Peccati di gioventù (Dallas Cowboys vs New York Giants 37-18)
Missione compiuta. I Dallas Cowboys espugnano 37-18 il Met Life Stadium di New York nel nono Monday Night della stagione 2019 e mantengono la testa della division con un record di 5-3, appena mezza gara davanti ai Philadelphia Eagles in quello che sarà il duello per la corona della NFC East di quest’anno. Il punteggio finale però non deve trarre in inganno: ben dentro il quarto conclusivo i Giants erano sotto di appena 5 punti e solo il fumble ritornato in meta per 63 yard da Jourdan Lewis con una manciata di secondi da giocare ha dato al punteggio la dimensione di una batosta che in realtà tale non è stata.
I Cowboys, al loro sesto successo consecutivo contro i Giganti, hanno giocato un primo tempo decisamente anonimo, con l’eccezione del solito Zeke Elliott che a metà partita era già a quota 80 yard, e infatti a un minuto dal fischio di metà gara il punteggio diceva Giants avanti 12-3. Poi un passaggio corto di Prescott a Jarwin, trasformato da quest’ultimo in 6 punti dopo una galoppata da 42 yard, ha risvegliato il regista ospite che subito alla prima azione del match era stato intercettato dal team di casa. Nella seconda frazione, pur non brillando, Prescott ha alzato l’asticella della sua prestazione ed ha chiuso 22 su 35 per 257 yard, tre mete ed appunto un intercetto. Fra i receiver bene l’intramontabile Witten (8 palle catturate per 58 yard), mentre il resto della truppa ha patito la giornata non troppo brillante del suo quarterback. Cooper è stato cercato poco e le sue statistiche (4-80) sono “gonfiate” dalle 45 yard della meta che ha di fatto chiuso il match, Gallup è stato ancora una volta quasi impalpabile (2-33) e Cobb ha sì catturato 6 palloni, ma per appena 35 yard; statistica più da running back che da receiver.
I Cowboys sono stati salvati ancora una volta da un Elliott formato super (23 corse, 129 yard) che ha portato a spasso l’intera difesa di casa soprattutto con le portate verso destra, con la guardia Martin e i tight end Jarwin e Witten che spesso hanno aperto delle voragini dove si è infilato il buon Zeke.
La difesa con la stella sul casco aveva invece un piano ben definito: fermare Barkley e vedere se il rookie Daniel Jones era in grado di fare danni per via aerea. Ed il piano è perfettamente riuscito: uno strepitoso Jaylon Smith, ben supportato dai compagni di reparto Sean Lee e Joe Thomas e dai lineman Lawrence e Collins, ha dominato per larghi tratti la line of scrimmage, col risultato che Barkley ha portato a casa appena 28 yard in 14 portate. E anche sul passing game la difesa ospite si è fatta sentire: Daniel Jones è stato messo a terra ben 5 volte ed il gioco aereo ha fruttato appena 210 yard, 65 delle quali arrivate grazie ad uno screen a Barkley, il tutto condito da un intercetto e due fumble recuperati.
New York, team in fase di ricostruzione e già ormai senza più velleità di post season, ha disputato un buon primo tempo, in cui gli uomini di coach Shurmur Sono sembrati avere più “voglia” dei loro avversari. Poi però gli errori da entrambi i lati del pallone, l’inettitudine in red zone e, onestamente, il maggior tasso tecnico dei texani, hanno pesato in modo determinante anche se, appunto, il touchdown decisivo è arrivato a metà del quarto conclusivo.
Dopo due buone prestazioni, il Monday Night è stato un deciso passo indietro per il rookie Daniel Jones che ha confermato pregi e difetti mostrati in questa prima metà di stagione. L’ex regista di Duke ha prodotto alcuni buoni lanci, sta migliorando nel gestire le responsabilità nell’huddle e si è dimostrato veramente temibile quando mette in moto le sue leve (Jones è risultato alla fine il leading rusher dei locali con 6 portate per 54 yard). Di contro il rookie ha dimostrato di avere ancora molto da imparare, com’è giusto, sulla “presenza” nella tasca, ma, soprattutto, dovrà migliorare nel maneggiare lo sferoide prolato: contro i Cowboys sono arrivati altri due fumble persi, che portano il totale stagionale a 8, peggior risultato in tutta la NFL. E se il secondo fumble è frutto della giocata di Armstrong che ha toccato la palla mentre Jones stava iniziando il movimento per il lancio, sul primo invece la leggerezza del rookie è piuttosto palese.
Contro Dallas per altro Jones non è stato aiutato dal rushing game: Saquon Barkley ha confermato le difficoltà di una stagione lontana parente di quella trionfale del suo esordio e contro i Cowboys il numero 26 ha faticato tremendamente a trovare varchi e le 2 yard di media a portata sono lì a dimostrarlo. Aggiungete anche il fatto che in tre delle ultime quattro gare Barkley non ha raggiunto neppure le 4 yard di media a portata. In compenso nell’unica azione in cui ha potuto scatenarsi, Barkley ha dimostrato perché è atleta in grado di segnare in qualsiasi momento: recuperato uno screen sulle sue 24 il runner da Penn State ha inserito le marce alte in mezzo alla difesa di Dallas ed è stato fermato solo dopo aver portato a casa 65 yard.
