NCAA Bowl Preview 2019: Peach Bowl

Ci sono quaranta Bowl in programma dal 20 dicembre fino alla finale nazionale del 13 gennaio e ve li presenteremo tutti, uno ad uno, nei giorni precedenti la partita. A fine stagione raccoglieremo tutte le preview, aggiungeremo i risultati finali e vi regaleremo un ebook da conservare. Oggi vi presentiamo il Peach Bowl, una delle due semifinali nazionali, tra LSU e Oklahoma.

INFO

Data: 28 dicembre
Luogo: Atlanta, Georgia
Stadio: Mercedes-Benz Stadium
Dal: 1968
Conference Coinvolte: Group of Five vs at-large (quando non è semifinale CFP)

STORIA 

Si gioca dalla stagione 1968, e, in oltre 50 anni di storia, non si è mai spostato da Atlanta: per i primi tre anni si giocò al Grant Field (stadio di Georgia Tech), poi si trasferì nella casa degli Atlanta Falcons e si spostò contestualmente ad essi (prima il Fulton-County Stadium, poi il Georgia Dome e infine il Mercedes-Benz Stadium, dal 2017).
Il Peach Bowl è nono per anzianità tra i bowl game del college football. In origine, il Peach Bowl fu creato per finanziare il Lions Club dello stato della Georgia, associazione umanitaria tutt’ora esistente fondata nel 1916 a Evansville, Indiana.
Nei primi anni soffrì di scarsa partecipazione, complici anche le pessime condizioni ambientali praticamente in ogni edizione, e se, nel 1985, il direttore esecutivo del Peach Bowl non avesse chiesto un aiuto economico “pubblico” alla città di Atlanta, con tutta probabilità esso non sarebbe sopravvissuto. Nel 1985 erano solo 18 i bowl esistenti e la morte del Peach Bowl si sarebbe tradotta in una perdita di reputazione per la città. Anche se, col passare degli anni, il problema relativo alle condizioni metereologiche restò, e rese quasi sempre impossibile una partecipazione di massa all’evento. Il problema venne risolto con la costruzione del Georgia Dome, impianto coperto nel quale si giocò dal 1993 al 2016, quando fu sostituito con il nuovo Mercedes-Benz Stadium (anch’esso, ovviamente, dotato di copertura).

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La crescita di questo bowl partì proprio dalla metà degli anni ’80 grazie ai finanziamenti stanziati dalla camera di commercio di Atlanta, che si premurò di pubblicizzare a dovere l’evento e di garantirgli una discreta visibilità. Con l’aumentare dell’interesse collettivo nei confronti di questo match, i problemi economici vennero via via meno, terminando definitivamente nel 1996, quando venne intrapresa una collaborazione con Chick-Fil-A, catena di fast food americana che sponsorizza ancora oggi la partita. Mediante i fondi derivanti da questo accordo economico, l’organizzazione aumentò i premi per le scuole invitate, e così, dal 2006 al 2014, il Peach Bowl divenne il più importante dei Bowl “non-BCS”, ossia non facenti parte della Bowl-Championship-Series, i 5 Bowl che ospitavano le migliori 10 squadre del ranking. Dal 1997 al 2013, dopo decenni di scarsa affluenza, lo stadio fu sempre esaurito, registrando così la seconda striscia più lunga di sempre di sold-out consecutivi per un bowl game (dietro all’inarrivabile Rose Bowl). Nel 2012, in particolare, il Peach Bowl divenne il bowl “non-BCS” più visto di sempre su ESPN, con 8’557’000 spettatori.

Nel 2014 esso fu inserito tra i “New Year’s Six” garantendogli dunque ogni anno due tra le migliori squadre della stagione. Il 2014 fu anche l’anno di creazione dei Playoff e questo Bowl è entrato a far parte della cerchia di quelli che possono ospitare una semifinale nazionale (l’ha ospitata nel 2016 e tornerà a farlo quest’anno, e poi ogni tre anni). Quando il Peach Bowl non si traveste da Semifinale nazionale, come detto, ospita una partita tra una squadra appartenente ad una conference del Group of Five e una scelta at-large, ossia senza restrizioni.

