Joe Brady & Joe Burrow: la rivoluzione offensiva di LSU

Per capire il significato della recente rivoluzione offensiva di LSU è necessario conoscere il suo passato incoerente fatto di problemi perenni nel passing game, uno degli aspetti più in evoluzione nel college football e non solo. LSU ha avuto sei quarterback differenti dal 2011 al 2016 e, fino alla scorsa stagione, non ha mai superato l’80esima posizione per quanto riguarda le statistiche nei passaggi. Unico caso particolare il 45esimo posto del 2013, anno in cui i Tigers potevano vantare due future star NFL come Odell Beckham Jr e Jarvis Landry nel ruolo di wide receiver titolari.

“Run the football and play good defense” è stato il mantra dalle parti di Baton Rouge per anni. Lo sapevano tutti e lo sapeva anche Ed Orgeron quando, il 26 Novembre 2016, viene nominato head coach della squadra di football della Louisiana State University dopo aver ricoperto lo stesso ruolo ad interim a seguito del licenziamento di Les Miles. Parliamoci chiaro, l’era Miles che, va dal 2005 al 2015, è tutto fuorché fallimentare: 77,8% di vittorie, due titoli della SEC e il titolo nazionale del 2007. Ad un certo punto però è letteralmente “scaduta” perché, mentre in giro per il paese gli attacchi si trasformavano sotto i colpi della spread offense, Baton Rouge rimaneva un’ “isola” ancorata al pesante uso di fullback,tight end (più bloccatori che ricevitori) e I-formation relegando i Tigers ad essere una squadra con pochissimo potenziale. Da dopo il 2010 “Run the football and play good defense”, appunto, non bastava più e i Tigers hanno sprecato anni di ottime difese a causa di un attacco non all’altezza.

Novembre 2016, dicevamo: Orgeron diventa il 32esimo head coach nella storia di LSU (riguardo a quel periodo è uscito di recente un illuminante articolo a cura di Ross Dellenger per Sports Illustrated che, ovviamente, consiglio) e comincia a flirtare con l’idea di passare alla spread offense. Nel 2017, nel suo primo anno da head coach di LSU, ingaggia come offensive coordinator Matt Canada per assicurarsi il suo particolare playbook composto da schemi pieni di motions e shifts su tutto il fronte d’attacco. L’esperimento ha vita breve e scarso successo, e costringe Orgeron a tornare sui propri passi affidandosi di nuovo a Steve Ensminger, a cui era stato tolto il titolo di offensive coordinator dopo il 2016. Nell’estate 2018 Orgeron, sfruttando la vicinanza ed il suo passato da assistente di Sean Payton, chiede allo staff dei New Orleans Saints, i quali schierano uno degli attacchi più efficaci della NFL, di tenere una specie di seminario per gli allenatori  di LSU. Argomenti: red zone offense e two-minute packages principalmente, ma Orgeron fa un’altra richiesta: “c’è qualcuno che ci può parlare di RPO(Run-Pass Option)?

Pubblicità

Enter Joe Brady

joe brady lsu

Joe Brady, 28 anni, nel 2018 è al suo secondo anno nello staff dei New Orleans Saints. Il sogno di una vita per un ragazzo cresciuto da fan della squadra della Louisiana. Dopo una carriera collegiale da wide receiver di riserva a William & Mary, Brady entra nello staff di Penn State come Graduate assistant incrociando il percorso con Joe Moorhead, attuale head coach dei Mississippi State Bulldogs, che, da maestro della summenzionata RPO offense, lo inizia ai principi di questo attacco. La lezione che Brady espone di fronte allo staff di LSU è illuminante e gli allenatori sono stupefatti dalla sua conoscenza della materia. Alla fine dell’anno, mentre i Tigers stanno per chiudere la loro migliore stagione dal 2011 con un record di 10-3 e il #6 posto nel ranking finale, il passing-game coordinator Jerry Sullivan comunica la sua volontà di ritirarsi a 74 anni ma Orgeron conosce già il nome del suo eventuale sostituto e, non appena la stagione NFL finisce, offre il posto a Joe Brady.

La sintesi più efficace che si può fare per descrivere il nuovo attacco di LSU è la seguente: dare la palla ai playmaker e consentire loro di agire creando il maggior spazio possibile. Il talento offensivo nel roster dei Tigers non è mai mancato e la ferma convinzione dello staff è che i propri giocatori abbiano quasi sempre un vantaggio nell’ 1 contro 1. L’obbiettivo primario di Brady ed Ensminger, i quali condividono oneri e onori del chiamare le azioni offensive in un curioso ma efficace tandem, è quello di costringere la difesa avversaria ad allargarsi (to spread) sul campo e usare la run-pass option per colpire con i migliori giocatori offensivi.

Joe Burrow

joe barrow lsu

La visione e gli schemi senza i giocatori giusti sarebbero inutili: LSU ha un quarterback forte e competente costruito ad hoc per la spread offense. Joe Burrow è un redshirt senior che si è trasferito da Ohio State lo scorso anno e può quindi vantare una certa familiarità con detto sistema avendolo appreso da una leggenda come Urban Meyer. La stagione di esordio con i Tigers è stata buona ma non eccezionale (57,8% di passaggi completati,16 touchdown e 5 intercetti) ma fin dalle prime partite di questo 2019 la musica è cambiata: già superata la quota totale (!!) di touchdown con 22 a fronte di soli 3 intercetti ed un astronomico 78,4% di passaggi completati. Burrow non è solo molto efficace sul campo ma ha assunto, in poco più di un anno, il ruolo di leader dello spogliatoio dimostrandosi, inoltre, in perfetta sintonia con i propri allenatori e le parole al miele di Orgeron, Ensminger e Brady nei suoi confronti ci dimostrano che il sentimento è ampiamente ricambiato.  A beneficiare del nuovo sistema offensivo non c’è solo il quarterback nativo dell’Ohio ma anche, ovviamente, i suoi ricevitori. Ja’Marr Chase e Terrace Marshall, ad esempio, sono due ex 5-star dalla classe del 2018 che stanno avendo un vero e proprio break-out year. Chase ha già superato il numero di yard totali (451 contro 313) e touchdown (6 contro 3) dell’anno scorso, Marshall, che invece nel 2018 non era mai riuscito ad arrivare in endzone, ha già segnato 6 touchdown in 4 partite prima di fermarsi per infortunio. Sono 7 invece le segnature per il più esperto Justin Jefferson con una media di 18.2 yard a ricezione. In questo caso i numeri non sono difficili da leggere: LSU sta giocando e segnando touchdown ad un ritmo ridicolo ed infatti guida l’intera nazione per punti segnati a partita con 54.6.

Con 8 partite rimaste, tutto sarà deciso sostanzialmente da 3 incontri: Florida e Auburn in casa rispettivamente 12 e 26 Ottobre e l’attesissima trasferta a Tuscaloosa per misurarsi con Alabama e Nick Saban il 9 Novembre. L’imminente incontro con i Gators sarà fondamentale perché, vincendo, LSU avrebbe davvero degli ottimi argomenti per reclamare il posto #1 nel ranking; Florida, infatti, nella vittoria contro Auburn è riuscita ad ingabbiare un attacco fino ad allora prolifico ed ha in Todd Grantham un ottimo defensive coordinator.

Merchandising Merchandising

Guido Semplici

College Football - Co-Host di Scusate il CFB, mi trovate anche su Podcast Verso il Draft e su Twitter.

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.