di domenica in domenica rendendo difficile fare pronostici sensati.
Mentre Houston si aggiudica il derby del Texas consolidando il proprio primato di unica imbattuta, con i soli St.Louis Battlehawks a tenere il passo, i Defenders subiscono la seconda sconfitta consecutiva, stavolta ad opera della cenerentola Tampa Bay, che era ancora a secco di vittorie, ma soprattutto sembrano lontani parenti dalla squadra che aveva dominato le prime due giornate di campionato. Nel gelo con nevischio di New York, invece, risorgono i Guardians a spese degli incerottati Wildcats.
Leggera flessione per il pubblico sugli spalti. Se Dallas (18mila) e soprattutto St.Louis (27mila) tengono alta la bandiera della XFL, a Tampa e New York le presenze si attestano sulle dodicimila unità. Chissà che le vittorie di Vipers e Guardians non attirino un po’ più di persone allo stadio.

NEW YORK GUARDIANS – LOS ANGELES WILDCATS 17-14

Non è stata una bella partita, sebbene il punteggio possa far pensare ad una gara tirata ed entusiasmante. Los Angeles ha fatto di tutto per perderla, inclusi due field goal abbastanza fattibili sbagliati da Novak, che alla fine sono costati proprio i punti necessari per la vittoria o, almeno, per l’overtime.
È stata comunque una partita fortemente consizionata dalle assenze, nel bene e nel male. Nel bene per New York, perché l’opportuno infortunio alle costole di McGloin ha costretto Gillbride a schierare Luis Perez, che lo ha ripagato con una prestazione solida, se non nei numeri (18/26 per 150 yd e 1 TD) almeno nella conduzione di un attacco che ha finalmente mostrato qualche segno di vita, anche se il playcalling continua a lasciare molto a desiderare, così come la scelta di sostituire Perez con Marquise Williams in red zone, mossa che non ha sortito effetti concreti.

Le assenze hanno invece influito in maniera negativa sui Wildcats. Fuori combattimento sia Nelson Spruce che Martez Carter, Josh Johnson, il cui arrivo ai Wildcats aveva provocato la trade di Perez ai Guardians prima dell’inizio del campionato, si è ritrovato con il solo Tre McBride come bersaglio affidabile. Nonostante le otto ricezioni per 124 yard ed un TD, la combinazione tra i due non è servita un granchè contro una difesa particolarmente agguerrita che è tornata a far vincere le partite a New York.
È un intercetto di Summers sulle proprie 30, infatti, a dare ai Guardians la possibilità di mettere sul tabellone i tre punti che faranno la differenza a 11 minuti dalla fine, e sarà ancora la difesa (oltre al secondo field goal sbagliato di Novak) a tenere a bada i Wildcats per portare i Guardians a quota 2 vittorie in stagione.

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ST.LOUIS BATTLEHAWKS – SEATTLE DRAGONS 23-16

Sostenuti dal pubblico oggettivamente più caldo di tutta la XFL, i St.Louis Battlehawks si portano in vetta alla classifica della East Division in solitaria, approfittando della sconfitta dei Defenders a Tampa Bay, ma non è stata un’impresa facile avere la meglio dei Seattle Dragons, che lasciano St.Louis sconfitti nel punteggio ma consapevoli di avere una squadra di ottimo livello.
Grazie alle pottime giocate di Ta’amu, i Battlehawks riescono a finire la prima frazione di gioco in vantaggio 17-3 ed in apparente totale controllo della partita, ma Seattle non ci sta ed arriva fino a 4 punti di distacco prima di soccombere nel finale di partita, dopo che St.Louis aveva ristabilito le distanza a sette punti. La rimonta dei Dragons si ferma su un intercetto di Hill, che pizzica un passaggio di Daniels diretto ad Austin Prohel e salva punteggio e partita per i padroni di casa.

Ta’amu tuttofare, in casa Battlehawks. L’hawaiano porta a casa un pregevole 29/27 per 264 yard ed 1 touchdown, ma è anche il miglior runner della squadra con 65 yard guadagnate in 16 portate, mettendo insecondo piano un runningback come Christine Michael, mentre Matt Jones raggiunge il minimo stagionale con sole 20 yard guadagnate. Un deciso cambio di rotta rispetto alla scorsa settimana, quando il quarterback era rimasto un po’ in ombra.
Per Seattle l’alternanza tra Silvers e Daniels ottiene il solo risultato di avere una pessima prestazione da entrambi, ed anche la pessima giornata di Austin Prohel (nome che a St.Louis ricorda i fasti passati dei Rams del Greatest Show on Turf) non ha aiutato. Anche per i Dragons è stato il quarterback (Daniels, nello specifico) il miglior runner della squadra, ma è stata la difesa, per Seattle, a tenere la squadra in partita, ed è sempre la difesa che fa sperare in un futuro comunque positivo, se solo l’attacco riuscisse a registrarsi un po’ meglio.

