Ten wins for the Bills (Buffalo Bills vs Pittsburgh Steelers 17-10)

Allo storico Heinz Field di Pittsburgh si sfidano due delle squadre che nella AFC lottano per un posto ai playoff come wildcard, arrivando da un recente passato totalmente diverso.

Gli ospiti Bills hanno un record di 9-4, secondi nella loro divisione ai Patriots, avanti di due partite al momento del kickoff, avendo già giocato e vinto contro i Bengals nella partita delle 19 ora italiana. Fondano il loro gioco su una difesa tra le migliori della lega, completa e dotata ad ogni livello, e un attacco non spumeggiante ma potente, che sfrutta a dovere le qualità atletiche del proprio quarterback, il quale eccelle maggiormente in quello piuttosto che nel fondamentale del lancio, su cui sta ottenendo comunque miglioramenti.

Gli Steelers, arrivando da una stagione dominata dai drammi Le’Veon Bell e Antonio Brown, dalla seconda partita, sono senza il loro comandante e capo Ben Roethlisberger, quando quest’ultimo ha sofferto un infortunio al gomito destro che ha reso necessaria un’operazione, che ha posto la parola fine alla sua stagione. Oltre a queste, già sufficienti sventure, gli Steelers hanno patito le assenze del runningback titolare James Conner, probowler l’anno scorso, e del ricevitore JuJu Smith-Schuster, fuori dal campo dalla funesta partita di Cleveland quando Myles Garrett colpì con il suo stesso casco Mason Rudolph. Nonostante ciò l’head coach Mike Tomlin ha dimostrato una grande resilienza, la dirigenza non ha dato per persa la stagione e ha investito un first round pick per Minkah Fitzpatrick in uscita da Miami, oliando gli ingranaggi di una difesa che aveva già diversi pezzi ma che con il passare delle partite, è diventata la vera locomotiva di questi Steelers, piazzandosi sesta per punti concessi a partita, quinta per yard concesse a partita, prima per sack e palle rubate agli avversari. Nel frattempo a diventare titolare è stato il terzo quarterback Devlin “Duck” Hodges, dopo che le cattive prestazioni di Rudolph gli sono valse la panchina dalla partita contro i poveri Bengals.

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Due curiosità

È la prima partita dal 1927 in cui tre fratelli(gli Edmunds) giocano nello stesso math, si tratta di Tremaine, linebacker per i Bills, Terrel, safety e Trey, runningback per gli Steelers, dei quali i primi due sono stati scelti entrambi al primo giro del draft 2018.

Inoltre i due coach che si affrontano, Tomlin e McDermott, hanno frequentato lo stesso college, William & Mary, il poi allenatore degli Steelers era un ricevitore superstar, mentre quello dei Bills una safety che dava poco nell’occhio ma colpiva duro.

Cronaca

La prima azione degna di nota arriva alla conclusione del secondo possesso, gli Steelers sono alle proprie 40 su 3rd & 15, Hodges deve lanciare, e quando il massiccio defensive tackle Jordan Phillips gli si para davanti, scaglia la palla profondo sulla destra per James Washington, con il quale ha una chimica particolare, peccato che il ricevitore sia coperto da due Bills, e la traiettoria della sfera sia eccessivamente esterna, cosicché l’eccezionale cornerback Tre’Davious White intercetta la palla per la quinta volta in stagione.

L’attacco Bills inizia a carburare al terzo possesso, quando il loro quarterback usa le gambe per 12 yds e trova Brown per 10, bravo a liberarsi con una traccia verso l’esterno. In red zone su 1st & 10, intelligentemente il coordinatore dell’attacco chiama un “draw” (quando il quarterback affida la palla al runningback con un ritardo), per disinnescare l’aggressività degli edge rusher di Pittsburgh, in questo caso particolare, Dupree; il rookie Singletary corre così per 14 yds venendo fermato alla 1, da cui a entrare con le gambe in end zone è Allen su uno schema di corsa disegnato per lui. 7-0

Il secondo quarto inizia in maniera promettente per gli Steelers, Hodges trova il suo compagno “preferito”, James Washington, che finge una traccia slant correndo poi verticalmente, eludendo il cornerback Wallace, ottenendo lo spazio per eseguire la presa da 34 yds, venendo poi fermato dalla safety Micah Hyde. L’attacco nero-giallo si fermerà alle 31 avversarie, da dove Boswell li porterà sul tabellino con un field goal. 7-3

Dopo due punt, avviene un altro turnover, su 2nd & 10 dalle proprie 32, Allen lancia per Beasley nel mezzo del campo, il lancio è troppo alto per uno che misura 1,73 m di statura, il ricevitore ex Dallas fa quel che può, ma la palla gli sfugge dalle dita e finisce comodamente nelle mani di Nelson, corner degli Steelers, che la riporta fino alle 20 avversarie.

