X&Os – Difesa: la Cover 3

Nuova rubrica di Huddle Magazine che puntata dopo puntata cercherà di spiegare le tattiche che vengono utilizzate sui campi NFL ogni settimana. Anche la terza uscita è dedicata alla difesa e più precisamente alla Cover 3 (Cover 2Cover 4/6).

Gli schemi effettivamente utilizzati in NFL sono estremamente complicati, quello che state per leggere è un resoconto semplificato di quello che vediamo ogni domenica in campo. Per comodità considereremo solamente difese schierate in base defense con il front 7 disposto in 4-3, quindi con quattro defensive lineman e tre linebacker.

COVER 3: come Pete Carroll e la Legion of Boom hanno rivoluzionato la tattica difensiva

Riprendiamo la panoramica dei principali schemi difensivi con la Cover 3. Per semplificare il discorso, ci limiteremo ad analizzare la Cover 3 Sky, tralasciando altre varianti come Cloud, Match e Buzz. Inoltre, daremo per scontati i principi della difesa a zona, che potete trovare in apertura del primo episodio di questa rubrica, quello dedicato alla Cover 2 zone.

Se siete abituati a navigare nel mare d’informazioni offerte dagli Sports media americani, avrete sentito decine di volte l’espressione «the NFL is a copycat league». Ciò significa che non appena una squadra propone qualcosa di innovativo ed efficace, il resto della lega segue a ruota, provando a copiare la formula magica che ha portato al successo di quella squadra.

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Ad esempio, prima del 2017 affidarsi ad head coach sotto i quarant’anni era considerato quasi una sorta di tabù. Da quando i Rams hanno vinto la NFC East con il trentatreenne Sean McVay come capoallenatore, le squadre invece fanno a gara per accaparrarsi il nuovo guru offensivo sulla trentina.

la fleur mc vay
Sean McVay e Matt LaFleur, due dei più giovani head coach della lega.

Sul lato difensivo, invece, l’ultima grande rivoluzione è iniziata una decina d’anni fa a Seattle, da dove ha contagiato il resto della NFL. Fino al 2010, la Cover 3 era considerata poco più che una difesa da football liceale. Quasi tutte le squadre vi ricorrevano in situazioni particolari, ma nessuna difesa la usava come schema di riferimento. Poi è arrivata la Legion of Boom.

Pete Carroll firma con i Seattle Seahawks nel 2010, dopo aver dominato il college football con gli USC Trojans. Il talento scarseggia, soprattutto in difesa, ma Carroll sa come rimediare. Sfruttando la sua conoscenza del panorama collegiale, nel giro di un paio di anni seleziona attraverso il draft i componenti di una difesa che diventerà leggenda.

pete carroll

Sono giovani, sono tutti fortissimi e, soprattutto, non hanno ancora ricevuto un imprinting tattico. Carroll li plasma fino a renderli perfetti per lo schema che ha in mente, una versione sotto steroidi della normale Cover 3. Per apprezzare il lavoro dello staff di Seattle è necessario partire dai pregi e dai difetti della normale Cover 3.

LA COVER 3 TRADIZIONALE

Come suggerito dal nome, nella Cover 3 la copertura della zona profonda è affidata a 3 difensori, generalmente la free safety e i due cornerback.

cover 3 sky
Se vi ricordate, nella cover 2 erano le due safety a coprire la zona profonda, ora invece la strong safety si alza verso la linea di scrimmage, mentre i due cornerback di abbassano a coprire un terzo ciascuno della zona profonda.

Rispetto alla Cover 2, che deputa solamente due difensori alla difesa della zona profonda, la Cover 3 protegge meglio la difesa dai passaggi lunghi. Di contro, la zona intermedia del campo è coperta da soli quattro difensori (uno in meno dei cinque previsti dalla cover 2), e questo facilita all’attacco le ricezioni sul corto.

cover 3 schieramento

D’altro canto, il fatto che la strong safety giochi più alta permette alla Cover 3 di dedicare ben otto difensori alla difesa dalle corse, uno in più di quelli previsti dalla Cover 2 tradizionale.

