La Strada verso il Draft: J.K. Dobbins

Età: 21 – Ruolo: Runningback – College: Ohio State
Classe: Junior – Altezza: 5’10″’ (1.77 m) – Peso: 217 lbs (98 kg)

J’Kaylin Dobbins, questo il nome completo, nasce a La Grange, Texas, figlio di una pallavolista (che lo ebbe a soli 18 anni, e questo compromise la sua carriera collegiale) e del runningback titolare della La Grange High School, la stessa scuola dove 15 anni dopo J.K. divenne stella assoluta.

Da buon figlio del Texas, J.K. sceglie da subito il football, anche se al momento della scelta universitaria opta per Ohio State, e non per le più vicine Texas o Texas A&M (o Houston, alma mater della madre). A Columbus diviene solo il sesto true freshman della storia del programma a partire come titolare nel season opener. Inoltre, nei tre anni coi Buckeyes non salta neppure una partita (e ne ha giocate 40 su 42 da starter), divenendo il primo giocatore di questo storico programma a portar palla per almeno 1’000 yard in ognuna delle proprie prime tre stagioni. Nell’ultima stagione, conclusasi con la vittoria della Big10 e con la partecipazione ai playoff, le cifre di “J.K. all day!” (come ribattezzato dalla storica voce di Fox, Gus Johnson) sono state davvero impressionanti: 2’003 yard corse e 23 touchdown.

La rapidità nei primi metri è indubbiamente la sua qualità migliore, che, unità ad un’ottima capacità di lettura di blocchi e blitz, rende estremamente infrequenti delle portate con perdita di yard. Altra fondamentale qualità del runningback, che J.K. sembra avere, è la pazienza: non si lancia mai “a testa bassa” senza aver anticipatamente analizzato e valutato la situazione. Se la linea d’attacco è di buon livello – come era quella di Ohio State – questa qualità consente al ragazzo un gran numero di big plays – coi Buckeyes la giocata da oltre 30 yard ad ogni gara, se ne poteva star sicuri, prima o poi arrivava.

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Come evidenzia la sua già citata statistica di presenze (mai una partita saltata in 3 anni di college), nella considerazione globale di questo ragazzo è chiaro che la sua resistenza agli infortuni giochi un ruolo non secondario. L’unico problema fisico avuto nella stagione è arrivato nel momento peggiore, ossia durante la semifinale playoff; infortunio che, però, pur limitandolo, non lo ha messo fuori gioco: nonostante una caviglia in disordine Dobbins ha comunque giocato per intero la gara, chiudendo con 174 yard corse (!) e un TD, cui vanno aggiunte le 47 yard ricevute.

Non è il runningback creativo che si inventa una giocata “dal nulla”, ma un runningback efficiente che fa fruttare al meglio il lavoro dei propri uomini di linea, grazie alle sue letture e alla sua capacità di assorbire i contatti.

Il primo aspetto del suo gioco che deve migliorare è la capacità di agire da bloccante: la cattiveria agonistica che possiede quando riceve l’handoff sparisce quando la palla non gli viene recapitata. Non che eviti i contatti, ma li subisce senza particolare entusiasmo, e ciò rende la sua protezione al quarterback, spesso, inefficace.

Nell’ultimo anno Dobbins è migliorato visibilmente come ricevitore: l’attacco di Ohio State ha giocato sempre più azioni che prevedevano l’uscita dal backfield di J.K. come possibile target alternativo, e questo ha aiutato in questo senso le sue statistiche. Detto ciò, però, è indubbio che le sue qualità di pass catcher possano e debbano perfezionarsi: ad esempio, nella sopracitata sfida di playoff con Clemson ha commesso due sanguinosi drop (di cui uno in endzone) che avrebbero potuto riscrivere la storia della partita (e della stagione dei Buckeyes).

Il suddetto infortunio è anche la causa della non partecipazione di Dobbins alle prove fisiche della Combine (eccettuata, logicamente, la bench press), durante la quale alcuni suoi colleghi (AJ Dillon e Cam Akers su tutti) si sono messi in mostra, minando la sua precedentemente indiscussa nomea di “top3 runningback” di questa classe draft. Questo detto, e considerata anche la scarsa inclinazione attuale delle franchigie a “spendere” una scelta elevata in questo ruolo, toccherà probabilmente attendere un po’ per vederlo accasarsi, ma è comunque abbastanza probabile che il suo nome non oltrepassi la boa del secondo giro.

Non sono molte le squadre che necessitano di runningback, ma tra di esse sicuramente troviamo i Miami Dolphins, che potrebbero scegliere già al primo giro in questa posizione. Altra squadra alla ricerca di un back è Tampa Bay, che ha bisogno almeno di un giocatore in questa posizione per completare l’attacco che sarà di Tom Brady.

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Un Commento

  1. A me questo ragazzo ricorda un sacco Marshawn Lynch come tipologia di RB, dite che ai Raiders non potrebbe fare comodo come secondo/terzo giro?

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