La dura legge del Lambeau (Detroit Lions vs Green Bay Packers 22-23)

I Green Bay Packers piegano 23-22 allo scadere i Detroit Lions nel Monday Night del sesto turno NFL e conservano, con 5 vittorie, la vetta di una NFC North che in questo 2019 si sta rivelando di ottimo livello (nessuno dei 4 team ha infatti un record perdente). Dopo 4 k.o. consecutivi, in quella che è la seconda rivalità più longeva della NFL (il primo incontro risale infatti al 2 novembre 1930 quando i Lions si chiamavano ancora Portsmouth Spartans), i Packers hanno  interrotto la striscia vincente di Detroit grazie ad una prestazione tutta cuore, in cui non sono mancati gli errori, fra fumble persi e palle droppate, ma che alla fine ha premiato un team che ci ha creduto fino in fondo. Vero, è arrivato anche un aiuto arbitrale, sotto forma di due illegal use of hands (in pratica quando un giocatore mette la mano aperta sulla griglia del casco di un avversario e spinge) che tali non erano, due episodi che si aggiungono in una stagione decisamente poco felice a livello arbitrale, ma una squadra più fragile mentalmente non avrebbe trovato la forza per recuperare.

Invece con un gruppo di ricevitori che definire decimato è dir poco (il fenomeno Adams assente fin dall’inizio, Allison fuori per metà partita e anche Valdes Scantling non al meglio), i Packers sono riusciti a venir fuori da un avvio terribile soprattutto grazie al rientrante Jamaal Williams (14 portate, 104 yard e una meta più altre 32 yard in ricezione) e ad un Rodgers che onestamente non ha brillato ma che, come i grandi giocatori, è stato inarrestabile nei momenti chiave. Decisamente sotto tono invece un Aaron Jones che arrivava dalla prestazione monstre offerta contro Dallas (182 yard guadagnate e 4 touchdown segnati) e che invece ha al suo attivo due gravi errori, un drop clamoroso ed un fumble perso, ed una prestazione piuttosto incolore.  Leading receiver è stato, con 4 ricezioni per 65 yard, Allen Lazard, atleta che in quasi un anno e mezzo di NFL aveva ricevuto un pallone per 7 yard, mentre il ricevitore che ha giocato più snap è stato Jake Kumerow, altro Carneade o quasi, visto che fra 2018 e 2019 il suo bottino prima di lunedì diceva 10 ricezioni per 124 yard.

Dopo un avvio difficoltoso, la difesa è poi riuscita a contenere il temibile passing game ospite mettendo a segno tre sack grazie alla premiata ditta (Preston) Smith e (Za’Darius) Smith, mentre in copertura hanno brillato soprattutto i cornerback Alexander e Tramon Williams. Serata difficilissima invece per Kevin King che ha concesso la bellezza di 163 yard. I Packers, che fino ad ora avevano fatto decisamente fatica contro la corsa, lunedì hanno invece disputato una grande partita in questo fondamentale, annullando Kerryon Johnson e concedendo appena 56 yard in 20 portate grazie soprattutto all’ottimo end Lowry e ai linebacker Goodson, Fackrell e Za’Darius Smith. Nota di merito va naturalmente anche al kicker Crosby, freddissimo al momento di chiudere la partita dopo aver trasformato un field goal tutt’altro che agevole da 48 yard in avvio di terzo quarto.

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E se la prestazione di Crosby è da menzionare, il suo collega in maglia Lions Prater, si candida al titolo di mvp del match. I 5 field goal messi a segno, due dei quali da oltre 50 yard, in un ambiente tutt’altro che facile come quello del Lambeau Field, aggiungono una ulteriore ciliegina ad una carriera già notevole (Prater detiene tutt’ora il record per il field goal più lungo nella storia NFL con una “pedata” da 64 yard). Ma in realtà il problema di Detroit è proprio qui: i blu di coach Patricia hanno giocato con attenzione in attacco, riuscendo nel complesso a contenere la temibilissima pass rush dei Packers con formazioni con più tight end e con passaggi veloci, ma hanno avuto il grande demerito di non sfruttare le occasioni che i Packers hanno concesso e alla fine hanno pagato la cosa a caro prezzo. Stafford ha buone statistiche (18 su 34 per 265 yard) ma a differenza del collega Rodgers non è stato in grado di cambiar marcia quando serviva e dopo i due traccianti a Golladay e Hall che hanno fruttato 124 yard nei primi 4 minuti, nei restanti 56 ha prodotto appena 141 yard, di cui solo 46 nella ripresa. Il solo Golladay ha infatti statistiche degne di nota (5 palle catturate per 121 yard), anche se la delusione maggiore è arrivata da un rushing game assolutamente inefficace (2,8 è la media a portata per gli ospiti),  elemento fondamentale quando ad esempio si vuole congelare la partita.

kerryon johnson lions_packers

In difesa grande prestazione del duo Slay (cornerback) e Walker (safety) che insieme hanno concesso 5 ricezioni per appena 26 yard. Ad alti e bassi invece la prova dello slot corner Coleman che ha al suo attivo un intercetto ma che era anche il difensore in copertura su Lazard nell’azione della meta che ha riaperto la partita, anche se a onor del vero la palla di Rodgers è stato un capolavoro balistico. La difesa sulla corsa ha invece concesso ben 170 yard, un’enormità tenendo conto dei problemi nel passing game dei bianchi di casa.               

