Patriots incontenibili, Browns alle corde (Cleveland Browns vs New England Patriots 13-27)

Un primo quarto da 17-0 per mettere subito le cose in chiaro.

Nonostante l’annuncio di Bill Belichick, che sembra essere propenso a continuare ad allenare anche a 70 anni (ne mancano ancora 3), il coach campione del mondo non ha voglia di perdere tempo e chiude la pratica Browns in 15 minuti. Gli altri 45, Bill li lascia di mancia al Gillette Stadium.

Un field goal di Mike Nugent (2/4 FG, 3/3 XP), un doppio fumble clamoroso di Chubb, il primo recuperato da Dont’a Hightower che lo riporta in touchdown, il secondo forzato da una giocata capolavoro di Jonathan Jones che salva risultato e rimette palla in mano a Brady, un intercetto di Lawrence Guy che sfonda la linea e si trova Mayfield ad imboccarlo, ed un touchdown in ricezione del solito Edelman, sono fin troppi elementi per Freddie Kitchens che è in panchina tramortito.

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Edelman, già. Ripensandoci meglio a chi serve Antonio Brown quando in campo hai Julian Edelman?

Il touchdown di Harris è un timido tentativo di reazione che trova il tempo che trova perchè l’attacco Browns, malgrado le corse di Chubb che prova a redimere la sua “maledetta domenica” mettendoci tanto impegno e un reparto ricevitori che non punge abbastanza, non è in grado di sopraffare un sistema che funziona alla perfezione come quello dei Patriots.

Il resto della cronaca lo lasciamo ai recap NFL perchè la partita, tecnicamente, era già finita nella prima frazione di gioco.

Al giro di boa nel Massachusetts si sente profumo di perfect season; 8-0, i Patriots sono un team che è tanto abituato a vincere quanto i suoi tifosi sono abituati al suono della pioggia, e la storia sembra non voler invertire il trend. Tom Brady gioca sui petali di rosa, 20 su 36 con 2 touchdown e 259 yard. Facile, semplice, ormai scontato. La sua divisione ha la consistenza di un marshmallow ormai da un decennio abbondante, ma di questo non si può fargliene una colpa. Tom vince e non si stanca di farlo, i Patriots non hanno rivali nemmeno nella conference perchè il divario con gli altri team AFC è importante, difficile da colmare: e quando tutti arriveranno ai playoffs stanchi e logori, New England ci arriverà fresca e rilassata. Il finale è come un film già visto.

Sponda Cleveland, peggio che finire sotto a un treno; Baker Mayfield ha subito un’importante implosione e pare essere in buona compagnia (vedi Trubisky versione 2019). Cosa è successo a questi ragazzi? Il quesito non trova risposta, tanto a Cleveland quanto a Chicago. Lo storico football delle tradizioni del Midwest che pensava di rilanciarsi nella stagione corrente è inciampato in un fosso apparentemente senza fondo e la risalita sembra potersi intravedere solo nel 2020. Forse.

La sensazione che il problema dei Cleveland Browns, siano i Cleveland Browns stessi resta la più plausibile, insieme al fatto che Kitchens non abbia le qualità per gestire un plotone di talenti che sulla carta dovrebbero imporsi senza troppi problemi mentre sul campo fanno fatica a ricordare persino i loro nomi. Smarriti nel nulla questi Browns hanno fallito il tentativo di rilancio clamorosamente, nemmeno il bye week ha dato una mano per rimettere i cocci insieme.

2 vittorie (una contro i derelitti Jets che probabilmente faticherebbero anche nel campionato nostrano) e 5 sconfitte sono una strada senza vie di fuga, la sentenza del campo è severa e quella dei tifosi lo è anche di più.

Prossimo appuntamento in Colorado contro dei Broncos (2-6) che non se la passano molto meglio, ma nella Mile High City le aspettative erano quantomeno differenti.

Freddie Kitchens deve tirare fuori qualcosa di buono da questo team prima che la sua panchina inizia ad essere troppo calda.

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Alex Cavatton

@AlexCavatton sport addicted dal 1986. Amministratore di Chicago Bears Italia. Penna di Huddle Magazine dal 2018. Fondatore di 108 baseball su Cutting Edge Radio. Autore dei progetti editoriali: Chicago Sunday, Winners Out, RaptorsMania, Siamo di Sesto San Giovanni, Prima dello snap. Disponibili su Amazon

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