Uno sguardo al 2019: Cincinnati Bengals

Vi proponiamo la review della stagione 2019 delle trentadue squadre NFL, aspettative, risultati, futuro. Iniziamo con i Cincinnati Bengals.

COME DOVEVA ANDARE…

Per la prima volta dopo 16 anni Cincinnati si presentava al via con un nuovo Head Coach, Zach Taylor, allenatore dei Qb dei L.A. Rams dell’enfant prodige Sean McVay e rivitalizzatore del Qb Jared Goff.
La scelta del miglior tackle del draft, Jonah Williams, lasciava presupporre un miglioramento di tutto l’attacco, con la potenziale esplosione del giocatore più veloce nella storia delle combine, il WR John Ross e la maturazione di alcuni giovani prospetti interessanti come il WR Boyd, il G/C Price, il DE Hubbard, il CB Jackson III e la FS Bates III.
Il ritorno ai playoff  non sembrava pertanto un miraggio, nonostante i timori legati all’inesperienza dell’allenatore.

…E COME E’ ANDATA

Malissimo! Lo si doveva capire quando al primo allenamento A.J. Green, uno dei migliori WR della lega, ha subito un infortunio ad un piede/caviglia che avrebbe dovuto tenerlo fuori 6/8 settimane e che invece gli ha fatto saltare tutta la stagione. Nulla di strano per chi conosce lo staff medico dei Bengals che è famoso per le errate valutazioni degli infortuni, di cui l’esempio più  famoso è  stata la distorsione alla caviglia durante il Pro Bowl 2016 del TE Eifert che era stata sottovalutata e portò invece addirittura ad una operazione tardiva che gli fece perdere tutta la stagione successiva. I Bengals hanno finito col peggior record della Lega 2-14, sconfiggendo solo Jets e Browns.

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In realtà la squadra ha sempre lottato dimostrando fiducia nel suo allenatore e collezionando 6 sconfitte per meno di una segnatura tra cui lo splendido esordio con sconfitta di 1 solo punto a Seattle e la rimonta incredibile che ha portato ai supplementari, poi persi, a Miami.

COSA HA FUNZIONATO…

Un record 2-14 può far pensare che nulla abbia funzionato, ma chi ha seguito con attenzione la stagione dei Bengals sa che non è stato così: i Bengals del 2019 sono probabilmente la migliore squadra col peggior record della lega degli ultimi 20 anni.

Alcuni giocatori davvero sono state delle note positive:

  • Joe Mixon (RB) ha corso per sole 254 yards nelle prime 7 giornate, poi grazie anche al cambio degli schemi di bloccaggio ne ha corse 883, chiudendo con 1137 yds su corsa e 287 yds su passaggio per un totale di 8 TDs. Statistiche analoghe a quelle dell’anno precedente dove era stato il miglior RB della AFC.
  • Auden Tate (WR), scelto al 7° giro del 2018, si è dimostrato un fenomeno delle palle contese guadagnando 575 in 12 gare.
  • Darius Phillips (CB) ha effettuato 4 intercetti in soli 108 snaps e ha mostrato anche grandi doti di ritornatore negli special teams.

La pass rush ha comunque dato buoni risultati grazie a Dunlap, Hubbard e Lawson come DE e Geno Atkins come 3-tech tackle si è confermato la solita certezza.
La principale nota positiva è stato sicuramente il cambio di mentalità introdotto da Zach Taylor, nessuno si è più sentito sicuro del posto in squadra e i giovani hanno finalmente trovato spazio, come il LB Pratt: rivolta epocale rispetto all’era Marvin Lewis che ha avuto sicuramente il merito di risollevare i Bengals dal pantano degli anni ’90 ma lasciandoli nel limbo della mediocrità.

dalton bengals seahawks week 1

…E COSA NON HA FUNZIONATO

Ovviamente molte cose sono andate storte a partire dai molti infortuni che hanno pesantemente condizionato la stagione fin dal principio, come quello del già citato A.J. Green e della prima scelta Jonah Williams (LT). Nella loro stagione da rookie le prime scelte al draft dei Bengals degli ultimi 5 anni hanno collezionato complessivamente solo 18 presenze su potenziali 80 partite.
L’offensive line era il settore su cui c’erano le aspettative maggiori di miglioramento vista il grosso investimento fatto con le prime scelte degli ultimi 2 draft, anche se lo scriteriato e costoso rinnovo di contratto di Bobby Hart come RT lasciava quanto meno perplessi. Purtroppo, specie nella prima metà della stagione i risultati sono stati disastrosi.