31 Dicembre 2016 > Alabama vs Washington 24-7 / 75’996 spettatori
1° Gennaio 2018 > UCF vs Auburn 34-27 / 71’109 spettatori
29 Dicembre 2018 > Florida vs Michigan 41-15 / 74’006 spettatori

CURIOSITÀ

Il perché del nome è molto semplice: lo stato della Georgia è conosciuto come “Peach State”, per la sua produzione significativa di pesche, fin dal Sedicesimo secolo. La pesca è, appunto, il simbolo dello stato (come esplicano bene anche le targhe statali dei veicoli), ed è stata assunta anche come simbolo di questo evento per testimoniare il profondo legame esistente tra esso e Atlanta, capitale e fulcro dello stato.
Di partite che hanno lasciato il segno sul secolare libro di storia del college football ce ne sono tante, forse troppe, ma dovendo scegliere per forza, citeremo le seguenti.

In ordine cronologico la prima partita degna di menzione è quella del 1968, se non altro perché fu la prima della lunga storia del Peach Bowl. In quell’occasione a giocarsela furono gli LSU Tigers e i Florida State Seminoles. Nell’inospitale clima di quel 30 dicembre, la difesa di FSU forzò quattro cambi di possesso nei primi quattro drive offensivi dei Tigers, convertendo tali recuperi con un touchdown e due field goal. LSU recuperò abbastanza facilmente il divario e, grazie a 24 punti non risposti, mise più di un possesso di distanza fra sé e gli avversari, i quali, però, rientrarono nuovamente e, grazie al TD-pass di Bill Cappleman per Ron Sellers trovarono addirittura il vantaggio. Ma fu LSU a vincere, grazie al consistente drive guidato dal quarterback (nominato poi MVP) Mike Hillman, che portò al touchdown del decisivo 31-27.

La seconda partita degna di un ricordo è quella del 1985 che vedeva di fronte Army e Illinois. La gara si chiuse 31-29 per i cadetti, grazie al loro attacco molto fisico improntato sulle corse (291 furono le rushing yard dei Black Knights). Illinois invece predicava un football molto più moderno, uno spread offense ante litteram che si basava sullo stupendo braccio del futuro quarterback NFL Jack Trudeau. Il tentativo di conversione da due punti dei Fighting Illini, a 34 secondi dallo scadere dei regolamentari, fallì, consegnando la vittoria ad Army.

Negli anni ’90 ci furono tre partite indelebili, simili per molti aspetti, diversissime per altri. La prima fu quella del ’91, vinta da East Carolina su NC State 37-34, che fu, tra le altre cose, anche l’ultimo Peach Bowl disputato al Atlanta-Fulton County Stadium. ECU, sotto di 17 punti all’inizio dell’ultimo quarto, rientrò grazie ai 3 touchdown del quarterback Jeff Blake (uno su corsa e due passaggi, il primo per Dion Johnson e il secondo per Luke Fisher). Allo scadere, il kicker di NC State Damon Hartman calciò corto, lasciando l’incredibile vittoria ai Pirates.

Il Secondo match dei Novanta fu quello del 1995, giocato tra Virginia e Georgia. I primi 59 minuti di partita non furono memorabili: gestiti con discreta calma dai Cavaliers, che non furono mai in svantaggio, ma che, però, approcciarono quell’ultimo minuto con soli 7 punti di distacco dai Bulldogs. Con 1 minuto e 9 secondi ancora da giocare e palla in mano, Virginia riuscì nell’impresa di riaprire la gara: lo scoop and score del Bulldog Jason Ferguson portò la gara in parità per la prima volta dallo 0-0, ma, per la fortuna dei Cavaliers, il successivo gioco fu il ritorno di kickoff direttamente in endzone da parte Demetrius “Pete” Allen che regalò il 34-27 definitivo ai suoi.

