Cosa porta ai Patriots Mohamed Sanu

Dopo aver fatto a fette i Jets nello scorso Monday Night, i New England Patriots si sono fatti un regalo portando alla corte di Brady Mohamed Sanu, il wide receiver dei Falcons.

Se da un lato era preventivabile che i Patriots si muovessero per rinforzare il sottilissimo reparto ricevitori, dall’altro il nome di Sanu è stato una sorpresa, così come sorprendente è stato il prezzo pagato, un secondo giro al prossimo draft. Dato che Sanu è un giocatore lontano dai riflettori della NFL, andiamo ad analizzare il suo profilo per cercare di capire cosa aggiunge il suo innesto all’attacco dei campioni in carica.

Che giocatore è Mohamed Sanu

Partiamo da una constatazione ovvia ma fondamentale: questa mossa non ha niente a che vedere né con la trade per Josh Gordon né con la firma di Antonio Brown. Con Flash e AB i Patriots cercavano un vero number one receiver, uno stallone da 1000+ yard e 10 TD. Sanu invece non è un game changer e in nessun punto della propria carriera è mai stato il fulcro dell’attacco. Da quando è entrato in NFL con i Bengals nel 2012, non ha mai raggiunto 1000 receivng yards o superato i 5 touchdown in una stagione.

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Sanu non è un top receiver, né ha ambizioni di esserlo, perché il suo ruolo è sempre stato quello di fare da spalla ai fenomeni con cui è sceso in campo, AJ Green a Cincinnati e Julio Jones ad Atlanta. Mo è sempre stato un gregario specializzato nel trovare i punti scoperti dello schieramento avversario, sfruttando lo sbilanciamento delle difese in direzione del top receiver.

Mohamed Sanu e AJ Green ai tempi dei Bengals

A livello tattico Sanu è un big slot, uno slot receiver sovradimensionato (1.88 cm per 95 kg nel suo caso) che viene impiegato principalmente su tracce medio-corte.
Guardando le partite dei Falcons, spesso non lo si sentiva nominare per una decina di minuti, per poi vederlo sbucare dal nulla e convertire un terzo down decisivo per Matt Ryan mentre gli avversari raddoppiavano Julio Jones.

Essendo anagraficamente dalla parte sbagliata dei 30 (le primavere saranno 31 il prossimo agosto), il prodotto di Rutgers si sta avvicinando alla fine del suo prime atletico. Per Sanu un leggero declino fisico non sarebbe comunque un grande problema, perché l’atletismo non è mai stato il suo punto di forza: il suo tempo sulla 40 yard dash è di 4.67, uno score più da Tight End che da Wide Receiver. Sanu non è veloce e nemmeno troppo agile, ma riesce a sopperire ai suoi limiti atletici grazie alla stazza e all’intelligenza.

Per via delle sue caratteristiche, Sanu ha sempre avuto un impatto limitato ma stabile, ottenuto grazie alla capacità di battere la marcatura a uomo e alla sensibilità nel trovare le tasche vulnerabili nella zone coverage avversaria.

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In queste due azioni prese dalla partita dei Falcons contro i Colts, vediamo Sanu battere prima la man coverage e poi la zone coverage di Indianapolis.

Il pregio principale del nuovo acquisto dei Patriots è proprio la costanza: nei tre anni pieni ai Falcons la sua produzione, per quanto di medio livello, è oscillata pochissimo, mai sotto le 600 yard e mai sopra le 900, mai sotto i 4 touchdown e mai sopra i 5.

Se come ricevitore puro Sanu è perfettamente nella norma, la caratteristica che lo separa dagli altri ricevitori è la sua capacità di lancio. Grazie ai suoi trascorsi come quarterback a livello collegiale, Sanu è il miglior passatore tra i non-quarterback in attività e in carriera ha lanciato quattro touchdown.

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Per questo i Falcons in passato hanno utilizzato la Wildcat formation (la formazione in cui a ricevere lo snap non è il quarterback) con Sanu pronto a lanciare o a giocare la zone-read con il running back.

Patriot nato

Con l’arrivo di Sanu i Patriots aggiungono un ricevitore solido, affidabile e più interessato al successo della squadra che alle statistiche personali. Al di là del lato tecnico, infatti, Sanu porta in dote una leadership e un altruismo fondamentali per inserirsi in un contesto come quello di New England. Anni fa, mentre era microfonato a bordocampo, ha detto al suo compagno di reparto Justin Hardy una frase che riassume perfettamente il suo mindset:

Ci sono alti e bassi, tira dritto e gioca per l’uomo al tuo fianco, alla fine vedrai che ne varrà la pena

Parole che suonano molto “patriottiche” e che potrebbero uscire tranquillamente dalla bocca di Julian Edelman. Non ci sono dubbi: il fit tecnico e caratteriale tra Sanu e la squadra di Brady è perfetto, tanto è vero che i Patriots lo avevano cercato già durante la scorsa offseason. La sua efficacia sugli screen pass, la tenacia nel bloccare durante le run play e la capacità di ricevere sul corto lo rendono perfetto per il quick passing game dei Patriots.