Nel passing game sono arrivati buoni apporti dal tight end Engram (6 ricezioni per 48 yard) e Tate (6-42) con quest’ultimo autore di una ricezione da circo a ridosso della end zone, però con l’aumentare dell’esperienza di Jones i Giants dovranno poi osare un po’ di più sul profondo se vorranno effettuare il salto di qualità.
La difesa di casa è stata letteralmente travolta dal rushing game ospite senza mai riuscire a trovare un modo per fermare uno scatenato Elliott. E anche la pass rush non è stata certo memorabile, totalizzando un bello 0 nella casella sack unito ad appena 5 hit su Prescott. A livello di coperture sul pass ottima gara del cornerback Janoris Jenkins che ha concesso una sola ricezione sui 5 pass lanciati nella sua direzione per appena 4 yard, mentre un altro rookie, il collega DeAndre Baker, ha confermato le grandi difficoltà di questa sua stagione di esordio, e contro Dallas ha consentito 6 ricezioni per 113 yard e due mete, il che porta il totale di mete concesse a 7, il peggior dato dell’intera NFL.
E si che la gara non poteva iniziare meglio per i Giants, con Prescott che al primo gioco depositava il pallone nella mani della safety Bethea. Pur partendo dalle 8 di Dallas, New York combinava ben poco e sul terzo down Jones, pressato dalla safety Heath, scaricava un pass irricevibile verso Ellison, con il kicker Rosas che se non altro riusciva a regalare i primi punti al team di casa. Il secondo drive di Dallas iniziava con tre completi di Prescott a Gallup e due volte a Witten poi era Elliott che trascinava l’attacco ospite fin sulle 12 avversarie. Prescott trovava poi Cobb in end zone ma due penalità annullavano l’azione e alla fine i Cowboys ricorrevano a Maher per impattare l’incontro.
New York si produceva poi in un “three and out”, cortese omaggio del sack di Lawrence che nell’occasione faceva fare una pessima figura al tackle Remmers, poi Dallas costruiva un buon drive soprattutto via terra. Ma alla fine due incompleti di Prescott, il secondo grazie alla grande pressione dell’ex Jet Leonard Williams, costringevano i texani a riutilizzare Maher, che dalle 36 dei Giants calciava però il pallone largo a sinistra. Sul rovesciamento di fronte i Giants mettevano insieme il loro miglior drive: si iniziava con una grande finta di Jones che invece portava lui stesso il pallone, ed arrivavano 16 yard. Poi un bel passaggio ad Engram aggiungeva 12 yard, e una pregevole corsa di Barkley altre 8. In red zone Tate faceva un numero pazzesco ricevendo ad una mano e poco dopo New York andava a segno sull’asse Jones-Latimer.
Il primo drive del secondo quarto di Dallas terminava con un fumble perso da Cobb su bel placcaggio di Peppers, e i Giants sembravano poterne approfittare perché arrivavano facilmente sulle 24 avversarie grazie soprattutto ad una corsa di Tate da 16 yard e a un bel completo a Engram per 15. A questo punto c’era il fuori programma dell’invasione di un bel gatto nero che dopo alcune finte ubriacanti lasciava il campo. I Giants riprendevano ad attaccare ma sprecavano una ghiotta occasione perché da dentro le dieci avversarie dovevano nuovamente accontentarsi del field goal.
E all’interno del two minutes warning la partita cambiava volto: dopo un primo tempo anonimo, Prescott trovava con un lancio corto il tight end Jarwin, dimenticato dai difensori di casa: 42 yard di ricezione e meta del 10-12. Sul drive seguente, al terzo down sulle loro 26 con 39 secondi da giocare, i Giants trovavano il modo di combinare un pessimo pasticcio: Jones cercava sul lungo Slayton, con ovviamente la difesa di Dallas che si aspettava tale soluzione, e la safety Woods intercettava facilmente l’ovale riportandolo nella metà campo dei locali dove Maher allo scadere fissava il punteggio sul 13-12 a metà gara.
Il secondo tempo si apriva con due punt, quindi Jones combinava un altro pasticcio perdendo la palla dopo aver guadagnato 6 yard su corsa sul placcaggio di Woods. Una grande corsa ancora sulla destra di Elliott da 19 yard portava Dallas in red zone ma qui il drive si bloccava ed ancora Maher si incaricava di aumentare il vantaggio per gli uomini con la stella sul casco. Un bel ritorno di Latimer dava il là al successivo drive dei Giants che chiudevano un paio di down grazie ad una corsa di Jones e ad una ricezione di Fowler da 11 yard ma di nuovo, dentro le 15 avversarie, scendeva il buio sull’attacco di casa, anche se Rosas portava New York a -1 dai texani.
Questo però rimaneva lo svantaggio minimo che i Giants riuscivano ad ottenere perché nel quarto finale Dallas colpiva due volte, prima con una ricezione di Gallup da 15 yard, poi con Amari Cooper che sfruttava l’amnesia in copertura del cornerback Baker per portare in meta l’ovale per un gioco da 42 yard. Inframmezzato a questo terribile uno-due, i Giants riuscivano a segnare solo un field goal, al termine di un drive impreziosito dalla fantastica galoppata di Barkley per 65 yard su uno screen molto ben sviluppato. Quasi al fischio finale arrivava poi la ciliegina finale sul sack di Armstrong con relativo fumble, recuperato e riportato in meta da Jourdan Lewis per il 37-18 finale.