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COVER 3 RUN SUPPORT

Ricordiamo i quattro compiti di ogni difesa: pressare il quarterback, stoppare le corse, difendere i passaggi medio-corti e quelli profondi. Ricordiamoci anche che nessuno schema difensivo può effettuarli tutti e quattro alla perfezione. Le squadre ricorrono alla Cover 3 quando vogliono porre attenzione sul secondo e sul quarto compito, la difesa delle corse e dei passaggi lunghi.
Perché, allora, nonostante questi pregi la Cover 3 è stata a lungo denigrata? Semplicemente, perché era troppo facile per l’attacco sfruttarne i difetti principali, la difesa delle seam e quella dei 3 level concepts.

seam
Nella Cover 3 il compito più ingrato spetta alla free safety, che deve coprire la fetta centrale della zona profonda. La free safety è responsabile quindi di entrambe le seam, i corridoi verticali compresi tra le linee gialle in foto. Ciò che ha penalizzato la Cover 3 è che all’attacco avversario basta attaccare entrambe le seam contemporaneamente, come fanno in questo caso i Ravens, per stressare orizzontalmente la free safety.

I giocatori in grado di resistere a questo stress orizzontale sono davvero pochi. Senza una free safety fenomenale nel sapersi muovere in direzione est-ovest, la cover 3 non è sostenibile a lungo termine. L’altro tallone d’Achille della Cover 3 è la vulnerabilità ai 3 level concepts, vale a dire quelle combinazioni di tracce che attaccano contemporaneamente i tre livelli di un lato del campo, quello profondo, quello intermedio e quello corto.

Uno dei più efficaci è il sails concept, un autentico Cover 3 Killer che I Bengals hanno usato in in week 2 per attaccare la cover 3 dei 49ers.

BENGALS SAILS
Il receiver più esterno (numero 3) corre una traccia verticale il cui unico obiettivo è abbassare il cornerback di destra. Questo lascia un solo uomo (Williams) a difendere le due tracce intermedie (1 e 2). Questo stress verticale fa sì che Williams debba lasciare per forza una delle due tracce sguarnita, in questo caso quella intermedia cosa da Tyler Boyd, che riceve il passaggio di Dalton e converte il primo down. Se vi interessa approfondire il sails concept, qui c’è un ottimo link.

COVER 3 ON STEROIDS

Quando sceglie di implementare la Cover 3, Pete Carroll conosce bene questi problemi, ma è convinto di poterli risolvere. Come? Tappando i buchi della Cover 3 con il talento degli interpreti.

Grazie a una serie di draft fenomenali, i Seahawks costruiscono una difesa impenetrabile, fondata su una delle secondarie più forti di sempre: la Legion of Boom. Earl Thomas, Richard Sherman, Brandon Browner e Cam Chancellor, tutti giocatori che con il loro skillset contribuiscono a colmare le lacune tattiche della cover 3.

Cam Chancellor è il giocatore perfetto per fare la strong safety, perché è abbastanza robusto da contribuire a fermare le corse e abbastanza agile per coprire i migliori tight end in coverage. Chancellor è l’enforcer del gruppo, quello che con il suo stile di gioco brutale intimidisce l’attacco avversario.

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Non ricordo dove, ma qualche anno fa ho sentito dire che i tackle di Bam Bam Cam hanno il rumore del collo di una gazzella spezzato dal morso di un leone.

La Cover 3 di Seattle è più aggressiva di quella tradizionale, perché pone spesso i cornerback direttamente davanti ai ricevitori, in quella che è nota come press position. Da questa posizione ravvicinata possono effettuare un jam, una sorta di spinta con il braccio che disturba il rilascio del receiver.

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press position

Per questo i cornerback di Seattle sono atipici, molto più “lunghi” sia di altezza che di braccia rispetto alla media. Richard Sherman, per anni miglior cornerback e miglior trash talker della lega (chiedere a Tom Brady e soprattutto a Michael Crabtree) è alto 1 metro e 90, e con le sue braccia interminabili riesce a disturbare la partenza del receiver avversario.

L’obiettivo di quest’azione di disturbo è soprattutto quello di impedire un rilascio esterno, per formare una sorta di imbuto – che potete vedere nell’immagine precedente – che convoglia i ricevitori verso il centro del campo, la zona pattugliata da Earl Thomas.