A livello tattico, però, Sanu è abituato a giocare con un X receiver – Green o Jones – che fagocita la maggior parte delle ricezioni. Nell’attacco dei Patriots invece, l’ex Falcon si troverà in una situazione inedita. Per quanto riguarda la pass offense i Patriots sono un unicum nella lega, perché il ricevitore di punta è Julian Edelman, uno slot receiver proprio come Sanu.
È legittimo chiedersi se non ci sia il rischio che i due finiscano per pestarsi i piedi. Sarà il campo a dircelo, ma sulla carta si può essere ottimisti.

Primo, perché il sistema dei Patriots ha dimostrato più volte di poter funzionare alla grande anche senza un receiver tradizionale.
Secondo, perché Josh McDaniels è fenomenale nel cucire l’attacco su misura dei giocatori a disposizione. Se Brady e McDaniels hanno dato l’assenso a questa trade, significa che hanno già in mente come sfruttare le caratteristiche di Sanu.

Non dimentichiamoci poi che a causa del ritiro di Gronk i Patriots hanno uno dei peggiori reparti Tight End della lega. Per questo la stazza di Sanu potrebbe fare parecchio comodo, in particolare nella redzone, dove l’ex Falcons potrebbe fornire a Brady un big target importante, soprattutto in caso di assenza prolungata di Josh Gordon.

mohamed sanu

Altro aspetto da non sottovalutare è la capacità di lancio di Sanu. Potete essere certi che Josh McDaniels si è già messo davanti alla lavagna per studiare i trick play adatti a sfruttare il braccio del nuovo arrivato.

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Con Edelman e Sanu in campo I Pats avranno due ricevitori con un passato da Quarterback.

Per concludere sul lato tecnico, Sanu non è mai stato e non sarà mai un receiver dinamico e capace di spaccare le partite da solo. Il suo arrivo non rivoluzionerà l’attacco dei Patriots, ma permetterà di migliorare quello che già funziona, e per l’identità che i Patriots hanno assunto quest’anno anche un contributo limitato da parte di Sanu dovrebbe bastare.

Grazie alla loro difesa strepitosa, raramente i Patriots si troveranno in sparatorie da 30-40 punti a squadra. Per questo l’attacco potrà spesso limitarsi a sostenere drive lunghi e fondati sui passaggi corti. Avranno bisogno di ricevitori in grado di convertire terzi down, di leggere le difese avversarie in sincrono con Brady e farsi trovare pronti nei momenti decisivi, soprattutto in postseason, da questo punto di vista, un veterano come Sanu, che ha partecipato ad un Super Bowl proprio contro New England, non può che far comodo.

Quello che si sono chiesti in molti è se valesse la pena di sacrificare un secondo giro per uno slot receiver di trent’anni, anche in un sistema che li valorizza al massimo come quello dei Patriots. Ma prima di accusare Bill Belichick di aver sbagliato a fare i conti bisogna pensarci bene. Non tutte le secondo scelte sono uguali: visto che i Patriots sono ospiti fissi al Super Bowl, la loro secondo scelta è molto simile al terzo giro di una squadra di basso livello.

Per di più, per rientrare dell’investimento New England potrebbe ricorrere ad un escamotage che ha già usato in passato: se alla scadenza del contratto nel 2021 non dovessero rifirmare Sanu, i Patriots otterrebbero una scelta al terzo-quarto round come compensatory pick, una sorta di consolazione per le squadre che perdono un veterano in free agency. Se le cose dovessero andare così, i Patriots riuscirebbero ad ammortizzare quasi completamente l’investimento.

Certo, quello di Mohamed Sanu non è un acquisto che smuove le folle, e in un certo senso la diffidenza della fanbase dei Patriots è comprensibile. Ma i tifosi di New England hanno imparato negli anni che la dinastia della loro squadra è fondata anche su personaggi di secondo piano, gregari che hanno imparato a memoria il mantra di Bill Belichick: «Do your Job», e proprio facendo quello che gli veniva chiesto hanno scritto pagine importanti della storia della franchigia. L’unica cosa certa, per ora, è che Mo Sanu il suo lavoro lo farà fino alla fine.

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Alberto Cantù

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