All’ultimo respiro (Atlanta Falcons vs San Francisco 49ers 29-22)
Clamoroso al… Levi Stadium!!! Gli Atlanta Falcons, con un record di 4-9, un coach in bilico da settimane e nulla più da chiedere a questa stagione 2019, riescono nell’impresa di battere a domicilio i San Francisco 49ers, reduci da tre grandi partite in cui avevano demolito i Packers, perso di strettissima misura contro il team del momento, i Baltimore Ravens e avevano espugnato con una prestazione pazzesca il campo dei New Orleans Saints.
E invece domenica Atlanta ha avuto il grande merito di restare attaccata alla partita e di piazzare la zampata vincente a tempo quasi scaduto. Si, perchè non tragga in inganno il punteggio finale: a 12 secondi dal termine i Falcons erano sotto di 6 punti e si trovavano a fronteggiare un quarto and goal dalle 6 di San Francisco. Il lancio della disperazione di Ryan veniva ricevuto da Julio Jones esattamente sulla linea di meta ma in un primo tempo gli arbitri giudicavano Jones fuori dall’area di touchdown, e dunque decretavano il successo dei californiani. Dopo aver rivisto l’azione però il capo arbitro segnalava correttamente la meta per Atlanta che poi, a tempo scaduto, segnava ancora con lo special team che recuperava e riportava in touchdown un fumble della squadra speciale di San Francisco. Con questo successo, i Falcons hanno anche dimostrato di credere ancora nel loro head coach Dan Quinn, e vedremo se questa vittoria potrà essere utile alla riconferma del coach che dal 2015 comanda le operazioni sulla sideline di Atlanta.
E parlando della sfida contro il suo ex team, il coach dei 49ers Kyle Shanahan, che per 2 anni era stato offensive coordinator di Quinn ad Atlanta, aveva avvisato i suoi: “Per i Falcons è il loro Superbowl… E se non sarà il nostro Superbowl ci prenderanno a calci nel sedere”. E anche se la partita si è di fatto decisa all’ultimo secondo, la definizione di calci nel sedere non è esagerata. La difesa ospite ha in qualche modo limitato il secondo miglior attacco sulla terra grazie ad un grande Grady Jarrett ben supportato dai linebacker Beasley, Campbell e Deion Jones.
Ma dove la difesa dei Falcons ha veramente messo in crisi l’attacco dei 49ers è stata la pass rush, con i vari Jarrett, autore di ben 6 hurries, Deion Jones e Beasley che hanno reso difficile la vita nella tasca a Garoppolo. E a livello di secondario grande prova del cornerback Wreh Wilson che ha concesso una sola ricezione sui sei palloni lanciati nella sua direzione per 8 yard ed è stato anche l’unico in grado di limitare un Kittle che per il resto ha fatto ammattire la difesa ospite.
In attacco le statistiche di Ryan sono tutt’altro che spettacolari, 25 su 39 per 210 yard, ma il regista veterano non ha commesso errori, ha segnato due td pass, si è mosso egregiamente nella tasca ed ha guidato con grande freddezza i suoi al touchdown decisivo. In realtà il passing game dei Falcons ha un nome ed un cognome: Julio Jones. Senza il “gemello” Calvin Ridley, che ha già terminato la stagione, Jones ha fatto gli straordinari sfruttando talvolta il fisico, talvolta la grande esperienza, e le 13 ricezioni per 134 yard contro la miglior difesa sul passaggio della NFL sono lì a dimostrarlo. Nel tabellino delle ricezioni dopo Jones c’è praticamente il vuoto, visto che il secondo receiver è stato Gage con 5 palle catturate per appena 27 yard.
Nonostante il k.o. San Francisco è ufficialmente alla post season, ma la sconfitta fa scivolare i 49ers dal seed #1 al numero 5 nella griglia dei playoff. E i 49ers devono recitare il mea culpa perché, soprattutto nel terzo quarto, Atlanta ha commesso numerosi errori con i californiani che potevano e dovevano chiudere il match.
Il passing game dei 49ers si è trasformato troppo presto in un “one man show”, con il tight end Kittle che ha ricevuto quasi il 60% dei completi lanciati da Garoppolo ed il 67% delle yard, un dato inaccettabile per un team che ha velleità di titolo. Intendiamoci, Kittle ha disputato un’altra partita mostruosa, fra blocchi devastanti (vi consiglio di vedere quello sulla meta di Mostert), ottime ricezioni e una miriade di yard conquistate dopo aver catturato il pallone. Ma se i 49ers vorranno fare strada nei playoff dovranno trovare un minimo di contributo dal reparto receiver, perché domenica fra Sanders, Samuel e Bourne sono arrivate 4 ricezioni (le stesse messe assieme ad esempio di Breida e Juszczyk, cioè un runner ed un fullback) per 49 yard.
Anche Garoppolo per altro è stato tutt’altro che brillante e se nella colonna degli intercetti c’è un bello 0 il regista di origini abruzzesi lo deve agli errori del secondario ospite e ad un grande intervento di Kittle che ha evitato il pick a fine primo tempo. Il rushing game è stato efficace ma meno devastante del solito. Mostert, che arrivava alla sfida con Atlanta con una media di quasi 6 yard a portata, è stato limitato a 54 yard in 14 corse, Breida ha fatto decisamente peggio (4-11) e le 40 yard guadagnate da Coleman in quattro tentativi sono pesantemente gonfiate dalle 37 yard ottenute con un’unica corsa.