I Bulldogs ebbero la loro rivincita nel 1998, quando, dopo essere stati sotto anche di 21 punti nel corso della gara, riuscirono miracolosamente a battere i Cavaliers 35-33. Anche in quest’occasione l’ultimo minuto fu particolare: sotto di 8, i Cavs riuscirono a segnare il touchdown del meno due, fallendo però la conversione da 2 punti. La partita sembrava finita e invece UVa riuscì a recuperare l’onside kick ed ebbe addirittura l’opportunità di vincere la gara con un field goal da 48 yard, che però non centrò i pali.

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La gara più incredibile della storia di questo bowl si è giocata probabilmente nel 2013, quando i Duke Blue Devils e i Texas A&M Aggies hanno dato vita a quella che è stata la partita a punteggio più alto di sempre per un Peach Bowl. A vincere, alla fine, fu l’attacco dell’Heisman Trophy Johnny Manziel (che chiuse con 455 yard e 5 TD) per 52-48, grazie ad una rimonta epica nel secondo tempo dopo il 38-17 Duke con il quale si era chiusa la prima metà di gara.

L’ultima gara degna di menzione è quella della stagione 2017, che metteva di fronte l’imbattuta UCF e la Auburn capace di battere entrambe le squadre che pochi giorni dopo si sarebbero giocate il titolo nazionale (Georgia e Alabama). La vittoria per 34-27, fece di Central Florida l’unica squadra imbattuta della nazione al termine della stagione, e valse loro il riconoscimento di campioni nazionali (ovviamente condiviso con Alabama, che batté Georgia).

Edizione 2019

L’edizione numero 52 del Peach Bowl metterà in palio un posto al National Championship Game del 13 gennaio. Le contendenti saranno la numero uno del ranking LSU e la numero quattro Oklahoma. Di fronte ci saranno il primo e il secondo classificato all’Heisman Trophy, ossia Joe Burrow e Jalen Hurts, e questo già di per sé basterebbe a presentare la sfida. LSU arriva da super favorita, forte di un record ancora immacolato e di una serie di prestazioni superlative nelle partite più difficili. La squadra di Ed Orgeron (miglior coach della stagione per AP, e non solo, mi verrebbe da dire) gioca il miglior football offensivo della nazione, non solo per merito di Burrow. L’arrivo di Joe Brady come nuovo passing-game coordinator ha ribaltato l’asettico attacco dei Tigers delle passate stagioni, esaltando le doti dei suoi interpreti: Burrow su tutti, ma anche Ja’Marre Chase (premiato miglior ricevitore della nazione), Terrace Marshall, Justin Jefferson e (noi non ci dimentichiamo di lui) Clyde Edwards-Helaire, oltre che l’intera linea.

Oklahoma ci arriva, invece, più per demeriti altrui che per effettivi meriti suoi: dopo la brutta sconfitta con Kansas State le chance playoff dei Sooners sembravano essersi completamente vanificate e, invece, complici gli scivoloni delle squadre che stavano loro davanti nel ranking, e grazie ad un finale in crescendo, si trovano a giocarsi la partita che potrebbe valere una finale nazionale. L’attacco è tutto in mano a Jalen Hurts e CeeDee Lamb, ma se i Sooners sperano di avere una speranza anche solo di giocarsi la partita – non dico di vincerla – essa è riposta nella difesa. Anche qui il nuovo arrivato, in questo caso Alex Grinch, ha rivoluzionato il suo reparto, che, rispetto alle ultime edizioni, ha espresso prestazioni decisamente più convincenti, anche se la sensazione è che ciò, contro l’attacco di LSU, difficilmente potrà bastare. La partita, dunque, sarà dominata dagli attacchi ed è facilmente prevedibile un punteggio piuttosto alto.

 

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