[NFL] Week 2: il Pagellone NFL

Ogni giornata in NFL porta con sé una serie infinita di informazioni. Di settimana in settimana cercheremo di ordinarle e dar loro un voto, per orientarci meglio tra di esse. Tra chi ha brillato e chi invece ha deluso, tra chi merita un bel 10 e chi una bocciatura; tentando di non scordarci di nessuno tra coloro che, in un modo o nell’altro, meritano l’attenzione del pubblico.

Voto 10: Julian Edelman

Ci sono tantissimi candidati al 10 tra le fila dei New England Patriots. C’è Tom Brady, primo ovvio candidato al titolo di MVP della stagione, c’è Rob Gronkowski, c’è Danny Amendola con la ricezione della giornata quando contava di più, cioè avanti di soli 5 punti negli ultimi minuti del quarto quarto, c’è Jamie Collins. Premiamo 10 i due touchdown di Julian Edelman, perché è il personaggio più funzionale al sistema offensivo dei campioni del Mondo. I 18 target per lui sono una ricompensa per la sua intelligenza, la sua fisicità, il suo istinto. Si è portati a pensare che giocare con Belichick in panchina e Brady in cabina di regia sia semplice, ma non ci si potrebbe sbagliare di più: serve gente come Edelman perché il sistema giri.

Pubblicità

Voto 9: Giovani Bernard

Non ci sono dubbi sul talento di Bernard e sulla sua reattività. È sempre difficile però capire quanto un giocatore possa rispondere a una chiamata e diventare un campione. Il secondo runningback di 9Cincinnati esplode per 20 corse e 123 yard dopo che il titolare Jeremy Hill perde il secondo fumble della sua partita rimettendo in piedi i Chargers; l’apporto di Bernard consente ai suoi Bengals di ormeggiare una grande vittoria e a sé stesso di mettere più di qualche dubbio nella testa dei suoi allenatori. Chi è la stella nel backfield dei Cincinnati Bengals?

Voto 8: Travis Benjamin

269 yard, 3 touchdown. Travis Benjamin fonde, nel pomeriggio contro Tennessee, Joshua Cribbs e Josh Gordon nella stessa persona, sfornando numeri mostruosi per far esultare i tifosi Browns, in una rara vittoria. E, se è vero come è vero che mai più si avvicinerà a tali prodigi, il prodotto di Miami fungerà per tutta la stagione 8 da “rimedio” per Johnny Manziel ogni volta che il quarterback avidamente rimbalzerà da una parte all’altra della tasca in cerca di aiuto dai suoi ricevitori. Estremo esempio di come una situazione particolare renda dei giocatori normali dei veri e proprio campioni. Che sia su ricezione o su ritorno, Travis aiuterà Cleveland a sembrare un po’ meno mediocre: non è assolutamente poco. E pensare che in estate stava per essere tagliato…

Travis Benjamin Browns

Voto 7: Brandon Weeden

A proposito di opportunità colte al volo Brandon Weeden entra al posto di Tony Romo e completa 7 passaggi su 7 per 153 yard e una segnatura. Jerry Jones, forse in modo un po’ incauto, lo apostrofa subito: “Non vedrete tanto spesso un passatore più dotato”. Ovviamente non possiamo essere d’accordo, Weeden ha 31 anni 7 e soli tre di esperienza NFL. Se tenterà di fare il Romo incapperà in molti errori data la differenza di caratura con il titolare, ma c’è da essere ottimisti qualora trovasse ritmo sul medio e corto raggio. Per il momento ha fatto il massimo nello scampolo di partita giocato a Philadelphia, e ci sono gli estremi per portare altre tre o quattro vittorie per i suoi Cowboys. Vedremo quanto il suo stile anche troppo accademico si adatterà agli aspetti più conservativi del gioco di Dallas.

Voto 6: Peyton Manning

Chissà se Peyton legge i giornali, i siti internet, le trascrizioni delle conferenze stampa. Chissà se si preoccupa di quello che dicono gli addetti ai lavori, i tifosi, i manager delle altre squadre. Nella notte del Thursday Night fondamentale in quel di Kansas City dimostra di tenere più alla vittoria che a contraddire i numerosi detrattori 6 che stanno spuntando come funghi durante il tramonto della sua carriera. Sotto di due touchdown, rischia più volte la debacle totale, ma in seguito tira fuori dal cilindro un paio di colpi dei suoi per piegare i pur ottimi defensive back avversari. Poi ci sarebbero quelle 70000 yard in carriera (secondo di tutti i tempi), un tachimetro che continua a correre e il romanticismo di una leggenda che, giunta al capitolo finale, esige che esso sia vincente.

