La Serra di Huddle: Josh Allen è già pronto per portare Buffalo ai playoff

Lo scorso anno, i Buffalo Bills dovevano essere la squadra peggiore della NFL, soprattutto a livello offensivo. Josh Allen, rookie quarterback, era considerato fin troppo acerbo per guidare una squadra professionistica ad una stagione appena decente, e le armi a livello di roster latitavano. Invece, non solo sono arrivate sei vittorie, ben oltre le aspettative, ma a distanza di un anno, la squadra di Sean McDermott è in ottima posizione per assicurarsi la seconda qualificazione alla post-season in tre anni. La difesa continua ad essere il reparto trainante (nona in DVOA), ma i progressi compiuti da Josh Allen, e dall’attacco in generale, hanno reso Buffalo una squadra molto scomoda da affrontare.

GRANDI PASSI IN AVANTI

A Josh Allen non è mai mancato il braccio né tantomeno l’atletismo, ma, in uscita dal college, questi due aspetti non erano sufficienti per renderlo un passatore pronto per essere subito buttato in pasto alle difese NFL con buoni risultati. Al suo secondo anno, però, Allen sta dimostrando di aver compiuto notevoli passi avanti nel suo gioco, e le nove vittorie conquistate finora dai Bills portano anche il suo nome (tra l’altro, è il secondo QB più vincente in singola stagione negli ultimi 20 anni di franchigia, al pari di Tyrod Taylor e dietro a Doug Flutie).

Il primo strumento per aiutare l’ex Università di Wyoming è stato portare a Buffalo un ricevitore super affidabile come Cole Beasley. L’ex Dallas è settimo in NFL per catch rate e per ricezioni avvenute sui terzi down che hanno portato alla chiusura dello stesso (15), segno che il rapporto tra i due è già più che solido.

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Buona parte del merito va ascritto anche all’offensive coordinator Brian Daboll, ex Patriots, che proprio dalla sua squadra ha portato alcuni concetti offensivi che fanno parte del cosiddetto sistema Erhardt-Perkins.

Il primo esempio lo vediamo qui, e si chiama tosser concept e, come nel caso di altri schemi facenti parte dello stesso sistema, dà il suo meglio in situazioni di trips (cioè quando ci sono tre ricevitori sullo stesso lato). Nel tosser concept abbiamo due giocatori sullo stesso lato del campo che corrono due slant, uno dei quali è proprio Beasley. In questo caso, la difesa dei Giants si rivela essere una cover 1; una delle due safety alte (Peppers) allo snap scende per marcare il running back di Buffalo, che la tiene impegnata con una traccia flat. Così facendo, Peppers viene attirata verso l’esterno del campo, mentre l’ex Cowboys ne approfitta riempiendo la parte di campo lasciata libera dalla safety.

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Qui, invece, abbiamo un altro caposaldo del sistema offensivo dei Patriots, chiamato hoss Y juke perché il punto focale è lo slot receiver (chiamato Y, appunto), che corre una juke/option route a seconda di cosa la difesa concede. Questo schema è molto efficace soprattutto contro la cover 3, perché vede due giocatori correre due seam route (particolarmente adatte proprio contro questa coverage), i due ricevitori esterni corrono una traccia corta (in genere una comeback), mentre lo slot receiver usa la option route, cioè una traccia variabile in base al comportamento della difesa. Essendo Cincinnati in cover 2, Allen sa che Beasley verrà marcato da un linebacker, contro cui il ricevitore avrà grande vantaggio. Il difensore di Cincinnati toglie a Beasley il centro del campo, e infatti lui, usando anche una finta, va verso l’esterno.

Altro concetto offensivo molto efficace, anch’esso preso in prestito dal playbook dei Patriots, è il cosiddetto go concept, di cui abbiamo un esempio qui.

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Il go concept fa parte del sistema run & shoot, e consiste nel creare spazio per una traccia “piatta” corsa al di sotto di due tracce più profonde. Il ricevitore più esterno (qui John Brown) corre una go route; lo slot receiver una option route nella seam, cioè la parte intermedia di campo, mentre il ricevitore più vicino alla linea di scrimmage corre una crossing route, o comunque una traccia a tagliare verso il centro del campo mentre la difesa è impegnata a difendere il fondo del campo dalle tracce profonde (qui, il ruolo dello slot receiver e di quello più interno è invertito rispetto allo schema orignale, ma non cambia la sostanza).

Allen è ancora poco più che un prospetto, nel senso che ha ancora tanto da migliorare. È un buon passatore in corsa, e qui si torna al suo atletismo, ma deve migliorare nelle letture, visto che ha la tendenza a forzare sul primo bersaglio designato, soprattutto quando si tratta di lanciare sul profondo: sono 9 le yard di media percorse in aria dal pallone quando Allen lancia, 6 quelle ottenute da un passaggio completato, segno che i tentativi di big play spesso rimangono tali.

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È anche vero, però, che Daboll ha inserito questo sistema offensivo per rendere le letture di Allen più agevoli possibile. In suoi aiuto, arriva anche un sistema di corse piuttosto efficiente.

UN ATTACCO VINTAGE

In una lega sempre più orientata verso i passaggi, Buffalo è una di quelle squadre che non disdegna attaccare palla a terra. Il 54% delle azioni offensive prevedono un passaggio, ma il 46% di corse è comunque il quarto dato più alto in NFL. Sono ben 135 le yard di media su corsa fatte registrare dai Bills, che hanno trovato in Devin Singletary il probabile running back del futuro, con Frank Gore a fargli da mentore.

Buffalo ha costruito una linea di buon livello, grazie alla free agency (Feliciano, Morse e Spain sono stati presi dal mercato), mentre Dawkins e Ford via draft.

In generale si tratta di una linea atletica e in grado di accompagnare i giocatori al secondo livello per grandi guadagni; sono noni per yard di media guadagnate al secondo livello e 12esimi in campo aperto. Singletary è inoltre settimo in NFL per rushing big plays, cioè corse da almeno 10 yard.

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È sempre gratificante vedere del run blocking fatto bene. Nel caso dell’azione di Gore, si parla di trap block, situazione in cui il defensive end del lato verso cui si sviluppa l’azione viene lasciato libero allo snap e bloccato dalla guardia che esce, mentre gli altri o-linemen bloccano ciascuno un uomo dalla parte opposta a quella da cui si sviluppa l’azione.

Forse neanche gli uomini all’interno dell’organizzazione Bills si aspettavano una stagione del genere. Ma, con un’ottima difesa, un running game efficiente e un QB acerbo, ma aiutato da un sistema offensivo provato ed efficace, Buffalo è pronta a riprendersi i playoff.

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