Baltimore indecifrabile (San Francisco 49ers vs Baltimore Ravens 17-20)

Al M&T Bank Stadium di Baltimora va in scena un altro scontro diretto tra due delle squadre che comandano questa NFL 2019: i San Francisco 49ers hanno un record di 10-1, mentre i Baltimore Ravens di 9-2, arrivando però da 7 vittorie consecutive con un attacco che nessuno, nemmeno quello che molti considerano la più grande mente difensiva di sempre, Bill Belichick, è riuscito a decodificare.

Quello dei Ravens è un attacco sostanzialmente monodimensionale: corsa, corsa, corsa; hanno una media di 211 yds corse a partita, prima squadra con una media superiore a 200 dai Bears di Walter Payton, oltre a ciò guadagnano (sempre in media) 5,69 yds per portata, la più alta dai Browns di Jim Brown del 1963, e che banalmente significa che in media ogni due corse guadagnano un primo down e muovono la catena. Oltre a ciò la solita difesa solida dei Ravens, a inizio stagione traballante, ma che con l’arrivo di Marcus Peters dai Rams ha guadagnato in carica agonistica ed efficacia.

Anche i 49ers hanno un gioco di corse invidiabile: secondi per yard, touchdown e percentuale di down su cui si giocano uno schema di corsa (51%), hanno un attacco in perfetto equilibrio, metà di corsa, metà affidato a Jimmy Garoppolo. La loro difesa è seconda per punti e yard concesse per partita, prima per sack ma ventesima per yard su corsa concesse a partita, non a caso hanno sofferto contro quarterback mobili quali Russell Wilson e Kyler Murray, e di sicuro avere la ventesima difesa contro le corse dovendo affrontare un attacco come quello di Baltimore non fa ben sperare, ma il football è bello perché regala colpi di scena inaspettati.

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Cronaca

San Francisco sul primo drive fa capire di non essere venuta a Baltimore per nulla intimorita e aggredisce l’avversario, su 3rd & 7 Garoppolo lancia basso per Bourne, il ricevitore dimostra grande concentrazione nell’afferrare la palla praticamente da terra e correre 30 yds. Su 4th & 1, a proposito di forte affermazione di sé, i Niners vanno per la conversione dalle 33 avversarie, Garoppolo lancia profondo a destra, quasi nella end zone: il rookie Deebo Samuel vuole maggiormente la palla rispetto a Marcus Peters e salta per afferrare la sfera e segnare 6 punti. È il primo touchdown concesso da Baltimore nel drive di apertura da 17 partite. 7-0

Anche il primo drive di Baltimore ha una conclusione inusuale, un punt, nelle ultime 3 partite il punter dei Corvi ne aveva dovuti realizzare solo due.

Allora è la difesa dei Ravens a trascinare la squadra, su 3rd & 6 vanno in blitz, il defensive back Clark trova il sack sebbene Garoppolo fosse già stato avvinghiato da un suo compagno, causando oltre a ciò un fumble poi recuperato da Brandon Williams.

Due snap e siamo già in parità, Jackson riceve la sfera ed esegue la solita mossa option con Ingram dietro di sé, per la quale i difensori non sanno se la palla andrà al runningback o rimarrà al quarterback, in questa situazione la tiene Lamar che lancia al centro per il suo ricevitore preferito, Mark Andrews, uno degli eccellenti tight end di questi Ravens, che riceve in end zone. 7-7

Dopo un 3 & out dei Niners, finalmente Baltimore costruisce un suo drive fisico e prepotente, con 9 corse su 13 azioni giocate. Il possesso parte con un classico già accennato in precedenza, Lamar Jackson gioca la option con il suo runningback Ingram che finge di prendere la palla venendo placcato a vuoto dall’edge rusher Armstead, in realtà la tiene Jackson che corre verso l’esterno sfruttando i blocchi dei tight end Boyle, che lo precede correndo e Andrews, verso la sideline, tutto ciò per 11 yds. Su 3rd & goal alla 1 di SF stessa situazione precedente, ancora una volta l’intera difesa avversaria si beve la corsa del runnignback sull’interno con Jackson che entra indisturbato in end zone. 7-14

Dal racconto potrebbe sembrare il contrario, ma San Francisco è pienamente in partita, rispondendo colpo su colpo, così fa a inizio secondo quarto. Sul primo snap Deebo Samuel guadagna 20 yds su un end-around, 4 schemi dopo Mostert scatta sulla destra sfruttando il grande blocco, fra gli altri, di George Kittle, si trova 1v1 con Earl Thomas, riuscendo a dribblarlo anche troppo facilmente, entrando nella end zone. 14-14

