Super Bowl LIV: San Francisco 49ers

I 49ers faranno meglio quest’anno rispetto al 2018, ma per un ritorno ai playoff dovrebbe mancare ancora almeno un anno”. Con questa lapidaria frase si concludevano le 8 pagine dedicate ai San Francisco 49ers sull’annuario del Pro Football Outsiders. Invece esattamente 25 anni dopo l’ultima vittoria in un Super Bowl i cercatori d’oro saranno nuovamente in finale, alla ricerca di quel sesto titolo che consentirebbe loro di agganciare Patriots e Steelers a quota 6 “anelli”.

LA STAGIONE

Dopo aver vinto appena 17 delle ultime 64 partite di regular season negli ultimi 4 campionati, i 49ers iniziavano la stagione 2019 con due vittorie esterne in quel di Tampa e Cincinnati. Certamente gli impegni non erano terribili (i Bengals termineranno la stagione col peggior record NFL), però nella gara inaugurale era la difesa, che causava ben 4 turnover, a regalare la doppia w agli uomini di Shanahan, mentre a Cincinnati era l’attacco a diventare protagonista. Garoppolo e compagni mettevano a referto 571 yard, di cui 239 sulla corsa, grazie alle 121 yard guadagnate da Breida e alle 83 di Mostert che ne aggiungeva pure 68 su ricezione.

Il primo match casalingo corrispondeva anche al primo impegno ostico, almeno sulla carta, perché nella baia arrivano i Pittsburgh Steelers. I gialloneri però nella settimana precedente avevano perso per infortunio Roethlisberger e dunque si presentavano al Levi Stadium rimaneggiati, con in cabina di regia Mason Rudolph. I 49ers per altro faticavano non poco, con la vittoria che arrivava solo con 80 secondi da giocare grazie ad un td pass da Garoppolo a Pettis. Ancora una volta però era il gioco sulla terra a tenere a galla i californiani che rifilavano 168 yard agli Steelers, gentile omaggio della coppia Mostert (79) e Breida (68), mentre Garoppolo passava per 277 yard ma subiva anche 2 intercetti e nel complesso San Francisco perdeva la bellezza di 5 palle.

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Intanto però il team di Shanahan era 3-0, che diventava 4-0 perché la settimana dopo San Francisco demoliva 31-3 la sopravvalutata Cleveland. Stavolta erano 275 le yard che arrivavano via terra (con protagonisti per l’occasione Breida con 114 e l’ex Falcons Coleman con 97) mentre la difesa di coach Saleh iniziava a fare sul serio: appena 222 erano infatti le yard concesse con 4 turnover e 4 sack contro una squadra che 7 giorni prima aveva addirittura vinto a Baltimora.

Il cliente successivo era invece decisamente più temibile, visto che i 49ers attraversavano la California per far vista ai Rams vice campioni NFL. I locali non sembravano il team fortissimo dell’annata 2018 ma San Francisco dava una impressionante dimostrazione di forza soprattutto a livello difensivo con i padroni di casa che segnavano una meta al primo possesso, poi sparivano letteralmente dal campo, con Goff che terminava il match con 78 yard lanciate e 4 sack subiti, il che faceva scendere il totale di yard sul passaggio dei Rams addirittura a 48. E la domenica successiva il record dei 49ers saliva a 6-0: stavolta le vittime erano i Washington Redskins, reduci dall’esonero dell’head coach Jay Gruden, che limitavano l’attacco dei 49ers a tre field goal senza però riuscire a mettere punti sul tabellone. E qui la difesa sul pass dei californiani era nuovamente sugli scudi, perché Keenum lanciava per appena 77 yard e subiva tre sack. Ancora una volta l’offense di coach Shanahan non impressionava (Garoppolo terminava la gara con un pedestre 12 su 21 per 151 yard senza mete e con un intercetto), ma le 283 totali di offense bastavano ed avanzavano.

