I Lions inseguono i PO, i Bears con la testa al draft (Chicago Bears vs Detroit Lions 10-41)

Per la maggior parte di questa stagione, Justin Fields è stato l’unica cosa che ha dato una possibilità ai Bears. La maggior parte delle sconfitte di Chicago è stata determinata da una difesa esaurita, esausta, che è semplicemente crolla e con immancabile puntualità delude Fields sul finale.

Una stagione che si ripete nelle sue settimane e che ai Bears ricorda un pò la pellicola di Harold RamisGroundhog Dayquella in cui Bill Murray (a proposito di Chicago…) si risveglia ogni giorno nel giorno prima e lo rivive restando bloccato in un loop temporale dal quale non si può fuggire.

“E’ già ieri”, con Antonio Albanese, è il remake in versione nostrana di questo film; i Chicago Bears 2022 invece, ne sono il remake nella versione sportiva.

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Ma ieri, inteso come Week 17, a Justin Fields non è stata concessa nemmeno la possibilità di andarci vicino al solito e scontato finale amaro poichè i Bears si sono frantumati ben prima del tempo. In meno di un quarto e mezzo i Lions avevano messo a segno già qualcosa come 4 sack su Fields, abbandonato come sempre dalla sua linea e lasciato solo da uno spogliatoio remissivo e molle. Alla fine della giornata i sack subiti saranno 7, più un intercetto sporco e brutto da vedere. Un solo touchdown servito a Cole Kmet e poco altro nonostante le 132 yard corse a una media di 13.2 a tentativo.

Un quarto giocato e fine del racconto…

41 punti in faccia da questi Lions sono tanti, troppi. Ma a Chicago non interessa (apparentemente) perchè la strada indica una direzione unica: quella del draft 2023, quella in cui la seconda scelta assoluta potrebbe farsi avanti e a quel momento non esattamente sperato ma comunque tanto atteso mancano soltanto 60 giri di lancette domenica prossima contro i Vikings. Gli stessi Vikings che si sono fatti massacrare in modo imbarazzante dai redivivi Green Bay Packers e che dopo la sconfitta di ieri hanno rimesso in corsa Rodgers per uno spot playoff. Saranno proprio i Lions a doversi giocare il tutto per tutto contro i Packers nell’ultimo atto della stagione regolare: chi vince passa, chi perde termina qui la sua stagione.

A coloro che parlano di cali fisici di Fields proseguendo nella partita chiederei di provare a correre anche solo la metà delle yard che corre lui. Poi mi racconterete meglio dopo. Butto lì questa provocazione perchè quando è stato il momento di bastonare Fields credo di essere stato tra i primi e tra i più duri nei suoi confronti; ma oggi mi schiero dal suo lato a spada tratta per due semplici ragioni:

1- in uno sport di squadra non si può vincere giocando da soli. Non ci sono riusciti Michael Jordan, LeBron James, Messi e nemmeno Tom Brady; non ci riuscirà di certo Justin Fields che, ad oggi, è un uomo solo.

2- numeri alla mano Justin Fields è il miglior corridore della NFL. Josh Jacobs ha fin qui totalizzato 1608 yard in 16 partite, dunque dato che Fields ne ha corse 1143 in 15 partite tecnicamente il migliore sarebbe Jacobs. Ma se consideriamo che per mettere insieme 1608 yard a Jacobs sono serviti 323 tentativi, mentre a Fields per toccare le 1143 yard ne sono bastati 160, in prospettiva con le portate di Jacobs, che sono esattamente il doppio, Fields sarebbe oggi sopra alle 2200 yard corse. Altro dato forte è quello sulla media delle yard per corsa: Fields guida questa classifica con 7.1 di media posizionandosi ampiamente davanti a Jacobs (5.0), a Henry, Chubb, McCaffrey, Barkley e Cook. Il migliore dopo Fields è oggi Lamar Jackson con 6.8, poi segue Josh Allen con 6.5. Tre QB in testa e sappiamo bene che correre per un QB è diverso, certo, però quello che le gambe di Fields hanno messo in mostra in questa annata nera per i Bears è qualcosa che ha valore assoluto; specie se si considera che i Bears, come succede ormai da anni, non dispongono di una linea offensiva degna di questo nome.

Per chiudere la parentesi su Fields, mi sento di dire che è da questi dati che i Bears dovranno ripartire per lavorare alla ricostruzione. La pietra angolare del progetto è stata posizionata e tutti abbiamo visto che può reggere, ora serve il resto. Personalmente credo che Chicago abbia fatto male (molto male) a muovere trade per Chase Claypool, perchè con una seconda scelta si poteva prendere un ricevitore fresco e meno usurato, ma soprattutto perchè Chicago avrebbe potuto chiamare Claypool a suo tempo al draft e invece ha passato snobbando il suo nome a favore di quello di Kmet. Una delle nostre due prime scelte è stata quindi gettata via senza considerazione subito dopo aver gettato via un giocatore immenso come Roquan Smith.

Le prospettive però rimangono allettanti perchè uno dei due super difensori tra Will Anderson Jr. e Jalen Carter potrebbe sbarcare in città in primavera, cambiando volto a questa difesa bistrattata dalla dirigenza e resa volutamente di pezza e senza carattere. Poi c’è il mercato e quella montagna di dollari pronta ad essere investita si spera, questa volta, in modo adeguato.

Mi duole dirlo, ma tirate le somme penso in modo sincero che i Bears degli ultimi 4 anni siano stati una barzelletta.

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Ora è giunto il tempo per questa organizzazione di ribellarsi e di smetterla di comportarsi in modo rassegnato davanti all’ineluttabilità del proprio destino.

Sessanta minuti per metter fine ad una delle stagioni più brutte di sempre. Sessanta minuti prima di rilanciare il nostro progetto.

#BearDown

alex cavatton firma area 54

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