Baltimore risponde con un altro drive lungo (7 minuti e 14 secondi) da 13 snap offensivi, tra i quali c’è da sottolineare un eccellente lancio di Jackson per il solito Andrews, con una palla morbida fatta passare nell’unica finestra lasciata dai difensori in copertura e che guadagna ai suoi 20 yds. Alle 12 di SF i Ravens verranno fermati, affidandosi alla gamba di Tucker. 14-17

Anche i 49ers, dopo due corse da 35 di yds del protagonista inaspettato Mostert, si affidano al calcio del proprio veterano Gould, rientrato dopo alcune week di assenza causa infortunio, la realizzazione, però, viene bloccata da Marlon Humphrey.

Al possesso successivo, dopo 6 schemi efficaci di corsa, su 3rd & 1 Lamar tiene la sfera e guadagna un primo down; il quarterback ex Louisville, però, corre con lo stile di un runningback: non scivola  a terra per evitare contatto una volta ottenuto il suo obiettivo, cerca lui stesso l’impatto con i difensori per extra yard, avviene però che la safety Harris gli strappa la palla, recuperandola; su 6 fumble eseguite da Jackson in questa stagione, è la prima recuperata dagli avversari.

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I 49ers rispondono con un possesso che toglie ancora più tempo dal cronometro, 14 snap per 53 yds e 8 minuti e 26 secondi, per lo più composto dalle corse del solito Mostert e lanci di corta gittata da parte di Garoppolo. Un “turning point” è su 4th & 1, Garoppolo lancia sulla sinistra per Sanders, che ha corso una out route, dall’interno verso il bordo del campo da gioco, secondo gli arbitri il cornerback in copertura su di lui, Humphrey, tocca il braccio sinistro del ricevitore, togliendogli ampiezza e disponibilità per eseguire la presa, comminando dunque al difensore la penalità per interferenza al passaggio e un automatico primo down di San Francisco. Alle 14 di Baltimore i Niners finiscono in un 4th & 8, troppo rischioso andare per la conversione quando si è a solo 3 punti dal pareggio, ottenibili con un field goal relativamente facile, fatte salve le condizioni meteo, da 31 yds, difatti questa volta Gould non delude. 17-17

Il possesso immediatamente successivo dei Ravens si conclude con un punt, sul quale però avviene un’altra eccezionale azione di special team: la palla rimbalza a mezza iarda dalla end zone, Moore con una capriola prima di entrare in end zone la tocca quanto basta per farla fermare alla 1 di San Francisco, da dove dovrà riprendere il campo l’attacco di SF.

I 49ers escono da questa posizione scomoda, con due corse da 3 yds ciascuna prendono spazio per il proprio quarterback, che su 3rd & 4 trova un eccellente connessione con Sanders su una traccia slant che va per 12 yds. I Niners verranno eventualmente fermati alle proprie 32 su 4th & 10 da dove “punteranno”.

Questa è una partita decisa sui quarti down, alle 40 di San Francisco i Ravens sono su 4th & 5, vanno con una formazione empty (senza runningback), che nel caso di Baltimore non dà alcun indizio alla difesa visto che Jackson potrebbe benissimo correre per il primo down. Ciò non avviene, Lamar lancia per il suo migliore amico per quel che riguarda il gioco aereo, Mark Andrews, ma Fred Warner si conferma ancora una volta un linebacker eccellente anche in copertura, deviando il pallone sul terreno e ottenendo un “turnover on downs”.

Tevin Coleman 49ers Ravens

Il drive seguente dei 49ers è un copia incolla di quello appena descritto, 6 azioni con un “turnover on downs” dopo fallito tentativo di conversione di un quarto down, in questo caso si tratta di un 4th & 1, Kyle Shanahan non va per Mostert “on fire” ma per uno schema di passaggio, i Ravens riempiono la visuale davanti a Garoppolo e il passaggio teso che esce dalla sua mano destra è deviato in aria cadendo incompleto.