Il settore dei linebacker è stato, come ampiamente previsto, quello più in difficoltà. Da anni ai Bengals non viene fatto nulla per sistemare la posizione e quindi gli sforzi degli altri settori risultano vani quando basta usare screen e passaggi ai TE per battere agevolmente la difesa dei Bengals. Mi ha stupito come ci siano ancora allenatori che non lo abbiano capito, come quest’anno Jon Gruden che è riuscito a tenere in bilico una partita contro un backup QB come Finley che è stata un’altra delle scelte negative della stagione (anche questa ampiamente prevedibile) adottando un game plan assolutamente non tarato sui punti deboli di Cincinnati, avviso ai tifosi Raiders: riguardate gli highlights della partita dopo aver letto quest’articolo e osserverete il vostro HC con una certa perplessità.

La secondaria non ha reso quanto avrebbe potuto vedendo due giovani talentuosi come William Jackson III e Jessie Bates III regredire anziché consacrarsi come tutti i tifosi si aspettavano. Questo è uno degli aspetti che ha gettato più ombre sul defensive coordinator Lou Anarumo, che ha pagato sicuramente l’inesperienza come il resto del coaching staff.

E ADESSO?

Si riparte da Joe Burrow (altre ipotesi non sono contemplabili dai tifosi Bengals, speriamo anche dal Front Office)….e non è poco!
I Bengals sono una squadra con alcuni buchi, non tanti come si creda, che può davvero, in un paio di anni, raggiungere l‘agognata vittoria ai playoff che tutti i tifosi chiedono. Burrow può essere davvero il franchise QB che, se protetto adeguatamente dalla linea offensiva, a cui mancano ancora un paio di tasselli, può far girare un attacco che ha ottimi WRs, RBs e potenzialmente anche TEs.
La difesa ha una linea di ottimo livello da migliorare solo nella copertura delle corse. La secondaria ha il talento per tornare ad ottimi livelli. Il vero buco nero è rappresentato dai Linebackers che sono carenti sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo e nemmeno con un draft e una sessione di free agency (che i Bengals solitamente rifuggono come la peste) possono essere sistemati velocemente.

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Tutto questo, sommato all’inesperienza del coaching staff, lascia pensare che la prossima sarà una stagione di maturazione, con un record tipo 6-10. La vera differenza credo la potrà fare  Zach Taylor, che, se saprà sfruttare le sue qualità che in questa stagione sono emerse a sprazzi e correggere i suoi errori di gioventù, potrà davvero ottenere ottimi risultati; di sicuro questa franchigia per diventare una contender deve veder crescere tutta la società insieme al suo giovane coach a partire dal proprietario Mike Brown che rischia altrimenti di essere ricordato solo come il figlio del mitico Paul Brown e rimanere inviso  a tutti i tifosi.

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Giorgio Prunotto

Appassionato da 30 anni di football americano e dei Cincinnati Bengals, stregato dal design del loro casco, dalle magie di Boomer Esiason e dalla Ickey Shuffle.

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2 Commenti

  1. Zach Taylor pensi abbia le doti per fare l’head coach? mi sembra un po’ acerbo

  2. Bella e difficile domanda. Acerbo lo è di sicuro e l’anno scorso non era pronto secondo me a chiamare i giochi visto che lo aveva fatto solo temporaneamente a Miami, però i giocatori lo hanno seguito ciecamente e McVay lo teneva in grande considerazione nella preparazione del Game Plan e ne ha sempre parlato benissimo (già prima del trasferimento). Poi essendo arrivato tardi a causa del Superbowl e la difficoltà di reperire assistent coaches da parte del Front Office Bengals ha complicato tutto facendogli in fondo allenare una squadra non scelta completamente da lui.
    Quest’anno sarà l’anno in cui si capirà davvero il suo potenziale e se farà il miracolo di fare finalmente scegliere un paio di giocatori decenti in free agency alla società vorrà dire che ha carta bianca e potrà davvero giocarsi tutte le sue armi.
    In ogni caso avrà anche la quasi certezza, salvo disastri, di poter contare su un anno aggiuntivo come coach perché i Bengals sono iperpazienti come società (vedono 16 anni di Marvin Lewis), per cui il vero obiettivo che gli viene chiesto è una vittoria ai playoff entro due anni.
    NOTA BENE: segui la free agency dei Bengals, se arrivano due giocatori buoni (non campioni intendiamoci) sarà un segnale importante, altrimenti noi tifosi arancio neri saremo costretti ad un altro anno di mediocrità perché vorrà dire l’assenza di cambio di mentalità societaria.

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