Dopo una corsa che non porta ad alcun guadagno, gli Steelers, come hanno fatto per un paio di altre occasioni, si presentano con una formazione wildcat, dove la sfera viene lanciata dal centro direttamente nelle mani del runningback, in questo caso Conner; lo snap però è troppo basso, cosa che dà una frazione di secondo di vantaggio alla difesa dei Bills per piombare sugli avversari, Conner gioca la option con Johnson, dove quello che ha la palla la mette sul petto del compagno per poi decidere in base alla difesa, se tenerla o lasciarla, si vede che Conner non è un quarterback e la palla viene persa diventando viva e recuperata dalla safety Jordan Poyer.

Nella prima metà di gara i due quarterback hanno combinato solo 107 yds su passaggio; statistica che sembra destinata ad essere ribaltata, quando alla prima azione Hodges trova profondo sulla destra Johnson per 29 yds; Conner prende 17 yds su corsa centrale, dribblando magistralmente Hyde, che rimane sul posto. Dalle 11 su 2nd & Goal, Hodges va in play action, lanciando per Conner sulla flat, la zona di campo laterale più vicina alla linea di scrimmage, il quale evita il placcaggio di Levi Wallace ed entra in end zone. 7-10

Il momentum sembra spostatosi dal lato di Pittsburgh, quando TJ Watt, con un pugno ben assestato sulla palla causa una fumble da parte di Singletary, poi recuperata dal compagno di reparto di Watt, Hilton. In quest’occasione rimarchevole la concentrazione di Watt, che pur essendo impegnato in copertura su un altro uomo, si rende conto che la palla è andata al runningback dei Bills, gettandosi su quest’ultimo.

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Dopo altri due punt da parte delle due squadre, Hodges subisce il secondo intercetto di serata, da parte dello stesso difensore, Tre’Davious White, bravissimo nel seguire con un occhio il suo uomo e con l’altro leggere lo sguardo del quarterback, saltando sulla traiettoria della palla e arpionandola, ottenendo poi un buon ritorno, fino alle 18 di Pittsburgh, dove lo raggiunge il tackle di destra Feiler, estremamente intelligente nel non mollare una volta preso atto del turnover, ma correndo all’indietro cercando un angolo per placcare l’avversario.

L’attacco dei Bills, parimenti, non ingrana, grazie anche a uno spettacolare placcaggio alle caviglie di TJ Watt su un accenno di draw (schema enunciato in precedenza) da parte di Singletary. Nondimeno i Bills pareggiano con un field goal. 10-10

Altro 3 & Out degli Steelers; i Bills trovano l’unico big play di serata, Allen lancia profondo sulla sinistra per John Brown, che è bravo a capire la traiettoria della sfera, attraversando le braccia di Steven Nelson (contro cui verrà chiamata interferenza difensiva) per afferrare la palla per 40 yds. Su 3rd & 9 in red zone, Allen fa un passo in avanti nella tasca e lancia per l’angolo destro della end zone, dove trova Kroft, lasciato completamente libero dalla copertura a zona degli Steelers, il tight end non segnava un touchdown dal 2017 quando era con i Cincinnati Bengals. 17-10

James Washington Steelers Bills

Dopo altri due 3 & out di ambo le squadre, l’attacco di Pittsburgh guadagna due first down e su 3rd & 1 un’altra connessione tra “Duck” Hodges e James Washington, il quarterback lancia una splendida palla oltre le spalle del ricevitore, verso la sideline, dove solo lui può arrivare, cosa che fa, prendendo con 32 yds un primo down che tiene vive le speranze degli Steelers. Giunti alle 23 avversarie, su 4th & 7 Hodges azzarda un lancio in end zone, il passaggio è inteso per Cain, il quale è seguito da un cornerback, il problema è che la velocità del pallone è troppo bassa e viene intercettato agevolmente da Poyer che da buona safety sorvegliava a zona come un avvoltoio la end zone, pronto ad entrare in azione. Rivedendolo al replay, Hodges avrebbe dovuto probabilmente lanciare per Washington, considerato che il cornerback su di lui, si era lanciato in blitz dando al ricevitore ex Oklahoma State, caldissimo, un rilascio libero; anche questa è la differenza tra un quarterback riserva e uno titolare.

I Bills fanno consumare altro tempo e i timeout rimanenti di Pittsburgh con un 3 & out.