HOUSTON ROUGHNECKS – DALLAS RENEGADES 27-20

Il derby del Texas era la partita più attesa della giornata, anche perché prometteva spettacolo, dal momento che metteva di fronte la squadra migliore della lega e quella con l’attacco più spumeggiante. Lo spettacolo non si può certo dire sia mancato fin dall’inizio, anche se a Dallas, probabilmente, la pensano diversamente.
Un Landry Jones sempre più formato “uomo bionico”, tra tutori e ginocchiere cigolanti che lo fanno sembrare goffo all’inverosimile ogni qualvolta accenna a correre, si è fatto intercettare nei primi tre drive offensivi, due volte da Nichols ed una da Brown, mettendo così a rischio ogni possibile velleità di vittoria. I Roughnecks, portavano a casa due field goal ed un touchdown trasformato da tre punti grazie a questi tre turnover, ed all’inizio del secondo quarto erano già avanti 15-0 senza che Dallas avesse nemmeno bussato all’end zone avversaria.
Aggiustato un po’ il tiro, Jones giocava meglio, trovando il suo bersaglio preferito, il TE Parham, sia per il TD che per la trasformazione da due per dimezzare subito lo svantaggio prima che Houston potesse prendere troppo il largo.
Guidati da un PJ Walker un po’ discontinuo ma sempre decisivo, i Roughnecks pativano un po’ la reazione di Dallas, e subivano un field goal che portava le due squadre al riposo sul punteggio di 15-11 per Houston. Visto l’inizio, una vera e propria impresa per Dallas.

Nel secondo tempo Walker iniziava facendosi intercettare, ma Dallas non capitalizzava, ed allora il quarterback ospite piazzava una gemma tra le mani di Jackson per una ricezione in TD da 19 yard. Dallas si rifaceva sotto con una corsa di Lance Dunbar ed una trasformazione da 3 punti di Nagel che portava i Renegades sul 20-21, ma proprio quando la difesa di Dallas dava a Landry Jones l’occasione di portare la squadra al sorpasso, il quarterback faceva la frittata. Jones veniva sackato da Robinson, il quale gli faceva perdere il pallone, lo recuperava e lo riportava in touchdown per il 27-20 con cui si sarebbe poi conclusa la partita. Fuori Jones e dentro Nelson per Dallas, ma la mossa disperata che all’inizio sembrava poter dare qualche frutto, si arenava sulle tre offensive quando, a due minuti dal termine il quarterback subentrato a Jones pasticciava con lo snap perdendo la palla, che veniva recuperata dalla difesa di Houston, che tirava un sospiro di sollievo e segnava 4 nella casellina delle vittorie in classifica.

TAMPA BAY VIPERS – DC DEFENDERS 25-0

L’ultima partita della giornata è quella che ci regala il risultato più inaspettato, per termini e contenuti. I Tampa Bay Vipers, anzora a secco di vittorie e con grossi problemi di gioco, battono i DC Defenders per 25-0 ridicolizzando quella che era considerata una delle migliori difese della lega. Tanto per affondare il coltello nella piaga, poi, il risultato è persin stretto per quello che si è visto in campo.
Partiamo da qualche numero. Total offense: Vipers 477, Defenders 107. First down totali: 29 a 6 per i Vipers. Taylor Cornelius: 24/31 per 211 yard, 1 TD e 1 intercetto. Cardale Jones: 9/22 per 72 yard, 1 intercetto. Deveon Smith e Jacques Patrick entrambi oltre le 100 yard su corsa, per un totale combinato di 45 portate per 230 yard e 1 TD, mentre i due runner dei Defender Pumphrey e Brossette totalizzano un misero 13 per 46 yard.
Insomma, è stato un dominio dall’inizio alla fine per i VIpers, e c’è stata gloria anche per il “nostro” Reece Horn, che ha ricevuto cinque palloni per 23 yard, anche se è stato Dan Williams, autore di sette ricezioni per 72 yard, la vera spina nel fianco della secondaria difensiva dei Defenders.

Cardale Jones, che aveva tanto bene iniziato la stagione, si ritrova a dover far fronte a due partite in cui ha lanciato zero touchdown e ben cinque intercetti, ma è un po’ tutto l’attacco di DC che non ha girato per il verso giusto, lasciando sempre l’iniziativa ai Vipers, subendone la difesa soffocante e non riuscendo praticamente mai ad imbastire un drive decente.
Partita da dimenticare in fretta per DC, mentre per Tampa Bay può essere il trampolino di lancio verso una seconda parte di stagione più positiva. Del resto con otto squadre raggruppate tre un record di 2-2 ed 1-3, tutti possono nutrire speranze per le prossime partite.

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La prossima settimana arriveremo a metà della stagione regolare, ed il weekend sarà caratterizzato dalla sfida tra i lanciatissimi Battlehawks ed i Defender, in caduta libera. Chissà se anche questa volta il pronostico verrà ribaltato come sta avvenendo spesso in questa stagione di esordio.
I Wildcats affronteranno i Vipers in piena ripresa, mentre le texane affronteranno in casa i Guardians (Dallas) ed i Dragons (Houston).

La classifica della XFL

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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