Kittle 49ers Rams

La certezza che i 49ers fossero uno dei team più forti del campionato arrivava nella trasferta contro Carolina del 27 ottobre con i Panthers sepolti sotto 51 punti (a 13) ed un running game che fruttava ai 49ers 232 yard (Coleman 105 e Mostert 60) e 5 mete, e stavolta Garoppolo ci metteva del suo aggiungendo 175 yard frutto di un ottimo 18 su 22. La difesa metteva a terra il povero Kyle Allen 7 volte (3 delle quali erano opera del rookie Bosa) e lo intercettava 3 volte. Forse un po’ paghi della scorpacciata di vittorie, i 49ers rischiavano il clamoroso k.o. contro Arizona, poi battuta 28-25, alla quale concedevano oltre 350 yard, poi arrivava il primo stop al termine di un’epica battaglia contro Seattle: 24-27 all’ultimo secondo dell’overtime.  

Alla sconfitta contro Seattle seguiva poi un rischio clamoroso preso nuovamente contro gli ultimi della classe, cioè gli Arizona Cardinals che a 40 secondi dalla fine erano avanti al Levi Stadium 26-23. San Francisco segnava però due mete in 35 secondi e saliva 9-1 in attesa del big match contro Green Bay. Big match che però era tale solo sulla carta: i 49ers asfaltavano i Packers 37-8 grazie ad un ottimo Garoppolo (14 su 20 per 253 e 2 mete) e una difesa che limitava il fortissimo Aaron Rodgers a 119 yard lanciate e gli infliggevano 5 sack. Quindi arrivavano due sfide durissime da cui però i 49ers uscivano a testa alta. I californiani venivano infatti sconfitti da quei Baltimore Ravens che stavano demolendo qualsiasi avversario, 20-17 allo scadere, poi al termine di un’altra battaglia emozionante i ragazzi di Shanahan piegavano a domicilio New Orleans 48-46 dopo essere stato sotto anche 27-14, e grazie a questo successo San Francisco agguantava il seed numero 1 della NFC.

Ma la gioia era di breve durata perché la settimana dopo ecco la doccia fredda, sotto forma di un k.o. 29-22 contro gli Atlanta Falcons che ormai non avevano più nulla da chiedere al campionato. Il miglior seed era ancora in mano dei 49ers che però a questo punto non potevano più sbagliare. Il penultimo avversario della stagione erano ancora i Rams che però stavolta disputavano un grande match rifilando alla difesa dei 49ers quasi 400 yard ma un calcio di Gould a tre secondi dalla fine regalava il successo 34-31 ai rosso-oro che nella giornata conclusiva affrontavano l’ultimo ostacolo, quei Seattle Seahawks che potevano ancora vantare sogni di agguantare il seed #1. Vincere voleva dire per San Francisco, giocare in casa tutte le gare di post season, perdere invece avrebbe significato quinto posto nella griglia playoff e trasferta sia nei divisional playoff che poi nell’eventuale finale di Conference.

L’incertissima sfida veniva decisa da un placcaggio miracoloso di Greenlaw che fermava il tight end Hollister ad una yard dalla meta che avrebbe significato successo per Seattle. Invece la vittoria andava ai 49ers che poi nei playoff non hanno poi fatto prigionieri. La prima vittima sono stati i Minnesota Vikings che dopo aver egregiamente retto metà partita sono stati poi annullati nella seconda frazione dalla difesa dei 49ers che ha concesso 21 yard di corsa e 172 yard totali cui vanno aggiunti 6 sack e 2 turnover. Poi era il momento di una nuova rivincita contro Green Bay, ma stavolta per le Cheeseheads le cose andavano persino peggio rispetto alla regular season:  a metà partita infatti il punteggio diceva San Francisco 27 Green Bay 0, con Mostert che aveva già corso 160 yard che diventeranno 220 a fine partita per un punteggio finale di 37-20.             

GLI INFORTUNI

I San Francisco 49ers arrivano al Super Bowl con una situazione decisamente buona a livello di infortuni, ed anche durante la regular season i californiani hanno goduto di una discreta buona sorte. Certo, ci sono state assenze importanti  ma nella maggior parte dei casi per infortuni al massimo di 4 o 5 partite. Naturalmente la pedina più importante che si è mantenuta “sana” per tutto l’arco della stagione è stata il regista Garoppolo, che, dopo aver giocato appena 9 partite tra il 2017 ed il 2018, quest’anno è riuscito a disputare tutti e 16 gli incontri di regular season più due di playoff. In attacco il team di coach Shanahan ha perso per il secondo anno consecutivo in pre-stagione il runner Jerick McKinnon, arrivato nel 2017 dai Vikings, ma direi che i 49ers abbiano trovato modo di sostituirlo.