Earl Thomas III è nato per fare la free safety in questo sistema. È uno dei pochi atleti al mondo ad essere abbastanza atletico ed intelligente per difendere il centro del campo nella Cover 3, e non a caso è il giocatore scelto più alto (12th overall) tra i componenti della Legion of Boom. Con lui in campo, Il problema della difesa delle due Seam si trasforma in un punto di forza, perché i quarterback avversari sono talmente terrorizzati dalla presenza di Thomas da evitare del tutto la zona centrale del campo. Quando sono talmente incoscienti da metterlo alla prova, spesso il risultato è questo.

Il dominio espresso dalla Legion of Boom tra il 2012 e il 2015 è difficile da descrivere a parole, e va al di là del lato tecnico per sconfinare in quello culturale. Per capirci, nel 2015 sulla cover di Madden non c’è un running back, un quarterback e nemmeno un wide receiver. C’è Richard Sherman.

sherman madden 15

Se vi siete chiesti come sia possibile che nella NFL moderna le difese fossero tornate cool, giudicate voi guardando questo video che condensa il meglio della Cover 3 di Seattle.

Dicevamo, nella Cover 3 di Seattle le debolezza strutturali vengono colmate dal talento individuale. Stessa cosa succede per l’altro punto debole della Cover 3, le ricezioni sul corto.

A Carroll interessa difendere le corse e la zona profonda, anche a costo di concedere passaggi nelle prime 5 yard. Anzi, il coach dei Seahawks invoglia questo tipo di passaggi perché è disposto a scommettere sull’atletismo dei propri giocatori.

L’importante per i Seahakws non è impedire una ricezione da 3-4 yard, ma evitare che il ricevitore ne guadagni altre dopo il catch. Per farlo è necessario disporre di atleti straripanti, in grado di chiudere immediatamente sul receiver, impedendogli di avanzare palla in mano. Non a caso, il mantra della difesa di Seattle è rally to the ball: convergere in massa sul bersaglio del passaggio corto. Nel peggiore dei casi, la difesa concede un guadagno comunque ininfluente, nel migliore uno dei difensori riesce a forzare un fumble.

underneath
Nemmeno il tempo di termine il catch e il ricevitore dei Rams ha tre maglie blu addosso.

Semplicità, velocità e atletismo, queste sono le parole chiave del sistema Seattle. A Carroll non interessano i blitz esotici o le letture complicate, perché vuole che i suoi giocatori siano istintivi nel leggere le situazioni e tempestivi nel placcare. Per essere fulminei nelle reazioni, è fondamentale che i difensori abbiano la testa libera. Marquand Manuel, ex assistente di Carroll, ha riassunto lo con queste parole:

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“In questo schema i giocatori volano per il campo e giocano veloce perché non stanno pensando”

Concedendo all’attacco le briciole, questo stile difensivo impone al quarterback una pazienza infinita. Pete Carroll sa che la pazienza non è una virtù comune tra i quarterback, soprattutto quelli più acerbi, che prima o poi perderanno la calma e cederanno alla tentazione di lanciare profondo, proprio nella zona meglio difesa dalla Cover 3. E qui il piano giunge a compimento: i palloni che arrivano nelle fauci della secondaria vengono spesso intercettati.

Non che i Seahawks si siano limitati a bullizzare quarterback alle prime armi, anzi. La leggenda della Legion of Boom inizia infatti con i due intercetti contro Tom Brady e tocca il suo apice nel Superbowl 48, quando la difesa di Seattle concesse la miseria di 8 punti all’attacco più prolifico di sempre, quello dei Broncos guidati da Peyton Manning.

Fino a quel Superbowl, l’attacco dei Broncos viaggiava ad una media di 37.9 punti a partita.

Quindi, ricapitoliamo il funzionamento della Cover 3 di Seattle. Soffoco il run game con 8 uomini e chiudo la zona profonda con tre. L’unica cosa che concedo sono ricezioni sul corto. Quando il quarterback, esasperato da questi guadagni futili, cerca di forzare la big play, lo punisco con un intercetto.

Non c’è niente di complicato, non ci sono schemi cervellotici. Ci sono solamente un piano relativamente semplice e la certezza che gli interpreti lo eseguano alla perfezione. Ed eccoci al grande rischio della Cover 3 di Seattle: proprio perché non può prescindere da un’esecuzione impeccabile, questo sistema non concede nessun margine di errore ai propri giocatori. Se un livello qualunque della struttura cede, la fortezza della Cover 3 si sgretola.

