Sorpresa Vikings! (Minnesota Vikings vs New Orleans Saints 26-20)

L’invasione vichinga in Louisiana va a segno, ed il trofeo è la testa del re nemico: Drew Brees cede all’assalto di Kirk Cousins che finalmente offre risposte alle critiche mosse contro il suo oneroso contratto.

Se i giusti meriti vanno al QB della Skol Nation per aver trascinato avanti la sua franchigia, altrettanti demeriti vanno al leader di tutti i tempi per yard lanciate in NFL che nella serata di domenica non è praticamente mai sceso in campo.

La serata porta con se diverse polemiche (che in quel di New Orleans non mancano mai) per varie chiamate ribaltate da revisioni arbitrali; i Saints saltano sulla sedia in più occasioni tra fumble recuperati e pick 6, ma è tutto una tremenda e logorante illusione perchè dopo gli attimi esaltanti che avrebbero quasi sempre indirizzato la sfida verso la vittoria del team di casa, la reverse call si abbatte sulla panchina di Sean Payton al qule resta solo il tempo per preparare una nuova richiesta sui cambi di regolamento da presentare ai vertici NFL nella imminente off-season.

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Le chiamate in discussione (2 fumble e 1 intercetto) vanno tutte a favore dei Vikings, e tranne nel caso di una ricezione dubbia che poteva essere considerata completa prima del fumble, le altre due sono state interpretate molto bene dai ref.

Queste però non sono in ogni caso attenuanti valide per un team che puntava al Super Bowl e che si è fatto sconfiggere in maniera abbastanza sorprendente e contro tutti i favori dei pronostici dalla squadra di Minnesota che, a sua volta, non aveva mai convinto nessuno durante tutta la stagione regolare.
Poco importa, nel football come nelle altre discipline, quello che conta è vincere quando è il momento giusto e con tutti i dubbi del caso sulla qualità di Cousins, sulle strategie di Mike Zimmer, sulla solidità dei rapporti all’interno dello spogliatoio (vedi Diggs impazzire in sideline lanciando il casco per frustrazione, scena simile al litigio tra ricevitori e QB sul finale della scorsa stagione), i Minnesota Vikings sono bravi a superare le difficoltà e andare avanti. Questo è quanto.

La partita che inizialmente è passiva e vede solo un field goal per parte trasformato dai kicker, vede poi i Vikings approfittare di un Drew Brees in formato pensione che non è in grado di connettere la testa al campo: l’episodio che penalizza i Saints forse più del fumble dello stesso Brees, è un lancio verticale profondo ad un paio di minuti dall’intervallo finisce nelle mani di Anthony Harris, molto bravo ad estendere il corpo all’indietro. Da lì nasce il drive che ragala il vantaggio ai Vikings che arriva su corsa di Cook; segue FG sbagliato da Lutz.

Un lancio del genere è decisamente azzardato in quella fase dove cronometro e down consentivano ai Saints di giocare conservativi, avendo oltretutto la possibilità di ritornare in campo col possesso a favore dopo l’intervallo. La decisione di usare Ted Ginn Jr. come target coperto da due difensori è a dir poco sciagurata.

La domanda del giorno è quella sul perchè insistere su Brees quando il QB era visibilmente in affanno, specie quando il polierdico Tayson Hill ti lancia un passaggio roboante da 50 yard che riaccende le speranze di New Orleans. Ma anche nella difficoltà come si può far sedere Drew Brees? Una decisione simile non è contemplabile nemmeno nella più disperata delle serate.

Ora però, per il campione texano il momento di sedersi pare essere giunto perchè la sconfitta contro Minnesota pesa come un macigno sulle economie del futuro. Doveva essere l’anno del riscatto ed invece a New Orleans si ritrovano disperatamente a tentare di convincere gli arbitri, che sul passaggio del touchdown decisivo all’overtime c’era una pass-interference offensiva di Rudolph. Gesto emblematico di una serata che richiederà altrochè pungenti decorazioni carnevalesche per essere superata. Il progetto Saints si sgretola lentamente e rimettere insieme i pezzi per tornare a vincere sembra oggi impresa ardua.

L’orda dei vichinghi si sposta dal sud verso est, a San Francisco preparano le difese del Levi’s Stadium con la consapevolezza che la purple nation ora viaggia sulle ali dell’entusiasmo e forse nella mente, senza niente da perdere. Due variabili che in un dentro-fuori possono essere determinanti.

Lo spettacolo dei playoffs NFL prosegue il prossimo weekend.

Stay tuned!

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Alex Cavatton

@AlexCavatton sport addicted dal 1986. Amministratore di Chicago Bears Italia. Penna di Huddle Magazine dal 2018. Fondatore di 108 baseball su Cutting Edge Radio. Autore dei progetti editoriali: Chicago Sunday, Winners Out, RaptorsMania, Siamo di Sesto San Giovanni, Prima dello snap. Disponibili su Amazon

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