X&Os – Difesa: i Blitz

Nuova rubrica di Huddle Magazine che puntata dopo puntata cercherà di spiegare le tattiche che vengono utilizzate sui campi NFL ogni settimana. Anche la quinta uscita è dedicata alla difesa e più precisamente ai Blitz (Cover 2Cover 4/6 – Cover 3Man coverage).

INTRODUZIONE AL BLITZ

Per Blitz s’intende un’azione nella quale la difesa porta un numero di pass-rusher (i giocatori che attaccano il quarterback) superiore ai quattro uomini standard. È una strategia high risk-high reward che vuole mettere in difficoltà il quarterback riducendo la finestra temporale a sua disposizione per decidere cosa fare con il pallone. Il blitz quindi aumenta parecchio le possibilità di un sack o di un intercetto.  Il rovescio della medaglia è che, essendo una strategia rischiosa, aumenta allo stesso tempo la possibilità che la difesa conceda una big play agli avversari.

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Come abbiamo già detto parecchie volte, i diversi compiti della difesa sono collegati tra loro, e questo significa che per allungare la coperta dal lato della pass rush si è costretti ad accorciarla da quello della pass defense, perché in campo si scende sempre in 11, e quindi portare più uomini in pressione significa sottrarne alla difesa dei passaggi.

Quello di Blitz quindi è un concetto generale che si declina in decine di varianti: si può blitzare da un assetto a uomo o da uno a zona, con un linebacker o con un defensive back, con 5 uomini o con 7. Restiamo per il momento solo sulla differenza generale tra man blitz e zone blitz. Se avete letto le puntate precedenti di questa rubrica saprete già benissimo a cosa ci riferiamo distinguendo tra zone coverage e man coverage (per chi è nuovo a questa rubrica consigliamo un ripasso qui).

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Nel caso del blitz questa differenza rimane  valida, con la differenza che i rusher aggiuntivi sono sottratti proprio alla pass defense, che per questo risulterà più vulnerabile.

Nel Man blitz, quindi, ogni potenziale ricevitore è marcato da un difensore, con i restanti difensori che attaccano il quarterback. In questo caso si sacrifica la difesa della zona profonda, che viene presidiata da un solo uomo o addirittura, nei casi più estremi, resta completamente sguarnita. Inutile dire che basta che uno solo dei difensori si faccia battere dal suo uomo per rischiare il touchdown. Il vantaggio, però, è che il quarterback avrà un tempo minimo per lanciare prima di ritrovarsi in faccia un difensore, come è successo giovedì scorso a David Blough, quarterback dei Lions.

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In alternativa, la difesa può blitzare da un assetto a zona. Il campo in questo caso non verrà difeso dai 7 pass defenders tradizionali, ma da 6 o 5 giocatori. Di conseguenza, il campo sarà suddiviso in zone più larghe, e sarà più facile per il QB trovare un uomo libero. Si tratta di vedere se riesce a farlo prima che la pressione lo raggiunga.

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2&5, i Ravens effettuano uno dei loro soliti CB blitz, mandando addirittura due cornerback in blitz. Alle loro spalle la copertura è a zona, ovviamente dilatata visto che ci sono solo 5 pass defenders, ma non importa perché Carr da destra arriva praticamente indisturbato nel backfield e riesce a sdraiare Goff prima che il QB possa liberarsi del pallone.

Gli esempi che abbiamo visto ci rivelano che la chiave per un blitz di successo è il tempismo. Non importa come, l’obiettivo è portare almeno un free rusher a toccare il quarterback nel minor tempo possibile. Lo si può fare attraverso l’aritmetica, portando un pass rusher in più di quelli che l’attacco riesce a bloccare, come nel caso del sack dei Bears, oppure con l’inganno, mandando in blitz giocatori che di solito difendono i passaggi come i cornerback dei Ravens.

In determinate situazioni ogni singola squadra porta pressione con più di quattro uomini, ma la frequenza e la creatività dei blitz varia tantissimo a seconda dei coaching staff. Alcuni, come ad esempio quello degli Atlanta Falcons, fanno affidamento quasi esclusivamente sulla pressione del front 4 e blitzano molto raramente e con pochi uomini, mentre altri, come quello dei Baltimore Ravens, blitzano di frequente e in modo incredibilmente creativo. C’è poi chi, come Gregg Williams, attuale DC dei New York Jets, ha strutturato la sua filosofia difensiva sul modello della Wermacht, e blitza in modo folle per larghi tratti della partita.

In ogni caso, soprattutto nei terzi down, tutte le difese ricorrono ad una o più versioni del blitz e per questo tutti quarterback devono essere in grado di contrastarli.