Vero, la difesa non è stata in grado di fermare gli ultimi, disperati tentativi dei Falcons, ed ha subito due mete nel quarto conclusivo, però onestamente il reparto di coach Saleh ha fatto il suo dovere. Con ben quattro assenze (mancavano infatti Tartt e Sherman nel secondario e i linemen D.J.Jones e Ford), la difesa dei californiani ha retto l’urto dell’attacco avversario per tre quarti cedendo un po’ nel finale di una partita che a quel punto doveva già essere chiusa. Il quartetto dei linemen Bosa, Thomas, Buckner ed Armstead ha confermato di essere un gruppo di assoluto valore, in grado di inseguire il quarterback o di chiudere gli spazi al running back con la medesima efficacia.
Bosa si è poi reso autore di uno dei due sack dei 49ers cui vanno aggiunti un hit su Ryan e tre hurries, ma anche la coppia Armstead e Buckner ha reso difficile la vita al regista avversario con 7 hit e 8 hurries. Il secondario ha patito la grande giornata di un Julio Jones, che ha punito un po’ tutta la difesa di casa ma soprattutto ha tartassato il povero Witherspoon. Il migliore del secondario di casa è così stato D.J. Reed che ha concesso due ricezioni per un totale di appena 8 yard.
Oltre a tutto, la partita si metteva subito bene per i padroni di casa perché dopo 7 minuti senza grossi acuti, erano proprio i 49ers a colpire per primi. Il drive iniziava con una corsa di Mostert da 4 yard su cui andava k.o. l’end McKinley e terminava ancora con Mostert che sulle 2 dei Falcons seguiva l’enorme tackle McGlinchey per il 7-0 iniziale. Ma Atlanta non era venuta in riva all’oceano a fare da agnello sacrificale, ed i Falcons rispondevano subito sull’asse Ryan-Jones. Il numero 11 catturava in un solo drive 4 palloni per 48 yard, fra cui il td pass che riportava le squadre in parità.
Dopo un three and out dei 49ers, i Falcons riprendevano a macinare yard. Gli ottimi blocchi del tackle rookie McGary e del receiver Gage permettevano a Hill di correre per 16 yard, poi ancora Jones chiudeva un primo down. Sulle 25 dei 49ers però il drive andava in stallo e il kicker coreano Koo portava avanti gli ospiti. Una grande corsa dell’ex Coleman da 37 yard e due ricezioni in rapida successione di Kittle, di cui la prima veramente spettacolare in allungamento, portavano San Francisco all’interno delle 10 avversarie ma un brutto lancio di Garoppolo al terzo down costringeva i 49ers al field goal che Gould non sbagliava dalle 4 riportando il punteggio in parità a metà gara.
Il secondo tempo si apriva con una gran giocata dello special team dei Falcons, con Koo che batteva un onside kick che sorprendeva i 49ers, i quali permettevano ad Olokoun di recuperare l’ovale. Il tutto però era vanificato da una penalità di illegal formation. Poco dopo ancora i Falcons combinavano un altro pasticcio. Dopo aver costretto i 49ers al punt, il returner Barner riceveva palla sulle 11 e ritornava l’ovale fin nella metà campo del team di casa, ma un’altra penalità, stavolta per blocco illegale, faceva invece partire i Falcons addirittura sulle loro 8.
Atlanta non riusciva a chiudere neppure un down e doveva restituire palla ai 49ers che andavano ancora a segno con Gould che non sbagliava il calcio da 46 yard. I Falcons sciupavano poi una buona occasione quando non riuscivano a ottenere punti dopo un fumble perso da Breida, e con 10 minuti da giocare gli uomini di Quinn, coach che aveva iniziato la carriera in NFL proprio a San Francisco, sembravano tirarsi definitivamente la zappa sui piedi. Su un ritorno di punt, Barner perdeva infatti l’ovale sul placcaggio del tight end Dwelley e Juszczyk recuperava il possesso.
Due azioni dopo lo stesso fullback riceveva in meta la palla del 19-10 perché un Gould in grande crisi quest’anno sbagliava il calcio di trasformazione. Gara finita ? Neppure per sogno: Ryan distribuiva una bella serie di palloni con lanci sull’esterno a Gage, Hooper e Jones, poi cercava ancora quest’ultimo sul profondo, con Ward costretto alla pass interference dentro la end zone. La palla veniva così messa sulla 1 yard e Ollison si incaricava di segnare la meta del 17-19. Sul rovesciamento di fronte San Francisco sembrava, come successo più volte quest’anno, trovare il big play nel momento chiave, con una bella galoppata di Sanders da 29 yard dopo aver ricevuto un pallone dietro la line of scrimmage. Ma un drop di Kittle, unico neo in una partita stratosferica, su gran placcaggio di Kazee costringeva i 49ers al field goal che Gould metteva fra i pali da 43 yard.
A questo punto si era già nel two minutes warning e si rivedeva il Ryan dei bei tempi: pass a Freeman per 13 yard, poi completo a Jones per 25. Quindi lo stesso Ryan correva per 9 yard prima di trovare ancora Jones sulle 5 dei 49ers. A questo punto mancavano 8 secondi ma succedeva di tutto: prima un lancio in meta a Hooper veniva giudicato completo, ma dopo aver visto il replay gli arbitri tornavano sui loro passi. Poi arrivava il pass della disperazione a Jones già descritto sopra che regalava ai Falcons una doppia w che a due turni dal termine sconvolge la griglia dei playoff della NFC.