E una partita che si sarebbe decisa con i field goal, iniziava invece subito con un gioco a sorpresa: Stafford dava un normale handoff a Johnson che faceva due passi, si girava e restituiva lo sferoide prolato al suo quarterback che lasciava partire un siluro in direzione di Golladay, con la difesa che intanto aveva abboccato al trick play, chiamato flea flicker. Il numero 19 riceveva  piuttosto tranquillamente e buon per i Packers che il cornerback Alexander alla fine sia riuscito a fermare il receiver ospite sulle 11 dopo però un guadagno da 66 yard, il più ampio finora nella stagione dei Lions. Dopo questa fiammata però i blu ospiti si bloccavano subito e ci pensava così Prater a mettere i primi punti sul tabellone.  Green Bay era subito costretta al punt e all’inizio del secondo drive Detroit si ripeteva: gran lancio di Stafford a Hall per 58 yard e palla nuovamente all’interno della red zone. Stavolta con due lanci ad Amendola e Golladay, i Lions approdavano sulle 3 dei Packers, ma qui Detroit faceva una gran fatica a percorrere gli ultimi centimetri e solo al quarto down Kerryon Johnson riusciva a varcare la linea di meta.

E se fin qui le cose per i Packers non si erano messe benissimo, col secondo drive peggioravano ulteriormente: già nella metà campo ospite, Aaron Jones correva sulla destra e veniva placcato dal tackle Robinson che faceva perdere al runner di casa l’ovale poi recuperato dal linebacker Jones. Sul rovesciamento di fronte Detroit arrivava sulle 8 di Green Bay grazie soprattutto ad un’ottima galoppata da 20 yard di Johnson. Qui però altri due incompleti costringevano i Lions a ricorrere nuovamente a Prater che non sbagliava, ma certo, essere sotto solo di 13 vista la differenza di rendimento, era per Green Bay un vero affare.

E in avvio di secondo quarto infatti i Packers avevano un sussulto e grazie alle corse di Jamaal Willams arrivavano in red zone. Qui i Lions erano bravi a costringere Green Bay al quarto down, ma sul field goal i ragazzi di Patricia commettevano un clamoroso errore entrando in campo con 12 uomini nella formazione dello special team. La penalità regalava ai Packers il primo down e due azioni dopo ancora Williams entrava in end zone facendo esplodere il Lambeau Field. Proprio allo scadere della prima frazione poi Green Bay trovava altri tre punti. Un grandissimo blocco del centro Linsley consentiva ancora ad uno scatenato Williams di guadagnare 45 yard. Poi però Green Bay pasticciava, fra penalità ed incompleti, e alla fine arrivavano comunque i tre punti grazie a Crosby che metteva fra i pali un calcio dalle 19 ospiti.

Il secondo tempo si apriva con l’infortunio a Allison, colpito sul casco dalla safety Walker che però stava anch’esso cercando il pallone, ma alla fine i Packers riuscivano ad impattare a quota 13 grazie ancora a Crosby. E dopo il three and out di Detroit, l’inerzia sembrava passare dalla parte dei padroni di casa, ma sul punt, il ritornatore di Green Bay Shepherd perdeva l’ovale recuperato dai Lions. Nei tre giochi successivi Stafford e compagni guadagnavano appena 2 yard, ma ancora Prater, stavolta  da 41 yard, non sbagliava. Un sack del tackle Harrison rovinava poi il drive seguente dei Packers, e Detroit allungava ancora, anche se nuovamente di soli tre punti, cortese concessione del piede di Prater che metteva fra i pali la palla da 51 yard.

golladay lions packers

In avvio di ultimo quarto i Packers commettevano l’ennesima sciocchezza: ancora il povero Shepherd sulla 1 di Detroit scivolava tentando di ricevere l’ovale che rimbalzava sulla maschera del casco del receiver di casa, si impennava e finiva preda di Coleman che lo riportava fin oltre metà campo. Da qui Detroit percorreva appena 8 yard, ma ci pensava ancora il letale Prater a centrare i pali da 54 yard: Lions a +9 e Packers con le spalle al muro. Sul rovesciamento di fronte Rodgers imbeccava Lewis per 24 yard, poi i Packers venivano graziati dagli arbitri che su un terzo e dieci, e relativo sack di Strong, ravvisavano un illegal use of hands di Flowers che regalava il primo down a Green Bay. I Packers ringraziavano e sulle 25 ospiti giocavano due schemi quasi fotocopia: due lanci profondi sulla sideline di sinistra a Lazard. Nel primo lo slot corner Coleman faceva ottima guardia ma sul secondo tentativo era il giovane Lazard che usciva vincitore: touchdown  e Green Bay a -2.

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 Recuperato il possesso, Detroit non riusciva a superare la metà campo e il team di casa riguadagnava  l’ovale con quasi 7 minuti sul cronometro. I bianchi di coach LaFleur procedevano in modo metodico fino alla red zone e qui ricevevano un altro regalo, sotto forma di un nuovo Illegal use of hands inesistente fischiato ancora al povero Flowers su un terzo e 4 non trasformato. Senza la segnalazione arbitrale probabilmente Crosby avrebbe segnato il field goal del sorpasso, lasciando però un minuto e mezzo a disposizione dei Lions per ribaltare la situazione, invece grazie alla penalità Green Bay teneva il possesso della palla, guadagnava ancora 8 yard e allo scadere, ancora con Crosby, metteva a segno il field goal della preziosissima doppia w, con relativo Lambeau leap del match winner.

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