MAN VS BLITZ

Come si batte il blitz? Innanzitutto riconoscendolo. Sembra scontato, ma non lo è per niente, soprattutto per i rookie quarterback che, abituati a leggere le difese base del college, faticano parecchio quando si trovano a dover decifrare l’aramaico delle difese professionistiche.

peterman blitz
In questa azione del 2018 i Ravens assiepano 8 potenziali rusher nei pressi della linea di scrimmage. Il povero Nathan Peterman andrà nel panico e subirà l’ennesimo sack della sua breve carriera.

Al contrario, i migliori quarterback reagiscono ai blitz come un maestro di Ju-Jitzu, e riescono a ritorcere l’aggressività dei difensori contro la difesa stessa. Blitzare in modo troppo palese e maldestro contro un veterano come Matt Ryan, ad esempio, è una pessima idea, come hanno scoperto gli Eagles in Week 2.

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Non appena legge il cover 0 blitz degli Eagles (nessuna copertura profonda) Ryan chiama un audible (un cambio di schema alla linea di scrimmage) chiamando uno screen pass che manda il left tackle Matthews a bloccare sul lato di Julio Jones, che riceve il passaggio corto, accende i jet e segna il touchdown decisivo. Quando i blitz sono nascosti meglio di quanto fatto dagli Eagles, è ancora più importante che il QB non perda la calma e sia abbastanza in controllo da padroneggiare la situazione.

Per diagnosticare il blitz in arrivo, il quarterback può ricorrere a diversi strumenti, tra cui la Motion dei ricevitori e l’hard count in questo Aaron Rodgers è in arrivabile.

https://www.youtube.com/watch?v=lTa0kSMhPmA

Una volta che si è fatto un’idea di quanti e quali sono i pass rusher, il quarterback deve sapere cosa fare per attutire l’impatto del blitz. Innanzitutto, modificare se necessario la pass protection (i compiti di blocco della linea offensiva). Poi capire dove andare col pallone, e qui ci sono essenzialmente due strade, a seconda del rischio che si vuole correre: si possono contenere i danni con un passaggio corto e veloce (per liberarsi del pallone in pochissimo tempo) oppure andare per la giugulare e cercare il colpo del ko.

Andiamo a vedere un esempio di entrambe le strade.

DAK PRESCOTT

In quest’azione Dak Prescott riconosce molto bene che i Giants stanno portando pressione con un overload fire-zone blitz.

Dallas hot route blitz

È un blitz a zona che sovraccarica un lato dello schieramento grazie al blitz di safety e/o linebacker mentre alleggerisce l’altro lato abbassando un uomo di linea in pass coverage.

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Dak reagisce con calma e per prima cosa aggiusta la pass protection, spostando il RB McFadden sul lato destro (per bloccare almeno uno dei due blitzer), poi con un cenno indica a Witten che è lui “l’uomo caldo” in caso di blitz, il che significa «Wit, se il blitz arriva davvero, corri una traccia corta che il pallone ti arriva subito». Dak riceve lo snap e scarica per la hot route corsa da Witten un attimo prima che la pressione lo raggiunga, riuscendo così a evitare il sack e a tenere in ritmo l’attacco.

CARSON WENTZ

In altre occasioni il quarterback non ha il lusso di accontentarsi di un guadagno di cinque yard, deve riuscire a completare un passaggio medio lungo sotto pressione. Lo abbiamo visto in week 11, quando Carson Wentz ha dovuto cavarsela contro il cover zero blitz dei Patriots negli ultimi secondi. È un 4th&10, quindi Wentz deve completare un passaggio di almeno dieci yard.

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I Patriots non fanno misteri e si mettono in cover 0, senza safety profonde. A questo punto diventa veramente una lotta contro il tempo.  Wentz resiste quanto possibile nella tasca e poi lancia una preghiera in direzione della post route corsa da Nelson Agholor, un’ottima soluzione (anche se rischiosa) per provare a battere un man blitz così aggressivo. 

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La palla è ottima, viste le circostanze, e Wentz non poteva fare meglio di così, al contrario di Agholor, che non riesce ad aggiustare la sua traiettoria con quella della palla e manca il catch più importante della sua carriera.  L’errore del wide receiver non toglie il fatto che il pallone sia stato ottimo e ci aiuti a capire come battere con lanci profondi i blitz più aggressivi.

Queste sono, in breve, le regole di base dei Blitz, ovviamente abbiamo solo grattato la superficie di un argomento immenso. Saper blitzare – e sapersi difendere dal blitz – è sempre più importante in NFL, e per questo i coching staff sono sempre alla ricerca di nuove soluzioni su entrambi i lati del pallone.

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Alberto Cantù

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