La Strada verso il Draft: Jeff Okudah

Età: 20 – Ruolo: Cornerback – College: Ohio State
Classe: Junior – Altezza: 6’1” (185 cm) – Peso: 200 lbs (91 Kg)

Jeffrey Okudah è nato a Grand Prairie, Texas nel 1999 (il giorno di nascita è ignoto) da genitori immigrati negli States dalla Nigeria, originari precisamente della tribù Igbo, alla quale il ragazzo spesso allude, ricordando i valori – come rispetto, umiltà e resilienza – cui lui è stato educato.

Non tradendo le sue origini dalla profonda Africa, il suo legame con la famiglia è sempre stato eccezionale, e, durante la sua carriera, non ha mai nascosto che la sua maggior fonte di ispirazione fosse sua madre, Marie Okudah, che ha combattuto per 16 anni una logorante battaglia contro un linfoma (battaglia persa, purtroppo, nel 2017, quando Jeff era freshman a Ohio State). Legame, quello con la madre, che Jeff ha voluto rimarcare ulteriormente all’inizio di quest’anno, con la lettera strappalacrime “Dear Mom” pubblicata su The Player’s Tribune, nella quale, tra le altre cose, il ragazzo ha anche comunicato al mondo la sua decisione di lasciare il college per la NFL.

Detto del retroterra di questo ragazzo, tecnicamente parlando siamo di fronte al miglior cornerback della classe Draft 2020 e a quello che, nel 2017, fu il secondo miglior cornerback in uscita dalle high school, secondo la celebre classifica stilata da ESPN su cui si basano i recruiter dei college.

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La sua carriera a Columbus cominciò subito bene, collezionando un bel numero di presenze (9) già nella stagione da true freshman, sfruttando l’uscita da Ohio State di Marshon Lattimore e Gareon Conley (entrambi cornerback scelti al primo giro del draft 2017). Nelle due stagioni seguenti non salterà neanche una partita, completando un totale di 52 tackle, anche se solo 1 fumble forzato (più 1 che, in un momento cruciale della semifinale playoff contro Clemson, gli è stato depredato dall’instant replay con una chiamata che non è stata esente da critiche) e 3 intercetti, tra l’altro tutti compiuti nella sua ultima stagione.

Atleta che rispetta gli standard fisici del “cornerback ideale” e che atleticamente ha tutte le doti che il suo ruolo (uno dei, se non il più difficile tra quelli difensivi) richiede. Straordinario nella difesa a uomo – l’esempio più lampante sono le modeste cifre di Justyn Ross e Tee Higgins (ricevitori di Clemson) nella sopracitata sfida – interpretata quasi con spavalderia: spesso concede un piccolo margine di vantaggio al proprio avversario per indurre il quarterback a lanciare verso di lui, per poi letteralmente mangiarsi il campo e impedirgli la ricezione.

La grande fiducia dei propri mezzi atletici può ovviamente essere un’arma a doppio taglio: è capitato, infatti, di vederlo concedere ricezioni piuttosto semplici per non essere riuscito a ricoprire lo strappo che aveva intrepidamente largito al ricevitore a lui assegnato.

Okudah è un cornerback versatile che, come detto, eccelle nella Man-to-Man coverage, ma che sa ben destreggiarsi anche negli schemi a zona, complici gli anni passati nella poliedrica difesa dei Buckeyes. Unica sua pecca è che spesso rende troppo facilmente “intuibile” il suo modo di difendere, il che conseguentemente rende immediatamente intelligibile lo schema difensivo adottato, consentendo al quarterback letture nella fase “pre-snap” che lo aiutano ad evitare errori grossolani.

Se riguardo a velocità, rapidità e verticalità di difetti ne ha davvero pochi, per quanto riguarda la pura forza, il ragazzo non sembra essere ancora ad un livello élite. Se costretto ad effettuare tackle in campo aperto va in difficoltà contro wide receiver (o, a maggior ragione, tight end o runningback) più massicci di lui.

Inoltre, va comunque segnalata la sua non tendenza al big play: è un difensore più che concreto, ma, come testimoniano le sue cifre (1 solo fumble forzato e 3 intercetti, in 3 anni di college) raramente si spinge oltre al suo compito minimo, seppur svolto magistralmente. In quest’ultimo anno avrebbe potuto compiere almeno il doppio delle INT effettivamente completate, considerate le occasioni avute e non sfruttate a dovere. Si tratta comunque di un prospetto indubbiamente interessante, il cui nome uscirà probabilmente già entro le prime 3-4 chiamate e comunque non supererà le prime 10.

Più o meno tutte le prime 9 squadre a chiamare necessitano, chi più e chi meno, di un giocatore in questo ruolo: tra di esse quelle il cui interesse dovrebbe essere più forte sono Detroit Lions e New York, sponda Giants, che sceglieranno rispettivamente alla 3 e alla 4, compagini che devono aggiungere più di un tassello alle loro non granitiche difese. Okudah potrebbe essere il primo di essi.

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