AREA 54: Bears Draft Parte III – Cole Kmet o Albert Okwuegbunam per il TE?
Il terzo capitolo della strada verso il draft in casa Bears passa dal sentiero dei Tight End, un’arrampicata non semplice.
Chicago deve far chiarezza su come e quando intervenire nel rafforzamento dei reparti e se pur senza prima scelta al prossimo draft, nelle selezioni dal secondo round c’è in ballo tutto, dalla prevenzione al futuro. Mentre Ryan Pace si prepara a giocare le sue carte sapendo che offensive line e tight end sono stati i veri punti deboli del 2019, i Bears lavorano in silenzio per capire a cosa dare priorità.
Il ruolo del TE è fondamentale nella NFL contemporanea, basti pensare che le squadre coi migliori giocatori nel reparto ricevitori del medio-corto raggio (Kelce e Kittle) sono arrivate a giocarsi il Super Bowl qualche settimana fa!
Dai tempi in cui il nostro coach di ferro Mike Ditka giocava come primo vero prototipo di Tight End che sotto la guida di George Halas ha rivoluzionato il gioco in ricezione, questo ruolo ha avuto un impatto determinante sugli sviluppi degli schemi offensivi e per i 60 anni successivi è stato imprescindibile per il successo. Un giocatore come Gronk, il più popolare e vincente nel suo ruolo, altro non è che l’evoluzione di quel concetto di “ricevitore spallato” nato nel lontano 1961 dalle 1.076 yard e dai 12 TD registrati da Iron Mike, che nel giro di un paio di stagioni riuscì a riportare i Bears al successo dopo diversi anni di astinenza.
E oggi cosa succede a Chicago? Succede che nella stagione 2019 l’intero reparto dei Tight End ha messo insieme 46 ricezioni, 416 yard e 1 touchdown. Numeri che non sono minimamente contemplabili per poter discutere di gloria.
Trey Burton dopo l’ottimo avvio del 2018 che lo ha portato ad essere il target numero uno nei lanci di Trubisky, è scomparso nel momento più importante degli ultimi anni di gridiron nell’Illinois, la Wild Card persa contro gli Eagles; da quel forfait ingrato, il TE titolare di Chicago non ha mai più mostrato il suo volto al Soldier Field, e nemmeno quello che doveva essere sulla carta il legittimo erede di Rob Gronkowski (Adam Shaheen detto “baby Gronk”) si è mai visto divenendo un bust colossale dopo le aspettative createsi intorno al suo nome.
Ora serve intervenire e le opzioni sono queste: Cole Kmet o Albert Okwuegbunam.
Dalle ultime indiscrezioni sembrerebbe che nella classe del draft NFL 2020 non usciranno TE nel primo round, il che rende la posizione dei Bears favorevole; Cole Kmet, 113 kg x 1.96 m dai Notre Dame Fighting Irish, dopo i 3 anni di college nell’Indiana è il prospetto migliore sulla piazza e con un sforzo Chicago potrebbe garantirsi i suoi servizi. Lo sforzo equivarrebbe ad una trade up nell’inizio del secondo round coinvolgendo i Washington Redskins in uno scambio diretto, o potenzialmente scavalcandoli con chi li precede perchè il team di Dwayne Haskins deve sopperire al ritiro di Vernon Davis diventando di conseguenza la prima squadra candidata per draftare un TE.
Nell’eventualità in cui Pace decidesse di preservare le sue scelte precludendosi la possibilità di selezionare il prospetto più appetitoso nel ruolo del TE, la franchigia di Chicago potrebbe correre ai ripari con la seconda chiamata a disposizione nel 2nd round selezionando Albert Okwuegbunam dei Missouri Tigers col pick numero 50.
La terza opzione invece, arriva dalla free agency come ho anticipato nella puntata n°19 di The BIC del 2 gennaio 2020; il TE degli Atlanta Falcons Autstin Hooper potrebbe essere l’obiettivo di Pace nel mercato degli agenti liberi compatibilmente con la rescissione dal contratto di Burton, con lo spazio salariale e con le richieste di Hooper lasciando così spazio agli uomini di linea, a un WR o all’edge che sostituirebbe Floyd nelle chiamate del draft.
#BearDown