Con passaggi di corta gittata verso l’esterno del campo in modo che i ricevitori possano immediatamente uscire dal rettangolo verde per congelare il tempo, Pittsburgh arriva alle 34 avversarie a 14 secondi dal termine. Hodges evita la pressione uscendo a sinistra dalla tasca, lancia per il lato della end zone in movimento alla Aaron Rodgers, peccato che ci sia un motivo se lui è terzo quarterback, il passaggio ancora una volta è molle e corto, senza contare il fatto che il ricevitore per cui lo intende, Washington, è attorniato da due difensori, dei quali Wallace esegue l’intercetto.

I Bills espugnano Pittsburgh con il punteggio di 17-10.

Considerazioni

I Bills ottengono per la prima volta dal 1999 dieci vittorie in una stagione e tornano ai playoff per la seconda volta in tre anni con coah McDermott, dopo una delle astinenze più lunghe della storia della NFL (18 anni).

Virtualmente potrebbero giocarsi ancora il titolo divisionale con i New England Patriots, che alle nostre 19 hanno vinto a Cincinnati, sarà decisiva la sfida della prossima settimana a Foxborough, tuttavia non si può che considerare altamente improbabile tale evenienza, in quanto l’ultima settimana i Bills affronteranno a New York i Jets mentre i Patriots in casa Miami, e nonostante le recenti difficoltà New England rimane la più affidabile, per struttura, coach, quarterback e fattore casa.

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Questi Bills di Sean McDermott , uno degli head coach migliori della lega, ma quello di cui si parla di meno, insieme al suo staff, sono una squadra disciplinata e ben preparata. Il sopracitato McDermott, arrivato nel 2017, ha fatto piazza pulita del roster che ha trovato, del quale tuttora rimangono solo 3 giocatori. Sta dimostrando di essere in grado di sfruttare a dovere le caratteristiche di Josh Allen, che altrimenti non sarebbe stato preso con la settima scelta assoluta non fosse piaciuto all’allenatore, liberandosi del quarterback con cui erano tornati ai playoff l’anno precedente, 2017 (Tyrod Taylor). Il quarterback ex Wyoming pian piano sta migliorando, ma di strada ne ha da fare soprattutto nella precisione e preparazione dei lanci, in particolare avendo come target figure piccole quali Beasley, Brown e Foster; ieri dal commento è stato messo in evidenza il posizionamento errato dei piedi (il “footwork” è uno dei fondamentali più importanti per un quarterback) in occasioni di determinati lanci, che poi evidentemente influisce su come la palla esca dalla mano. Allen è il quarterback NFL che tiene più a lungo la sfera nelle sue mani con una media di 3 o più secondi, tantissimo nella National Football League, testimonianza dell’eccellente lavoro svolto da questa linea offensiva sia in fase di protezione che di bloccaggio per le corse. La difesa rimane il punto forte di Buffalo, presenta in linea 5 ex first round pick, ha due linebacker atletici quali Milano ed Edmunds (pazzesco pensare abbia solo 21 anni), che solo alla seconda stagione è già capitano e leader carismatico; la secondaria è dotata di un duo di safety affermato nella lega, Hyde e Poyer, mentre agli esterni White è uno dei migliori cornerback in circolazione, che ieri con i suoi 2 intercetti è arrivato a 6 stagionali, primo a pari merito con Stephon Gilmore; opposto a lui gioca Levi Wallace, gemma trovata come undrafted free agent l’anno scorso.

Per gli Steelers e Tomlin, nonostante la sconfitta, non c’è che da levarsi il cappello, dopo tutte le difficoltà affrontate sono rimasti e tuttora sono in corsa per un posto da wildcard nei playoff, sebbene ora debbano per forza vincere le ultime due gare, contro Jets e Ravens. Senza Roethlisberger e dopo le uscite di distrazioni quali Brown e Bell, gli Steelers hanno ritrovato la loro cultura e solidità ereditata da una storia vincente fatta di costanza e risultati: Tomlin è il terzo allenatore in 50 anni di presidenza Rooney, con i precedenti due che non sono stati neanche licenziati, questa stagione come la scorsa, alle prime difficoltà si è parlato di rischio “esonero” per dirla alla calcistica, ma questo non è lo stile Rooney e Steelers. Hanno fatto un respiro profondo e si sono resi conto che lo spogliatoio era con il loro head coach, il quale tra l’altro non ha mai avuto una stagione perdente in 13 anni, si sono rimboccati le maniche e con quello che hanno a disposizione stanno lottando fino all’ultimo per una chance nella postseason, aspettando più salute fisica e tranquillità.

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