Lamar & Co riprendono il campo alle proprie 35 quando mancano 6:28 alla conclusione dell’ultimo quarto, quale attacco migliore del loro per far esaurire i timeout a San Francisco oltre al tempo del cronometro. Difatti i Corvi vanno giù per il campo con due passaggi da 12 e 10 yds rispettivamente per Andrews e un altro dei tight end di Baltimore, Hayden Hurst, tra l’altro scelto allo stesso draft di Lamar, nel 2018, sempre al primo giro ma ancora prima del quarterback ex Louisville, su cui la sua stessa squadra ha passato, ironia della sorte. A 36 secondi dalla fine ormai San Francisco non ha più timeout, i Ravens sono su un 3rd & 13, non serve rischiare un turnover, soprattutto quando hai il miglior kicker nella lega, Justin Tucker. Nondimeno Harbaugh dimostra grande fiducia in lui, lasciando scorrere il cronometro da 36 secondi a 3 quando chiama il timeout: se calcia tra i pali è vittoria, altrimenti overtime. Tucker è il migliore nel suo mestiere ma è pur vero che si tratta di un field goal da 49 yds, a 3 secondi dalla fine, sotto un diluvio che ha impregnato il campo da ore e un vento consistente, che al kickoff era di 9 miglia orarie; Tucker però è il migliore no?! E lo dimostra ancora una volta con uno dei suoi calci dritti come una lama in mezzo ai pali, dalla tecnica perfetta e fascinosi esteticamente. Baltimore vince l’ottava partita consecutiva, record della franchigia. 17-20

Considerazioni

I Ravens, agli occhi di un ignorante quale me, giocano un football molto prevedibile in attacco: scendono in campo quasi sempre con un “13 personnel” (1 runningback e 3 tight end), Lamar Jackson dietro il centro e Mark Ingram in classica posizione da tailback dietro di lui, Lamar riceve lo snap e va di option, mette la palla sul petto del runningback per poi decidere al momento o secondo come è disegnata la giocata, se tenere la palla e correre lui stesso o lanciare, o lasciarla al proprio tailback. Il runningback dev’essere una palla da demolizione visto che quando riceve la sfera le sue corse di solito sono tra i tackle, e quest’anno in tal senso i Ravens si sono migliorati in free agency con Mark Ingram dai Saints. Le corse di Lamar sono maggiormente verso l’esterno, per diminuire il già alto rischio di infortuni cui si sottopone, andando incontro in zone laterali a placcatori “più leggeri” quali i defensive back, ed è spesso preceduto da minimo un tight end che funge da ariete, ieri Boyle è stato usato molto in posizione di fullback, visto che quello di ruolo, Ricard, si divide tra attacco e difesa. L’esplosione di Lamar Jackson è da ricercare nella presenza di Greg Roman come offensive coordinator, lo stesso che all’epoca permise a Kaepernick di sfruttare al massimo le proprie capacità e trascinare i suoi 49ers a un Superbowl contro gli stessi Ravens. Incredibile lo strapotere della offensive line, come detto sopra, supportata spesso da 3 tight end ma in grado di manovrare una linea difensiva fin qui incensata quale quella dei “Niners”. Non va ignorato il contributo della difesa, migliorata notevolmente dall’arrivo di Peters, che nelle ultime 7 partite, tutte vittorie, è stata la migliore in touchdown concessi e touchdown difensivi (Marcus Peters ne ha già 2) e la sesta per possessi presi agli avversari.

Dall’altro lato i 49ers ieri sicuramente non hanno sfigurato, hanno mantenuto la loro identità offensiva fondata sul gioco di corse (i Ravens in stagione avevano concesso di media 88 yds a partita, ieri quasi il doppio, 174). E’ mancata la difesa, ma come biasimarli, nessuna fino a questo momento è riuscita a trovare il codice per disinnescare la bomba che è l’attacco dei Corvi, i defensive end si sono abbastanza regolarmente bevuti le finte di handoff per il runningback, mentre i defensive back difficilmente in campo aperto riuscivano a placcare Jackson, un linebacker atletico e veloce quale Kwon Alexander avrebbe fatto comodo come “spia” di Lamar, seguendolo per tutta la larghezza del campo e poi attaccare nel caso intuisse un accenno di corsa.

I Ravens sembrano essere destinati al Super Bowl come rappresentanti della AFC, soprattutto dopo aver battuto e talvolta stracciate squadre altrettanto quotate: Patriots, Texans, Seahawks, Rams; tuttavia contare già fuori i Patriots è un errore fatto da molti, troppe volte, di sicuro saranno queste due le squadre a giocarsi la finale della conference AFC.

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La NFC è sicuramente più livellata: davanti a tutte 49ers, Saints e Seahawks, dalla NFC North potrebbe uscire la quarta contendente tra Vikings e Packers, che portano dietro di sé dubbi e debolezze mostrate nella regular season, per i Packers le brutte sconfitte contro Chargers e Niners e quella in casa contro i deludenti Eagles; per i Vikings l’inizio pessimo da parte del proprio quarterback, pizzicato dai propri ricevitori.

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