Forse il k.o. più complesso da gestire è stato quello del centro Richburg, andato k.o. contro New Orleans, ma il suo sostituto, Ben Garland, già ad Atlanta con Shanahan,  non ha demeritato. San Francisco ha anche dovuto fare a meno da metà stagione del receiver Goodwin per sostituire il quale il GM Lynch ha acquisito da Denver Emmanuel Sanders, e nel cambio certamente Garoppolo ci ha guadagnato.

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In difesa c’è stato invece qualche problemino in più. L’outside linebacker Alexander ha giocato solo metà stagione per un problema ai muscoli pettorali prima di essere sostituito da Greenlaw ma poi si è ripreso per i playoff mentre il tackle D.J. Jones è andato k.o. contro New Orleans ed al suo posto è stato schierato Sheldon Day, altra riserva che non ha fatto rimpiangere troppo il titolare.

Il costoso acquisto Dee Ford, arrivato proprio dai Chiefs, è invece partito titolare come end nei primi 2 match, poi è stato inserito nella rotazione dei defensive linemen e tutto sommato, tenendo conto che ha anche saltato 5 match per un problema muscolare, è stato un pochino una delusione anche se alla fine un contribuito positivo l’ha fornito mettendo a segno 6 sack e mezzo in regular season più uno nei playoff. L’ultimo infortunio di qualche rilievo è stato quello dell’end Ronald Blair che dopo aver messo a segno 3 sack in 9 partite ha purtroppo chiuso la sua stagione anzitempo per un problema al ginocchio subito nella prima sfida contro Seattle.

Bosa Carolina Panthers at San Francisco 49ers

LE SORPRESE

Non credo ci siano dubbi riguardo il fatto che la più grossa sorpresa della stagione sia stata l’esplosione di Raheem Mostert. L’ex giocatore di Purdue rimase undrafted nel 2015 poi fu firmato da Philadelphia ma successivamente è stato tagliato da ben 6 team in 18 mesi. Arrivato a San Francisco si è affermato come ottimo giocatore di special team poi, quest’anno, col progredire della stagione, è diventato la punta di diamante dei 49ers con 137 corse per 772 yard, alla clamorosa media di 5,6 yard a partita, cui vanno aggiunte le 220 yard inflitte ai poveri Green Bay Packers nella finale di Conference: non male per uno che prima della stagione 2019 aveva corso in quattro anni di carriera 41 volte.  Non una sorpresa in senso stretto, ma anche la stagione di Garoppolo è stata sicuramente degna di nota. Dopo aver disputato appena 9 gare in due stagioni con esito onestamente alterno, Jimmy G ha assicurato ai 49ers una stagione solida, con un rating di 102, 27 td pass e 13 intercetti.

In difesa grande stagione di un Nick Bosa sulle cui qualità più di un osservatore aveva avanzato dei dubbi. Bosa invece ha completato una D-line veramente temibile ed ha messo a segno la bellezza di 13 sack, di cui 10 in regular season, 58 hurries ed un rendimento decisamente positivo anche contro la corsa. Altro elemento che ha contribuito all’ottima stagione della difesa di coach Saleh è stato Arik Armstead, che nel 2019 ha disputato decisamente la sua miglior stagione con 11 sack, cioè più delle quattro annate precedenti messe assieme, e anche lui può vantare un’ottima prestazione contro il rushing game. Decisamente bene ha fatto anche il linebacker rookie Dre Greenlaw, scelto appena al quinto giro dei draft 2019, che pur con qualche alto e basso ha costituito una valida alternativa ad Alexander quando quest’ultimo è andato out e poi ha disputato degli ottimi playoff soprattutto contro Minnesota.

Nel secondario grande stagione per la free safety Ward, che ha ereditato il posto di titolare da Tarvarius Moore al quarto turno di regular season ed ha portato a termine una grande annata dopo un 2017 ed un 2018 che sinceramente non giustificavano la prima scelta spesa per lui da San Francisco nel 2014. Infine nota di merito anche per il cornerback Moseley che dopo aver saltato tutta la stagione da rookie per un problema alla spalla, ha iniziato il 2019 come riserva ma poi ha soffiato il posto al titolare a Witherspoon grazie ad alcune ottime prestazioni.                 

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