Al suo apice, la Cover 3 ha messo la museruola all’intera NFL. Quando ha scricchiolato, ha concesso la più grande rimonta di sempre.

IMITATION GAME

Dan Quinn è uno degli architetti della Cover 3 dei Seahawks, dei quali è stato defensive coordinator sotto Pete Carroll. Una volta scelto come capo allenatore dei Falcons, Quinn ha esportato il sistema ad Atlanta con ottimi risultati: al secondo anno della sua gestione i Falcons volano a Houston per contendere ai Patriots il Superbowl LI. Contro ogni pronostico, nel terzo quarto la squadra di Quinn sta dominando quella di Bill Belichick 28-3.

alford pick 6
Tom Brady cerca goffamente di impedire la pick 6 di Robert Alford sul finire del primo tempo.

A poco a poco, però, qualcosa cambia. Mentre scorre il terzo quarto, i tackle dei Falcons si fanno meno tempestivi, le letture più incerte, i guadagni dei Patriots sempre più frequenti. La difesa dei Falcons è giovane ed atletica, ma è rimasta in campo per troppo tempo, e pur riuscendo ad eliminare i passaggi sul lungo inizia a vacillare sul livello corto e intermedio, concedendo quelle yards after catch che la Cover 3 non può permettersi di regalare.

I defensive back di Atlanta sono troppo a corto di ossigeno per stare al passo di ricevitori brevilinei come Edelman e Amendola. Così, 7-10-12 yard alla volta Tom Brady inizia a dissanguare la difesa dei Falcons, provocando un’emorragia di 25 punti in poco più di un quarto.

La partita va all’overtime, e a questo punto Brady sfodera la sua arma più tagliente. Con la difesa concentrata su Edelman, le ricezioni in uscita dal backfield di un running back agile come James White diventano imprendibili per i linebacker dei Falcons.

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white patriots
I Falcons si abbassano sulla linea del primo down, lasciando completamente libera la ricezione corta per James White. A placcarlo c’è Deion Jones, il miglior linebacker di Atlanta, che però manca il tackle. Il resto della difesa tarda a chiudere e White riesce ad aggiungere 10 yard dopo la ricezione, portando i Patriots nella redzone.

White chiuderà il suo monster game con 139 total yards e 3 touchdown, compreso quello del sigillo sulla clamorosa vittoria finale. La disfatta di Atlanta mostra che se la situazione di gioco, gli infortuni o la stanchezza abbassano il livello di esecuzione dell’undici difensivo, la Cover 3 si scopre irrimediabilmente vulnerabile.

I Falcons sono solo una delle squadre che hanno provato a replicare i fasti della Cover 3 dei Seahawks. Negli ultimi anni Raiders, Chargers e 49ers hanno ingaggiato coordinatori difensivi provenienti dallo staff di Seattle. La stessa Sacksonville, la difesa dei Jacksonville Jaguars che abbiamo ammirato nel 2017, segue lo schema di Pete Carroll.

Sebbene abbiano avuto in generale ottimi risultati, queste imitazioni non hanno mai raggiunto le vette dell’originale. Il problema comune a questi tentativi non è schematico, ma genetico. Se altri sistemi (come la Cover 2) hanno difetti strutturali, la Cover 3 di Seattle ha problemi di personale. Atleti imprescindibili per lo schema come Earl Thomas, Richard Sherman e Bobby Wagner nascono raramente, sono difficili da scovare nel draft e ancora più difficili da mantenere nel roster per via del salary cap. Senza il personale adatto, la Cover 3 non può essere perfetta, e per ora nessuno degli imitatori è riuscito ad ammassare una quantità di talento paragonabile a quella della Legion of Boom.

Ad ogni modo, la Cover 3 resta ancora un sistema più che affidabile, ed è tutt’ora lo schema più utilizzato in NFL. Continuerà ad esserlo fino a che un altro coach si inventerà qualcosa di nuovo, e allora potete stare certi che il resto della lega seguirà a ruota. Perché la NFL resta una copycat league.

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Alberto Cantù

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