Pubblicità

Voto 5: Ragnar

Ve la immaginate la mascotte dei Vikings che, con tanto di ascia e cavalcando la sua moto, giunge alla sede della squadra del Minnessota e, con fare minaccioso, punta il dito contro il general manager? “Basta prendere 1500$ a partita, ne voglio 20000!”. L’omone barbuto (che una volta si rasò con l’ascia per puri scopi di intrattenimento) ha 5  chiesto 1,6 milioni per 10 anni. I Vikes hanno probabilmente chiesto l’intervento del manicomio, oltre a chiaramente non accontentare il mitico Ragnar, che è entrato in hold-out come Kam Chancellor. Bel tentativo in ogni caso, uomo barbuto. Questa è l’America, e quando il mascotte-gate raggiungerà fama intercontinentale non dite che non vi avevamo avvisati!

mascot vikings

Voto 4: Olivier Vernon

Faticosa la partita dei Dolphins nella vicina Jacksonville. Qualche errore di troppo nelle secondarie aveva consentito ai Jaguars di accumulare qualche punto di vantaggio, ma poi Ryan Tannehill e i suoi avevano pareggiato sul 20-20. Tutto sembrava a quel punto volgere dalla parte di Miami quando 4  Olivier Vernon, incautamente, si fa fischiare un fallo personale (spinta a gioco fermo), che causa un bel guadagno di 15 yard per i Jags. Il field goal seguente, molto più facile di quello che si prefigurava prima dell’errore dell’uomo di linea, va a segno e i Dolphins a casa con la L. Come affossare le speranze di vittoria in un matchup atteso contro una delle squadre meno performanti dell’intera NFL.

Voto 3: Kyle Fuller

Il momento storico dei Chicago Bears è tutto nell’immagine di Kyle Fuller che siede in panchina tutto il secondo tempo contro gli Arizona Cardinals. L’anno scorso umiliate in più episodi, le secondarie dei Bears non sembrano aver cambiato rotta in questo 2015. Nel pomeriggio del Soldier Field, durante la seconda sconfitta consecutiva 3 stagionale, concedono tre touchdown a Larry Fitzgerald (grandissimo, ma non più il giocatore di qualche anno fa), oltre a commettere errori a ripetizione. Mentre si sgretola la reputazione di una squadra sempre blasonata a causa delle sue arcigne difese, l’accantonamento di Fuller è stato quasi un sollievo per i fedelissimi di Chicago.

Voto 2: DeMarco Murray

Voto che dividiamo tra Murray e il suo head coach Chip Kelly. I Philadelphia Eagles sono una delle squadre più impoverite rispetto all’anno passato, specialmente in attacco. Il povero Murray, alle prese 2 con la sua ex squadra, non sa letteralmente dove andare con la palla in mano, ingoiato dai difensori con la stella solitaria sul casco. Alla fine il referto dirà 13 portate per 2 yard. Una dimostrazione vivente in più che ricoprire di soldi un runningback veterano reduce dalla sua migliore stagione non è quasi mai una buona idea, come la sua media a portata (0,58 yard) dimostra.

DeMarco Murray Philadelphia Eagles

Pubblicità

Voto 1: Chuck Pagano

Di certo, mettendo l’head coach di Indianapolis sulla graticola, i suoi superiori non l’hanno proprio facilitato in questa stagione. Ma Chuck Pagano, dopo un sonoro 0-2 dei suoi Colts e otto palle perse nelle prime due settimane di stagione regolare, poteva tranquillamente fare a meno di gettare Andrew Luck (e 1 indirettamente tutto l’attacco bianco-blu) sotto l’occhio di bue del pubblico ludibrio. Nelle parole dell’allenatore, Luck dovrebbe averci fatto il callo alla mediocrità della sua linea offensiva e quindi non avrebbe scuse per l’imbarazzante performance del Monday Night. Il problema, Chuck, è che l’O-line dei Colts è tua, non del tuo quarterback. Se non funziona, il numero 12 può farci poco. Inoltre, visto che con ogni probabilità è il tuo ultimo anno alla guida dei Colts, dovresti tenere ben stretto il tuo unico biglietto per la Post Season, anche se sta deludendo.

Merchandising Merchandising

Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.