La Serra di Huddle: come Lamar Jackson sta trasformando l’attacco dei Ravens

Inizia oggi una nuova rubrica di Huddle Magazine a cura di Michele Serra che punta ad analizzare l’andamento di giocatori e squadre. La prima uscita è dedicata a Lamar Jackson e a come sta trasformando l’attacco dei Baltimore Ravens.

Quando Lamar Jackson fu scelto dai Ravens al primo giro del draft 2018, era chiaro che Joe Flacco avesse i giorni contati come titolare. L’ex campione del Super Bowl non ha mai neanche lontanamente raggiunto i livelli della post season 2012 e, nonostante il suo pesante contratto firmato post-Super Bowl e l’estensione del 2016, Baltimore non ha avuto grosse remore nell’affidare al rookie Jackson le redini della squadra dopo un pessimo inizio di stagione da parte di Flacco.

Dopo un anno da rookie in cui è stato buttato nella mischia a metà stagione, Jackson ha iniziato la sua seconda stagione mostrando netti miglioramenti nel suo gioco, miglioramenti che, inevitabilmente, si stanno traducendo nel successo del reparto offensivo da lui guidato.

AL PASSO COI MIGLIORI

L’attacco dei Ravens, guidato dall’offensive coordinator Greg Roman, è attualmente primo per yard totali guadagnate, primo per DVOA (la statistica avanzata di Football Outsiders che tiene conto del down giocato, delle yard da guadagnare per chiudere lo stesso e della posizione di campo), e secondo per explosive play rate (banalmente, la percentuale di explosive play, cioè tutte quelle che permettono alla squadra di guadagnare più di 15 yard su passaggio o più di 10 yard su corsa).

Pubblicità

L’attacco dei Ravens ha un solo vero playmaker, cioè il rookie Marquise Hollywood Brown, 14esimo in NFL in yard per ricezione, ma Greg Roman ha organizzato un reparto capace di giocarsela coi top utilizzando movimenti pre snap, misdirection e le cosiddette stacked formation, cioè quelle in cui i ricevitori partono molto vicini tra loro (ne vedremo un esempio a breve). Il tutto, orchestrato da Lamar Jackson, molto più aggressivo nel lanciare il pallone, approfittando anche di un redivivo running game.

via GIPHY

Questa è la prima azione del primo drive contro i Cardinals. I Ravens partono con una formazione 3×1 – cioè con tre ricevitori da un lato e uno solo dall’altro – con i tre ricevitori in trips bunch (allineati come a formare un triangolo, per intenderci). Il primo ad uscire dalla formazione è Snead, che si sposta nella slot, e poi c’è Andrews, il TE che si piazza tra le maglie della difesa a zona dei Cardinals per ricevere. La tasca collassa abbastanza in fretta, ma LJ avanza tenendo gli occhi a fondo campo e trovando il suo tight end.

via GIPHY

In questa situazione, l’attacco dei Ravens inganna due volte la difesa dei Chiefs. Prima con una semplice play action, a cui i linebacker rispondono – come viene insegnato loro fin dalla tenera età – avvicinandosi alla linea di scrimmage. Poi, con lo sguardo, Jackson indirizza la difesa verso destra – magari con l’idea di passare il pallone al FB Ricard che si è aperto nella flat (ha corso quindi una traccia “piatta”, parallela alla linea di scrimmage). In realtà, il bersaglio del passaggio è il TE Boyle, che allo snap era allineato alla LOS, linea di scrimmage, per abbreviare, di fianco al left tackle, e che poi si è insinuato nella difesa a zona.

Prima abbiamo introdotto il nome di Hollywood Brown, la deep threat della squadra che si è già preso il ruolo di primo ricevitore in un reparto senza però molte altre alternative. Nella prima stagionale, contro i Dolphins, l’ex università di Oklahoma ha letteralmente aperto in due la difesa di Miami.

via GIPHY

Qui i Ravens vanno di RPO (run-pass option, ossia un’azione che si sviluppa come corsa o passaggio in base alla reazione allo snap di un qualche difensore, in genere uno dei defensive end o un linebacker). In questo caso, però, l’uomo che fa la differenza – in negativo – per i Dolphins è la safety alta che simboleggia Cover 1.

Il difensore appare molto aggressivo già prima dello snap, e infatti abbocca alla finta di consegnato, lasciando sguarnita la parte centrale di campo. La stessa parte occupata dalla slant di Brown che, dopo aver battuto l’uomo in uno contro uno, si trova tutto il campo libero.

Pubblicità

Brown dà il meglio di sé sul lungo, e non ha ancora una vasta gamma di tracce sfruttabili: ciò non significa che, di tanto in tanto, non possa prendersi la licenza di allontanarsi dal suo stile di gioco classico.

via GIPHY

Qui, approfittando del marcatore che gli lascia un paio di yard di “cuscino” corre una sluggo, cioè una double move per fingere di rientrare verso il centro del campo con una slant.

via GIPHY

In quest’altra situazione, invece, lo troviamo sul lato forte, cioè quello con più uomini, allineato vicino ad un altro ricevitore (altro esempio di stack formation). Finge di correre una traccia esterna ma, quando arriva a contatto col marcatore, utilizza il suo corpo e la rapidità di piedi per tagliare verso il centro del campo, approfittando delle due safety alte (in cover 2) e della traccia di Snead che libera quella zona di campo riempita proprio da Brown.

GROUND AND POUND

I Ravens non sono solo una squadra capace di produrre highlights “aerei”, anzi, sono molto bilanciati: l’arrivo di Mark Ingram dai Saints è parecchio esplicativo in questo senso.

Ovviamente aiuta avere una o-line sopra la media. Secondo Football Outsiders, la linea offensiva dei Ravens è seconda in NFL per corse fermate alla LOS o dietro di essa (ciò significa che succede raramente), terza per yard al secondo livello – cioè ad almeno 5 yard dalla LOS – e 11esima per yard in campo aperto, cioè a 10 o più yard dalla LOS. Ingram è sesto per yard su corsa, e terzo per yard per portata tra i giocatori con almeno 30 portate (davanti a lui solo Saquon e Lamar Jackson). Tutto questo, nonostante uno dei runningback che maggiormente è costretto ad affrontare almeno 8 difensori in the box (cioè fino a 5 yard dalla LOS).

via GIPHY

Qui vediamo Ingram guadagnare 49 yard seguendo i blocchi della guardia sinistra e del fullback in una situazione di pin-pull (cioè, semplicemente, alcuni uomini di linea bloccano l’uomo davanti a loro e almeno uno esce dalla sua posizione per spianare la strada al corridore). Ingram è un runner molto fisico, che sa rompere tackle ed è molto deciso nell’attaccare i varchi: non a caso, è settimo per secondi medi passati dietro la LOS (2.62).

I Ravens non sono certamente una squadra perfetta. Il loro QB è ancora molto giovane, latitano playmaker offensivi e la difesa, strano a dirsi, ha iniziato la stagione in maniera disastrosa, soprattutto la secondaria. L’attacco però sta rispondendo più che bene, e molto dipenderà da dove Jackson saprà portarlo. Fino a qui, tutto bene.

Pubblicità
Merchandising Merchandising

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.